17.
Il vento aveva spinto lentamente la nostra imbarcazione, ma l'unico ad accorgersene fu Sylver che una volta svegliatosi fiutò l'aria sollevando il naso.
<<Ci siamo allontanati!>> Esclamò prendendo i remi <<Elys dovevi controllare solo che non ci spostassimo, che diavolo hai fatto nel mentre?>>
Sapevo fosse mia la colpa, ma non lo avevo fatto apposta, mi ero messa a pensare e il tempo era trascorso senza che me ne rendessi conto, così come il dolce cullare dell'acqua che ci aveva trasportati chissà dove.
<<Qual è il problema? Hai detto di riconoscere la strada con l'olfatto, no? Quanto ci saremo potuti allontanare?>> Mormorai incrociando le braccia sotto al petto e voltando la testa di lato per non guardare la sua espressione.
<<Tanto abbastanza da farci perdere mezza giornata.>>
Vidi effettivamente che la luce iniziava a scemare e come se non bastasse la nebbia ci aveva completamente inglobati.
Strinsi le dita sulla carne delle mie braccia.
Quella mia distrazione sarebbe potuta costare cara sia a noi che a David e Liz, come avevo potuto essere così sprovveduta?
<<Possiamo ancora continuare, no? Anche se si fa buio tu puoi orientarti.>>
Sentì il bianco sospirare forte<<No, dobbiamo attraccare al più presto. Siamo senza cibo e tra non molto il vento aumenterà.>>
In quel momento me ne dissi di tutti i colori e forse rimproverai mentalmente anche Sylver per aver occupato la mia mente così intensamente durante quel pomeriggio.
<<Ok, nessun problema.>> Mormorai per autoconvincermi <<Poteva andare peggio.>>
Sentì l'acqua muoversi e capì che il bianco aveva appena immerso i remi <<Dici?>> Domandò iniziando a vogare.
Mi voltai verso di lui intravedendolo tra la nebbia e la poca luce ancora presente.
<<Certo!>> Esclamai <<Potevi rimanere bloccato in questo posto con mio fratello.>>
Dissi annuendo e sollevando l'indice.
Lo sentì brontolare, ma non capì cosa disse, almeno io avevo provato a sdrammatizzare...
Remò senza sosta fin quando finalmente non sentimmo la barca sussultare e i remi toccarono il terreno, a quel punto sentì Sylver saltare giù facendo traballare l'imbarcazione.
<<Piano!>> Esclamai reggendomi alla barca provando ad alzarmi senza perdere l'equilibrio.
<<Attenta a non cadere, l'acqua...>> Non ebbe il tempo di finire perché non vedendo proprio nulla finì per mettere il piede sul bordo dell'imbarcazione facendola destabilizzare e cadendo come una pera dall'albero.
Sylver tentò di prendermi, ma la gonna del vestito finì comunque per bagnarsi aumentando il mio peso e così mi bagnai comunque fino a metà coscia <<È ghiacciata!>> Gridai.
Sylver mi trascinò fuori tornando poi a prendere la barca, la tirò sul terreno ghiaioso che circondava il lago e presa la corda la legò ad un tronco.
<<Se la prossima volta non mi ascolti ti lascio a mollo nell'acqua.>> Mormorò innervosito tirando fuori dalla barca i nostri mantelli.
Dovevo scusarmi, lo sapevo bene...
Non tanto per il bagno inaspettato quanto per la mia distrazione pomeridiana, ma non avevo la minima intenzione di umiliarmi. La colpa era anche sua che non aveva voluto circoscrivere a piedi il lago per non perdere giorni a vuoto.
Ok, forse era solo mia... Ma col cavolo che mi sarei scusata dopo che mi aveva minacciata in quel modo.
Sollevai la gonna ignorandolo e cercai di raggruppare più stoffa possibile iniziando a strizzare l'acqua in eccesso.
<<Meglio a mollo che sentire i tuoi rimproveri da quattro soldi.>> Dissi mentre l'acqua scendeva fino al terreno.
