37.
Ci ritrovammo nelle piccole vie affollate del paesino a ripercorrere le stesse strade viste durante il nostro primo viaggio insieme. Passammo davanti ai piccoli negozietti, ai falegnami che scolpivano statuine seduti fuori sulle sedie di paglia e superammo l'orfanotrofio.
<<Eri venuta qui quella volta>>, sottolineò Sylver guardando di sottecchi il cancello vicino al quale due orfanelli giocavano saltellando dentro a dei cerchi.
<<Sì, cercavo Liz e l'avevo trovata qua con i bambini>>
Sylver sorrise riprendendo a camminare <<Mi ricordo che sei venuta da me con i loro vestiti in mano e con la scusa di doverli cucire ti sei seduta lì al mio fianco e hai iniziato a fare domande>>
Annuì affiancandolo <<Vudaìs mi aveva aperto gli occhi, grazie a lui ho iniziato ad avere i primi sospetti sulle vostre identità>>
<<Forse dovrei ringraziarlo>> mormorò il bianco svoltando l'angolo.
Sollevai il capo per guardarlo <<Perché?>>
Mi lanciò un'occhiata furba con un luccichio negli occhi dorati e tra le labbra spuntarono i denti bianchissimi, ma non rispose e lasciò che la domanda morisse lì sul posto.
<<Sento l'odore di Liz>>
<<Il negozio era in questa zona>> mi guardai in giro finché non lo intravidi <<eccolo>> affrettammo il passo fino a giungere dinanzi all'ingresso. Sylver aprì la porta e il tintinnio dei tubi metallici accompagnò il nostro ingresso.
<<È permesso?>> Domandai sollevando la voce e facendo qualche passo avanti mentri il bianco mi raggiungeva.
<<Liz vieni fuori, sento il tuo odore>> tagliò corto Sylver.
La chioma rossa spuntò in fondo alla stanza accompagnata dall'uomo.
Inizialmente fui sollevata di vederla, ma quando mi soffermai sul suo viso potei notare la fronte aggrottata, gli occhi lucidi e le guance inusualmente rosse.
Tutto si fermò con una sola frase <<C'è un problema ragazzi>>
<<Un altro?>> Domandai in ansia.
La rossa annuì. Guardai la stanza, David non c'era... Forse il problema riguardava lui.
<<Dov'è mio fratello? Cosa gli è successo? Venendo qui abbiamo visto le impronte di un solo cavallo>> dissi tutto così velocemente che quasi perdetti il fiato.
<<Signorina calmatevi>> Vudaìs parlo passando accanto al bancone e posò una mano sulla mia spalla <<Vostro fratello non sta peggio di come vi ha lasciati. È di là alla disperata ricerca di una soluzione al vostro problema>>
<<Che significa?>> Domandò Sylver osservando prima l'uomo e poi la sorellastra.
<<Non è possibile usare un antidoto per la pozione di Walter>.
Sentì le gambe diventarmi gelatina e dovetti appoggiarmi al vecchio tavolo per non cadere.
<<Un incantesimo, un rituale... Nulla?>> Domandai nel panico.
Vudaìs chiuse gli occhi e scosse la testa <<Mi dispiace signorina>>.
Vidi Sylver irrigidirsi stringendo i pugni e le labbra stendersi in una linea perfettamente orizzontale.
<<Cosa facciamo adesso?>> Domandai sperduta spalancando gli occhi.
<<Non lo so! Non ne ho idea!>> Esclamò Liz esasperata quanto me sollevando le mani verso il cielo per poi portarle sulla testa e far sparire le fini dita tra i ciuffi rossi.
Il bianco, che fino ad allora era rimasto in silenzio, si girò di colpo e con lunghi passi pesanti si avviò verso la porta per poi uscire dal negozio sbattendola talmente forte da far vibrare il vetro della finestra a fianco.
Sembrava che ogni volta che entravamo in quel negozio ci fosse sempre qualcosa che infastidiva la volpe...
