Home

-Hey- sussurrò la rossa, circondandola con le braccia da dietro -Mi dispiace.- continuò, dandole un bacio morbido sul collo.
Sorrise amaramente. Aveva paura che, voltandosi, i suoi occhi castani l'avrebbero disarmata del tutto, facendola crollare.
Scosse la testa: non avrebbe ceduto. Non subito, almeno.
L'altra, però, non aveva certo intenzione di lasciarla andare tanto facilmente. Spostò con delicatezza i capelli biondi della più alta, quasi avesse paura di farle del male. Si accoccolò, cautamente, nell'incavo del suo collo. Virginia, per quanto non volesse guardare la più bassa, non si oppose al suo contatto. In fondo, almeno un po', le era mancato, era pronta ad ammetterlo.
Rimasero in quella posizione per almeno una decina di minuti, senza proferir parola, i battiti dei loro cuori a scandire i secondi.

Lisa accarezzò debolmente l'avambraccio dell'altra. Prese a parlare con voce fioca: -Io lo so che tu- si bloccò: cosa sapeva davvero?
La più alta si scansò bruscamente da lei: -Cosa sai tu, eh?- chiese, furente, senza voltarsi. -Niente! Non sai proprio niente di me!- la voce le usciva dalla bocca come fosse un tuono, l'aria le gonfiava i polmoni.
La rossa non rispose, anzi: si strinse nel suo vestito blu. Sentì i nervi a fior di pelle: -Credi di potermi capire solo perché ci conosciamo da anni?- rise, ironica -Meraviglioso!- esclamò, evitando, ancora una volta, di voltarsi. Addirittura, si allontanò di qualche passo.
Quella, continuava a non rispondere. Cosa si aspettava che dicesse, poi? Lei non sapeva cosa dire, se non che le dispiaceva. Perché era la verità, le dispiaceva.
Si guardò la punta delle ballerine: quand'era diventata tanto silenziosa?

Quella stessa domanda, se l'era posta anche la cocciuta bionda che, fremente di rabbia, ancora non aveva intenzione di guardarla. Se mi giro, pensava, ha vinto lei.
Spostò la frangia dagli occhi, nervosa. Poi, tornò a braccia conserte: -A me piacciono i ragazzi, Lisa, fattene una ragione!- aveva detto quindi, con l'esasperazione nella voce.
Ci fu un attimo di profondo silenzio, poi disse ancora: -Io... Non posso ricambiare i tuoi sentimenti- si morse la lingua per interrompersi. Per quanto io lo voglia, avrebbe desiderato aggiungere. Si morse il labbro inferiore: perché avrebbe voluto?
Nemmeno lei, in realtà, voleva spiegarselo. Sapeva solo che era così e basta, fine del discorso.

Lisa sentiva i polmoni sgonfi, ma i dotti lacrimali quasi al limite. La gola le bruciava, ma decise di prendere parola: -Sì, sì, questo lo so già- sospirò rumorosamente -Però io Io- si interruppe ancora: si sentiva stupida e debole, perché lei sapeva di non essersi illusa, ma temeva troppo di perdere l'altra.
Scosse la testa energicamente: -Io a te ci tengo, cazzo!- disse, lasciando che la sua voce tornasse potente come un tempo.
La schiena dell'interlocutrice venne scossa da un brivido. Scrollò le spalle: non se l'aspettava.
Sentiva la testa dolerle, girare vorticosamente su sé stessa, le ginocchia tremavano.
-E, giustamente Ci tieni così tanto a me che nemmeno ti sforzi di credermi, no?- sentì di essere stata un pelo troppo sarcastica, ma volle non pensarci.

La rossa decise, ancora una volta, di non risponderle. Virginia temeva di averla spaventata, ma si dovette ricredere, nel sentirla ridere. Non era, però, la sua solita risata, quella euforica e squillante, che lei adorava: era una risatina flebile, tenue. Rabbrividì una seconda volta.
Sentì le sue scarpe muoversi sul pavimento: -Assolutamente.- aveva sussurrato, vicina al suo orecchio destro, quanto bastasse da farle sentire, nuovamente, i brividi.

Stavolta, fu lei a non pronunciar parola. Quindi Lisa continuò: -Proprio perché ci tengo a te, non ho intenzione di crederti, Virginia. - concluse, semplicemente. Aveva aperto la bocca per ribattere, ma venne battuta sul tempo dall'altra, nuovamente.
Questa, difatti, sembrava aver ritrovato la forza e la tenacia di dire quello che pensava: -E poi, andiamo Come potrei crederti, quando non hai nemmeno le palle di guardarmi negli occhi, mentre mi dici tutte 'ste cazzate?-ghignò. La bionda, poteva quasi vedere la soddisfazione nei suoi occhi, la sentiva nella sua voce. Sorrise, leccandosi le labbra.

