#Allenamento (S.K)
Sono pronto per iniziare una nuova settimana. Il pensiero che solo sei giorni mi separino dalla mia preda, mi provoca una sorta di estasi.
Posso già assaporare il momento, posso sentire quasi l'odore del sangue che fuoriesce dalle ferite. Per qualcuno questo potrebbe essere un odore fastidioso.
Per me, invece, è un profumo inebriante, così forte che mi piacerebbe imprigionarlo all'interno di una boccetta di vetro, così da guardare il colore rosso e le sue sfumature, annusarne l'essenza. Vorrei poter rivivere quei momenti ogni giorno, ma mi rendo conto che le emozioni non si possono catturare e fermare nel tempo, come quando guardiamo una fotografia: non tornerà mai lo stesso eccitamento dell'esperienza provata, possiamo solo ricordarlo.
Questo turbinio di emozioni mi provoca un'erezione: sento il pene pulsare e con la voglia di esplodere. Cerco di cambiare subito pensieri, perché mi sento in colpa a provare un piacere così forte, un conto è fare il proprio lavoro con amore e passione, un altro è eccitarsi così tanto.
Nessun evento, neanche quello più triste riesce a farmi passare questa voglia, dovrei masturbarmi, ma andrebbe contro i miei valori.
Prendo la maglia termica verde, mi infilo i pantaloni neri da corsa, indosso le scarpe da ginnastica e mi precipito subito sul sentiero sterrato dietro a casa mia.
In breve tempo sono già nei boschi, sento solo qualche uccellino cinguettare, il mio respiro e lo scricchiolio di qualche ramo sotto le mie scarpe.
Corro, e più corro, più i pensieri si dissolvano come ombre.
Il sudore comincia a colare dalle mie tempie, sento la maglietta da corsa termica che comincia a bagnarsi, e il mio pene non è più turgido come prima, piano, piano sto ritornando alla normalità.
Sono una persona molto atletica, ovviamente il mio lavoro richiede una certa forza fisica. Avendo molti casi da purificare, non so mai chi mi può apparire. Una persona di sesso femminile o maschile, una figura snella o un po' grassoccia. Un corpo dotato di una certa forza, oppure indifeso.
Oltre che l'allenamento fisico, la mia missione richiede anche un allenamento mentale:
Ogni settimana oltre alla palestra, faccio delle sessioni anche di un'ora di meditazione ogni giorno.
Svuotare la testa da pensieri negativi e ricongiungermi con il mio io interiore è importantissimo. Questa pratica mi permette di mantenere la concentrazione e il sangue freddo, sia durante la mia vita quotidiana, quella dove devo apparire come un uomo qualunque di questa società malata, sia durante l'atto di purificazione. La concentrazione mi permette di non commettere errori.
L'errore nel mio caso, porterebbe al fallimento della mia missione. Non posso permetterlo: il mondo ha bisogno di me.
Continuo a correre, mi spingo fino al limite. Guardo il mio smartwatch, che mi segna una frequenza cardiaca di centosessanta btm, il fiato comincia a diventare sempre più corto e affannato. Sono fuori dal bosco e ho raggiunto il piccolo promontorio, arrivo vicino alla croce che lo domina. È di ferro battuto, alta almeno cinque metri, mi appoggio con una mano alla croce, la testa abbassata, respiro l'aria fresca a pieni polmoni.
Dopo qualche minuto alzo la testa, il cielo è terso e il sole illumina i vari paesi, fino ad arrivare alla città.
Guardo lo Skyline con immenso stupore, come se fosse la prima volta: tutto sembra calmo, la città assopita, invece tra le sue strade si stanno muovendo macchine, persone e non posso che immaginare che anche qualche crimine si stia compiendo.
Ritorna la pena per le anime buone, mi sento impotente, non posso salvarle tutte, ne sono consapevole.
Mi giro e ricomincio a correre, ritorno nel sentiero nel bosco, sento uno schricchiolio di rami alle mie spalle. Brutta la sensazione di essere spiato, mi giro però non vedo nessuno solo dei rami di qualche arbusto muoversi.
Sarà uno scoiattolo o una bestiola nel bosco.
Sto diventando paranoico, non va bene.
Mi riconcentro sulla mia corsa, inspiro ed espiro.
Arrivo a casa, entro in cucina e prendo dell'acqua ghiacciata dal frigorifero, lo so che non andrebbe bene, che potrebbe provocarmi un blocco intestinale, ma io sono abituato e non mi importa, l'unico mio pensiero è dissetare questo corpo stanco.
L'acqua che scorre nella mia gola mi risveglia, sento che sto riacquistando la forza, la concentrazione.
Salgo in bagno mi doccio velocemente, prendo i miei abiti puliti, la camicia bianca, la giacca e i pantaloni grigi, pronto per tornare nella società, alla cosiddetta vita normale.
Scendo in garage, opto per la smart bianca, accendo il motore, prima di andare al lavoro devo fare una piccola deviazione.
Imposto la destinazione sul navigatore.
Leggo il percorso: quaranta minuti alla sua destinazione.
«Caro Alessandro, solo quaranta minuti per vederti dal vivo, per vedere il tuo male.»
Spazio Autrice:
Settimana incasinata, i mille impegni della vita, mi hanno assalita. Ieri ho provato a scrivere qualcosa su come allenare il mio Simone, ma non mi veniva in mente niente. Oggi tra un'interruzione lavorativa e l'altra (non ditelo al mio capo) qualche allenamento di scrittura l'ho fatto pure io . Quindi via di tag @Blondeattitude_ e @Wulkoff questa è una parte di collegamento non lo rileggo e mi scuso se un po' più cortino degli altri. Segnalatemi tutto quello che volete, io Ve ne sono sempre grata. Un abbraccio Asia
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