#Appuntamento (S.K)

Sono ancora confuso riguardo alla liberazione di Alessandro. Cerco di convincermi di aver fatto la cosa giusta, nonostante tutte le precauzioni prese, in realtà ho una fottuta paura:
E se mi riconoscesse? Na, impossibile. Magari, ha visto o percepito qualcosa. Mi rispondo ancora impossibile. A tutte le domande che mi pongo, mi auto convinco che sia impossibile. Sono stato meticoloso come sempre, sono stato prudente. Per calmarmi e scacciare quel pensiero, decido di utilizzare un metodo di meditazione. Mi rilasso sulla poltrona rossa in salotto. Comincio inspirare ed espirare a pieni polmoni. Quando il mio respiro si fa regolare e la mia mente è pronta visualizzo una nuvola nella stanza, la carico di emozioni che voglio lasciar andare, e le permetto di uscire portandole via. Continuo a respirare, sono rilassato, il prossimo step è entrare in un luogo sicuro, un luogo che mi faccia stare bene. Per me è la spiaggia al tramonto, sto camminando sulla battigia, l'acqua fredda del mare mi accarezza i piedi. Sento solo il rumore delle onde e dell'acqua. La potenza del mare si trasferisce nelle mie vene, nel mio corpo. La mia mente si fa sempre più lucida e leggera. Sento i gabbiani che volano, vedo il delfino nuotare sereno. Che pace.

Ritorno con calma alla vita reale. Sono rinato. La meditazione mi permette di non impazzire, di convivere con la mia missione e il mio sporco lavoro. Mi sento forte e calmo come il mare, una sensazione indescrivibile.

È sabato mattina, fra un po' devo andare a prendere la ragazza più importante della mia vita: mia figlia.
Gli appuntamenti del fine settimana con lei li aspetto sempre con grande gioia.
È una ragazza solare, divertente, ma soprattutto serena. Devo dire che,nonostante la separazione, io e sua mamma siamo riusciti a mantenere un ottimo rapporto per la nostra creatura, la nostra bambina, anche se adesso è una giovane donna per noi rimarrà sempre una bambina.

Il divorzio è stato duro. Io ero -e forse lo sono ancora- molto innamorato di mia moglie, ma la missione me l'ha portata via. Non credeva più che avessi sempre appuntamenti di lavoro fino a tarda sera o nei week-end, era convinta che avessi un'altra donna, un altro amore. Le mie spiegazioni non servirono a nulla; non potevo prometterle che avrei smesso di viaggiare per lavoro o che lo avrei cambiato.
Non potevo smettere di proteggere il mondo dalle nefandezze dell'umanità.

Ormai non si fidava più. Un giorno lasciò nostra figlia da sua madre. Mi seguì, per fortuna me ne accorsi e così dovetti darle quello che voleva. Voleva la prova che fossi uno stronzo traditore. Non potevo rischiare che mi seguisse sempre, non è potevo lasciare che scoprisse il mio segreto. Mi aveva seguito fino all'ufficio quindi ebbi il tempo di elaborare un piano:
Con gli occhi lucidi e la morte nel cuore chiamai l'hotel migliore della città prenotai una camera. Dopo chiamai un'agenzia di escort . Presi appuntamento con una ragazza più giovane di lei, mi feci venire a prendere sotto l'ufficio alle diciotto in punto. Abbracciai la sconosciuta e la feci salire nella mia auto. In macchina le dissi di stare in silenzio che dovevo chiamare mia moglie. Come immaginavo non rispose. Le lasciai un messaggio in segreteria:
«Ciao Amore, sto andando a cena con il cliente importante. Sarà più lungo di quello che immaginavo perché oggi ci sono stati dei problemi . Non aspettarmi alzata, domani ti spiego da un bacio alla piccola. Vi amo.»
La ragazza non disse nulla a riguardo, era abituata a quelle menzogne: era il suo lavoro.
Prima andammo in un cocktail bar ci sedemmo a un tavolino. Parlammo molto vicini, le presi la mano dovevamo sembrare amanti. Dovevo sembrare naturale, innamorato, spensierato. Insomma di averla franca anche questa volta. Finimmo di bere le nostre piña colada. Ci alzammo le misi il braccio intorno al collo. In parcheggio la baciai intensamente, prima di aprirle la portiera della macchina e farla salire. Non provai niente in quel bacio, solo tanta tristezza e sofferenza. Ma doveva vedere con i suoi occhi. Arrivammo all'hotel. Avevo scelto proprio quello perché aveva le vetrate del ristorante proprio sulla strada. Mia moglie avrebbe potuto parcheggiare a debita distanza e guardare quell'orribile show della fine del nostro amore, della nostra famiglia. La conoscevo bene. Non era una donna da irrompere nei locali, darmi una sberla, prendersela con l'amante. Lei si teneva tutto dentro e mi avrebbe affrontato a casa purtroppo. Quanto avrei preferito una scenata e interrompere quello squallore di spettacolo. Invece mi toccò cenare a lume di candela, sussurrare cazzate nell'orecchio di quella giovane donna, stringendo in mano una coppa di champagne.
Finita la cena salimmo in camera. Quando le dissi che non volevo fare sesso, ma solo stare in silenzio un paio di ore, percepii una specie di paura nei suoi occhi.
Per lei era più inquietante un uomo in silenzio, che magari un pervertito con richieste strane.