Vudaìs osservò la scena senza sbattere ciglio e dopo un lungo sospiro riprese la parola <<Venite di là, ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare>>.
Lo seguimmo oltre il bancone raggiungendo una piccola stanza poco illuminata piena di quadri e bottiglie di ogni genere con due poltrone al centro.
<<Vedete...>> Iniziò andando a sedersi su una delle due poltrone rivestite da un tessuto blu scuro <<Pur volendo non posso aiutare i vostri amici, conoscevo già gli effetti della pozione di Walter, fu il nobile Erick in persona a parlarmene>>.
Sussultai <<Il padre di Sylver? >> Chiesi stranita.
Vudaìs annuì.
Liz nel mentre era tornata in sé e sembrava già più lucida del momento precedente <<Quando?>> Domandò.
<<È una storia lunga da raccontare, ma penso sia necessario che voi la conosciate>>.
L'uomo tirò fuori dalla giacca una vecchia pipa e la strinse tra le labbra riprendendo a parlare.
<<Quando ho deciso di abbandonare Iceville per dedicarmi alla magia ero ancora molto giovane e non avevo la minima idea di cosa avrei fatto o di dove sarei finito, ho iniziato a vagare per i territori circostanti sperando di trovare qualcuno con i miei stessi interessi, ho visitato diversi villaggi in cerca di un maestro, ma era tutto inutile. Le persone avevano paura e al solo nominare la parola "magia" tremavano, spalancavano gli occhi e scappavano via.
Passavano i giorni, le settimane, i mesi e io non avevo ancora trovato nulla che soddisfasse le mie aspettative. Mi fermai qui a Volterrimus per disperazione, non avevo compiuto nessun progresso dalla mia partenza e nulla sembrava predirre un miglioramento e così le mie speranze di spensero lentamente come una fiamma senza più ossigeno.
Cercai un lavoro per mantenermi e imparai a realizzare oggetti in legno, e vi dirò... Fu grazie a quella fiamma spenta che scoprì il mio potere:
Un giorno mentre intagliavo un medaglione ebbi una visione, il volto del suo futuro proprietario si era manifestato nella mia mente insieme a tutta una serie di immagini riguardanti la sua vita dal momento della consegna.
Così ebbi parecchia fortuna in campo economico e potei piano piano aprire questo negozio>>.
Vudaìs si fermò sollevando lo sguardo dal tappeto alla porta alle nostre spalle, dei passi si stavano avvicinando.
<<Fu a quel punto che Erick vi trovò, esatto?>> David spuntò sulla soia.
Io e Liz ci voltammo a guardarlo, sotto il braccio reggeva dei fogli mentre in mano vi era un libro aperto.
<<Sì>>
David ci ignorò andando a sedersi sulla poltrona libera e posate le pagine sulle gambe, adagiò il libro sul bracciolo sfogliandolo <<Vi ha trasmesso lui gran parte delle vostre conoscenze magiche. Il nobile aveva lasciato Iceville per cercare un particolare, un ingrediente, qualcosa che gli mancava per poter creare un antidoto alla pozione>>.
Vudaìs annuì ancora una volta <<Vedo che avete trovato il libro giusto... Il nobile Erick giunse da me ad un anno dal mio arrivo, entrò da quella porta proprio come fece suo figlio poche settimane fa, in silenzio ma con il volto serissimo. Si avvicinò austero e sicuro a tal punto da farmi rabbrividire. Mi inchinai tremante non capendo il motivo di quella visita poiché ancora non conoscevo la sua reale natura e lui posò una mano sulla mia nuca e sorridendomi mi disse di non temere e fidarmi.
Posò davanti ai miei occhi il libro che adesso avete davanti e mi disse di avere bisogno di aiuto>>.
