22.

Carmen mi guardò con gli occhi spalancati, l'abito mi calzava perfetto, neanche se avessimo preso le misure del mio corpo...

La sera della cerimonia era arrivata, ormai erano passati diversi giorni e non avevo più rivisto la volpe, ma non perdevo le speranze, quella sarebbe potuta essere l'occasione giusta per trovare David, una volta giunta al castello avrei cercato il momento giusto per scappare dalla festa e cercare il laboratorio che mi aveva nominato il Bianco. Sapevo benissimo che il mio era un piano avventato, ma non avevo altra scelta, la volpe era sparita e io dovevo darmi una mossa e salvare mio fratello.

<<Così sembrate veramente una principessa.>> Disse la signora con le mani giunte e un sorriso genuino sul volto. Feci un giro su me stessa facendo allargare la gonna e quando mi fermai adagiai le mani sul tessuto, quel vestito era veramente qualcosa di spettacolare. Sorrisi guardando il mio riflesso nello specchio, non mi ero mai sentita bella come in quel momento. Lo scollo a barca valorizzava le spalle e il collo, i capelli ondulati ricadevano sulla schiena ad eccezione di due ciuffi laterali che erano stati intrecciati e legati insieme sul retro della nuca.

La signora si allontanò, io guardai fuori, era già buio e presto mi sarei dovuta avviare, presi l'invito dal tavolo e lo aprì, la cerimonia iniziava alle otto. Richiusi la busta nell'esatto momento in cui Carmen mi mise davanti due orecchini a cerchio.

<<Indossate questi, ci stanno benissimo con l'abito.>> Guardai gli orecchini dorati, poi l'anziana <<Ne siete sicura? Non vorrei rischiare di perderli.>>

Lei annuì <<Erano di mia figlia, anche a lei avrebbe fatto piacere che li indossaste.>>

Le sorrisi e infilai gli accessori, presi il manto in velluto rosso che aveva realizzato Carmen e lo indossai agganciando i due ganci sul petto. Sistemai il tessuto, poi salì nella stanza che mi era stata affidata. Mi avvicinai al mio vecchio vestito per slegare il medaglione biconvesso, tolsi il laccio e lo riposi all'interno del corpetto. Non sapevo perché lo stessi portando con me, forse come semplice portafortuna, ma mi sentivo più tranquilla.

Uscì dalla stanza lanciando uno sguardo all'orologio posto su un mobile vicino alle scale, erano le otto meno venti, dovevo sbrigarmi.

Scesi in fretta le scale, presi l'invito, ringraziai di cuore la signora che entusiasta aveva quasi le lacrime agli occhi, probabilmente per la gioia di sapere il vestito da lei ideato alla cerimonia più importante dell'anno per Iceville, e sollevando l'ampio cappuccio rosso mi avviai.

Carmen mi aveva spiegato più o meno dove andare, dovevo superare la piazza e continuare in direzione delle torri, ma il percorso fu più semplice del previsto, mi bastò seguire il viavai di carrozze.

Avvolta dal mantello che purtroppo attirava molto l'attenzione per via del suo colore sgargiante, mi ritrovai presto molti occhi puntati, la gente che mi incontrava si chiedeva come mai una straniera si stesse recando a piedi al castello, li sentivo porsi domande sulla mia provenienza, sulla mia identità e io iniziavo a sentirmi irrequieta... e se l'abito una volta al castello avesse suscitato la stessa reazione? Li ci sarebbe stato anche Walter, mi avrebbe riconosciuta immediatamente.

Rallentai il passo insicura sul da farsi. Forse dovevo tornare indietro... ma non potevo lasciarmi scappare l'occasione di trovare mio fratello.

Sollevai lo sguardo, tre castelli si ergevano appena dietro le pendici della montagna, ma tutte le carrozze sembravano recarsi in quello centrale, lì si fermavano davanti alle mura, facevano scendere gli invitati e giravano poco più avanti per tornare indietro.

Mi avvicinai osservando bene la zona, guardai i due castelli laterali, erano identici eccezione fatta per gli ingressi; il primo aveva un lungo ponte sorvegliato da quattro guardie e l'ultimo un cancello in ferro battuto. Quello in cui mi sarei dovuta recare invece presentava un semplice arco dove probabilmente un tempo vi era un portone e all'ingresso nessun tipo di protezione.

Cercai un'altra struttura nei paraggi, ma non vedendo nulla dedussi che i laboratori dovessero trovarsi nel versante opposto rispetto l'entrata.

Giunsi davanti all'arco, al suo interno vi era un enorme cortile sul quale era stato disteso un ampio tappeto bordeaux.

