Una sorpresa dopo l'altra
Consapevole che Darius non avrebbe reagito bene alla notizia che stava per comunicargli, Vinicius contava sul fatto che fossero amici di lunga data e non l'avrebbe di certo cacciato senza prima ascoltarlo. Per cui entrò nel suo studio sicuro di sé. «Ciao, Darius. Scusa l'intrusione senza preavviso, ma devo parlarti di una questione delicata e non c'è tempo da perdere.»
L'uomo con la testa calva e il collo taurino non alzò lo sguardo, sapeva a chi apparteneva quella voce e continuò a spulciare la marea di documenti sparsi un po' su tutta la scrivania: «Se non è una questione di vita o di movte, passa più tavdi, amico mio. Come vedi ho da evadeve un mucchio di scartoffie avvetvate e non posso distvavmi con le tue solite facezie.»
«Credi che se non fosse stato importante starei qui davanti a te invece che tra le braccia di Maya? Smettila di scartabellare e ascoltami, quelle scartoffie possono aspettare ancora un po'. Questa potrebbe essere l'occasione che aspettavamo da tempo per liberarci una volta, e per sempre, dei divoratori di Essenze vitali.»
Darius continuava a sfogliare la documentazione senza guardarlo così Vinicius si avvicinò alla scrivania e, poggiate le mani sopra e portato in avanti il busto, fin quasi a toccare con il suo naso quello camuso dell'amico: «Ti prego di darmi retta e di guardarmi negli occhi, dannazione! Ciò che ho scoperto ha del sensazionale. Sì, in quanto un'astronave come non ne abbiamo mai viste prima è giunta fino a noi ed è parcheggiata proprio sopra le nostre teste.»
Il Signore di Aethernum alzò il capo, lo guardò con piglio severo e, stava per dire la sua al riguardo, che Vinicius riprese la parola: «Sta' calmo. Io e Maya e abbiamo conosciuto chi la governa, si chiama Albert ed è risultato l'unico essere vivente a bordo. Almeno, in plancia abbiamo trovato soltanto lui. Però non è detto che non ci sia qualcun altro, vista la sua mole potrebbero esserci miliardi di altri esseri come lui. Pensa, Allibis potrebbe starci dentro comoda. Non temere, per nostra fortuna questo Albert non è venuto fin qui per farci del male, ma a chiedere il nostro aiuto.... Per essere precisi il mio. Ma non mi ha voluto dire in cosa consisterebbe, lo farà solo dopo che gli avrò dato la conferma.»
Darius si alzò di scatto e, battuti i pugni sul tavolo da lavoro con forza, lo rimproverò severo in volto: «Aiuto che tu non gli davai né ova né mai. Tva le tante scavtoffie che sono in bella mostva sulla mia scvivania, ce n'è una che riguavda pvovio l'astvonave che tu tanto decanti. La missiva dice che si chiama Etevnity e aggiunge, con parole intimidatovie, che appavtiene alla flotta impeviale del Signove assoluto di Hovcobolus. Quindi ha pvomesso una gvossa vicompensa a chi gli davà notizie su dove si tvovi. Pevtanto, il giovno che quel mangia Essenze vevvà a sapeve che si tvova qui da noi, cosa cvedi che favà? Te lo dico io. Stvappevà il patto di non belligevanza per poi venive qui con la sua flotta a favcela pagave.»
In cuor suo Darius sperava che Vinicius capisse in che posizione scomoda si trovava lui in quel momento, ma visto che l'amico titubava, riprese a ridarguirlo di nuovo: «E ova non possiamo esimevci dal comunicave a Volcan che la "sua astvonave" staziona qui da noi... e savai pvopvio tu a favlo, mio cavo.»
Vinicius esternò tutto il suo dissenso, e senza peli sulla lingua, riguardo a quella scelta che secondo lui era da sconsiderati: «Scordatelo. Non lo farò, né ora, né mai.»
«Se è puv vevo che ti ho lasciato sempve cavta bianca, ciò non toglie che ci sono dei limiti che tu puoi supevave. Nemmeno io posso, cvedimi. Quindi, vista la tua fevma posizione, che non lascia spazio a frantendimenti da parte mia, non mi lasci altva scelta, amico mio, davvevo, non avvei voluto avvivave a tanto.»
Premuto un pulsante posto sulla scrivania, subito dopo entrarono due guardie alle quali Darius ordinò, e senza tentennamento alcuno: «Avvestatelo!» Poi, rivolto a Vinisus, proclamò la sua punizione: «Scusa, devo evitave che Volcan dichiavi di nuovo guevva al nostro popolo e pev favlo devo fevmavti, anche a costo di mandave a scatafascio la nostva amicizia.»
