#Cena (S.K)
Arrivo in via Diaz, parcheggio vicino all'albero nel viale. Scendo, sento il bip della chiusura centralizzata della smart. Adoro quel quel suono, non so perché ma avere le chiavi con un pulsante per aprire e chiudere mi dà un senso di potenza.
Entro dentro all'agenzia immobiliare. Una segretaria giovane, mora e due occhi azzurri come il cielo terso di quella mattina, mi riceve:
«Buongiorno, posso esserle utile?»
«Buongiorno, sono il signor Stefano Di Pietro, ho appuntamento con Alessandro Frizzo»
«Ok, signor Di Pietro, si accomodi pure. Il signor Frizzo, sarà al più presto da lei»
«Va bene, grazie molto gentile» dico con il mio miglior sorriso.
Noto che non rimane impassibile al mio sorriso, mi guarda negli occhi, abbassa lo sguardo e arrossisce.
Ha un'aria molto dolce, se non fossi in missione, le chiederei di uscire a cena. È proprio bella, ma forse ancora di più affascinante e una voce suadente.
Mi siedo, non riesco a smettere di guardarla, mentre indaffarata risponde al telefono, prende appuntamenti...Ogni suo gesto è molto elegante e professionale.
Sono sempre stato attratto più che dalla bellezza, dai gesti, dalla voce e dagli occhi.
Alcuni occhi non dicono niente e altri invece raccontano intere vite.
Nei suoi, anche se per pochi secondi che si sono incrociati con i miei: ho potuto vedere la sua infanzia spensierata. Mentre la osservo, mi immagino la bambina che gioca sulla spiaggia, sta ridendo al padre, la madre li scatta una foto. Una famiglia felice, in vacanza senza problemi. Ed ecco, che la vedo adolescente, sta crescendo, è bella, ma non sa di esserlo. Abbassa lo sguardo quando passa vicino a quel compagno che le piace tanto. Superiori, primo dolore amoroso. Università o è andata a lavorare? Qualcosa deve essere successo, perché nel suo sguardo avevo visto una piccola striatura simile a una crepa, simile a una ferita dolorosa dell'animo che si era impressa per sempre. Tutti questi dettagli sono impercettibili agli occhi della maggior parte degli umani, ma non a persone che hanno ricevuto il mio dono. Non sono poteri magici o manipolazioni mentali. Noi abbiamo il dono della vera
vista...
«Buongiorno signor Di Pietro, sono Alessandro Frizzo, mi scusi per il ritardo, mi segua pure nel mio ufficio»
«Buongiorno a lei, non si preoccupi succede, quando si lavora molto...»
Dalla sala d'aspetto che era piccolina, accogliente con le poltroncine rosse, percorriamo il lungo corridoio dalle pareti verde acido che porta agli uffici. Se il corridoio era kitch, non era niente in confronto all'ufficio di Alessandro. Un ammasso dei più brutti mobili economici, eppure era un'agenzia immobiliare frequentata da gente ricca. Mah! Misteri della vita.
Cominciamo la nostra discussione in base all'annuncio di ricerca di una casa X che avevo scelto dal loro sito. Mi fingo interessato, mi calo nella parte del ricco industriale che sta cercando una casa più grande con giardino e nella zona indicata dall'annuncio del sito. Mi faccio spiegare tutto nei dettagli. Mentre lo ascolto devo ammettere che è un abile venditore.
Sarà per quello che mi nasconde cosí bene la sua vera natura?
Gli faccio delle domande per prendere tempo per poterlo studiare ancora.
Ammetto sono confuso...
«Sí, ma venerdì purtroppo non possiamo venire a vederla. Mia moglie questa settimana è in trasferta potremo fare sabato?» Devo prendere tempo. Devo incontrarlo di nuovo. Devo fare delle ricerche in più. Non vedo il crimine nei suoi occhi, non vedo niente. Non posso permettermi di uccidere magari un innocente.
«Certo sabato mattina alle 11.00?»
«Ok benissimo, grazie per il suo tempo signor Frizzo»
«Grazie a lei signor Di Pietro»
Fa per alzarsi e accompagnarmi alla porta:
«Stia pure comodo, conosco la strada. Arrivederci.»
