4.
Passò una settimana e i miei giorni iniziarono a diventare sempre più strani, ogni volta che passeggiavo tra i campi intravedevo la volpe scarlatta osservarmi per qualche secondo, ma appena provavo ad avvicinarmi questa scappava e non si faceva più viva fino al giorno seguente.
Solo una volta mi capitò di scovarla a qualche metro da David che seduto ai piedi del solito albero di gelsi, dalle foglie secche e gialle, leggeva immerso nella natura. Quel giorno talmente era intenta ad osservare mio fratello che non si accorse della mia presenza fin quando sbadatamente non calpestai un cumulo di foglie secche attirando la sua attenzione. Roteò prima le orecchie, poi si girò a guardarmi, rimase sorpresa per tre secondi precisi, al quarto era già sparita tra la folta erba.
Sospirai e solo allora David sollevò il naso dalle pagine del tomo.
<<Ogni volta che sospiri vola via un po' di felicita.>> disse chiudendo il libro e piegando la gamba destra.
<<Era qui e me la sono lasciata sfuggire ancora una volta.>> Risposi sollevando il lungo vestito per evitare che mi intralciasse il cammino e avvicinandomi a lui.
<<La felicità?>> domandò sollevando leggermente gli angoli della bocca, così poco da non permettermi di decifrare la sua espressione.
Mi prendeva in giro?
<<La volpe David! Era a pochi passi da te. L'avrai vista sicuramente.>>
<<Penso che me ne sarei accorto se una volpe fosse stata qui.>>
Misi le mani sui fianchi alzando il sopracciglio sinistro.
<<Da quanto eri assorto nella tua lettura è già un miracolo che tu ti sia accorto di me.>>
Rise lievemente per poi rispondermi <<Questo potrebbe essere vero, ma preferisco lasciarti con il beneficio del dubbio pulce.>>
Lasciai ricadere le braccia lungo i fianchi e mi piegai per leggere il titolo del libro che lo aveva rapito <<Vu da is.>>
<<Vudaìs.>> Mi corresse lui sbattendo poi la mano sul terreno al suo fianco invitandomi a sedere.
<<Che tipo di libro è?>> domandai accettando l'invito.
Mi appoggiai alla corteccia dell'albero e piegai entrambe le ginocchia posando una mano su di esse e l'altra a terra.
<<Difficile da dirsi, probabilmente molti lo considerano un fantasy.>>
Una foglia cadde fluttuando fino al terreno.
<<E tu come lo consideri?>> Chiesi osservando la copertina bordeaux con la scritta nera in stampatello.
<<Già, come lo considero io...>> ripeté le mie parole con lo sguardo perso nel vuoto, poi non volendo continuare la conversazione si alzò spolverandosi la polvere dagli indumenti.
<<Il sole sta per tramontare, sarà meglio tornare a casa.>>
Pensai che avesse considerato la mia domanda fin troppo scomoda se persino lui, l'oratore sempre pronto a ribattere, si sentì costretto a cambiare argomento, ma più avanti capii che ciò che si nascondeva tra quelle pagine avrebbe messo in difficoltà chiunque se ne fosse imbattuto.
<<Se non sai come rispondere va bene, non sempre servono delle risposte. Però a casa non ho intenzione di tornare al momento. Dorian starà raccontando del suo incontro improvviso avuto con la tua "futura" moglie.>> Dissi imitando le virgolette con le dita riferendomi alla figlia del parroco.
Finalmente lo rividi ridere di cuore.
<<Te la ritroverai come cognata Pulce, vedrai. O la sposerà nostro fratello o nostra madre la farà sposare a me.>>
<<Per carità! Non augurerei a nessuno di voi una moglie come lei.>>
<<Per quanto mi riguarda cercherò di tenerla il più lontano possibile da me, per Dorian però non so che dirti, penso che a lui stia iniziando ad interessare.>>
<<Povero fratello>> Mormorai <<Forse è meglio che tu vada ad aiutarlo allora, mamma proverà a convincere anche lui e presto cederà se non gli apri gli occhi su quella donna.>>
David sorridendo mi fece un cenno con la testa e si allontanò, arrivato a qualche passo di distanza però, si girò gridando <<Vedi di non fare troppo tardi o le volpi torneranno.>>
"Le volpi torneranno" ripetei la frase nella mia mente mentre sollevavo il braccio e salutavo mio fratello facendogli, nel mentre, comprendere di aver udito.