Il Signore assoluto di Horcobolus ci avrebbe messo un po' ad arrivare su Aethernum e, se Darius voleva che in quell'arco di tempo Albert e l'astronave restassero, doveva evitare che Vinicius entrasse in contatto con loro. Per questo motivo lo aveva fatto arrestare e lo avrebbe tenuto relegato fino a quando Volcan non fosse giunto.
Vinicius non aveva alcuna intenzione di starsene rinchiuso tra quattro mura e, preso il bracciale datogli da Albert, si ritrovò in un lampo a bordo della Eternity.
Albert non fece una piega al suo arrivo: «Ha già risolto le sue faccende, Vinicus? Eppure avevo capito che le ci volesse più di tempo.»
«Ho sbrigato le mie cose prima del previsto. Quindi mi dica in cosa posso esserle d'aiuto, Albert.»
«Prima di farlo deve sapere che voi non siete stati i primi esseri senzienti a cui mi sono rivolto per chiedere aiuto. Non entro nei dettagli in quanto sono rimasto in contatto con quegli esseri per ben due cicli del vostro pianeta e ci vorrebbero giorni per raccontare quello che è avvenuto nel frattempo. Quindi le riassumerò le parti salienti. Prima di voi, ho conosciuto gli horcobolani. Il primo a salire a bordo è stato Volcan, il quale dice di potermi aiutare e per porlo in atto mi manda il fratello Bargund e gli amici di quest'ultimo, Ataire e Lacerta... Premetto che loro come specie non erano idonei per l'aiuto che mi serviva, ma poi i tre scienziati avevano trovato un metodo alternativo con il creare un Alter Ego che avevano chiamato Siria e in cui intendevano traslare un'Anima, ma questa doveva essere prima inserita nel corpo di uno di loro e nel frattempo l'horcobolana, Lacerta, entrava con un immagine di lei per creare una vissuto su di essa con cui poi presentarsi agli altri. Però Volcan, stanco di aspettare, informa il fratello di voler distruggere la Eternity e il suo prezioso carico e-»
Vinicius voleva sapere a quale carico si riferisse, ma Albert lo zittì. «La prego di aspettare, tutto a suo tempo. Mi lasci finire, manca poco.»
«Mi scusi, vada pure avanti. L'ascolto.»
«...Bargund a quel punto non restò che venire da me per informarmi delle mire del fratello il quale, per evitare il disastro, mi invitò a mettermi in contatto con lei, Vinicius. Bene, fatta questa premessa, passiamo al motivo per cui ora mi trovo al suo cospetto. L'aiuto che le chiedo è quello di fare uscire dalla stasi in cui si trovano dodici Umani.»
Albert non dice a Vinicius che in realtà sono tredici, teme che Vinicius possa tirarsi indietro e per il momento non serve che lui lo sappia.
«Scusi. Dove eravamo rimasti. Ah, ecco. Gli Umani sono il prezioso carico di cui avevo fatto menzione prima. I terrestri si trovano qui a bordo e ce li ha lasciati il Primo Creatore, colui che ha plasmato questa enorme astronave. Sono sei maschi e sei femmine non più che adolescenti e si trovano relegati in quelle capsule del tempo da prima che sul suo mondo nascesse la vita. Non so nulla sul loro conto, salvo che devo proteggerli fino a quando non si desteranno e quel giorno devo lasciare a loro il comando di questa astronave. Questo è quanto.»
Vinicius aveva ascoltato con attenzione, ma non capiva perché Albert si fosse rivolto proprio a lui, anche un bambino avrebbe potuto destare un soggetto in stasi, e senza problemi. Dunque guardò Albert sicuro di sé per poi imbeccarlo: «Non vedo dove sia il problema, Albert. Spenga le macchine e il gioco è fatto.»