Mi risponde qualcosa, ma non lo sto ascoltando.
Che sia un caso di omonimia?
Arrivo alla porta saluto la segreteria, mi sorride.
Peccato averti incontrato in questa occasione...
Con un turbinio di emozioni arrivo alla macchina, metto in moto e parto cercando di scrollarmi di dosso quelle sensazioni.
Alla sera rincaso, ceno con un pasto frugale a base di uova e insalata.
Non ho fame. Finita la cena mi accomodo alla mia scrivania.
Riprendo in mano i miei appunti. Faccio ancora ricerche in internet su Frizzo.
Niente, tutto sembra essere regolare, cioè non ho sbagliato uomo. Trovo informazioni solo su quel Alessandro Frizzo, quello che avevo conosciuto oggi. Le foto combaciano con la persona in carne e ossa che avevo davanti stamattina.
Inquieto guardo la TV, in poco tempo mi addormento sul divano.
Mi sveglio urlando, apro gli occhi. Un incubo sono nel mio salotto. La televisione è accesa, lo schermo è nero.
Realizzo che mi sono addormentato guardando "Il codice da Vinci" adoro quel film.
Butto l'occhio sul pendolo le tre in punto. L'ora del diavolo. Mi inquieta sempre svegliarmi alle tre di mattina in punto, e in più dopo il sogno tremendo che ho fatto.
Vado a prendere dell'acqua ghiacciata dal frigo. Deve avere un significato quel sogno, non era normale.
Ricerco su Google: dizionario dei sogni+ mangiare cadaveri ecco davanti a me il risultato.
"Sognare di mangiare cadaveri indica che bisogna guardare ai pro e ai contro di una situazione. Vi trovate attualmente in una situazione in cui non volete trovarvi. Cercate una qualche guida spirituale e una qualche forma di appagamento. Bisogna gettare solide fondamenta per crescere. Sei eccessivamente critico verso gli altri o verso alcune situazioni."
Adesso capisco tante cose che il mio subconscio cerca di dirmi.
Infatti, mi sembrava strano aver sognato una cena in un bellissimo castello, una sala da pranzo grandissima, tetra, elegante. Illuminata da dei candelabri dorati.
Un tavolo grandissimo e preparato con tovaglie bianche di broccato. Io seduto capotavola in fondo verso il camino, e Di Dio seduto all'altra estremità del tavolo verso la porta.
Tre servitori ci portavano delle prelibatezze e dell'ottimo vino. Non ricordo bene cosa mangiammo. Ricordo solo l'arrivo della zuppa di colore rosso. Assaggiai il primo cucchiaio era buonissima, la finí in fretta fino a che non cominciai a trovare parti di cadaveri putrefatti.
Rimasi scioccato, terrorizzato. Non so, sensazioni confuse.
«Tutto bene Simone?» disse Di Dio e niente mi svegliai.
Bisogna sempre dar retta ai sogni, soprattutto quelli importanti come questo.
Sono intimorito, più che intimorito, ho proprio paura.
Anche se sono sveglio, vivo e al sicuro nella mia casa.
Alla fine sono umano anche io.
In quel momento realizzo che il caso di Alessandro mi sta proprio consumando. Devo riporre rimedio al più presto. Devo capire e c'è un unico modo per farlo: affrontarlo, metterlo alla prova al più presto.
Spazio Autrice
Dai è solo un sogno del nostro Simone un po' horror, non vomitate.
La citazione del sogno non l'ho scritta io ma è la citazione di questo sito:
https://www.insogno.com/sognare-di-mangiare-cadaveri.html#more
Stamattina mi ero svegliata con questa idea (giuro non è un mio sogno) e niente guardando ho trovato questo significato. Perfetto ho pensato e Simone ha voluto poi scriverlo così. Non prendetemi alla lettera eh, ma i miei pg fanno un po' di testa loro. Io li do solo degli input. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo. E via di tag BlondeAttitude_ e Wulkoff . La cena è servita ❤️
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