Rimasi nella tranquillità della natura, sentendo ogni rumore tramutato in suono, il sole svanì tra le colline, ma ancora un po' di luce illuminava il gelso che iniziava a spogliarsi delle sue splendide foglie ambrate. Sollevai lo sguardo verso la sua chioma, tra poco più di un mese esso sarebbe stato completamente sfoglio e io sarei andata a salutarlo pronta a partire per un viaggio che mi avrebbe cambiato mente e corpo, ma questo quel girono ancora non lo sapevo.
Il cielo si oscurò sempre di più fino a rivelare centinaia di stelle segno che si era fatto anche fin troppo tardi.
Mi alzai incurante sul momento delle macchie che si erano formate sulla mia veste e mi avviai verso casa.
Lungo il sentiero però un batuffolo bianco balzò a tre metri da me.
Pensai subito a una lepre o a un gatto e lentamente mi avvicinai.
<<Una volpe bianca!>> Mi accorsi di averlo detto troppo a voce alta e mi coprì la bocca quando essa mosse le orecchie. Era diversa da quella che vedevo solitamente, più grande e albina, inoltre lei sembrava non aver intenzione di scappare, tutt'altro si avvicinò fissandomi con gli occhi che le luccicavano, ma di un colore indefinibile per il troppo buio che ci circondava.
La folta coda ondeggiava ad ogni suo passo rendendola estremamente elegante e delicata. Mi abbassai meravigliata e questa arrivò a pochi passi da me sedendosi e guardandomi negli occhi.
<<Non hai paura?>> mormorai.
La volpe rimase immobile fin quando non mi sollevai, lei fece lo stesso e per qualche metro mi seguì a debita distanza fin quando la lanterna esposta al di fuori della mia casa non fu ben visibile, allora mi girai per poterla guardare meglio, ma lei era già svanita.
Entrai e trovai tutti i membri della mia famiglia seduti a tavola, si voltarono tutti e quattro verso di me non appena mi sentirono entrare e vedendo il mio insolito sorriso Dorian domandò: <<Cos'è successo di così eclatante da farti così felice?>>
A mia madre si illuminarono gli occhi e unendo chiassosamente le mani si alzò di scatto <<Oh buon cielo! Elys mia cara, non dirmi che qualche giovanotto ti è venuto a chiedere la mano.>>
Spalancai gli occhi per l'idea assurda che era passata dalla testa di mia madre sentendo poi mio padre <<Lucy per carità, non dire corbellerie. Elys non ha ancora l'età per prendere marito.>>
<<Ma quando mai! A vent'anni è già bella e fatta, un fiore nel pieno della sua fioritura.>>
E mentre io li guardavo discutere incredula e sempre più stranita dalla loro conversazione sentì David ridersela sotto i baffi.
<<Sorellina, vuoi batterci sul tempo?>> chiese Dorian.
<<Ma che...>> David provò a parlare, ma quando mia madre capì che il figlio maggiore non era dalla loro parte cercò in tutti i modi di fermarlo dal dire qualcosa che potesse distruggere i loro piani.
<<Oh adesso basta!>> Mi intromisi all'improvviso <<Non ho conosciuto nessun giovane, ma ho fatto un incontro decisamente migliore.>> Continuai <<Mentre tornavo a casa mi sono imbattuta in una meravigliosa volpe albina. Dovevate vederla, era incantevole.>>
Felice iniziai a raccontare ciò che era accaduto, ma i miei persero immediatamente l'entusiasmo.