Si voltò, quindi, a guardarla. I loro occhi castani parevano tremare, tanta era la tensione presente, a dividerle. Virginia chinò il capo, riducendo la distanza tra loro, che già era poca.
Allora, fu lei a storcere le labbra carnose in un ghigno: -Ebbene?- sussurrò, provocandola.
Lisa si trovò ad indietreggiare di un passo. Il fiato le mancava, il cuore le correva nel petto, indisturbato. Non una parola riuscì a caderle dalle labbra.

Ma Virginia non si sarebbe tirata indietro. Non stavolta, si disse. E le si avvicinò di nuovo.
Mentre una indietreggiava, l'altra riduceva le distanze a passi larghi, a ripetizione.
Ma la stanza non era infinita; a ricordarlo alla ragazza più bassa, il muro ruvido e freddo.

La ragazza più alta, avvicinandosi per l'ennesima volta, decise che le piaceva immensamente torturare l'amica. Sorrise sorniona: -Di' un po' Hai finito di parlare, adesso? Ti stai tirando indietro, per caso? Ti penti di quello che hai detto?- domandava a raffica, senza mai allontanare di troppo il suo volto da quello dell'altra.
Questa, dal viso più vermiglio dei capelli che lo incorniciavano, si sentiva sopraffatta dalle emozioni e non sapeva bene come comportarsi. Deglutì rumorosamente, racimolando quel poco contegno che le rimaneva per ribattere: -Ti piacerebbe, eh?- disse soltanto, soffiando sulle labbra dell'amica.

Virginia dovette ammetterlo: si sentì avvampare, almeno un po'. Scrollò le spalle e ghignò ancora: -Beh, non dico di no.- iniziò, corrugando la fronte -Ma non stiamo parlando di questo, Lisa. Smettila di giocare a fare la tosta.- continuò, con tono duro.
L'interpellata, deglutì nuovamente e rispose: -Ah sì? E di cosa stiamo parlando, eh?- si fermò per sospirare, poi riprese: -Tu fai sempre così, Virginia: parli e parli, poi, appena ti senti attaccata, neghi tutto. Sinceramente, - alzò gli occhi, per fissarli in quelli di lei -mi pare che quella che sta giocando, qui, sei tu.- concluse, serrando la mascella.

La bionda era interdetta. Si era sentita punta sul vivo, certo, ma c'era di più: poteva leggere, negli occhi dell'amica, il suo rancore, per i loro trascorsi, e la sua tristezza.
Il cuore le si strinse in una morsa di sensi di colpa: avrebbe voluto dirle che non aveva mai desiderato farle del male, anzi. Tutto questo, si disse, è proprio per lei.

Con il cuore in mano, decise che, tutto ciò, non sarebbe dovuto continuare, perché completamente inutile.
Allungò una mano per prendere il mento dell'altra, e sollevarlo leggermente. I loro sguardi rimasero incatenati per un tempo indefinito, nel silenzio più totale.
Poi, Virginia parlò: -Lisa, mi dispiace Per tutto quanto. Volevo impedire che stessi male, ma ho solo peggiorato le cose, standoci male anch'io.- le sue labbra s'incresparono in un sorriso triste.
Ma non aveva ancora terminato: -Io volevo solo che tu fossi felice, te lo giuro. Io- si bloccò. O meglio, ci avevano pensato le dita della più bassa, delicatamente appoggiate sulle sue labbra.
Aveva gli occhi lucidi, ma sorrise: -Onestamente, Virginia... Mi chiedo chi ti abbia dato il permesso di decidere chi mi renda felice.- disse, pacata. Le sue dita si spostarono e, insieme al resto della mano, accarezzarono una guancia dell'altra.
Questa, si sentì implodere: le sue emozioni che vorticavano velocemente in lei, la testa che le girava, si sentiva come una stella di neutroni.

Appoggiò la fronte alla sua, sentendo il suo battito cardiaco accelerare di nuovo. Sorrise, accarezzando le braccia della rossa.
Lo stomaco in subbuglio, le fece intuire che, forse, le ulteriori spiegazioni avrebbero potuto anche aspettare.
Fermò le mani sui suoi fianchi con decisione, avvicinando i loro corpi fino a farli toccare. Aveva il fiato mozzato dall'emozione, fremeva dall'eccitazione. La guardò negli occhi un'ultima volta, prima di far collidere le loro labbra in un bacio calmo, puro.

L'altra ragazza, che si sentiva implodere dalla gioia, si tuffò nelle sensazioni del bacio, circondando il collo della bionda con le braccia. Con una mano, intanto, aveva preso a giocare con i suoi capelli.
Virginia, nel turbine di sentimenti nel quale si trovava, approfondì il bacio, tirando Lisa ancora più vicina a sé, assaporando, estasiata, la fusione delle tante volte in cui, la paura di perdere l'altra, aveva impedito quel loro momento.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top