Cap 8
Yunho POV
Non c'era altre tempo da perdere.
Sapevo che in casa, qualcuno complottava contro Changmin.
Ma perché?
« Vorrei parlare con mia madre. »
« Per ora non può riceverla Signore. Si è ritirata in preghiera. »
Ultimamente si ritirava spesso presto, ma pensandoci non avevo fatto nulla per attirarmi il suo silenzio.
Sapevo bene che non amava vedermi spendere tanto tempo con Changmin, ma lui era mio, come erano suoi quegli schiavi.
Dato l'ennesimo buco nell'acqua di quella giornata senza poterle parlare, scesi le scale per andare verso la stalla, ma due mani si posarono sui miei occhi, avvolgendomi in un'oscurità più totale.
Dal profumo e dalla delicatezza di quelle mani, potevo ben comprendere chi fosse e mi meravigliai, visto che da diversi giorni, anche lui mi evitava.
« Qualcosa non va Changmin? »
Le sue mani si spostarono e così mi potei voltare per vederlo.
Si era ripreso e ora stava bene, sorvegliato come si deve e cercavo anche di non assentarmi molto.
Quello che accadde tempo fa non era altro che una trappola, perché non si sapeva nulla della famiglia di Minnie in quel posto e il ragazzo che lo aveva "aiutato" era anche scomparso dal nulla.
Spostò le mani dietro la schiena e il suo abito, ben stirato e di seta verde, gli davano un'aspetto davvero meraviglioso.
Lui era sempre stato meraviglioso.
« Va.. va tutto bene padrone, ma.. volevo chiederle se aveva un po' di tempo per me. »
Lo guardai sorpreso dalle sue parole, ma annuì.
« Tutto il tempo che vuoi Minnie. »
« Allora.. mi segua, la prego. »
Detto questo, scese le scale prima di me, invitandomi così a seguirlo.
Standogli dietro, potevo vedere bene quelle sue spalle e la schiena, osando anche scendere un po' più giù, dove quell'abito fasciava bene la sua figura, mostrando la sua forma.
Si ferma davanti alla porta della biblioteca al piano terra ed apre la porta, entrando ed attendendo che entrassi anche io.
« So che non dovrei entrare qui, perché la signora ha detto che mi è proibito, dato che non comprendo il valore della scrittura, ma... Ho una cosa che però vorrei mostrarle, per ringraziarla tutte le volte che si è prestato in mio soccorso. »
Ora aveva quel viso felice, quasi luminoso, mentre correva verso il tavolo e si inginocchia, prendendo una scatola nascosta sotto al tavolo di legno pregiato e mettendola così alla mia vista.
« Cos'è Changmin? »
Domandai avanzando, incuriosito anche da quello che aveva in mano.
« Si sieda, la prego. Lo vedrà appena si sarà seduto. »
Si era alzato in fretta e aveva spostato la sedia in modo che potessi sedermi davanti a lui e quella scatola. Lo ascoltai e feci come mi disse.
Ritornò al suo posto e cominciò a togliere le mie scarpe, quasi con delicatezza e cura, mormorando qualcosa sulle suola consumate.
Le posò con cura in un angolo ed aprì la scatola, rivelando delle scarpe nuove.
« Dove le hai prese Minnie? Sei uscito? »
Domandai vedendo come erano nuove e lucide e chiedendomi anche quando fosse uscito.
Il servo messo come guardia al suo fianco non aveva detto nulla oppure aveva preferito il silenzio che parlare.
« In realtà non sono mai uscito e non potrei nemmeno comprarle, dato che non ho più uno stipendio, Signore.. »
Prese il mio piede destro e mise la scarpa che calzava anche a pennello con quei ricami floreali di colore rosso, cosa che mi fece ricordare che ne avevo un paio simile, ma molto consumate.
« Chiamami Yunho, Minnie. Quando siamo soli vorrei che non usassi il tono formale, te l'ho detto. » dissi osservando ora entrambe le scarpe nei miei piedi.
« Ma allora.. dove le hai prese? »
Ero davvero curioso, ma continuavo a guardare quelle scarpe, ricordando le mie.
« Non le ho prese fuori, Y..Yunho.. Erano in casa e le avevo notate in un angolo, vicino alla porta della sua stanza e le ho prese, rimettendole in sesto con l'aiuto anche di Kyuhyun che mi ha procurato il necessario per sistemarle. Io... Spero che le piaccia come regalo di ringraziamento.. »
Non potevo credere alle sue parole, tanto che alzai lo sguardo sul suo viso che scrutava la mia espressione stupita con i suoi occhi da Cerbiatto.