Cercai di sembrare sicura e a testa alta, con andatura lenta ed elegante mi avvicinai all'ingresso principale. Il portone d'entrata si trovava alla sommità di una scalinata. La salì sollevando leggermente i tessuti del vestito e rimpiansi mentalmente di aver indossato i tacchi. Alla sommità delle scale mi attendevano due uomini dalle lunghe giacche blu e i baveri bianchi come i pantaloni.

Uno di loro mi mostrò la mano, capì che doveva volere l'invito, lo mostrai senza scoprirmi troppo. L'uomo mi guardò <<Siete stata invitata dal nobile Ethan>> non capì se la sua fosse una domanda o una costatazione, ma annuì.

<<Potete dirci il vostro nome?>> Chiese l'altro.

<<Cerere.>> Risposi tranquilla. Avevo già usato quel nome, perché non rifarlo?

<<Cerere...>> ripetè quest'ultimo stranito.

<<Qualche problema?>> Domandai iniziando a sudare freddo.

I due si spostarono contemporaneamente <<No, mi potrebbe dire l'età?>>
Chiese quello alla mia sinistra.
Beh, avevo già dato un nome finto, tanto valeva mentire anche su quella <<Non andrebbe chiesta a una signora.>> Precisai, ma non insistei <<23.>> Menti.
Li vidi annotare il tutto su una strana pergamena.
<<Entrate pure.>> Disse alla fine uno di loro.

Li superai tirando un sospiro di sollievo una volta dentro.

Abbassai il cappuccio, mi trovavo in un ampio androne e attorno a me c'erano tantissime persone in abiti estremamente lussuosi che si dirigevano verso un valletto con accanto una grande cesta.

Seguì la massa e quando arrivai davanti al ragazzo esso mi porse una maschera bianca. <<Perché dovremmo indossare una maschera?>> Chiese indignata una nobildonna alle mie spalle.

<<È un ordine del figlio del nobile Erick signora, quest'anno ha insistito affinché ogni invitato ne avesse una.>>

<<Che cosa ridicola.>> Mormorò qualcun altro più indietro.

Presi la mia maschera senza protestare, forse a loro poteva non andare bene, ma per me sarebbe stata di grande aiuto, copriva a stento gli occhi, ma un velo bianco scendeva dal naso fino al mento rendendo la parte inferiore del viso velata e difficilmente riconoscibile.

Mi sentivo quasi in dovere di ringraziare il nobile citato per aver avuto un'idea del genere. La indossai e avanzai. Un'enorme sala si estendeva davanti a me, così grande da essere quasi difficile vedere la parte opposta. Ai lati delle tende bianche in lino coprivano quelle che pensai fossero delle porte-finestre, le mattonelle opache dai riflessi dorati avevano le stesse venature delle pareti e sollevando il viso notai enormi lampadari in cristallo sui quali vi erano centinaia di candele pronte a illuminare la sala per tutta la notte. Mi tenni lontana dal centro camminando lungo la parete per evitare la confusione, una ragazza della servitù mi si avvicinò abbassando la testa <<Se permette.>> Piegai la testa <<Ditemi.>> Lei sollevò il capo con il volto stupito <<Mi... mi avete rivolto la parola.>> mormorò.

Avevo sbagliato? Non avevo idea di come si comportassero solitamente le persone in quel tipo di feste.

<<Perdonatemi, non dovevo?>> Chiesi cercando comunque di mostrarmi tranquilla.

<<No, è che è raro che avvenga...>> la ragazza abbassò il volto arrossendo, poi lo risollevò <<Non vorrei essere inopportuna>> iniziò imbarazzata <<Ma non vi è solito partecipare a questi eventi per caso?>> chiese a bassa voce.

Sorrisi <<Si nota tanto?>> Le si formò un sorriso sul viso.

<<Solitamente nessuno si scusa con la servitù.>> Disse <<Inoltre mi dovreste dare il vostro mantello, in modo che possa riporlo insieme agli altri.>> Sussurrò per non farsi sentire dagli invitati.

Oh giusto! Voleva il mantello...

Sganciai il mantello posandolo sull'avambraccio e glielo porsi piegando leggermente la testa <<Grazie per avermelo detto, penso di aver già fatto abbastanza cattive figure per oggi.>> Dissi ridendo mentre lei lo prendeva <<Non vi preoccupate.>> Il suo viso tornò normale, anzi probabilmente anche più sereno di prima e si allontanò. Quando mi girai notai una ventina di sguardi rivolti verso di me.

Diamine, più dovevo essere cauta, più attiravo l'attenzione, mi spostai portando con me gli sguardi. Forse presentarmi a corte con quell'abito non era stato una grande idea... Non era minimamente paragonabile alla sontuosità e allo sfarzo degli altri, ma era così bello nella sua semplicità che aveva attirato molti invitati.

Mi avvicinai a una porta-finestra spostando la tenda per guardare al di fuori nel tentativo di trovare quello che cercavo, ma invano.