<<Ed eri felice per questo?>> Domandò Dorian iniziando a tagliare la carne che aveva sul piatto.
<<Certo! Quante volpi albine potresti giurare di aver visto nei tuoi ventiquattro anni di vita?>> Chiesi prendendo posto al tavolo.
<<Beh, nessuna sorellina, ma non mi sembra che il tuo sia un motivo di felicità.>>
<<Non sono comuni da queste parti, è strano che ce ne sia una in queste zone a maggior ragione se bianca.>> Commentò David.
<<E non è la prima che ho visto. Ce n'è un'altra dal manto rosso.>> Continuai.
<<Povere creature, sarà meglio per loro restare nel sottobosco. Gli allevatori non saranno così felici come te mia cara.>> Aggiunse mia madre.
All'improvviso mi ricordai delle trappole che erano state piazzate vicino ai pollai e l'idea che una delle due volpi potesse morire mi fece balzare in piedi.
<<Adesso che ti prende?>> chiese mio padre.
<<Devo...>> cosa avrei fatto, sul momento, era un mistero anche per me, ma continuai <<Devo uscire.>>
Non aggiunsi altro seppur sentissi le lamentele dei miei. Presi il mio mantello e me lo avvolsi uscendo seguita a ruota da Dorian.
<<Dove vuoi andare?>> chiese mentre prendevo una lanterna dal magazzino e ne accendevo la candela.
<<Hanno piazzato delle trappole in città, devo fare qualcosa o le volpi moriranno.>>
<<Sei impazzita? Non puoi avviarti in città con il carro, nostro padre si infurierebbe.>> Continuò mio fratello nel tentativo di persuadermi.
<<Andrò a piedi allora.>> Risposi.
<<Con questo buio?>>
Annuii.
<<Dorian smettila, non mi farai cambiare idea.>> Protestai avviandomi per il sentiero che portava in città.
<<Non voglio farti cambiare idea, quello di solito è il ruolo di David, sto solo provando a farti ragionare. Le volpi sono animali furbi, non si faranno catturare dagli umani.>>
<<Infatti le pellicce di volpe sono fatte con la lana delle pecore, vero?>> Chiesi roteando gli occhi mentre il buio iniziava ad avvolgere le nostre figure illuminate solo dalla fiamma danzante della candela.
<<È un altro discorso, di sicuro per avere la loro pelliccia i cacciatori non ricorrono a comuni trappole da contadini.>>
<<Non importa, voglio comunque assicurarmi che non accada nulla, sono rimasta coinvolta in questa storia nell'esatto momento in cui sono venuta a conoscenza di quelle trappole, non me lo perdonerei mai se una di quelle volpi morisse.>>
<<E se la signora Fiinderson dovesse vederti mentre saboti quei marchingegni?>>
<<Non mi vedrà, farò attenzione.>>
Dorian sospirò e continuò a seguirmi lungo il viale sterrato in silenzio, quella notte avrei preferito che al suo posto ci fosse stato David, di sicuro sarebbe stato in grado di evitare la catastrofe che ci travolse pochi minuti dopo.
Stavamo ancora camminando, mancavano all'incirca sette minuti all'arrivo in città quando all'improvviso sentimmo qualcosa muoversi tra l'erba.
<<Hai sentito?>> Mi chiese Dorian cercando di aguzzare la vista, ma la mancanza della luce lunare non gli permise di individuare nulla.
<<Sì, forse è un animale.>> Risposi sollevando la lanterna.
La fiocca luce illuminò un'ombra a dieci passi da noi e il mio cuore iniziò a battere più forte.
<<Cos'è?>> Chiese mio fratello avvicinandosi di più a me.
<<Io... non lo so, non sembra... piccola.>> Mormorai imponendomi mentalmente di non lasciarmi sovrastare dalla paura e di limitare al massimo il tremore della mano che stava facendo traballare la lanterna.
D'un tratto sentì un rumore alle mie spalle seguito da un urlo.