<<Ma ti senti? E poi dici a tuo fratello di non trattarti come una bambina.>> Sbottò Sylver tirandomi i mantelli che presi al volo lasciando la presa sulla gonna che ricadde pesante verso il terreno.
<<Che vorresti insinuare?>> Chiesi assottigliando gli occhi.
<<Puoi arrivarci da sola, ma se preferisci ti aiuto. Ti stai comportando in modo infantile!>> Sbottò irritato.
<<Ma come ti permetti?>> Aveva ragione, ne ero consapevole, ma mica potevo farlo vincere. <<Chi dei due ha giocato ad essere un umano fino ad ora!>> Non mi resi neanche conto di aver sollevato il tono della voce.
Seguirono pochi minuti di silenzio che aumentarono solo il mio senso di colpa.
<<Ragazzina non cercare di fare la furba con una volpe>> ringhiò avvicinandosi <<Puoi girare la frittata quanto vuoi, ma non elimini il lato bruciato.>>
Strinsi la presa sui mantelli innervosita <<Sai almeno come si fa una frittata? O ti limiti a divorare galline!>> Gli lanciai uno dei mantelli senza badare a quale fosse e girando i tacchi mi incamminai. Non si vedeva nulla, ma volevo stare da sola e in quel momento non mi importava minimamente dove stessi andando, volevo solo camminare.
Inutile omettere di aver sbattuto più volte contro rami, tronchi e foglie varie, di esser sussultata a causa dei rumori del bosco e di essermi anche lasciata trasportare dalla frustrazione tanto da aver avuto la voglia di gridare quanto odiassi quel ragazzo.
Potevo aver torto, ma lui non avrebbe dovuto darmi dell'infantile, anche se possibilmente lo ero.
D'un tratto mi resi conto dei miei pensieri, perché mi stavo arrabbiando tanto? Alla fine tutto ciò che aveva detto era vero, il mio atteggiamento era stato pessimo, non ero stata affidabile e per giunta la volevo vinta, infantile in quel caso era quasi un complimento in confronto alla verità. Ero stata una stolta capricciosa.
Respirai con calma per sopperire la rabbia e sollevai il viso sentendo gli occhi bruciare, ci mancava solo che il nervoso mi procurasse il pianto e il mio prossimo acquisto sarebbe stato un giocattolo per bambini.
<<Complimenti Elys>> mormorai appoggiandomi a un tronco a denti stretti <<Hai dato il peggio di te.>>
Mi lasciai scivolare arrivando a sedermi per terra, il vestito ancora umido era completamente sporco di terriccio e finita l'adrenalina iniziai a sentire la fastidiosa sensazione del tessuto bagnato attaccato alle mie gambe.
Aprì il mantello che avevo portato con me e velocemente me lo misi addosso sentendo immediatamente il profumo tipico della salsedine e... Foresta?
È il mantello sbagliato.
Pensai iniziando a tastare le rifiniture.
Non c'era sorte con quel mantello, glielo avevo regalato, ma il destino continuava a farlo finire tra le mie mani.
<<Sbrigati a trovarmi.>> Mormorai stringendo i denti.
La rabbia si era dissolta del tutto e mi rendevo conto di non poter più tornare sui miei passi, la nebbia era così fitta e il buio non aiutava affatto. Sarei dovuta rimanere lì fin quando la volpe non si sarebbe decisa a cercarmi o avrei dovuto aspettare il sorgere del sole.
I minuti passavano e io restavo lì rannicchiata su me stessa con la testa appoggiata al mantello che stava lentamente assorbendo l'umidità.
Se non fosse venuto non lo avrei biasimato dopo quello che gli avevo urlato contro.
Con la mano tastai il terreno fino a prendere un ciottolo con le dita. Iniziai a giocarci facendolo girare tra le dita rimuginando sul mio comportamento.