Pov. Volpe Bianca
<<Vedi di fermarti.>> Liz con una calma studiata mi riprese.
Stavo camminando intorno alla stanza da venti minuti. Mi sentivo terribilmente irrequieto. Avevo studiato il piano giorno e notte senza sosta ed esso sembrava perfetto, eppure mi sentivo agitato, i miei sensi mi stavano avvertendo di qualcosa.
Qualcuno bussò <<È l'ora.>> Disse la ragazza che avevo scelto come unico membro della nostra servitù.
<<Sono state consegnate le maschere?>> Chiesi lanciandole un'occhiata.
La ragazza annuì <<A tutti gli invitati, la vostra vi attende davanti l'ingresso nobiliare.>>
<<Arriviamo, inizia ad avviarti.>> Disse Liz aspettando che la ragazza richiudesse la porta, quindi si voltò verso di me.
<<Spiegami il motivo delle maschere.>> Disse accennando un sorriso.
La guardai <<Non dovrebbe accadere, ma ho il presentimento che stasera Elys sarà alla cerimonia.>> Ammisi.
<<E temi per le sua vita, eh?>> Chiese la rossa.
Mi avvicinai alla porta. Sì, temevo terribilmente per la vita di quella donna e sapevo anche di aver un motivo valido per farlo, anzi probabilmente molti più di uno. Non potevo in nessun modo metterla in pericolo, non riuscivo a comprenderne ancora perfettamente il perché, ma mi stavo inspiegabilmente legando all'umana <<Come tu temi per quella di David.>>
Aprì la porta uscendo nel corridoio e a passi veloci mi avviai. Liz con indosso una tuta aderente blu con uno strascico nella parte posteriore, mi seguì <<Ma non può trovarsi alla cerimonia, non ha un invito.>>
<<Potrebbe averglielo dato Ethan.>>  Risposi secco.
<<Nostro cugino? Lo stesso che conosciamo? Impossibile.>>
<<È quello che ho pensato anche io.... Ma il mio istinto mi sta dicendo il contrario.>>
Superammo, attraverso dei corridoi sotterranei, il nostro castello arrivando in quello del biondo.
Salimmo le scale e trovammo Ethan intento ad osservare le maschere.
<<E queste che vorrebbero dire?>> Chiese il biondo con un espressione corrugata mostrando le maschere che avevo fatto creare per i nobili.
<<Qualche problema?>> Chiesi affiancandolo e prendendo la mia. Le nostre erano diverse rispetto a quelle degli altri, oltre a non avere la veletta come quelle di tutti gli uomini, esse coprivano interamente la parte superiore del viso lasciando scoperta quella inferiore dalla punta del naso in giù.
<<Sì. Non siamo a una ridicola festa in maschera.>>
<<Non ditemi che così avete pauta di non riuscire a riconoscere la vostra dama.>>
Risposi indossando la mia maschera.
Vidi Ethan stringere i pugni, così ritenendomi soddisfatto proseguì <<Ci rivediamo per la scelta tra venti minuti Ethan.>>
I valletti mi aprirono la porta e mi ritrovai in cima alle scale che davano sulla sala.
Mi affacciai osservando gli invitati.
Li scrutai attentamente sperando di non vederla, ma quando raggiunsi l'ultimo gradino il suo profumo mi travolse dolcemente come una brezza estiva.
"Ti prego, no..."
Pensai seguendo il suo odore, era dietro una delle tende, intravedevo la sua ombra.
Che diavolo ci faceva lì? Perché era stata così sprovveduta da accettare l'invito di quel buono a nulla di mio cugino?
<<Che ci fai qui.>> Mormorai restando celato.
Vidi la sua sagoma voltarsi di scatto<<Sylver?>> Chiese stupita pronta a uscire dal suo nascondiglio.
La fermai posando una mano sulla sua, la fine tenda che ci divideva mi sembrava quasi scottasse.
<<Non mi hai risposto.>>
<<Perché dovrei farlo?>> Chiese arrabbiata <<Sei sparito per una settimana senza dirmi nulla mentre mio fratello è rinchiuso chissà dove.>>
<<Ho avuto da fare Elys.>> Ho cercato un modo per liberarlo tutto il tempo.
<<Bene. Adesso sono io che ho da fare, se non ti dispiace...>> Il tono della sua voce era così piatto da farmi sentire tremendamente in colpa, ma se ero sparito lo avevo fatto solo per lei, Walter mi aveva visto in giro e non potevo rischiare che mi seguisse scovandola inoltre mi serviva del tempo per preparare il piano.
Mi guardai intorno, in sala erano tutti mascherati per fortuna e se anche lei lo fosse stata il rischio di essere riconosciuta sarebbe stato minimo.
<<Non fare cose azzardate, intesi?>> Le dissi ancora stringendole la mano attraverso la tenda.
<<Tipo recarmi ad una festa a casa di Walter? Già fatto.>>