<<Dorian!>> Era stato colpito da qualcosa alla gamba ed era caduto a terra dolorante.
Mi abbassai immediatamente per controllare che stesse bene, ma nel farlo abbassai la guardia e in pochi secondi ci ritrovammo circondati. Cinque persone vestite di nero e con il volto protetto dal buio della notte si avvicinarono arrivando a cinque passi da noi.
<<Chi siete? Che cosa volete da noi?>> Gridò Dorian piegando il ginocchio illeso mentre con una mano mi afferrava il polso tirandomi dietro di lui.
Nessuno rispose verbalmente, ma in pochi attimi intuì da sola la risposta.
Le cinque figure agirono velocemente, con un calcio fecero rotolare la lanterna fino ad un enorme masso e nell'impatto il vetro si ruppe e la fiamma si spense. Qualcuno mi afferrò di peso per il busto mentre gli altri si avventarono su Dorian. Ci divisero e mi immobilizzarono per terra. Il mio aggressore teneva un ginocchio sulla mia schiena e una mano sulla mia testa, con forza mi spingeva verso il terreno impedendomi persino di gridare. Provai a liberarmi aiutandomi con le mani, ma era tutto inutile, il mio corpo non era abbastanza forte per contrastare quello dell'uomo che mi aveva catturata.
Cercai di concentrarmi quindi sui rumori sperando di riconoscere qualche voce, ma l'unica voce che mi giunse fu quella di Dorian che gridava e, forse, scalciava nel tentativo di liberarsi e dei pesanti passi trascinarlo lontano.
Avrei voluto potergli parlare, dirgli di non preoccuparsi, che in qualche modo ce la saremmo cavata, ma ero impossibilitata persino ad aprire le labbra che erano state bloccate contro il terreno ghiaioso che mi stava ferendo il viso e le mani, ossia le uniche parti scoperte del mio corpo.
Le urla di Dorian proseguirono per circa cinque interminabili e orribili minuti, poi calò un silenzio tombale, neanche gli animali osavano più fare il minimo suono, tutto sembrava stare per terminare nel peggiore dei modi. Non sapevo cosa era successo a mio fratello e io ero ancora immobilizzata contro il terreno quando un guaito risuonò forte nell'aria.
Qualcosa prese alla sprovvista colui che mi teneva, lo sentì rotolare al mio fianco e ne approfittai per rimettermi in piedi. La volpe bianca a pochi passi da entrambi stava ringhiando all'uomo, terrorizzata più da ciò che era successo che da lei indietreggiai guardandomi disperatamente intorno alla ricerca di Dorian, purtroppo però non lo vidi.
Il mio respiro si era fatto corto, il cuore mi martellava nel petto, l'istinto di sopravvivenza mi gridava "scappa", ma non potevo abbandonare mio fratello.
<<Dorian!>> La mia voce risuonò più forte di quanto avesse mai fatto e forse fu questa a richiamare l'attenzione dei paesani, presto infatti tutti e tre, volpe compresa udimmo un fragoloso borbottare provenire dalla città, un piccolo gruppo si stava dirigendo dalla nostra parte. L'uomo si rimise in fretta in piedi e scappò via nascondendosi tra i numerosi alberi che circondavano il viale, la volpe penso che fece lo stesso perché vidi la sagoma bianca sfrecciare all'inseguimento dell'uomo.
Caddi a terra ancora traumatizzata e la pelle mi si accapponò. Cosa era successo a Dorian? Perché lo avevano portato via?
Terrorizzata rimasi immobile ad occhi sbarrati ad osservare il punto in cui uomo e volpe si erano diretti e presto venni raggiunta dai contadini, tra di essi vi era anche il signor Fiinderson.
<<Signorina Salman siete voi?>> Sentì chiedere proprio da lui mentre si avvicinavo armati di lampade e bastoni.
Non risposi, non ci riuscivo.
<<Signorina!>> Mi chiamarono ancora. Due uomini accorsero al mio fianco <<Va tutto bene?>>
La loro domanda fu come la puntura di una vespa, sentì all'improvviso la rabbia ribollirmi dentro.
