~ Non è vero che mi piaci ~
Prima one-shot per il concorso di Eternity_Hook
Coppia : Alois Trancy x Claude Faustus
Anime : Black Butler - Kuroshitsuji
Genere: Yaoi
Rating : Verde
Parole : 3000 (senza contare questa introduzione)
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Una nuova alba sorgeva lungo il fianco est dell'immensa tenuta, illuminando i pallidi fili d'erba del sontuoso giardino di sfumature rosate, quasi si trattasse del volto di una dama all'avvicinarsi del proprio amato. Le finestre della villa si aprirono come petali d'ebano, emettendo qualche scricchiolio, e permettendo così ai timidi e giovani raggi solari di appoggiarsi fin nei più piccoli anfratti delle numerose stanze e corridoi del maniero, impreziosendo l'argenteria da poco lucidata ed i candelabri pendenti. la servitù era già in un gran fermento sotto lo sguardo attento del maggiordomo padronale che, vigile ed impeccabile, come sempre, si spostava rapidamente da una zona all'altra per assicurarsi che ogni cosa fosse perfetta, da manuale e, soprattutto, degna del proprio padroncino, ancora sotto le coperte a riposare, come di consuetudine. Anche quel giorno, niente era stato lasciato al caso, pulizie, giardinaggio, organizzazione degli impegni, nessuna eccezione, altrimenti sarebbe stato assolutamente inaccettabile ed indegno per gli standard che il domestico aveva prefissato all'intero staff a propria disposizione.
Conclusa la propria ronda, in attesa di venir chiamato, Claude si concentrò nella preparazione della colazione, dagli infissi giungeva un venticello piacevolmente rinfrescante e lieve, ma il corvino ne restò intangibile ed inalterato, almeno fino a quando, un soffio più prorompente dei precedenti, gli scostò una ciocca dei capelli scuri davanti alle iridi, lucenti più della corona di un sovrano, seppur nascoste dalle lenti rettangolari e sottili degli occhiali che indossava sempre. Sollevando la mano candida, muovendo le dita sinuose prive di imperfezioni, con le unghie laccate di nero, verso il viso squadrato e lungo, il demone si ricompose, pronto a proseguire con i propri compiti, quando la sua attenzione venne catturata da una filatura lucente di rugiada sull'angolo della persiana. Una ragnatela di meravigliosa fattura ornava quel punto, una posizione strategica eccelsa, infatti, attirati dall'aroma di cibo proveniente dalla cucina, molti insetti vi sarebbero finiti all'interno, facili prede del più aggraziato e vorace equilibrista fra i cacciatori del regno animale, l'aracnide. Otto zampette, così simili a quelle di una ballerina che posa sulle punte, veloci, rapide e scattanti al minimo vibrare della trappola di bava, gli occhietti a spillo, perline posate su un abito sfarzoso, soffice e ipersensibile agli stimoli esterni ed, infine, le tenaglie, paralizzanti e letali contro qualsiasi tipo di corazza o guscio invertebrato.
Il pensiero rallegrò interiormente il maggiordomo che, conclusa la decorazione con lo zucchero a velo, sollevò la cloche, posizionata precisamente al centro del carrello per il servizio in camera, e vi pose in modo piacevole allo sguardo i dolcetti che aveva cucinato, accompagnati dalla teiera contenente l'acqua calda ed una bustina di té leggermente amaro. Richiuso il coperchio, il corvino rimise i guanti bianchi, ma si diede un breve istante per osservare con poco interesse il dorso della propria mano sinistra, privo del marchio faustiano che lo caratterizzava, invisibile quando non si trovava sufficientemente vicino al padroncino. Era inutile sperare che, da un giorno all'altro, quell'insulso ragazzino disturbato cominciasse a suscitargli il qualsivoglia interesse, quindi, noncurante, Claude sospirò abbassandosi le maniche arrotolate della camicia per poi avvolgersi, lungo le braccia e la schiena, la giacca color pece della divisa, abbinata ai pantaloni, ancora emanava un leggero calore, causa del fatto che fosse stata stirata pochi minuti prima.
