#CoseFraAmici (Antonio Di Dio)

Sono ormai le sette di sera e Vincis non mi ha ancora chiamato.
Mi sento agitato ed euforico nello stesso momento. Emozioni contrastanti, che mi danno un senso di spossatezza.
È tutto il pomeriggio che non riesco a concentrarmi bene.
Penso e ripenso a Pietro Toscani: dalle indagine era emerso che era una brava persona, tutti avevano stima di lui...
Va be', frase classica che si dice quando qualcuno muore, poi se teniamo conto che è stato pure ucciso da un pluriomicida...

Chiamo Vincis al cellulare:
«Vincis, novità?»
«Commissario, no come prima stiamo cercando...»

Riattacco.
Prendo la giacca ed esco per l'ennesimo caffè.
Rientro:
«Vin...»
«No..»
Aggancio la cornetta del telefono.
Ma è possibile che in Italia trovare delle informazioni è sempre così complicato?
Troppa burocrazia...

Bip-bip-bip il cellulare squilla, guardo è Marica, non ho tempo di risponderle riaggancio...

Cerco di respirare a fondo più volte, una tecnica di auto meditazione che avevo appreso su un'applicazione del cellulare consigliata da Arianna.
Mi sento più tranquillo, il mio respiro si fa regolare, sento che sono padrone di me stesso.

«Inspira, espira senti il respiro farsi... Lascia scorrere i pensieri negativi ...quello che ti preoccupa...»dice la voce registrata.

Piano piano sto raggiungendo la pace, il tempo passa. Alzo gli occhi all'orologio bianco, anonimo appeso alla parete
segna le ventuno...

«Dannazione!»urlo nella stanza vuota. Non c'è più nessuno nel mio piano, sento l'eco della mia voce rimbombare tra quelle pareti fredde e anonime.

Non ho voglia di rientrare ancora a casa: una sensazione viscerale all'altezza dello stomaco mi dice di restare in ufficio.

Il mio sesto senso non sbaglia, alle 21.30:
«Commissario, abbiamo trovato qualcosa su Pietro Toscani...»
«Vincis porta subito il tuo sedere qui nel mio ufficio»
«Arrivo.»
Comincio a camminare nell'ufficio, sono impaziente. Ma quanto ci mette ad arrivare.
Vincis aspetta quando entrerai che ramanzina che ti faccio...
Riguardo l'orologio solo le 21.35. Ah, sono passati solo cinque minuti...
Calmati Antonio, calmati ripeto come un mantra nella mia testa. Cammino, penso, mi giro, cammino di nuovo, ripenso varie ipotesi si fanno strada nella mia mente, o meglio si aggrovigliano come fili.
Mi rendo conto che sono una più stupida dell'altra. Mi vergogno ad ammettere anche a me stesso, e le rimuovo.

Alle 21.45 Vincis varca la soglia:
«Commissario, ho appena ricevuto il file perché era stato secretato, Toscani era minorenne...»
«Non mi interessa dimmi cosa è successo, subito!»
«Allora per farla breve Toscani quando aveva quindici anni, assieme a Nicola Pesavento un ragazzo problematico di diciott'anni hanno rapinato e ucciso il proprietario di una gioielleria, certo Umberto Marra.
Toscani e Pesavento, furono dichiarati colpevoli, in prima istanza, ma l'avvocato Gianluigi Porta era riuscito a dimostrare che il Toscani non sapeva niente della rapina: era stato tratto in inganno dall'amico, preso dal panico quando il Pesavento uscí dalla gioielleria guidò solo il motorino. Toscani dichiarò che aveva trovato all'oratorio, come ogni pomeriggio , Pesavento per la partita di calcetto. Finito l'allenamento l'amico gli disse che doveva passare in piazza Roma per ritirare una cosa e se lo poteva accompagnare con il motorino. E aggiunse cito dal testo "Era un pomeriggio come tanti, Nick mi chiese un piacere. Non sapevo che dopo un semplice pomeriggio fra amici, Nick avesse intenzione di commettere una rapina... sono ancora sotto shock".»
«Assurda come storia, neanche condannato per favoreggiamento?»
«No, Porta era uno dei migliori avvocati a riuscì proprio a scagionarlo del tutto e secretare il caso.
Porta era uno squalo del foro italiano e prima che me lo domandi era lo zio di Toscani...»
«E Pesavento?»
«Ecco, Pesavento ha sempre sostenuto che Toscani fosse stato lui a ideare il piano. Però non ci furono prove e in più il ragazzo era minorenne di buona famiglia, mentre Pesavento era un piccolo spacciatore già noto con problemi di droga. Quindi fu condannato solo lui. La condanna fu molto severa vent'anni di reclusione. Ne scontò tre perché si suicidò con un lenzuolo in carcere.»
«Adesso abbiamo la conferma che le vittime erano state accusate e rilasciate dalla giustizia italiana. Dobbiamo ricontrollare il passato di tutte le vittime e vedere che non sia una coincidenza della Romanini e di Toscani.»
«Sí, lo avevamo già pensato e domani ci lavoreremo sodo, commissario.»
«Vincis, se questa è la strada giusta c'è una cosa che non mi spiego... Mettiamo che scelga le vittime per il loro passato, lui le ritiene colpevoli e che voglia punirle...Essendo persone che non hanno niente in comune, come diavolo fa ad avere tutte queste informazioni?»
«Dottore, non so ci penso anche io l'unica cosa è scavare a fondo e cercare altri punti in comune, palestre o abbonamenti al cineforum o cose del genere...»
«La so la procedura Vincis, dannazione! Volevo solo cercare di ragionare con te, supporre qualcosa, ma lo vedo troppo complicato per te!» dissi irritato.
«Commissario, ha ragione solo che trovo stupido fare congetture senza prima aver analizzato...»
«Vincis buon lavoro, ma adesso sparisci dalla mia vista!»
Vincis esce dall'ufficio senza dire niente, mi conosce e che non è il caso di parlarmi. Chiude con forza la porta.
È il suo modo per mandarmi a fanculo, mi sono comportato da stronzo, lo so. Va be', ho bisogno di dormire è ora di rincasare.

Spazio autrice:
Via di tag BlondeAttitude_
Wulkoff casella non facile amici lettori, ma anche se il capitolo è corto spero che vi piaccia .non rileggo sennò cancello segnalatemi tutto. Vi adoro. Un abbraccio Asia

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