5.

Passai la notte nel peggior dei modi, girando e rigirandomi in un letto estraneo con il solo pensiero di ritrovare mio fratello. Ogni minuto che passavo era una tortura, chissà quante cose gli sarebbero potute accadere in pochi attimi ed io non stavo facendo nulla per aiutarlo.

Alle prime luci dell'alba decisi di alzarmi per mettere in atto il mio piano. Mi vestì riponendo la veste da notte che mi era stata prestata dalla signora Fiinderson e facendo attenzione uscì nel giardino. Ero già stata in quella casetta in passato per consegnare della merce e se la memoria non mi ingannava il pollaio doveva trovarsi sul retro.

Lo sgradevole odore giunse per confermare i miei dubbi, le galline già sveglie picchiavano il terreno con il becco mentre il gallo si preparava a far da sveglia per tutto il vicinato.

<<Ti prego, non ancora.>> Mormorai preoccupata guardandolo da lontano per poi passare ad osservare il circondario.

E finalmente individuai l'oggetto che aveva causato tutto quel casino. La trappola in ottone per fortuna era ancora aperta e attiva, quindi nessuna volpe era ancora stata catturata. Un sospiro di sollievo abbandonò le mie labbra e le mie gambe si mossero da sole verso quell'affare. Mi inginocchiai tirando fuori dal mantello una spilla d'argento e iniziai ad allentare le viti.

Avevo quasi finito con la prima trappola quando sentì dei passi avvicinarsi.

<<Che cosa state facendo?>> Una voce femminile austera, ma fin troppo giovane per trattarsi di quella della signora Fiinderson mi fece sussultare, mi voltai nascondendo la spilla nella manica del vestito e con immensa gioia mi accorsi di poter ancora evitare enormi guai.

<<Buongiorno Liz, potreste abbassare la voce per favore?>> Chiesi sfilando le viti e rimuovendo la molla che avrebbe fatto scattare i meccanismi.

<<Mh? Perché?>> domandò avvicinandosi per vedere meglio.

<<Perché non vorrei essere scoperta.>> Bisbigliai.

<<Cos'è quell'affare?>> chiese ancora.

<<Una trappola per volpi.>>

Mi sollevai spazzolando via la polvere dal vestito <<Voi invece che ci fate sveglia a quest'ora?>>

La rossa raddrizzò la schiena <<Perché sabotate le trappole delle volpi?>> Domandò a sua volta ignorando la mia domanda per ficcare il naso in affari che di sicuro non riguardavano lei.

<<Siete troppo curiosa per esservi appena svegliata.>> Mormorai avvicinandomi <<E per trovarvi casualmente davanti casa Fiiderson.>> Aggiunsi guardandola dritta negli occhi castani.

La donna fu salvata dalla voce preoccupata di David <<Elys!>> Affrettò il passo raggiungendomi visibilmente preoccupato.

<<Due giovani sono arrivati a casa nostra circa un'ora fa e ci hanno riferito tutto.>>

Mi scrutò dalla testa ai piedi assicurandosi che stessi bene e inevitabile finì per notare le ferite che la proprietaria di casa si era premurosamente occupata di bendare.

<<Te la senti di parlarne?>> Chiese con cautela ignorando la presenza della ragazza.

Annuì lasciando che mi prendesse le mani.

<<Hai notizie di nostro fratello?>> chiesi.

<<Purtroppo no, non è stato ancora trovato. Nostro padre è andato a cercarlo  poco prima che io venissi da te. >>

Fu allora che il gallo cantò e la rossa ci diede la notizia più lieta della giornata: <<Non preoccupatevi, sta bene.>>

Entrambi ci girammo verso di lei, la vidi osservare il pollaio per poi proseguire a parlare <<Lo ha trovato Sylver poco fa, ero venuta da voi proprio per comunicarvelo.>> Aggiunse accennando un sorriso.

<<Ci ha detto il suo cognome e che probabilmente vi avrei trovata qui, ma sembrerebbe piuttosto confuso.>>

La guardai in preda a un misto di emozioni, Dorian era stato ritrovato! La notizia mi permise di togliermi un enorme peso dallo stomaco, ma era ancora troppo poco per rendermi felice.

<<Sta bene?>>chiesi giungendo le mani come a pregare in una risposta positiva.

Liz sospirò: <<Venite con me, sarete voi stessi a capirlo.>>

Sentì David posarmi una mano sulla spalla poi lo vidi fare un cenno con il capo alla ragazza.