David chiuse il volume e lo sollevò per mostrarci la copertina blu sulla quale erano incisi dei simboli <<Sono rune>> spiegò mio fratello <<Ma l'interno mi è incomprensibile. Sui fogli>> indico con il mento i fogli sulle sue gambe e proseguì <<sembra che siano stati riportati due incantesimi>>.
<<Il libro è un manuale esoterico, al suo interno ci sono oltre un milione di incantesimi e pozioni. Erick non era in grado di praticare la magia, ma sapeva su di essa più cose di quante ne possiate immaginare e gli serviva un mago per poter contrastare le follie del fratellastro. Mi insegnò come decifrarlo e rimase al mio fianco per tre anni al termine dei quali mi consegnò quei fogli e un'ampolla dal liquido trasparente>>.
L'uomo chiuse gli occhi e si portò una mano sulla fronte <<Dovevo recitare il primo incantesimo con quella ampolla tra le mani il giorno del Solstizio d'inverno e il secondo solo dopo che il nobile se ne fosse andato da Volterrimus. Non ne capivo il motivo, ma sapevo che per far sì che certi rituali riuscissero era necessario seguire i procedimenti perfettamente, perciò non mi opposi.
Erick assistette solo al primo e la sera stessa del Solstizio abbandonò il villaggio.
L'ampolla era stata incantata e accuratamente riposta al sicuro.>>
L'uomo aprì gli occhi e mi fissò lasciandomi intendere qualcosa. Un flashback mi riporto indietro tra i ricordi a quando Vudaìs dette il cofanetto a Sylver.
<<A cosa serve?>> Domandai di getto senza pensare al fatto che una persona all'oscuro di tutto avrebbe prima chiesto che fine avesse fatto.
<<Ora ci arrivo, fatemi finire.
Attesi due giorni e poi pronunciai anche il secondo incantesimo: la vita del nobile mi passò davanti, ma se normalmente riuscivo a vedere solo il futuro, grazie a quell'incantesimo vidi anche il passato. Lì capì che quel nobile era la stessa volpe che mi aveva salvato e conobbi tutto ciò che lo avrebbe riguardato fino alla sua morte, compreso l'effetto che avrebbe avuto la pozione all'interno dell'ampolla.
Aimé non posso parlarvene, se lo facessi il tempo a disposizione di Erick sarebbe nelle vostre mani e potreste inevitabilmente compromettere il suo futuro e portarlo alla morte>>.
Praticamente Sylver aveva con sé il destino del proprio padre, se avesse usato l'ampolla la morte del nobile si sarebbe compiuta prima del dovuto... Il problema era che non sapevamo neanche quando sarebbe stato il momento giusto.
<<Quindi è ancora vivo>> constatò Liz.
<<Sì>>
<<Allora penso sia meglio che non ci diciate altro su questa ampolla, anche sapere dove si trova potrebbe essere pericoloso>> commentò David pensieroso.
Vudaìs tornò a guardarmi e mi sentì carica di responsabilità.
Loro non lo sapevano, ma l'ampolla era già in mano nostra o meglio in mano a Sylver e non riuscivo a immaginare come si sarebbe comportato se avesse saputo una cosa del genere. Il mago aveva chiaramente lasciato intendere che quella poteva essere l'unica possibilità che avevamo per annullare gli effetti della pozione di Walter, ma non potevamo in alcun modo anticipare i tempi e a David restavano poche settimane prima di diventare un ghepardo definitivamente.
<<Secondo me dovremmo provare>> mormorò Liz girandosi di spalle.
<<Ma cosa stai dicendo Liz! Non è possibile, non sta a noi decidere quando morirà quell'uomo. Quando sarà il momento giusto succederà, ma non saremo noi a deciderlo>>.
La rossa si girò di scatto con gli occhi pieni di rabbia <<Erick ha abbandonato Sylver a cinque anni in mezzo a tutto questo casino! Pensi che a lui sia importato qualcosa di mio fratello? Lo ha lasciato nelle mani di quel pazzo! Non sarebbe così sbagliato scegliere la tua vita piuttosto che la sua>> gridò.