Dio se sapeva farmi innervosire, eppure dovevo ammettere che il suo carattere mi era mancato, sapeva tenermi testa e non era una cosa così scontata.
<<Poi mi spieghi anche perché lo hai fatto, ma adesso ascoltami. Hai un fiocco di neve con te?>> Domandai preoccupato.
<<No.>> Ammise controllandosi. <<Perché?>>
<<Perfetto, non prenderlo da nessuno.>>
<<Non può uccidermi un fiocco di neve Sylver.>>
<<Ma può metterti in pericolo, fidati.>>
<<Smettila di essere enigmatico!>> Quasi gridò attirando l'attenzione dei presenti, mi spostai quindi dietro la tenda con lei posandole una mano sulle labbra.
<<La smetti di gridare?!>> Dissi incontrando finalmente la sua figura.
Lei annuì.
Mi allontanai di un passo osservandola, era... Così bella e agguerrita, una ciocca ondulata di capelli corvini le ricadeva sulla clavicola chiara, gli occhi, l'unica parte visibile del suo viso, sembravano quasi argento liquido e brillavano nonostante la tenda che ci separava dalla luce diretta e immersa nell'abito realizzato da sé aumentava di due volte il suo irresistibile fascino. Forse era la prima volta che si curava esteticamente e seppur la sua bellezza rimaneva tale anche con un sacco di iuta adesso era ulteriormente esaltata. Non c'erano dubbi. Se Ethan l'avesse vista con un fiocco di neve l'avrebbe scelta.
<<... E adesso pretendi che ti ascolti.>> Sbattei le palpebre spostando gli occhi sulle sue iridi.
Cavolo aveva detto qualcosa, ma ero talmente preso da non ascoltarla.
<<Devi stare lontana dal centro della sala, Walter sta arrivando.>>
<<Voglio trovare David, non ballare, stai tranquillo.>>
<<E lo troveremo, ho un piano.>>
<<Sentiamo.>> Disse incrociando le braccia.
<<Non appena Walter sarà occupato nel ballo cerimoniale mi recherò nei laboratori, conosco bene le strade e le vie che conducono a quella struttura, non sarà difficile raggiungerla. Lì mi basterà trovare un modo per distrarre le guardie, dopo di che troverò tuo fratello.>>
<<Sembra tutto fin troppo facile.>> Mormorò abbassando lo sguardo.
<<È più complesso di quanto sembri, ho solo cercato di semplificarlo.>>
<<E se non facessi in tempo?>> Mi chiese risollevando la testa. <<E se catturassero anche te? >>
<<Non succederà. In ogni caso ci sarà Liz pronta a intervenire.>>
La vidi sgravare gli occhi <<Lei sta bene?>> Domandò  giungendo le mani.
<<Sì, sarà qui a momenti, se possibile sta lontana anche da lei. Sarà la dama scelta per l'inizio delle cerimonie e quando giungerà l'ora verrà lei a cercarti per spiegarti il resto.>>
Elys annuì, ma non la vidi convinta <<Quindi lei terrà occupato Walter, mentre tu sarai nei laboratori...>> Pensò.
<<Esatto.>>
All'improvviso il frastuono nella sala diminuì <<Voglio venire con te.>> Disse la ragazza avvicinandosi.
<<Non se ne parla, non saresti neanche dovuta venire qui al castello.>> Continuai.
<<Un attimo di attenzione signori.>> La voce di Ethan risuonò nella sala. I venti minuti erano passati. Dovevo risalire le scale prima che iniziassero a cercarmi e la vedessero.
<<Quindi mi stai dicendo di restare qui in un angolo ad aspettare che tutto magicamente si sistemi.>> Disse iniziando a innervosirsi.
"Sì Elys, se potessi ti rispedirei addirittura a Malivane. Non voglio metterti in pericolo dannazione!" Pensai stringendo i pugni sapendo però che non mi avrebbe mai ascoltato se le avessi detto quello che realmente pensavo.
<<No, dovrai controllare che tutto procedi secondo i piani, se Walter dovesse lasciare la sala prima del previsto avvisa subito Liz.>>
Le mie parole sembrarono calmarla leggermente.
<<Anche quest'anno come consuetudine è stata organizzata la cerimonia in onore del solstizio d'inverno...>> Ethan continuava lentamente il suo discorso sperando forse che lo raggiungessi il prima possibile.
Scostai la tenda <<Adesso devo andare.>>
La ragazza aveva gli occhi bassi, stava pensando a qualcosa.
<<Ricorda ciò che ti ho detto.>> Le dissi voltandomi.
Ma lei mi afferrò la mano e fu come sentire improvvisamente delle catene intrecciarsi su quella stretta <<Riporta David da me.>> Disse in un filo di voce.
"Te lo prometto" pensai annuendo ed uscì dal nostro nascondiglio.

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