Mi piaceva il mio carattere, anche l'essere un po' bambina, ma per qualche strana ragione la discussione con Sylver mi aveva agitata portandomi ad esagerare fin troppo la questione.
Starnutì e strinsi le braccia intorno alle gambe per cercare di riscaldarmi peggiorando solo la situazione perché finì per bagnare di tutto, dal corpetto al mantello.
Stavo quasi per arrendermi l'idea di dover aspettare il giorno seguente quando all'improvviso sentì un guaito al mio fianco.
<<Sylver>> mormorai accennando un sorriso stanco.
La volpe non rispose, ma ero certa si trattasse di lui.
<<Se vuoi ti insegno a fare le frittate.>>
Lo sentì guaire più forte e non riuscì a trattenere una risata.
<<Va bene, va bene.>> Appoggiai la fronte sulle ginocchia nascondendo il viso nel mantello <<Ti chiedo scusa. Sono stata sciocca.>>
Sentì il suo naso posarsi sulla mano che reggeva la pietra, ma non mi mossi.
Avevo voglia di accarezzarlo, ma non sapevo se il mio gesto potesse recargli fastidio. Inoltre era strano e imbarazzante pensare che quel dolce mammifero in realtà era il ragazzo affascinante che mi aveva appena fatto saltare i nervi.
Starnutì di nuovo e la volpe mi mordicchiò leggermente l'indice senza farmi male.
<<Ehi!>> Fece un piccolo verso ma non riuscivo a capirlo.
<<Che c'è?>>
Sollevò le zampe anteriori posandole sulle mie gambe e anche se con difficoltà lo vidi. Aveva le orecchie tese e le stava ruotando insieme alla testa come se sentisse qualcosa.
Provai a capire cosa stesse cercando, ma io non vedevo nulla e sentivo solo qualche gufo di tanto in tanto.
La volpe si agitò, salto giù iniziando a tirarmi l'orlo della gonna.
Sbattei le palpebre, che cavolo stava facendo?
Poi vidi il suo muso a pochi centimetri dal mio viso. Guaì e si voltò a destra.
In quel momento riuscì a sentire un rumore familiare.
Erano le ruote di un carro trainato da dei cavalli e chiunque vi fosse stato sopra si stava avvicinando.
<<Ho capito.>> Mormorai alzandomi.
Non lo vedevo, ma lo sentì afferrare il vestito indicandomi la direzione da prendere.
Non so dove mi portò, ma quando ci fermammò mi abbassai. Dovevo saperlo al mio fianco e con il buio non era facile.
Allungai una mano e lo trovai seduto accanto a me. Lasciai che le dita sprofondassero sulla sua pelliccia dietro il collo e cercai di non muovermi.
Il rumore delle ruote aumentava e nella mia mente già pensavo potesse trattarsi del carro che trasportava i due ragazzi.
Presto riuscì a scorgere delle luci, Sylver afferrò con i denti l'attaccatura del mio mantello e mi tirò più giù facendomi abbassare ulteriormente.
Fece un verso quasi impercettibile per poi piegarsi in avanti con le fauci serrate e gli occhi fissi sulla carrozza.
Più essa si avvicinava più le mie speranze di vedere David crollavano, la carrozza infatti era fin troppo appariscente per essere usata dagli uomini di quell'uomo e curata nei minimi dettagli, persino i cavalli erano perfetti, con le criniere acconciate in tante piccole trecce e le briglie nuove di zecca.
Passò a pochi metri da noi illuminando il nostro nascondiglio costituito praticamente da un misero cespuglio e proseguì indisturbata il suo cammino. Nel sedile posteriore però riuscì a intravedere un uomo con addosso una giacca dalle rifiniture curate e il tessuto pregiato, i capelli biondi tirati all'indietro e un filo di barba accuratamente accorciata.
Al suo fianco c'era un'altra persona che purtroppo non ebbi il tempo di identificare.
Quando questi furono abbastanza lontani mi voltai verso la volpe che iniziava a distendere i muscoli.