Così mentre Malivane iniziava a risvegliarsi poco alla volta, noi ci incamminammo con lo stato d'animo di un infermo in attesa di notizie sulla propria salute.

Nessuno fiatò durante il tragitto che ci separava dalla locanda del paese e saremmo stati in quel religioso silenzio fin quando non avessimo visto nostro fratello se il locandiere non ci avesse fermato all'ingresso per parlare con la rossa.

<<Avete fatto troppo rumore questa notte signorina, gli altri ospiti non hanno gradito il baccano causato da lei e il suo amico. Ho già ricevuto ben tre lamentele e sono solo le sette di mattina.>> Protestò uscendo dal bancone mentre con un panno si asciugava le mani.

Liz rise portandosi una mano davanti alla bocca <<Oh sono sicura che siete abituato a certe lamentele, d'altronde di sicuro non siamo la prima coppia a soggiornare in questo posto.>> 

Vidi il locandiere cambiare colore e io mi sentì in imbarazzo per lui, presto però mi resi conto che Liz aveva lasciato scivolare un fagotto grande quanto una mano sul bancone e intuì che in qualche modo volesse comprare il silenzio dell'uomo.

Esso infatti non aggiunse più mezza parola e preso il sacchetto iniziò a contare le monete al suo interno. Liz ci fece cenno con la mano di seguirla. Uno strano presentimento mi mise in allerta e guardai con la coda dell'occhio David che fattosi serio stava fissando i capelli intrecciati della donna che ci stava guidando verso nostro fratello.

Salimmo le vecchie scale in legno, percorremmo per dodici passi il lungo corridoio e alla fine ci fermammo dinanzi una porta con inciso il numero sei.

Liz ci diede un'occhiata veloce, poi bussò.

Sentimmo un tonfo dall'altro lato della porta, ma presto ci vennero ad aprire. Il ragazzo che avevamo visto quella mattina nel vicolo era lì che ci osservava come a volerci studiare, mi accorsi allora di non aver mai avuto l'occasione di vederlo in volto.

Adesso era lì davanti a me, con i lineamenti di un giovane uomo, gli occhi stranamente dorati e circondati da folte ciglia scure. Alcuni ciuffi argentati gli ricadevano sul viso, ma ciò non gli dava affatto l'aria trasandata che solitamente avrebbe dato in altri giovani, tutt'altro metteva maggiormente alla luce quei lineamenti così esotici.

<<Sono i fratelli.>> Disse Liz passandogli accanto.

David fece un passo avanti <<Con permesso...>> Il ragazzo dai capelli bianchi si spostò lievemente di lato appoggiandosi allo stipite della porta.

Mio fratello passò ignorandolo completamente e la cosa mi risultò molto strana sul momento, non era da lui comportarsi in quel modo. Feci un cenno con la testa imitando un mezzo inchino verso il ragazzo <<Perdonate i nostri modi, siamo in pena per Dorian, è possibile vederlo?>>

Sylver sospirò facendomi cenno di entrare, poi chiuse la porta e passando davanti a me rispose:<<Credo che Liz gli abbia già  mostrato la strada.>> 

Effettivamente non c'era modo di perdersi, all'interno c'erano solo due stanze, la prima in cui eravamo entrati con un letto perfettamente rifatto, un comodino e qualche mensola vuota e la seconda alla nostra destra dove si erano recati Liz e David.

Vidi David sbiancare e dimenticandomi all'istante del ragazzo corsi verso mio fratello maggiore.

Dorian era in quella stanza, sdraiato in un letto ricoperto di ferite lungo tutto il corpo.

<<Elys.>> Chiamò il mio nome sussurrando, con l'istinto quasi materno mi avvicinai al suo giaciglio inginocchiandomi a terra per tenergli la mano.

<<Sono qui, non temere.>> mormorai osservando il viso sfregiato.

<<Ti hanno ferita?>> chiese passando il pollice sulla benda.

Stava visibilmente male eppure si preoccupava per me, d'altronde lui era sempre stato premuroso sia nei miei confronti che in quelli di David.

<<Sì, ma nulla di grave per fortuna...>> stavo per aggiungere che la volpe mi aveva salvata, poi sentendo nella mia mente quanto strana potesse risultare la cosa evitai di continuare.

<<Tu invece come ti senti?>> Chiese David avvicinandosi a noi.

<<Sono solo un po' ammaccato.>> Si sforzò di sorridere e mi si riempì il cuore di risentimento.

