#Compleanno (Antonio Di Dio)

13 febbraio, nonostante sia una data da festeggiare, mi porta sempre un po' di tristezza: mi fa ricordare il mio fallimento come marito e anche in parte come padre.

Mi ricordo ogni minimo dettaglio di quel giorno. Sono passati dieci anni, ma le emozioni, le parole della mia ex moglie Marica, l'odore del liquido amniotico che fuoriesce da lei nel momento della rottura del sacco, la corsa in ospedale, l'inizio e il suo dolore del parto sono ancora impressi nella mia mente. Mi sembra che siano passati pochi istanti, invece sono già passati dieci anni.

Rimugino su questi anni, guardando la foto di Marco, biondo, occhi azzurri. Ha il mio sorriso, ma il resto ha preso tutto dalla madre, per fortuna.
Marica è una bellissima donna, una giornalista eccellente e nonostante il suo lavoro impegnativo, era sempre riuscita a seguire me e Marco, in modo impeccabile.

Io, invece, avevo sbagliato tutto. Troppo preso dal mio lavoro, sempre teso, non vedevo la bellezza di quello che avevo. Non riuscivo ad accontentarmi di quella abitudine serena che si chiama famiglia.

Passavo più tempo fuori che dentro casa, ogni scusa era valida per rincasare tardi, per scappare da quella situazione che ogni tanto trovavo opprimente.

Marica le tentò tutte per salvare il nostro matrimonio: all'inizio mi parlò e le cose migliorarono per qualche periodo.
Andammo anche da una psicologa per la terapia di coppia.

La nostra relazione fu piena di alti e bassi per quasi due anni.
Un giorno di aprile, esattamente il 25 aprile San Marco, un giorno festivo, ma io ero al lavoro.
Era già da un mese che mi diceva che non ce la faceva più.
Quel giorno fece le valigie e se ne andò da sua madre.
Nei mesi successivi, cercai di farla tornare da me:
«Antonio, è troppo tardi, tra noi è finita.»
Era una donna risoluta e forte, aveva raggiunto il punto di non ritorno come darle contro.
Dopo un paio di anni, si rifece una vita: si trasferì a Roma, sia per lavoro sia per l'amore di Giuseppe, un bravo ragazzo, ma inutile non lo sopportavo.

Con Marco dopo la separazione cercai di essere presente il più possibile, colmavo la mia assenza con i regali:
«Devi smetterla di comprargli sempre giocattoli. Ha bisogno di un padre più presente, non di oggetti materiali. Non è così che colmerai i tuoi sensi di colpa.»
«Non è per il senso di colpa, ti sbagli, non puoi avere sempre ragione. Solo mi andava di farlo...»
Percepivo ancora il sangue che mi ribolliva nelle vene, quando parlavo con Marica di Marco, ma a distanza di anni capii che aveva ragione lei. Il mio subconscio mi giocava sempre brutti scherzi, facendomi fare azioni stupide. Come comprare cose inutili a mio figlio,invece di regalargli più spesso la mia presenza.

Erano le sette e mezza del mattino, come ogni anno da quando si erano trasferiti a Roma, facevo una videochiamata a Marco , alle 7.30 in punto su wathsapp di Marica, prima che andasse a scuola.