Avevo l'impressione che Sylver li conoscesse già in qualche modo.
Starnutì di nuovo e rabbrividì.
A quel punto la volpe riprese l'orlo del mio vestito in bocca e io capì che mi sarei dovuta rimettere in cammino.
Proseguimmo per un po', poi mi lasciò.
Sentì i suoi passi allontanarsi.
<<Che stai facendo?>> Chiesi.
Non ricevetti risposta così mi incamminai sperando di trovarlo.
Fu lui però a trovare me.
Mi sfiorò la spalla e io sobbalzai con il cuore in gola.
<<Tranquilla.>> La voce del ragazzo mi rassicurò.
Allungai il braccio, rendendomi conto che si trovava davanti a me, appoggiando la mano sul suo petto.
<<Sei tornato a...>>
<<Fingere di essere umano?>> Continuò lui.
Non lo stavo più sentendo, la mia mente era concentrata su altro, percepivo i suoi battiti sotto al mio palmo e stranamente la trovai una piacevole sensazione, erano forti e chiari, mi trasmettevano una tale sicurezza da perdere persino la cognizione del tempo.
<<Elys?>>
Scossi la testa <<Eh?>> Chiesi.
<<Che ti prende?>>
Interruppi immediatamente il contatto con il bianco ringraziando il cielo che fosse buio e ci fosse la nebbia e cercai di cambiare argomento.
<<Puoi tornare umano quando vuoi?>> Domandai.
<<No, questa mia ritrasformazione affrettata avrà delle conseguenze, ma non potevo restare volpe con questo buio, comunicare sarebbe stato impossibile.>> Affermò.
Lo sentì avvicinarsi e afferrare i cordoni del mantello che indossavo.
<<Che stai facendo?>> Chiesi provando a indietreggiare.
<<Sta ferma. Se ti muovi non riesco a slegartelo.>>
Iniziai ad agitarmi <<Perché mai dovresti slegarlo?>>
<<Perché è il mio.>>
La situazione stava diventando ridicola.
In pochi attimi sentì la stoffa scivolarmi via.
Strinsi le braccia al petto per il freddo ma subito il bianco si affrettò ad adagiarmi sulle spalle il mantello asciutto.
<<Indossa questo.>> Lo lasciò adagiato armeggiando nel mentre con il suo.
<<Grazie.>>
Sentì sfilare qualcosa, poi lo percepì di nuovo davanti a me.
Avvolse le sue braccia intorno alla mia vita e io rimasi paralizzata.
Lasciai andare il mantello posando una mano sulla spalla del bianco
<<Sy-Sylver.>>
Che cavolo ti è preso?
Pensai.
Poi capì.
Passò il cordone del suo mantello intorno alla mia vita in modo da stringere il tessuto del mio manto e impedirgli di muoversi, fece un nodo sulla schiena per poi fare ricadere la stoffa che avevo sulle spalle lungo il bacino creando un secondo strato.
<<Devi levarti la gonna, è troppo bagnata e inizi già a starnutire se non ti asciughi domani sarai malata.>> Mormorò facendo un passo indietro.
Aveva di nuovo ragione... Ma era così imbarazzante. Aveva creato una gonna perfetta, quasi come se l'avessi cucita io o l'avesse ideata una sarta, usando solo un cordone e un mantello e di certo non avrei rischiato che si vedesse nulla, ma era lo stesso molto imbarazzante.
<<D'accordo>> risposi con un sospiro alla fine <<ma voltati.>>
<<Ti sei girato?>> Chiesi dopo qualche attimo non riuscendo a vederlo.
<<Quanto siete pudici voi umani.>> Riflettè ad alta voce <<Mi sono voltato, muoviti.>>
Facendo attenzione a non sollevare troppo il mantello iniziai a tirare giù la gonna.
<<Comunque dovresti mangiare, oggi non abbiamo messo nulla nello stomaco e la tua vita è così piccola da esser venuti quasi due giri di cordone.>> Osservò lui mentre io finivo di cambiarmi.