Non era mia intenzione spaventarla. Le dissi che per me era importante stare nel letto e dormire con una donna, che ero impotente e che volevo solo dormire abbracciato a una giovane ragazza. Ci sdraiamo vestiti nel letto io l'abbracciai e feci finta di dormire. Sentivo il suo nervosismo, fiutavo la sua paura di quella richiesta strana.
Dopo un paio di ore ci alzammo, prendemmo la macchina e la riaccompagnai sotto l'ufficio dove aveva parcheggiato la sua auto.

Sapevo che mia moglie aveva già avuto abbastanza prove e che sarebbe rincasata.
Vidi già appena arrivato che le luci del salotto erano accesse: respirai a fondo per cercare di non piangere.
Entrai, mi tolsi le scarpe come d'abitudine e misi le chiavi di casa e della macchina nel vasetto in cima al mobile dell'entrata.
Lei era seduta di spalle sul divano:
«Amore, ma che ci fai ancora sveglia? Tutto bene?»
Mi sedetti accanto a lei:
«So che hai un'altra e che sei un bugiardo...»
«Ma cosa dici, tesoro» la interruppi.
«Simone, ti prego non tirare fuori scuse e dimmi la verità. La ami?»
Ecco il momento tanto agognato; lei stava piangendo, ma la sua voce era calma, delicata, triste.
«Sí» risposi secco.
Da lì cominciammo a parlare molto. Le mentii spiegandole che non l'amavo più, che stavo a casa solo per nostra figlia, che avevo paura di non vederla crescere e bla, bla,bla...
«Sarai anche un marito di merda, ma sei un bravo padre. Lei ha bisogno di me e di te e questo non glielo toglierò mai a nostra figlia.»
Parole dure, dolorose come mille tagli, frustrate,o ancora peggio, sulla pelle.

Il giorno dopo feci le valigie, per un periodo vissi in un bi camere in affitto, fino a che non trovai questa casa e la comprai.
Mantenemmo la promessa di crescere nostra figlia nel modo più sereno possibile. La mia missione era salva, anche se dovetti rinunciare all'amore della mia vita.
Adesso non potevo farmi scoprire per aver sbagliato a valutare qualcuno. Decisi che ci avrei pensato ancora qualche giorno. Forse per la prima volta, avrei ucciso un'innocente...

Salgo in macchina e raggiungo la mia ex casa.
Suono il campanello, mi apre la mia ex, è sempre bellissima ai miei occhi e ancora oggi soffro per averla persa per sempre.
Di corsa arriva la mia bambina con il suo bellissimo sorriso:
«Papàaaaaa!» grids stringendomi le braccia al collo.
«Principessa, ho una sorpresa per te oggi, ti va di vedere il mare?»
«Ovvio che sì, lo sai che amo il mare anche fuori stagione.»
«Lo so...»
«Ciao mamma, ci vediamo domani»mi prende la mano e mi trascina via alla macchina.
«Calma amore, fammi almeno salutare la mamma»
«Ok, ma muoviti!»ordina con un sorriso.

Torno indietro, saluto la mia ex, parliamo del più e del meno:
«Corri che ti aspetta!» mi dice con il suo sorriso, e quando mi rigiro per andare alla macchina esclama:
«Divertitevi beati voi...» conosco quel suo modo di fare, non è la prima volta che passiamo delle giornate assieme tutti e tre da quando siamo divorziati.
Mi giro e con il sorriso sulle labbra le dico:
«Se ti muovi a prepararti, ti aspettiamo! Prometto che ti riporto a casa stasera»
«Sai che sono molto, impegnata...» So che scherza, sto al gioco.
«Ok allora ciao, te la riporto domani. Buona giornat...»
«Sciocco, due minuti e sono pronta»
«Voi due avete finito?»
Salgo in macchina:
«Viene anche la mamma, quindi signorina sali dietro»
«Ok capo!»
È felice, è serena. Sarà una giornata bellissima, anche se per poche ore, avrò di nuovo la mia famiglia.

Spazio autrice: questa settimana non ho avuto tempo di scrivere. Casini vari... Ho spento il cervello e Simone mi ha guidato in un stranissimo appuntamento o meglio serie di appuntamenti. Mi sono divertita moltissimo a scrivere questo capitolo.
Scadenza rispettata: BlondeAttitude_  e Wulkoff

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