David si alzò per fronteggiarla e provare a calmarla <<Ha rischiato la vita per difenderlo quando è nato, lo ha cercato ovunque quando è stato catturato. Non è una persona malvagia, apri gli occhi! Ha lasciato Sylver per cercare un rimedio ai casini che ha causato il loro sangue>>
Liz si irrigidì e gli occhi le si riempirono di lacrime <<È scappato. Ci ha lasciati soli. Ha permesso che catturassero nostra madre>> stava lentamente cadendo nel buio.
<<Non è stata colpa sua Liz>> sussurrò mio fratello e la rossa iniziò a tremare.
David avvolse le braccia intorno alla sua schiena e lasciò che si sfogasse.
<<Voleva che suo figlio non si sentisse in colpa>> spiego Vudaìs <<Solo lui conosce il fardello che si portano dietro. Le persone muoiono e soffrono per colpa del loro sangue, come credete che possano sentirsi quei due?>> Domandò alla rossa <<Non posso dirvi dove si trova il nobile adesso, ma so che sta continuando le sue ricerche e che tornerà solo dopo averle concluse>>.
Sperando che ritorni vivo, pensai tormentata dalla rivelazione.
<<Andiamocene da qui>> mormorò nera di rabbia Liz <<Abbiamo solo perso tempo>>.
Si allontanò da David e a testa bassa uscì dalla stanza.
<<Le passerà>> commento David sospirando.
Annuì <<David, ti devo chiedere di non dire nulla a Sylver per il momento>>.
Mio fratello sorrise leggermente <<Sta tranquilla, neanche Liz avrebbe il coraggio di dirgli una cosa del genere>>.
David uscì e io rimasi da sola con il mago che finalmente rilassò i lineamenti del volto.
<<Vostro fratello ha detto una cosa saggia signorina; quando sarà il momento giusto succederà e ciò vale per tutto, non solo per la pozione. Quindi non crogiolatevi su quando o come riferirlo al ragazzo. Vi verrà naturale e quando accadrà sarà perché doveva accadere>>.
Scossi la testa osservando le assi di legno che costituivano il pavimento <<E se dovessi influenzarlo e lui decidesse di usare la pozione prima del previsto?>>
<<Erick mi ha chiesto di aiutarlo, ricordate? Non avrei detto nulla se non avessi visto che tutto doveva andare così. Fidatevi del vostro istinto e dite la verità alla volpe solo quando lo riterrete necessario>>.
<<Siete così enigmatico... Spero solo di non fare qualche casino>>.
Il volto dell'uomo divenne improvvisamente pallido, le pupille si dilatarono facendo sparire le iridi marroni e la voce tremò: <<Ho altro da dirvi: riprenderete il viaggio stanotte, dovete essere a Iceville entro due giorni, dimezzate le soste e conducete i cavalli al galoppo per circa metà viaggio.
Le informazioni che riceverete a Iceville saranno sbagliate, non fidatevi di Ethan ma proseguite seguendo l'istinto della volpe. Arrivati a destinazione cercate di dare nell'occhio il meno possibile e utilizzate la mente per sconfiggerlo, dovete trarlo in inganno, non gettatevi in combattimenti corpo a corpo, va bene?>>
<<Sì, lo dirò agli altri>>.
<<No!>> Il volto tornò normale e Vudaìs si avvicinò velocemente afferrandomi le spalle.
<<Nessuno deve saperlo oltre a voi. È importante se vogliamo che il futuro non cambi>>.
Sollevai il volto stranita dal suo comportamento <<Siamo sicuri di non averlo già compromesso?>>.
L'uomo scosse la testa energicamente <<Ora andate prima che parli troppo. Uscite di qui e trovate il vostro compagno. Via! Via dal mio negozio signorina>>.
Mi girò e mi spinse letteralmente fuori da quella stanza dove si chiude immediatamente.
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