<<E cosa dovrei mangiare?>> Chiesi posando la gonna a terra e controllando il mantello, per fortuna il ciclo era finito o avrei macchiato mezzo mondo.
<<Sento odore di liquirizia e... scoiattoli. A meno che tu non voglia mangiare gli scoiattoli crudi direi di optare per la prima.>>
Lo sentì muoversi in avanti <<Decisamente.>>
<<Posso girarmi?>> Chiese dopo qualche attimo.
<<Certo.>>
Si avvicinò porgendomi la radice.
La presi e sentendone l'odore mi ricordai il tremendo sapore.
Starnutì di nuovo.
<<Hai freddo?>> Chiese.
<<Meno di prima, ma sì.>> Ammisi. Le spalle ora erano prive di mantello così come il busto coperto solo da un corpetto a maniche lunghe e scollo rettangolare.
<<Stupida.>>
Tirai un piccolo pezzo alla radice.
<<Vuoi continuare a insultarmi?>> Chiesi.
<<Oh sì, non sai quanti insulti mi stanno passando per la testa.>>
Rispose avvicinandosi.
<<Oh prego fa pure, ma non aspettarti che poi mi scusi di nuovo per come ti risponderò.>> Ribattei dandogli le spalle.
All'improvviso mi ritrovai di nuovo intrappolata.
Un braccio mi circondava il petto l'altro la vita e mi teneva stretta con la schiena appoggiata al suo petto.
Non capì cosa gli passasse per la testa e per un attimo neanche i miei pensieri furono molto chiari.
<<Va meglio?>> Chiese tranquillo come se stesse facendo la cosa più normale al mondo.
<<Ti stai prendendo un po' troppa confidenza.>> Risposi senza però muovermi.
<<Perché? Ti sto solo riscaldando.>> Sembrava così innocente.
<<E lo fai così?>> Chiesi.
<<Beh non ho la pelliccia adesso e non posso accendere un fuoco con l'umidità che c'è, ma dovresti comunque riuscire a riscaldarti.>>
Voleva veramente recarmi sollievo?
<<Sai che questa cosa non è normale per gli umani?>> Domandai rilassando i muscoli che erano in tensione.
<<Sì, ma normale o meno dovevo farlo, l'alternativa era lasciarti raffreddare.>>
<<Non so se ringraziarti o insultarti.>> Ammisi con tono pensieroso.
<<Probabilmente entrambi.>> Rispose ridendo e appoggiando la testa sulla mia facendomi sentire terribilmente bassa.
<<Ti odio.>> Mormorai scuotendo la testa per farlo sollevare.
<<Questo lo so già, dimmi qualcosa che non so.>> Disse divertito.
<<Su di te?>>
<<No, io mi conosco abbastanza. Su di voi milady.>>
Accennai un sorriso <<Su di me sai già fin troppo, se vuoi sapere altro lo dovrai scoprire da solo.>>
<<Ricorda che parli con una volpe.>>
<<Come dimenticarlo?>>
La risata del bianco mi distrasse, era così genuina e sincera che sarei rimasta giorni ad ascoltarla.
Si allontanò tenendo però il mio polso e mi condusse a qualche passo di distanza <<Sediamoci, è stata una giornata pesante e domani lo sarà ancor di più.>>
Sospirai sedendomi al suo fianco.
<<Avevo immaginato questo viaggio più tranquillo.>> Mormorai mentre il bianco mi attirava a sé per circondarmi le spalle con un braccio nel tentativo di riscaldarmi.
<<Domani sarò costretto a restare una volpe fino alla sera a causa della mia trasformazione affrettata. Non potrò parlarti, ma sono certo che ci capiremo lo stesso.>>
Annuì. Con il favore della luce sarei riuscita a decifrare il linguaggio segreto nascosto tra le pagliuzze dorate dei suoi occhi.
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