<<Vi sembra che vada bene?>> Mormorai a denti stretti. <<Non lo avete sentito?>> Proseguì voltandomi verso di loro.
<<Nessuno di voi ha sentito le urla di Dorian?!>> Domandai non vedendoci più. Com'era possibile che il mio grido era giunto alle loro orecchie e le strazianti urla di dolore di mio fratello no?
<<Calmatevi Elys.>> Un ragazzo poco più grande di me si avvicinò, offrendomi aiuto per alzarmi.
Indignata lo rifiutai e feci da sola nonostante sentissi ancora le gambe tremarmi dalla tensione.
<<Lo avete sentito o no?>>Chiesi ancora, questa volta con gli occhi pieni di lacrime. La mia maschera si stava lentamente fratturando.
Non risposero si limitarono ad abbassare lo sguardo verso i loro piedi e la cosa mi diede il volta stomaco. Avevano ignorato completamente mio fratello ed erano accorsi solo quando avevano capito che ad essere in pericolo era anche una donna.
<<Potreste spiegarci cosa è successo?>> Chiese uno degli incriminati.
Lo guardai storto ricacciando indietro le lacrime e ricomponendo la mia maschera, non si meritavano una spiegazione, ma mio fratello doveva essere trovato ad ogni costo.
<<Ci stavamo recando in città quando all'improvviso qualcuno ci ha attaccati. Credo fossero cinque uomini, ma non ne sono sicura, non ho visto i loro volti.>>
<<E vostro fratello dov'è adesso?>> Domandò il più giovane di loro.
<<È... è quello che vorrei sapere anche io, quando mi sono liberata lui non c'era più.>> Ammisi stringendo i pugni.
<<Ma signorina, cosa mai può avervi spinto a recarvi qui a quest'ora della notte e per giunta senza un carro.>>
<<Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria e Dorian si è offerto di accompagnarmi, parlando non ci siamo resi conto di esserci allontanati così notevolmente.>> Mentì sostenendo però lo sguardo dei miei interlocutori.
I due che erano al mio fianco si guardarono intorno, fu quello alla mia destra a parlare <<Non penso sia il caso di riaccompagnarla a casa in questo momento, se quello che dice è vero potrebbe essere pericoloso per chiunque avventurarsi a quest'ora della notte, anche per noi.>>
Gli lanciai un'occhiata che alla luce della lampada lo spaventò anche più di quanto desiderarsi <<Tornare a casa? Ma siete impazzito? Io non vado da nessuna parte se prima non trovo mio fratello e lo cercherò con o senza di voi. Non temete, tornatevene pure nei vostri comodi letti a evitare i problemi come fate da una vita.>>
Feci per allontanarmi quando il signor Fiinderson mi fermò prendendomi per il gomito <<Elys, vi prego di ragionare, è troppo buio e pericoloso per cercare Dorian adesso e il vostro viso necessita di cure, è arrossato e sudicio così come i vostri indumenti. Vi prego ascoltate il nostro amico, restate qui al villaggio per questa notte e all'alba andremo a cercare vostro fratello, potrete dormire a casa mia per questa notte, mia moglie sarà felice di prestarvi qualcosa e di prepararvi una bevanda calda per tranquillizzarvi.>>
Scossi la testa, era impensabile per me andarmene senza mio fratello, poi però mi ricordai delle trappole. Se Dorian era finito in quel casino la colpa era anche mia e di quelle stupide trappole, se non altro andando dai Fiinderson le avrei potute allentare e dimostrare la mia gratitudine alle volpi, alla fine era stata proprio una di loro a salvarmi quella notte.
<<D'accordo, ma non penso che riuscirò a tranquillizzarmi.>>
Spazio autrice
Domanda importante per la continuazione della storia.
Vorreste il prossimo capitolo dal punto di vista della volpe bianca? O preferite che continui con la voce narrante di Elys?
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