Durante il percorso silenzioso fino alla stanza principale, il corvino si mosse lentamente, desiderando solamente di poter aprire la porta e ritrovarsi dinnanzi ad un'anima più saporita da gustare, nonostante ciò non fosse minimamente possibile. Alois Trancy era come un pezzo di pane nero raffermo ed amaro, il difficile passato che aveva vissuto, prima come figlio indesiderato, ragazzino di strada ed infine come schiavo sessuale, avrebbe dovuto renderlo una preda appetibile una volta raggiunta la nobiltà, ma il biondino era tutto fuorché un gentiluomo sicuro di sé fattosi forte dalle sofferenze subite. Un leggero pizzicore attraversò la mano mancina del domestico quando la appoggiò sulla maniglia d'ottone della suite privata, poteva percepire chiaramente la richiesta d'aiuto di colui che vi stava dietro, prima si trovavano ad una distanza eccessiva per riuscire a sentirla, l'ennesima conferma di quanto debole fosse il legame che intercorreva fra loro. Emettendo un breve sospiro di frustrazione, il maggiordomo ragno varcò la soglia ed intravvide nel buio la sagoma del fanciullo con il quale aveva stretto il proprio patto. Quest'ultimo se ne stava seduto e tremante sotto le coperte, l'intero ambiente era avvolto dall'oscurità, le serrande erano ancora chiuse e, sul pavimento, vi erano i cocci dell'abajour che, fino al giorno prima, ornava il comodino. Senza chiedere spiegazioni, vista la sua modesta posizione di servitore, Claude portò all'interno il carrello accostandolo sul lato del letto ed andò ad aprire le tende. Il demone era sul punto di spalancare le ante della finestra quando, un familiare mormorio, fattosi più chiaro dopo il suo ingresso, lo spinse a voltarsi verso la figura ancora indistinta.
- Hoheo Taralna, Rondero Tarel ... - bisbigliava come una preghiera il giovane Trancy fra le lacrime stringendo le gambe al proprio petto - ... Hoheo Taralna, Rondero Tarel ... -
Quell'insulso incantesimo privo di risultati, il sentirlo ripetere continuamente aveva cominciato ad infastidire il demone, ma come semplice domestico non aveva alcun diritto di privare il proprio padrone della sicurezza che, quelle brevi parole, erano in grado di fornirgli in caso di necessità. Non appena la luce del sole entrò prepotente, la camera perse ogni ombra e sembrò prendere fuoco visto tutto l'oro che la ornava, inoltre, insieme all'oscurità, anche la paura abbandonò il cuore del biondo che, cessando di tremare, si asciugò le lacrime. Il corvino si scostò e tornò al carrello sollevando il coperchio della teiera di ceramica e mosse lentamente la bustina del té affinché l'infuso si disperdesse e tingesse d'ebano la trasparenza dell'acqua. Un profumo molto deciso riempì la stanza, ma, ancor prima che il corvino potesse versarlo nella tazza, si sentì afferrare l'orlo della giacca e, voltandosi, vide solo una piccola mano candida e delicata sbucare dal bordo del piumone come una margherita da un imponente manto di neve.
