#Inseguimento (Antonio Di Dio)
Sono le 14.30 e mi sto recando dal mio psicologo. La mattina è passata lentamente, ero scosso dal sogno, mi sentivo ancora i graffi del gatto sulla pelle, provavo addirittura dolore, bruciore come se fossero veri.
Sono in macchina e sto pensando a tutte le emozioni che mi tormentano da giorni, anzi mesi.
Prendo viale Regina Margherita, mancano pochi minuti allo studio del dottor Franchetti, svolto su via Enrico Fermi. Guardo lo specchietto retrovisore e vedo ancora quella macchina dietro di me. È da quando sono partito che mi segue. Provo ad accostare se mi sorpassa vuol dire che è solo un caso.
Metto la freccia, mi fermo prendo il telefono e faccio finta di chiamare qualcuno. La macchina si accosta dietro alla mia. Non vedo bene chi è alla guida.
Ci voleva solo questa oggi!
Decido di scendere. Apro la portiera della macchina, in quell'istante la macchina parte in quarta.
Chiudo la portiera, ingrano la prima, premo il piede sull'acceleratore, accendo la sirena.
Chiamo rinforzi:
«Qui commissario Antonio Di Dio, sto inseguendo una berlina Mercedes nera, adesso siamo all'altezza di via Gramsci, necessito di rinforzi.»
In poco tempo ecco che vedo arrivare in poco tempo altre due macchine della polizia. Nonostante sia una vecchia Mercedes, faccio fatica a stargli dietro. Gira di scatto su via Mozart, schiva per miracolo un paio di macchine e qualche passante. La strada è stretta però riesce a mantenere i 100 km/h.
Mi domando perché mi stesse seguendo e adesso mi ritrovo a inseguirlo per tutta la città.
«Una macchina giri su via Manin e l'altra su via Galliani, io gli sto dietro. Vediamo se riusciamo a chiuderlo in via Generale Della Chiesa»
«Ricevuto, commissario»
La Mercedes adesso si trova a pochi metri davanti a me, passa con il rosso, riesco a passare anche io per miracolo fra una macchina e un furgone. Non mi sono mai piaciuti gli inseguimenti, ricordo ancora la prima volta. Eravamo all'inseguimento di una banda di rapinatori. Se ne sono uscito vivo è stato solo per miracolo.
Vedo le due macchine sbucare dai due lati di via Generale Della
Chiesa, ma non riescono ad accerchiarlo per un pelo. Adesso siamo tutti e tre dietro a quella maledetta Berlina.
La corsa continua, mi sembrano attimo infiniti.
«Pattuglia 114, giri per via Diaz, pattuglia 130 resti in mio aiuto.»
«Ricevuto, lo fermeremo quel figlio di puttana»
La corsa continua a un certo punto da una laterale del viale Corso del Popolo sbuca una berlina uguale. Adesso sono due.
«Ragazzi, attenzione è un diversivo ci sono due macchine identiche...»
Non faccio in tempo a finire l forse che un furgone mi taglia la strada, adesso davanti a me ho solo una Mercedes.
Dai che ti prendo, ci siamo quasi.
Dopo altre tre laterali e una corsa all'ultimo respiro, in viale della Pace, la pattuglia 114 riesce a bloccarlo, noi arriviamo subito da dietro.
Scendiamo dalla macchina con le nostre pistole di ordinanza:
«Scenda dalla macchina e mani in alto»
Un ragazzino scende dalla macchina, non sembra neanche maggiorenne. Capisco subito che abbiamo sbagliato macchina, l'altro guidatore era un uomo giovane, ma di sicuro no un ragazzo che forse non arriva neanche ai 18 anni.
Scende, lo arrestiamo.
Lo portiamo subito in centrale per interrogarlo. Arrivato in centrale chiama il suo avvocato.
Scopriamo che è Lorenzo Vaccari, 19 anni, già fermato in precedenza per qualche crimine minore.