<<Mi dispiace Dorian, non avrei dovuto insistere.>> Mormorai abbassando la testa, lui però mi accarezzò il capo <<Va tutto bene, tra poco starò meglio di prima.>> 

<<Non fate previsioni.>> Liz che fino all'ora era rimasta in disparte attirò la nostra attenzione <<Sapete chi vi ha aggredito ieri?>> 

Dorian mosse piano la testa <<Non ricordo molto, solo di aver perso i sensi ad un certo punto.>>

<<E io non sono riuscita a vedere i volti.>> Ammisi anche se un'idea di chi potesse essere stato me l'ero fatta.

<<Non serve vederli per capirlo.>> aggiunse Sylver dietro alla ragazza.

<<Che intendete?>> Chiese David.

<<Avete nemici da temere?>> Continuò Liz.

<<La nostra famiglia non si è mai creata nemici.>> Rispose Dorian.

<<Tranne...>> ci sollecitò Sylver.

Tutto fu chiaro <<Walter.>> mormorai rivivendo la scena che qualche giorno prima era avvenuta nella piazza.

<<Walter? Quell'uomo che ti ha aggredita?>> Chiese David guardandomi.

Annuì.

<<Vi avevo avvertiti, non vi renderà la vita facile.>>

Portai una mano sul petto incredula a tutto ciò <<Stiamo scherzando? Semplicemente perchè mi sono permessa di rispondergli a tono?>>

<<Gli offesi dovremmo essere noi tra l'altro, ha gettato all'aria il nostro lavoro e ha tentato di far del male a nostra sorella.>> esordì Dorian dal suo letto.

<<Ha fatto di peggio per molto di meno.>> mormorò Liz.

<<Cristo non intendo neanche sapere cosa vogliate dire con molto di meno.>>

<<Gli avranno servito del pesce crudo.>> Ironizzò Dorian ricevendo immediatamente un'occhiataccia di David pronto a riprenderlo per la battuta fuori luogo.

<<Andremo a denunciarlo oggi stesso.>> Continuò mio fratello maggiore.

<<Non è possibile>> disse Liz <<o meglio, è possibile, ma sarebbe inutile.>>

<<Walter ha al suo seguito una schiera di uomini ognuno dotato di particolari doti.>> Aggiunse il ragazzo <<La cosa migliore per voi al momento è restarvene a casa.>>

<<Qualsiasi sia la cosa migliore per noi sono certo che non vi riguardi.>> Intervenne freddamente David mostrando dei sentimenti negativi nei confronti di Sylver.

<<Sto solo cercando di aiutarvi.>> Rispose il ragazzo ricambiando il tono.

<<Dorian riesci ad alzarti?>> chiesi sperando di mettere fine alla loro discussione.

<<Sì, ma non penso di riuscire a camminare. Devo essermi rotto la gamba destra.>>

<<Mando a chiamare una carrozza, restate qui nel mentre, abbiamo altro da dirvi.>> Disse Liz avviandosi verso l'uscita.

Sylver e David continuarono a lanciarsi frecciatine per tutto il tempo in cui mancò la ragazza mentre io aiutavo Dorian a mettersi seduto  e cercavo di capire il motivo per il quale David avesse assunto quell'atteggiamento nei confronti del ragazzo. Quel giorno nel vicolo mi era sembrato persino riconoscente a questo straniero, in quel momento però se solo ne avesse avuto l'occasione lo avrebbe lanciato giù da un dirupo.

E probabilmente le cose sarebbero peggiorate se Liz non fosse ritornata interrompendo la loro discussione.

<<Abbiamo motivo di pensare che Walter abbia fatto ingerire qualcosa a vostro fratello.>>

Mi ricordai della boccetta che aveva in mano quella volta e rabbrividì solo al pensiero.

<<Se così fosse ci sarebbero grossi problemi.>>

<<Pensate che abbia del veleno in circolo?>> Chiesi allarmata.

<<Una specie. Potreste osservare dei sintomi in questi giorni, qualora si verificassero vi chiedo di comunicarceli immediatamente.>>

<<Va bene.>> Acconsentì subito Dorian.

<<No aspetta, non essere frettoloso.>> Lo ammonì tornando a guardare Liz <<Perchè dovremmo comunicarlo a voi? Siete medici?>> 

<<No.>> rispose Sylver.