- Claude ... - lo chiamò con incertezza la piccola voce attutita dai vari strati, ormai stropicciati, delle lenzuola - puoi chiudere la porta, Claude ? -
- Yes, your Highness - rispose allora apaticamente il servo
A quella semplice risposta, Alois abbandonò la presa e così il demone poté eseguire l'ordine, ma, non appena questo venne portato a termine ed il domestico si voltò, si ritrovò avvolto dall'inaspettato abbraccio del minore che, come se tutta la tristezza di prima fosse sparita in una bolla di sapone, appariva raggiante e di ottimo umore, nonostante le sue iridi color cielo ancora brillassero per le lacrime residue. Superata la sorpresa del momento, il corvino si sistemò gli occhiali sul viso provocando una risata di gusto da parte del proprio "aggressore". Quella non era altro che l'ennesima caratteristica del ragazzino che il servo a malapena era in grado di sopportare, figuriamoci di gestire, ovvero i suoi repentini cambi d'umore, soprattutto in sua presenza, si comportava in modo appiccicoso e per niente adatto al semplice rapporto di servizio che li accumunava. Quale umano avrebbe mai trattato amichevolmente, e quasi amorevolmente, il mostro che, un giorno, si sarebbe cibato della sua anima costringendolo in un limbo eterno di vuoto ? Nessuno, mai. Nonostante il maggiordomo ragno avesse vissuto diversi secoli passando di pietanza in pietanza, benché il giovane Trancy risultasse una delle più indigeste, era, senza ombra di dubbio, la più incomprensibile, disturbata e, di quando in quando, perfino irritante di tutte. Con un gesto diretto, il corvino scostò il corpo lineare del biondo e lo sollevò fra le braccia senza fatica provocando nel proprio padroncino una reazione di stupore a dir poco istantanea, accompagnata da un lieve rossore generalizzato sulle gote. Un paio di passi, e Claude mise il minore sulle coperte per poi infilare una mano all'interno della giacca estraendone una paletta accompagnata da una scopettina per tappeti con le quali, repentinamente, raccolse i frammenti da terra. Osservandolo incredulo, la sorpresa di Alois si tramutò in un sorriso dolce, di quelli che faceva raramente da quando Luca non c'era più, ma ognuno dei quali era sempre rivolto al proprio maggiordomo demoniaco, colui che gli aveva dato tutto il potere necessario per rialzarsi dallo schifo nel quale la vita lo aveva scaraventato, l'unico di cui poteva fidarsi, il solo di cui gli importava davvero.
- Hai visto Claude ? - domandò con aria di superiorità il biondo sventolando un paio di volte la mano davanti al viso come se stesse scacciando un insetto fastidioso - Sai, è stata quell'incompetente di Hannah ad obbligarmi a distruggerla, quella puttana era di sicuro in cerca di qualcosa da rubare ... - Alois sollevò allora le spalle scuotendo poi il capo per poi sorridere orgoglioso al corvino, nonostante questi fosse ancora intento a ripulire - Ma, per fortuna, io ho il sonno leggero ! L'ho colpita solo di striscio però se n'è andata subito ! Sono un nobile, nessuno dovrebbe permettersi di tentare di imbrogliarmi ! - rise malevolo osservando la reazione vuota del proprio servo e gonfiando lievemente le guance, arcuando le labbra e le sopracciglia in un broncio - Ho fatto bene, giusto Claude ? -
- Yes, your Highness - rispose allora il corvino piegandosi in un lieve inchino per poi gettare via i frammenti e tornare a concentrarsi sulla colazione - Desidero comunque ricordarvi che un nobile che si rispetti non usa un linguaggio così volgare, né si alza da letto se prima non è stato adeguatamente vestito, inoltre, per ciò che riguarda la colazione, non andrebbe servita nella camera, ma è necessario rispettate etichetta e tradizioni. La sala da pranzo principale sarebbe il luogo più appropriato - concluse spostando cautamente una delle crostate alla frutta su un piatto indipendente già accompagnato dalla propria forchetta a tridente