« Non.. non le piace..? »
Domandò nuovamente, vedendo che non gli stavo rispondendo se non guardarlo ancora con gli occhi stupiti.
Non avevo mai conosciuto nessuno che sapesse rimettere a posto delle scarpe consumate e ormai rotte che andavano solo buttate, ma lui c'era riuscito come anche colui... Mi venne poi in mente l'altro paio, a me preferite ritornate come nuove.
« Aspetta.. Minnie, hai anche aggiustato un altro mio paio di scarpe forse? »
Lui abbassò lo sguardo, con le guance leggermente rosse e un piccolo sorriso sulle labbra che non poteva nascondere ai miei occhi.
« Si, sono stato io a sistemare quelle scarpe. Erano delle scarpe davvero costose e molto belle.. Volevo conoscere anche il suo proprietario, sa? E il destino mi ha portato ad essere comprato dal proprietario di quelle stesse scarpe che avevo curato.... Ma cosa dico? Ad essere salvato. »
Non aveva alzato il viso mentre parlava e dovetti farlo io.
Portai una mano sotto il suo mento e sollevai con delicatezza quel suo viso verso il mio, così che i nostri occhi potessero tornare a guardarsi.
« E io avrei voluto tanto conoscere colui che aveva fatto questo piccolo miracolo, Minnie.
Quelle scarpe, per me, erano un regalo davvero prezioso da parte del mio defunto padre e tu lo hai fatto rinascere, portandolo ad una nuova vita, una nuova possibilità. »
« Sapevo che erano davvero così preziose... E.. anche lei ha fatto lo stesso per me. Mi ha salvato in un qualche modo dal mercante di schiavi.. »
« Per te è davvero una salvezza, Minnie? Non hai mai pensato di scappare? »
Stavolta i suoi occhi si abbassarono e si morse il labbro, tutto sotto il mio sguardo.
« Uno schiavo non può scappare. Mi hanno detto che si paga il prezzo con la morte o con la vendita della propria famiglia. E non potevo.. preferisco pagare e non dire più nessuna verità, perché nessuno mi aveva mai ascoltato. »
« La verità? Di cosa parli Minnie? »
Rialzò lo sguardo, con occhi lucidi.
« Non sono stato io a rubare quei soldi. Non avrei nemmeno motivo. Ho sempre lavorato in modo onesto, come anche mio padre, provvedendo alla mia famiglia e alle cure di mia sorella che ora.... »
Spostai la mano verso la sua guancia, accarezzandola ed ascoltando ogni sua parola.
« Tua sorella è malata? Perché non me lo hai detto? »
« Io.. io non so nemmeno se era giusto. Temevo solo una sua reazione...»
Posò la guancia sulla mia mano, guardandomi con quei suoi occhi carichi di tristezza e anche mancanza.
Nella mia mente pensavo già cosa fare ed infatti diedi voce ai miei pensieri.
« Minnie, vuoi andare a vedere la tua famiglia? »
La sua espressione mi fece sorridere, come la reazione che ebbe, portando una mano sulla mia gamba come per reggersi alla domanda posta e non aspettandoselo.
« Lei.. lei davv-.. »
« Ah, nessun lei, ti prego. Usa il tu, sennò non ti risponderò. »
« Tu.. davvero lo faresti? Potrò andare a vederli? »
« Certo, te l'ho chiesto e vorrei che mi rispondessi che porre una domanda sapendo già la mia risposta. »
Non arrivarono parole dalle sue labbra, se non un abbraccio inaspettato e forte da parte sua.
Risi, accarezzando la sua testa.
« Su, vai a prepararti. Dirò anche alla cuoca di non preparare nulla per noi. Mangeremo fuori. »
Lui si staccò appena da me ed annuì, alzandosi e dicendo sempre quel grazie, mentre andava fuori dalla biblioteca per prepararsi.
I miei occhi lo seguirono finché non sparì dietro la porta e tornai a guardare nuovamente quelle scarpe calzate ai piedi.
« Hai davvero il dono di un qualche Dio, Changmin. »
Erano ormai passate le cinque, vedendo che il sole si apprestava a calare e lasciare spazio alla sera.
I cavalli procedevano a trotto e Minnie era seduto davanti a me, nella carrozza.
Aveva portato alcune cose con sé, per la madre e la sorella, dopo avermi chiesto il permesso.
« Non c'è bisogno di chiedere. Sono tue e questa è anche casa tua Minnie. »
Gli dissi prima che prese una piccola scatola dove aveva messo alcuni abiti di valore, abiti che forse vedeva bene sulla Sorella.