<<Allora a cosa vi servirebbe saperlo?>>

Sylver rimasto impassibile mi guardò negli occhi <<A salvarlo.>>

<<Elys andiamocene.>> David stava perdendo le staffe, la situazione lo aveva messo inaspettatamente sottopressione e lo si capiva dallo strano comportamento che aveva assunto.

<<Tu porta Dorian da un medico, io devo capire ancora qualcosa.>> dissi alzandomi.

David era troppo preso dal mantenere un certo equilibrio mentale per mettersi a ribattere e dopo aver preso nostro fratello seguì le mie indicazioni suggerendo di vederci a mezzogiorno davanti al campanile.

Lo osservai scendere mentre sorreggeva Dorian per una spalla, poi tornai a parlare con i due stranieri.

<<Il dottore non lo saprà aiutare vero?>> chiesi.

<<No, penserà che abbia solo quelle poche ferite superficiali.>>

Poche? Aveva praticamente l'intero corpo martoriato.

<<Come posso aiutarlo?>> domandai

<<Noi non siamo medici.>> Disse Liz scimmiottandomi con un sorriso furbo alzando le spalle.

<<Ma sembrate sapere più di quanto vogliate far credere.>> Risposi chiudendo la porta alle mie spalle.

<<E voi sembrate più sveglia di quanto lasci pensare il vostro atteggiamento.>> Guardai male il ragazzo che adesso aveva assunto lo stesso sguardo di Liz.

<<Cosa centrate voi con questo Walter?>>

<<Dovreste aver capito ormai. Sono informazioni che non possiamo darvi.>> continuò la rossa.

<<Ma non posso lasciare mio fratello morire per causa mia!>> esclamai.

<<Non morirà, ma soffrirà.>> aggiunse sempre la rossa.

<<Il che non mi consola.>>

<<Non c'è altro da fare al momento. Assicuratevi solo che non si allontani da casa da solo.>> Questa volta fu Sylver a parlare, lo guardai dubbiosa, poi sospirai. Probabilmente mi stavo solo lasciando trasportare dal panico, ci sarebbe stata un'altra soluzione o almeno era quello che cercavo di pensare nel tentativo di autoconvincermi mentre scendevo le scale della locanda.

Quando incontrai Dorian e David al campanile mi riferirono l'esito della visita del Dottor Clarence. Oltre alla gamba rotta Dorian aveva riportato diverse fratture anche alle costole, ma nulla di particolarmente grave in quanto non avevano in alcun modo perforato i polmoni. Gli aveva prescritto delle erbe per effettuare la medicazione sulle ferite e l'assoluto riposo almeno per quaranta giorni.

Arrivati a casa trovammo nostra madre in lacrime che reggeva un fazzoletto tra le mani tremanti. Non appena ci scorse spalancò la porta e accorse ad abbracciarmi guardando nel mentre Dorian sorretto da nostro fratello.

<<Buon cielo! Che cosa vi è saltato in mente di fare?>> chiese staccandosi da me per aiutare Dorian.

<<Perdonatemi madre, lui non centra nulla è stata tutta colpa mia, volevo evitare l'uccisione delle volpi.>>

Dorian tossì nel tentativo di ridere <<Lascia fare a me il fratello maggiore ogni tanto.>> disse mentre a fatica varcava la soglia di casa.

<<Elys vai a prendere delle coperte e un cuscino, per il momento sarà meglio farlo sdraiare nel soggiorno.>> Annuì superandoli per salire in fretta le scale che ci dividevano dalle stanze da letto. Saltai pure qualche gradino inciampando nel lungo vestito e per poco non caddi, sbattei leggermente il ginocchio, ma neanche sentì il dolore tanto era la fretta di recare sollievo al povero Dorian.

Preso il necessario e impilato il cuscino sopra una decina di coperte tornai sui miei passi.

<<Non prendetevela con lei madre, vi prego.>> Sentii dire.

<<Dorian tesoro, lo sai benissimo. Poteva succedere qualcosa di brutto ad entrambi. Elys è stata fortunata, ma pensa a cosa sarebbe potuto accadere se fossero andati oltre il semplice bloccarla a terra.>>

Sentì la sedia muoversi <<Adesso basta, di chi sia la colpa non ha importanza madre. Ciò che dovrebbe premervi è la loro salute. Sono certo che Elys sia abbastanza matura e saggia da capire da sé i suoi errori e le ferite di nostro fratello sono per lei un rimprovero più che sufficiente.>>

Arrestai i miei passi fermandomi ad ascoltare le loro parole.