Nonostante il tono del demone non lasciasse trasparire alcun genere di rimprovero, fu sufficiente il suo solo sguardo per mettere in soggezione il minore che, scostato il piattino contenente uno dei dolcetti con la mano, e fattosi serio, annuì. Claude sorrise interiormente soddisfatto, in fondo il suo padroncino non era altro che un ragazzino povero desideroso di partecipare ad un gioco di ricchezza e popolarità al quale altri avevano imposto delle regole in precedenza. Alois non conosceva il mondo della nobiltà, ma se aveva davvero intenzione di farne parte, doveva sottostare alle imposizioni di una società elitaria composta da boriosi e ripugnanti anime infami e bugiarde peggiori della sua, fortunatamente aveva il maggiordomo ragno accanto a sé, chi meglio di un tessitore di trappole può sapere come sfuggire da quelle tessute da altri ? Sollevando il telo posto sotto la cloche, il corvino vi recuperò gli abiti puliti del proprio lord, stirati senza che vi fosse su di essi la minima piega, profumati grazie ai petali di rosa adagiati sopra e fra loro, adeguatamente scelti in base agli impegni di quel pomeriggio, erano i preferiti di Alois. Il corvino si sorprese di conoscere a tal punto il biondo, ma, effettivamente, altro non era che parte dei suoi compiti soddisfare al meglio le necessità ed i gusti del signorino, per quanto assurde o egocentriche, quindi li recuperò ed appoggiò sul bordo del letto mentre, nel frattempo, il giovane Trancy andò posizionandosi proprio accanto alla pila, le gambe abbandonate a penzoloni, la schiena dritta ed un sorriso falsissimo stampato sul volto. Inutile sarebbe stata l'ennesima spiegazione su quanto sciocco ed infantile era considerato ciò che stava per accadere, il ragazzino sapeva che fosse "poco nobile" prendersi gioco dell'altro quando lo aiutava a vestirsi, ma lo faceva semplicemente perché lo divertiva come poche altre cose. Spogliandolo il maggiordomo non riscontrò difficoltà, il problema iniziò durante l'abbottonamento della camicia, infatti, era sufficiente che il corvino si voltasse per recuperare altri indumenti, la lunga vestaglia o il consueto gilet, quel giorno color verde foresta contornato, e con la parte posteriore, color pece, che, le chiusure sottostanti, erano già state aperte da un malizioso Alois in attesa che lui ricominciasse daccapo. Fortunatamente, visto che la sistemazione della parte superiore era seguita immediatamente da quella inferiore, in particolare, dalle calze lunghe e femminili amate dal signorino, il gioco dell'abbottona e sbottona, almeno per quella mattina, fu breve.
- Oggi potresti finalmente darmi le lezioni di ballo che ti chiedo da mesi ! - annunciò euforico il minore portandosi l'indice alle labbra e riflettendo per qualche secondo, le lunghe ciglia a flettere rapidamente come ali di libellula - Tanto ballare è una cosa da nobili ! Altrimenti quando andrò alle feste farò una pessima figura ! -
- I balli della nobiltà locale non hanno nulla a che fare con il tipo di danza che mi avete visto praticare - le dita di Claude si mossero lungo le gambe lisce del biondo avvolgendovi cautamente un paio di stivali color corteccia a tacco alto - Inoltre la vostra agenda di oggi è già colma di attività ed impegni improrogabili - di foro in foro, il corvino concluse di ornare l'intera lunghezza delle calzature con lacci violacei e poi terminò la vestizione avvolgendo un fiocco grigio scuro intorno al collo sottile di Alois, il quale non staccò nemmeno per un secondo le sue iridi celesti dal suo viso
- Ormai ho deciso ! - concluse perentorio il ragazzino scendendo dal lettone con un lieve salto ed improvvisando un paio di passi facendo schioccare i talloni contro le zone scoperte del pavimento ed ondeggiando le mani intorno al proprio corpo - Olè ! - affermò sorridendo al proprio servitore per poi uscire dalla stanza allegramente facendo la linguaccia a quest'ultimo, mettendo così bene in evidenza il cerchio dorato con il pentagramma, chiaramente visibile e quasi lucente sul dorso della lingua, per poi andarsene con sicurezza lungo il corridoio.
Rimasto molto confuso da ciò che aveva appena visto, il corvino si riprese dopo qualche secondo e guidò il carrello fino alla sala da pranzo dove trovò Alois accasciato sulla sedia a capotavola, le gambe a cavalcioni sul tavolo ed un ghigno furbetto ad ornargli il viso. Servita la colazione, mentre il biondo era ancora intento ad ingozzarsi poco galantemente, quasi non toccasse cibo da una settimana, Claude tornò infine dove quell'interminabile giornata era cominciata, appoggiato allo stesso piano di lavoro in cucina sul quale aveva adornato di leccornie un semplice piatto d'argento con coperchio, all'unico scopo di soddisfare i capricci di un pezzente, anzi, di una prostituta che si fingeva un lord. Osservando la ragnatela di quella mattina, ormai asciutta dalla rugiada, il corvino sorrise speranzoso, doveva solo avere pazienza in quell'incubo ed avrebbe avuto la vendetta tanto desiderata contro colui che, più di tutti, odiava e disprezzava, Sebastian Michaelis.