«Non posso farlo e comunque non si desterebbero. Perché vede, le loro Essenze vitali, le Anime, come le chiamate voi, non si trovano più nei corpi dei Dormienti. Questo perché il Primo Creatore ha pensato bene di creare per loro un nuovo involucro in cui albergare fino al risveglio dell'originale. Una sorta di Alter Ego che rispecchia l'immagine di come i Dormienti avrebbero voluto essere nella vita reale e quindi sono attraenti e atletici, ma purtroppo non ricordano le loro pregresse esperienze di vita e di conseguenza la loro personalità e ingenua e infantile. Il vero problema, però, è che tutti loro sono entrati in un mondo plasmato dal Primo Creatore in cui ogni loro pensiero, se abbastanza forte, si cristallizza nella realtà e devono viverla. Il motivo per cui ognuno di loro ha creato un mondo virtuale che si basa sulle loro paure e desideri e ora per uscirne devono viverli. Ora, per far sì che le Essenze vitali tornino nei corpi originari, bisogna che lei, se accetterà di aiutarmi, faccia in modo che gli Alter Ego attraversino uno dopo l'altro quei mondi e comprendano che sono frutto della loro immaginazione. Questa verità dovrebbe destabilizzare le Essenze vitali così che per gli Alter Ego non ci sarà più motivo per continuare a esistere. Resta inteso che le informazioni riguardo al loro non essere reali, come non lo sono i mondi in cui si sono persi, dovranno essere centellinate in modo che possano digerire la verità man mano che la vivono. Il motivo per cui entra in gioco lei, Vinicius. Perciò ora le chiedo, se la sente di entrare e viaggiare insieme a loro mentre il suo corpo resterà disteso su di un lettino a bordo di questa astronave? Ma l'avverto, ci vorrà tempo e tanta perseveranza. In quanto non sarà facile convincere gli Alter Ego che i mondi che loro credono essere reali sono invece il frutto delle loro paure incontrollate.»
«Scusi, Albert, ma perché non l'ha fatto lei stesso? Cioè entrare nei loro mondi?»
Lei non poteva di certo dire a Vinicius che non possedeva un'Anima in quanto era solo una macchina pensante, pertanto sfornò una bugia pur se non sapeva se avrebbe retto a lungo.
«Perché non posso, qualcuno deve pur tenere in rotta l'astronave.»
«Mah, ecco... niente. Passiamo alle cose serie. Certo che questo Primo Creatore le ha lasciato una bella gatta da pelare. E sia! Lo farò, Albert. A una condizione, però. Deve assicurarsi che non rimarrò bloccato lì dentro anch'io insieme a loro.»
«Non accadrà. Traslerò la sua coscienza, non l'Essenza vitale a lei propria. Così potrà creare l'immagine di sé che più le aggrada per incontrarli e con quella personalità interagirà con gli Alter Ego all'interno dei loro mondi.»
«Mi piace molto poter scegliere come apparire e ho già un'idea. Ma prima di tuffarmi dentro, vorrei vedere Maya per avvisarla che starò via per un po'.»
«Nessun problema, però faccia in fretta, il tempo è poco e le cose da fare molte.»
«Giusto quello per rassicurarla.»
Quando Maya lo vide entrare, gli corse incontro e l'abbracciò così forte da soffocarlo. «Ero preoccupata da morire. E dire che ti avevo avvertito di non fidarti di Darius e... Mi spieghi come hai fatto a evadere?»
Prima di rispondere la baciò con il tenerla poi stretta a sé. «Ricordi il bracciale che Albert mi aveva consegnato? Ebbene, una volta che la guardia mi ha chiuso in cella, l'ho usato per trovarmi l'istante dopo sulla plancia di comando della Eternity... e sai cosa ho scoperto? Albert non è da solo a bordo, a fargli compagnia ci sono sei ragazze e sei ragazzi lasciati lì in una sorta di stasi profonda da un'entità che lui dice essere il Primo Creatore. Egli ha lasciato ad Albert il compito di proteggere gli adolescenti finché non si saranno destati e quel giorno dovrà cedere loro il comando dell'astronave. Il problema è che si trovano in quello stato da moltissimo tempo e lui, stufo di aspettare che lo facciano da soli, poiché non può farlo per colpa... Scusa, la storia è articolata e molto complessa e non ho il tempo di spiegarti in dettaglio. In breve posso dirti che solo chi possiede un'Essenza vitale può destarli e per questo ha richiesto il mio aiuto. Ora devo scappare, Darius avrà di sicuro ordinato a Demetrius di arrestarmi e la prima cosa che farà quell'inetto sarà di venirmi a cercare qui da te. Ti dirò tutto al nostro prossimo incontro, tra in ciclo aetherniano ti aspetterò là dove abbiamo suggellato il nostro patto d'amore eterno... non mancare, non so quando potrò farlo di nuovo.»
«Non mancherò, mio adorato. Ora va e sii prudente.»
«Lo farò. Ah, ti amo, Maya.»
«Anche io ti amo, più di ogni altra cosa al mondo, Vinicius.»
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