<<E se la prossima volta scappasse da sola?>> chiese lei <<Oltre a soggetti poco raccomandabili potrebbe anche imbattersi in qualche pericoloso animale.>>

Mi sentì in qualche modo ferita, avevo sbagliato e ne ero perfettamente consapevole, ma arrivare a pensare che potessi scappare era troppo anche per me. Non avevo mai avuto intenzione di scappare, volevo solo smontare le trappole e poi sarei tornata a casa, ma presto mi resi conto che da un altro punto di vista la mia poteva realmente essere sembrata una fuga.

<<Penso che gli animali siano il suo ultimo problema, sa cavarsela piuttosto bene con loro.>> sentì dire a Dorian.

<<Sì, con cani, gatti, galline e altri animali da fattoria, ma esistono anche animali più aggressivi. Questa bestia di cui parla sempre ad esempio...>>

<<Sono due le volpi.>> La corresse David.

<<Peggio ancora, metti che la mordevano.>>

Lì capì che era arrivato il momento di farmi avanti e dire la mia, la situazione stava degenerando e non mi piaceva affatto sentirli parlare alle mie spalle.

<<Mi permetto di interrompervi dato che amate tanto parlare di me.>> dissi entrando e avvicinandomi alla panca sulla quale era stato fatto sedere Dorian, posai le coperte al suo fianco e mi voltai verso mia madre.

<<Sono certa che ci sia più da preoccuparci degli uomini che degli animali, considerando che tali esseri sono anche peggio di quelle che voi chiamate bestie.>>

<<Non fraintendermi Elys, non voglio offendere la tua opinione in nessun modo, ma devi prestare più attenzione.>> 

Divenni tesa più del solito e fui quasi tentata dal risponderle, ma per quanto volessi farlo, l'educazione e l'amore che provavo nei suoi confronti mi trattennero dal ribellarmi.

<<Vieni ad aiutarmi pulce.>> David che aveva già capito tutto si avvicinò prendendo la mia mano e conducendomi verso l'ingresso <<Madre andiamo a cercare le erbe.>> Disse uscendo.

Ci allontanammo giusto qualche metro, in un primo momento in silenzio, poi non ce la feci più e lasciai che le parole fluissero dalla mia bocca.

<<Più attenzione.>> Mormorai fermandomi.

<<Non sono forse già fin troppo prudente? Non cerco per caso di diffidare sempre degli esseri umani? Dovrei alzare ancora un'altra barriera intorno  a me?>> 

La rabbia causata forse dallo stress subito, dalla stanchezza della nottata insonne e dalla paura per quello che sarebbe potuto accadere a Dorian, mi fece uno strano effetto causandomi persino il pianto che cercai in tutti i modi di bloccare.

David che era più avanti di qualche passo si fermò guardando il bosco in lontananza <<Dovresti semplicemente essere te stessa Elys.>> Disse con calma.

<<Questo non mi porterebbe a fare più attenzione.>> risposi asciugando con il dorso delle mani le lacrime.

<<Ma ti porterebbe a chiedere aiuto. Non ti rendi conto di sbagliare quando per la paura di venire tradita decidi di fare tutto da sola?>>

Non risposi, ma riflettei sulle sue parole <<Certamente ci sono cose che sei in grado di superare con le tue sole forze, per altre però devi mettere da parte l'orgoglio. Chiedere aiuto non ti rende debole e facilmente manipolabile agli occhi degli altri, anzi potrebbe anche risultare la decisione più saggia.>>

Mi strinsi tra le mie stesse braccia <<Non voglio mostrare la vera me stessa agli altri.>> mormorai non tanto a lui, ma a me.

<<Invece credo che vorresti, ma hai paura di farlo. Anche la frase che hai appena pronunciato... l'hai detta solo per convincertene perchè quando dici qualcosa ad alta voce è più facile crederci.>>

Abbassai la testa non volendo più rispondere, lui si avvicinò e mi scompigliò i capelli continuando il suo discorso <<Se mi avessi detto che volevi avventurarti di notte per salvare le volpi avrei convinto nostro padre a lasciarci il carro pulce.>> 

Smisi di piangere ritrovando una certa sicurezza <<O mi avresti convinta a restare?>> chiesi sollevando lo sguardo verso di lui sorridendo leggermente.

<<Probabilmente entrambe le cose.>> Rispose ridendo <<Andiamo avanti dai, servono delle erbe.>>

Annuì e riprendemmo la nostra ricerca.

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