- Claude Faustus, il padroncino ti sta cercando - lo informò, giungendo silenziosa come un'ombra, Hannah, l'abito sporco di dolci e la fronte sanguinante, al servitore non servì domandarle niente, ovvio chi fosse il colpevole
- Vado - la avvisò superandola, ma venne fermato prima di riuscire ad oltrepassare la porta
- So che cosa senti davvero ... Cosa nascondi dietro la maschera di crudeltà che ti sei imposto. Continuare a negarlo, anche con te stesso, non farà altro che ferirvi entrambi -
- Non ho la minima idea di cosa stai dicendo - rispose seriamente il corvino liberandosi dalla presa debole della domestica - Pensa a concludere le tue mansioni piuttosto che farti strane idee sulla relazione che intercorre fra Alois Trancy e me - ma nuovamente il tentativo di Claude di tornare ai suoi compiti venne reso vano
- Non puoi capire ciò che non conosci demone e così non può fare lui. Un umano un giorno mi insegnò cos'era l'amore, cosa significasse davvero, proprio per questa ragione ora riesco a comprendere quanto tu ed il padroncino siate simili - un sorriso, tenuto troppo a lungo, si allargò sulle labbra sottili della donna, ma non provocò alcuna reazione nell'altro, non evidente almeno - Per questa ragione vi piacete -
Il dubbio si insinuò nella mente del corvino, la sola idea lo disgustò e, in parte minore, ma non quanto ne era convinto lui stesso, lo spaventò. Non era possibile quanto la donna stava dicendo, anche se lui e quel ragazzino di basso borgo avessero sentito qualcosa l'uno per l'altro, essendo immortale, Claude avrebbe dovuto vedere Alois scivolargli via dalle mani sotto la morsa del tempo implacabile. Per un istante il corvino sentì il bisogno di chiarire a sé stesso che, quella che aveva appena compiuto, non era affatto una riflessione realistica, ma solo un insieme di dati di fatto, percepiva solo il bisogno di nutrirsi di quell'umano debole e viziato, niente più. Quando il maggiordomo ragno fu sul punto di affermare la medesima cosa anche alla donna che gli stava davanti, questa si limitò a sorridergli un'ultima volta, prima di ricomporre la solita espressione austera, fare un lieve inchino con le mani giunte sulla gonna, ed allontanarsi lasciando finalmente al servitore la possibilità di andare. Voltandosi un'ultima volta verso la finestra, lo sguardo concentrato sulla tana dell'aracnide, il demone vide una farfalla dalle ali bianche cadervi intrappolata. Nel tentativo di sfuggire, la piccola preda scalpitava con le zampe ed agitava le ali rapidamente, tendendo e tirando le corde appiccicose come un chitarrista inesperto e provocando così l'immediato arrivo del padrone di casa che, velocemente, la intrappolò nei propri vessilli da sarto per poi succhiarle, goccia dopo goccia, la tenue ed illusoria vita di bellezza che, quell'infame bruco di un tempo, aveva indossato infine per presentarsi alla morte. Con quell'immagine nel cuore, Claude tornò alla sala principale affiancandosi al proprio padrone ed osservandolo lamentarsi con Hannah per il sapore amaro del té, nonostante ella vi avesse già versato quasi metà zuccheriera all'interno. In silenzio, il corvino percorse ogni lineamento di quel giovane umano, ne apprezzò la forma, i colori e le fattezze, secondo i canoni umani il giovane poteva certamente essere considerato un bel ragazzo. Non appena il pensiero attraversò la mente del demone, il suo padroncino prese la forchetta e la lanciò contro la domestica rischiando di cavarle un occhio, ed intanto rideva e rideva, si stufava e sbuffava per poi arrabbiarsi di nuovo. Se nell'aspetto poteva apparire come quanto più bello vi fosse, nel cuore di Alois Trancy albergava solo il peggio dell'uomo, solo ciò che aveva conosciuto, un bruco si improvvisava farfalla.
- Hannah si è sbagliata - pensò il maggiordomo fermando la furia del proprio padrone - Non è vero che mi piaci -
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