Aveva indossato un abito non molto appariscente di un viola quasi spento e delle scarpe un po' consumate, anche se avevo da ridire, ma non volevo sembrare un padrone nei suoi confronti.
Il viaggio passò con alcuni commenti appena entrati nel villaggio, dove mi mostrava ogni strada e ogni negozio di quel posto. Non sapevo poi molto, se non dei mercati poveri che c'erano una volta a settimana e lasciavo che lui mi insegnasse qualcosa del suo mondo.
Dopo qualche minuto, arrivammo davanti ad una piccola casetta messa abbastanza bene, vicino al fornaio che ormai era chiuso. La carrozza si fermò al mio ordine e Minnie attese quasi un mio comando, prima di scendere e correre così verso quella casa, chiamando sua sorella e sua madre.
Io usci piano, osservando per bene il posto in cui viveva Changmin.
Era uno dei posti poveri del Regno e le mura di quella piccola casa era anche molto vecchia che mi dava l'impressione di poter crollare con un semplice soffio di vento.
Il cocchiere scese e prese la grande scatola che portò dietro di me, avanzando piano sotto quel peso.
« Mamma! Sooyeon! »
Dalla porta comparve il volto di una donna non molto anziana, ma dai capelli appena bianchi con lo sguardo sorpreso.
« Changmin..? Changmin, sei tu!! »
Lei uscì fuori, incontro al figlio che abbracciò forte.
Erano così i genitori di quel posto allora?
Non ricordavo poi molto di quando mia madre mi avesse abbracciato, ma vedere Changmin felice e con le lacrime agli occhi, mi fece stare bene.
Perché sapevo di aver fatto la cosa giusta.
« si, sono io mamma.. non sai quanto mi sei mancata! Dov'è Sooyeon?? »
« È dalla figlia del fornaio. Stanno studiando entrambe insieme in questo periodo, grazie anche a.. »
Solo allora la donna si accorse della mia presenza e smise di parlare, allentando l'abbraccio dal figlio.
Changmin si voltò verso di me e guardò nuovamente la madre.
« Mamma.. lui è il mio Padrone.. Yunho. »
La donna mi guardò con attenzione per poi fare un profondo inchino, come erano soliti fare tutti davanti alla mia presenza, ma stranamente non volevo che lo facesse anche lei, tanto che mi avvicinai e mi fermai dal rialzarla, parlando.
« Non deve inchinarsi, Signora. La prego, si rialzi. »
« È un segno di rispetto. Sono cresciuta con questa educazione, Signore. »
Il cocchiere lasciò la scatola davanti alla porta e stava osservando la scena. Schiarì la voce e gli feci segno che poteva andare. Non c'era bisogno di lui ora e mi sarei occupato io a portare la scatola dentro.
« Ma mi creda, non serve. »
Inchinai appena il capo, però, alla donna.
« Dovrei farlo io, dato che è molto più grande di me e madre di Changmin. Inutile che mi presenti nuovamente, visto che lo ha fatto già suo figlio. »
Changmin arrossí appena e sorrise alla madre che tornò a guardare il figlio, dopo aver fatto un altro piccolo inchino del capo al mio gesto.
« Vi prego, entrate in casa. Qui fuori farà freddo tra un po'. »
Così lei ci invitò ad entrare e mi affrettai a prendere la scatola e portarla dentro, prima che lo facesse Minnie o lei.
La casa era davvero piccola, ma pulita.
Il profumo della cena inondava la casa e da quello che potevo sentire era di sicuro riso e qualche verdura, spinaci forse e fagiolini.
Era illuminata da alcune candele e vi erano solo in alcuni punti della casa, mentre due stanze erano chiuse e una semiaperta.
« Dove posso posare la scatola? »
Domandai guardando i due. Minnie si era tolto le scarpe e rimase scalzo, cercando di aiutarmi, ma lo negai.
« Dimmi dove Minnie. »
« nella mia stanza. Sooyeon non deve vederlo. »
Avanza verso una delle porte chiuse e la aprì, correndo a prendere una piccola candela per illuminare la strada verso camera sua.
« Changmin, il nostro ospite si ferma a cena? »
Domandò sua madre, probabilmente nel piccolo angolo cottura a controllare la cena.
Changmin mi guardò, ma risposi prima di dirlo a lui.
« Se posso condividere con voi la tavola, volentieri. »
« Allora andrò a prendere altra verdura. È una sorpresa che mio figlio sia qui, non so come ringraziarla per questa breve visita. »
« Non deve. L'ho fatto con piacere. »
Posai la scatola vicino ad un giaciglio di paglia e mi sedetti a terra, visto che non vi erano sedie e non volevo sedermi sul letto di Changmin.
