#Passione (S.K)
Mi preparo per uscire con Alberto. Ieri al telefono sono stato di poche parole, solo adesso me ne rendo conto. Non so se lui abbia capito che sono inquieto, che qualcosa mi preoccupa. Non voglio che quando mi veda mi chieda che cosa c'è che non va.
Mi guardo allo specchio. Vedo un viso stanco, invecchiato. Cerco di sorridere, ma noto che è sforzato.
Come farò a convincere Alberto che va tutto bene?
Faccio più prove, ma la solita faccia da sberle si riflette sopra al lavandino. Cerco di calarmi nella parte. Intavolo una discussione. Immagino cosa potrebbe rispondere o dire Alberto. Niente non ci riesco. Il tempo passa inesorabilmente e farò tardi. Allora dovrò dare anche una spiegazione in più. Sono sempre puntuale, questo potrebbe insospettirlo. Alberto è un buon amico, una brava persona, ma non è stupido. Lui capisce le persone, gli stati d'animo e dice sempre che guardando negli occhi le persone sa quello che pensano. Niente di paranormale, semplice è il suo lavoro. È un psicologo abbastanza conosciuto in città, dicono che sia pure bravo. Ho sempre paura che possa scovare i miei sentimenti più profondi, ma io sono bravo a mentire a tutti. Sono sicuro che non abbia mai dubitato della mia parte nascosta, ma negli ultimi giorni mi sento vulnerabile, mi sento un guerriero senza corazza.
Da quando ho ucciso Cristina percepisco che qualcosa è cambiato. Per la prima volta ho paura di essere scoperto, ma il problema non sono solo io, devo resistere anche per la Rete. Devo proteggere il mondo e i guerrieri come me. Ho una grossa responsabilità.
Mi riguardo allo specchio, mi riparlo, riprovo il modo di salutare il mio amico. Rido. Mi sembra di vedere un giovane Robert De Niro in Taxi driver, l'unica differenza è che io non sono uno psicopatico come lui, penso.
Oggi è stata una giornata già dura, grazie all'aiuto di Luca ho fatto un bello scherzetto ad Antonio, chissà che la smetta di darmi la caccia, che si metta l'anima in pace e che lasci la città.
Luca è stato geniale a trovare Lorenzo, le macchine in così poco tempo, calcolare i tempi e guidare la seconda macchina. È bravo, intelligente, non fa domande, sto pensando seriamente di parlargli della missione. So che la sua anima capisce l'importanza di quello che faccio. Se prima lo faceva per i soldi, adesso sono sicuro che ci sia di più, sono certo che mi seguirebbe in ogni mia missione e mi aiuterebbe. Non ho mai pensato ad avere un seguace, ma forse è arrivato il momento: devo solo aspettare che anche Michele mi dia il permesso.
Tornando ad Antonio lo ammetto, da un lato vorrei tanto che il mio sogno a occhi aperti si realizzi. Raccontargli tutto. È un uomo intelligente capirebbe e magari mi aiuterebbe, ma posso rischiare così tanto ?
Non avrei bisogno di Luca se ci fosse lui al mio fianco.
Sarebbe disposto a capire che il suo giuramento da poliziotto di proteggere il mondo avrebbe senso solo se fosse propenso ad accettare che non tutti meritano di vivere? Che le persone cattive non cambieranno e che la giustizia non le aiuterà a cambiare?
La sua ossessione per me lo rende cieco. La sua ossessione di trovare questo uomo -che ai suoi occhi è pericoloso- lo rende cieco. Sento che la sua anima non è ancora pronta a capire la grandezza della missione, e penso che la sua vista interiore rimarrà per sempre offuscata, a differenza di Luca.
È tardi, scendo in garage, ma anche se non arrivo puntuale in questo momento non mi importa.
Ho bisogno di ammirare la mia collezione di macchine.
Eccole lì, belle, bianche, pulite...
Sono sette, numero importante, alcune mi servono per la missione come la Panda 4x4, altre invece per allietare i miei occhi.
Mi avvicino alla Porche 911 3.0 del 1976: un gioiello.
Ne furono prodotte pochissime, va come una scheggia tocca quasi i 236 km/h. Il sogno di tutti i collezionisti: il mio. Da piccolo ne possedevo un modellino. Lo guardavo ogni sera prima di addormentarmi e mi immaginavo un giorno alla sua guida elegante e sportiva: una coupé, una potenza, una bellezza.
Ogni volta che la guardo non mi sembra ancora vero di possederla.
Mi siedo alla guida e mi immagino a percorrere strade infinite, i Beatles alla radio, al mio fianco il commissario Di Dio, il mio amico, il mio socio. Abbiamo appena completato una missione assieme e ci stiamo svagando, stiamo ringraziando la vita di averci donato questo momento di pace assoluta in questa distesa di strade infinite e deserte, dove possiamo abbandonarci al piacere di aver fatto la cosa giusta. Al piacere dopo il dovere e al piacere di stare in silenzio cullati dal motore e dalla dolce musica anni '60...
Scendo, ritorno alla realtà. Prendo il fuoristrada e parto per raggiungere Alberto.
Mentre guido alla destinazione mi scende una lacrima. Una lacrima di nostalgia di un ricordo che non potrà mai esistere. Una lacrima per qualcosa che non potrò mai avere: la comprensione di Antonio.
Spazio Autrice
Ok, capitolo volutamente sconclusionato, ma se guardate bene forse un senso lo troverete. BlondeAttitude_ e Wulkoff
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