L'interrogatorio dura due ore, ci dice solo che non doveva fidarsi di quell'uomo. Gli aveva detto che era un lavoro semplice, pulito. Doveva rubare la macchina dal garage di via Generale Della Chiesa e portarla più velocemente possibile a un rivenditore di auto in via Garibaldi. Gli aveva offerto mille euro e altri duemila a lavoro finito. Gli aveva fornito orari, e itinerario da percorrere, doveva essere molto puntuale.
Capisco subito che è stata tutta una messa in scena, ma per nascondere cosa? Dal Vaccari è inutile avere altre informazioni, gli faremo fare un identikit dell'uomo e vediamo cosa ne ricaviamo.
Sono sempre più confuso, cosa voleva quell'uomo da me? E perché creare tutto quello scompiglio? Non aveva senso...
Guardo il cellulare e vedo che il dottor Franchetti mi ha cercato parecchie volte. Gli scrivo dell'emergenza e se può darmi un altro appuntamento.
Mentre compilo le ultime carte, mi arriva una chiamata. La Mercedes nera è stata ritrovata. Un solo biglietto sul sedile indirizzato a me, me lo faccio inviare. Ecco che arriva la foto sulla mail:
Non mi prenderai mai, Di Dio, posso osservarti, posso confonderti, potevo essere io alla guida o no. Mi piace giocare con te. In realtà ti stimo molto, ma fino a che non comprenderai la mia missione, qui non c'è posto per tutti e due. Fino a che mi darai la caccia la tua vita non sarà mai felice. Scegli di essere felice, smettila di cercarmi. Non mi troverai mai.
S.K
Finisco di leggere, non nascondo che un po' mi ha inquietato, ma non riesco a non pensare quanto sia pazzo ed egocentrico.
Richiamo la squadra sul posto, gli dico di avvertimi in caso trovino qualcosa di utile.
So già che non ci saranno impronte di nessun tipo, che la macchina sarà stata rubata etc... etc... solite cose, solite cose che mi faranno andare via di testa.
Lui vuole che io mi arrenda, che io molli la spugna, che io impazzisca.
Lo vuole perché sa che sono l'unico che può fermarlo e io lo fermerò. Si diverte alle mie spalle, ma non gli darò mai la soddisfazione di abbandonare il caso, a costo di impazzire, a costo della vita, a costo di sprecare tutta la mia vita.
In quel momento mi chiama Arianna, non sono in vena di risponderle. Chiamo Vincis per gli aggiornamenti. Stanno perlustrando la zona di San Giacomo hanno individuato due case che potrebbero essere quelle giuste, stanno aspettando il mandato di perquisizione.
Mi chiama ancora Arianna, non rispondo le invio il classico messaggio non sono disponibile.
Metto in silenzioso il telefono. Vado a casa durante il tragitto penso a cose normali domani chiamo Marco, domani faccio la spesa e richiamo Arianna, di sicuro stasera voleva chiedermi di uscire...ma che senso ha quel messaggio? Perché vuole giocare con me?
Ecco che lui ritorna nei miei pensieri. Ormai sono quasi a casa.
Per fortuna!
Parcheggio sotto al mio condominio, scendo apro il portoncino, prendo l' ascensore, finalmente giro la chiave dell'appartamento. Tiro un sospiro di sollievo, mi sento al sicuro. Sono stanchissimo, mi trascino al divano e crollo in un sonno profondo.
Spazio Autrice:
Non ho mai scritto di inseguimenti e non era previsto in questo racconto, quindi scusate se farà pietà (confesso che non mi piacciono e mi annoiano da morire anche nei film 😂). Ma comunque dai sono fiera di aver accettato anche questa sfida. Alla fine questa storia la sto scrivendo per imparare e migliorarmi, e poi anche per l'adrenalina di scoprire come andrà a finire. Intanto vi ringrazio tutti per le numerose letture e per continuare a leggere questa pazza storia. Al prossimo tiro di dadi, la casella con scritto fine è vicina.
BlondeAttitude_ Wulkoff
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