«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri caro Marco, tanti auguri a te. Auguri ometto, dieci anni, ormai sei un ragazzo!»
«Grazie Papà, come stai? »
«Io benissimo, e tu?»
«Guarda cosa mi hanno regalato Giuseppe e la mamma» Mi mostra un bellissimo tablet per bambini.
Cerco di non mostrare la mia gelosia nei confronti di Giuseppe in quel momento.
«Bellissimo Marco, un regalo meraviglioso.» dico con un sorriso.
«Eh si è stupendo, lo chiedevo da tanto, ma non pensavo che me lo comprassero, adesso potrò giocare a Minecraft, senza chiedere sempre il telefono alla mamma»
«Ottimo, ma spero che non ci giocherai tutto il giorno...»
«No, Papà i week-end potrò usarlo un po' di più, ma la mamma e Giuseppe mi lasceranno usarlo solo un'oretta al giorno dopo i compiti.»
Ed ecco, di nuovo Giuseppe, non ci posso fare niente mi irrita solo il nome.
«Senti tesoro, sono già d'accordo con la mamma, sabato e domenica sarò a Roma e passeremo il week- end insieme, ho già prenotato l'albergo , e poi ti porterò dove vuoi a scegliere il tuo regalo.»
«Wow, papà che super sorpresa, sono felicissimo, adesso devo andare a scuola. Ciao e buon lavoro.»
«Grazie amore, e buona scuola a te e ancora buon compleanno giovanotto.»
Ci mandiamo una serie di baci con le labbra e con le mani, ridendo chiudiamo la videochiamata.
In questo momento mi sento felice anche se oggi non sarò accanto a lui, ma ogni volta che lo sento il cuore mi si riempie di gioia e di fierezza.
Devo ammettere che Marica è un'ottima madre. Marco è il figlio che tutti vorrebbero avere.

Vengo destato dal bip delle notifiche di messaggio, guardo velocemente e vedo "Marica", gia mi immagino cosa c'è scritto:

Non deluderlo quest'anno, sabato ti conviene esserci.

Non ha tutti i torti, l'anno scorso per colpa del "Pulitore" avevo dovuto rimandare il week-end.
Marco disperato, Marica isterica giustamente, Giuseppe ambasciatore che non porta pena, ma che giudica.
Ed ecco che mi innervosisco ancora.
Ci sarò non preoccuparti !

Momento rovinato, la testa torna alla vittima ritrovata in questo periodo, mi ricordo ancora benissimo il nome : Pietro Toscani, un'altra vittima di quello psicopatico.

Pietro Toscani, era un bravo padre di famiglia, un buon marito, lavoratore, ma sempre presente a detta della moglie. I due figli gemelli di quindici anni, Vittorio e Francesco lo descrissero come il padre perfetto, sempre presente, amante della Juventus come loro.

Comincio a picchiettare la penna sulla scrivania. Oggi ero andato in ufficio alle 7.00,sentivo che qualcosa mi sfuggiva.
Prendo, dal cassetto dello scaffale alle mie spalle, la cartellina con il nome Pietro Toscani.
Ecco, trovo lí quello che mi sembrava di ricordare, scritto nero su bianco.
Se la mia teoria avrà un fondo di verità, dovrò ringraziare Marica e il suo cinismo, per il resto della mia vita.
Prendo il telefono:

«Vincis» risponde subito una voce assonnata.
«Vincis, forse ho un'idea per lo schema. Ti ricordi cosa disse la moglie di Toscani l'anno scorso?»
«Che era un ottimo marito?»
«A parte quello, a un certo punto nella sua deposizione disse: 'Non capisco chi possa odiarlo, era un uomo buono. Aveva commesso qualche errore come tutti in gioventù.' Vincis, noi avevamo pensato a qualche stupidaggine di droga e se invece la moglie si riferisse ad altro?»
«Ho capito commissario, convoco la vedova Toscani?»
«No, meglio prima indagare, se non era venuto fuori niente l'anno scorso, magari è perché era minorenne e non essendo mai stato indagato, il caso non era sulla sua fedina penale.»
«Giusto, ottimo, faccio un po' di telefonate e avverto subito anche De Michelis, appena troviamo qualcosa la richiamo.»
«Perfetto.»

Sono agitato, ma allo stesso tempo fiducioso. Forse è la volta buona che avremo qualcosa di concreto.
Grazie Marica.

Spazio Autrice
Evento più unico che raro, sono stata colta da un momento di ispirazione.
Quindi via di tag Wulkoffe BlondeAttitude_
Pronta consegna per voi 😂

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