#ScoppiaUnaRissa (Antonio Di Dio)
Non posso credere ai miei occhi. Il nome del mio amico, è là nero su bianco. Ho in mano il mandato di perquisizione, le case sono due:
Ma dentro di me, so quella che può essere giusta...
Si spiegherebbero molte cose, ma sopratutto a quelle domande che frullavano sempre nella mia testa: Mi conosce? Come fa ad avere il mio numero?
Mi sento male, le gambe cedono, mi viene da vomitare, la testa gira. Mi siedo.
Vincis è davanti a me:
«Dottore, oh mio Dio, si sente male? Le prendo un bicchiere d'acqua?»
Emetto una specie di suono. Penso che sia un Sì.
Sono così confuso, Simone, Simone Klap, come è possibile? Lui è ricco, una bella vita, una bella persona, una figlia strepitosa...Un Serial Killer, il mio Serial killer, il mio S.K.
È un incubo? Perché?
Devo dire alla mia squadra che la prima casa da controllare è quella di Simone, perché lo conosco... Perché è uno dei pochi amici che ho in questa città di merda. Uno dei pochi che mi è stato sempre vicino durante il caso... ripeto durante il caso.
Lo avevo conosciuto dopo l'inizio delle uccisioni di quel pazzo: era un amico di Alberto, anzi lo è ancora...Forse per poco.
Sapevo che non avevo mai parlato del caso in modo dettagliato con loro due durante le nostre serate, come con nessuno... Loro due quando mi vedevano giù per il caso sapevano sempre cosa dirmi per farmi andare avanti, per farmi reagire, per farmi credere che lo avrei preso... E lui, quel pezzo di merda, era davanti a me insospettabile.
Ma non può essere lui, mi ripeto... al Vizio con Arianna lo avrei riconosciuto, e anche tutte le volte che mi seguiva o mi sentivo seguito... Forse non c'era, e non c'era mai stato ad osservarmi così da vicino. Forse è un manipolatore e mi ha fatto credere di essere sempre perseguitato da lui...
Non so...
Non arrivare a conclusioni affrettate, anche se non credi nelle coincidenze... Può essere l'altra persona... mi ripeto come un mantra.
Non serve a nulla, mi giro e vedo a chiare lettere S.K sul mio tabellone.
Capisco per la prima volta il significato: le iniziali del suo nome, la sua firma, il suo autografo, no la sigla inglese per Serial Killer.
Vincis torna con un bicchiere d'acqua, seguito da De Michelis.
Me lo porge.
Bevo piano, ho paura di rimettere tutto sulla scrivania.
La gola è meno secca. Trovo il coraggio:
«Ragazzi, conosco il primo nome sul mandato, è un mio amico...»
Rimangono scioccati. Spiego a loro tutto.
«Dottore, visto il suo coinvolgimento personale lei non dovrebbe venire...»
«De Michelis, che lo conosco per il momento rimane tra di noi. Questo uomo mi ha rovinato la vita, lo voglio vedere in faccia con questi occhi nuovi»
«Ma magari non è lui...»
«Non è lui? S.K sta per Simone Klap, idiota»
Lo prendo per il colletto della camicia e lo scaravento a terra.
Lui si alza e reagisce. In mezzo al mio studio ci azzuffiamo. Vincis fa per dividerci, si mette in mezzo. Non ci riesce. Lo spingiamo a lato. Più di spingerci e urlarci contro, non succede nulla. Niente pugni, sberle o calci. Solo insulti e spintoni.
Urliamo così forte che non si capisce nulla.
Vincis non si da per vinto:
«Smettetela! Ma siete impazziti?»
Si rimette in mezzo e trascina via De Michelis.
De Michelis mi minaccia di denunciarmi...
In quel momento mi accorgo della gravità della situazione... Ormai non me ne importa più nulla... Ho perso tutto nella vita, se perdo anche il lavoro chissenefrega.
«Fai pure, ormai non ho più paura di perdere nulla nella mia vita. Ma tu sei ancora un giovane poliziotto e hai molto da perdere...» gli ringhio.
Cerca di rispondere, ma il buon Vincis interviene:
«Adesso, voi due la smettete, vi date la mano come amici no come superiore e sottoposto, ma come squadra, non possiamo dividerci adesso. Io non testimonierò in favore di nessuno dei due. Dobbiamo unire le forze. De Michelis, smettila di essere arrogante e perdona ogni tanto, e lei commissario ogni tanto ascolti...»
Che situazione assurda, un mio sottoposto ha dovuto intervenire per calmarmi mentre aggredivo un suo collega.
Ci stringiamo la mano. Mi sento all'asilo, Vincis mi sembra la mia maestra Margherita...
Decidiamo di archiviare tutto quello che è successo in questa stanza.
Do l'ordine di radunare più poliziotti possibili, non voglio rischiare che scappi... se è innocente ci parlerà in modo tranquillo.
«Ragazzi, lo so che non sono nella posizione giusta per chiedervi un favore, già avete chiuso un occhio per il mio comportamento, ma per il momento ve ne sarei grato se la notizia che Klap è uno dei mie migliori amici rimanga fra noi...»
Annuiscono con la testa. Sono delusi che stia infrangendo delle regole, ma forse mi capiscono.
Escono.
Mi rilasso un attimo sulla sedia. Poi comincio a cambiarmi per l'operazione.
Mi vesto in borghese, ma sotto la camicia metto il giubbotto antiproiettile, come da prassi.
Raggiungo i miei uomini nella
stanza principale. Li guardo. Sono fiero della mia squadra. Abbiamo lavorato per anni. Siamo caduti. Ci siamo rialzati, anche se con qualche cicatrice nell'animo, ma più forti di prima. Abbiamo perso molto, ma abbiamo tenuto duro.
Adesso è il nostro momento. Siamo pronti.
«Andiamo, sento che questa volta lo prenderemo, siamo sulla strada giusta. Ottimo lavoro ragazzi, e che la fortuna ci assista» esclamo con fierezza.
Spazio Autrice:
E anche con le risse faccio schifè, comunque gli ultimi hashtag per non dire tutto mi hanno provato molto. Ma sono fiera di me stessa di essere arrivata quasi alla fine. È quasi un anno che Bro Wulkoff tira dadi e ci mette alla prova ogni settimana e per questo lo ringrazio tantissimo. Un esperimento che mi è piaciuto molto anche se difficilissimo.
E ora via di tag Wulkoff BlondeAttitude_ spero che vi piaccia e anche a voi amici miei.
Scusate per il video che non c'entra molto, ma lo trovavo epico 😂😂😂😂
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