« Allora esco. Farò velocemente, attendiate. »
La madre di Changmin uscì e rimanemmo solo io e lui, in quella piccola casa, nella sua stanza.
Anche lui si sedette a terra, sistemandosi il vestito che aveva addosso e guardandomi sotto la debole luce della candela.
« Puoi sederti sul letto Yunho, non è un problema.. »
« Preferisco qui Minnie, questo letto è così sistemato che mi dispiacerebbe metterlo in disordine. Quindi.. questa è la tua stanza? »
Osservai quella piccola camera, almeno fino a dove potevo con quella debole luce, dato che ormai la sera era calata.
« Si, qui è dove dormo e lavoro ogni tanto. Se non fosse passato così tanto tempo, avresti sentito quell'odore di scarpe messe come nuove. »
Rise appena, lasciando che possa bearmi di quella risata temporanea, mentre prendeva posto accanto a me, portando le ginocchia al petto, muovendo le dita dei piedi con la candela accanto a noi.
« Non è come la stanza che mi hai dato tu, ma mi piace. Mi piace tutto questo, anche se sembra poco. »
« E immagino ti manchi anche molto. Però sei davvero particolare Minnie, sai? »
« Si, mi manca... E perché? »
Domandò guardandomi con le labbra appena socchiuse.
Bramavo davvero tanto quelle labbra e per non avventarmi su di loro, guardai la piccola fiamma, continuando.
« Perché molti bramano la ricchezza che la povertà. Ma tu non sei uno di loro. »
« Io non ho mai chiesto nulla nella mia vita, se non la guarigione di mia sorella e vivere la mia vita in serenità. Ciò che ho imparato è che tutti nasciamo poveri e diventiamo lentamente ricchi, ma non in beni materiali se non morali e spirituali. »
Lo ascoltai con interesse, trovando anche vere quelle sue parole.
« Lo penso anche io, in un certo senso. Alla fine, io ho ereditato l'attività di mio nonno, come lo ereditò mio padre. Un Impero già costruito che devo solo mantenere. »
« Ed è un compito duro, questo. »
disse smettendo di muovere le dita dei suoi piedi e vedendo che ormai la candela stava per spegnersi, troppo consumata.
« Aspettami qui, vado a prenderne una nuova, prima che restiamo al buio. »
Si alzò, ma qualcosa lo fece scivolare e, prima che potesse toccare terra, mi misi sotto di lui, facendo cadere la candela e trovandoci così al buio con lui sopra di me.
« Minnie, stai bene? »
Domandai incurante di me stesso, visto che non mi ero fatto nulla.
« Io si, ma tu? Scusami Yunho..»
Le parole che diceva erano soffiate vicino al mio viso. Potevo sentire benissimo quel calore e quel corpo premuto al mio che strinsi di più, non volendo lasciare la presa.
« Penso.. penso che debba alzarmi e prendere una nuova candela. »
« Vuoi davvero sfuggirmi di nuovo, Minnie? »
Sfiorai le sue labbra nel buio, perché quella morbidezza poteva essere solo quei due petali di rosa che volevo da tempo.
Lui probabilmente voltò il viso di lato e dovetti allentare la presa. Non si sarebbe mai dato a me, ormai era sicuro. Si alzò e non aggiunsi altro, rimanendo sdraiato a terra a guardare il soffitto oscuro, mentre lui si allontanava e tornò poco dopo con una nuova candela e le guance completamente rosse.
Era così dannatamente bello e carino così.
Ma non mi mossi per andare da lui, se non ritornare a sedermi e sistemare i miei abiti.
Quella sera conobbi anche la sorella di Changmin, Sooyeon.
Non credeva nemmeno lei che il fratello fosse lì, ma alla fine, tra le lacrime di gioia, si strinse a lui e lasciò cadere le sue stampelle.
Changmin mi aveva raccontato del suo male e forse sapevo già di cosa poteva trattarsi. Avrei preso anche quel provvedimento.
« Chiedo immensamente perdono per la carente cena che le ho offerto, Signore. »
« Non si deve scusare. Era sempre un piatto da Re e la sua cucina era davvero ottima. Non avevo mai assaggiato del cibo così sano e gustoso. »
La donna non aveva parole da dire, ma realmente per me era stato davvero buono.
Dopo la cena, Changmin aveva messo a letto la sorella, nella camera della madre e probabilmente stavano anche parlando di tutto il tempo trascorsi lontani, mentre io tornai in camera di Minnie, attendendolo. Tornò dopo qualche minuto, affacciandosi con una candela e la madre accanto a sé.
« Penso che possiamo tornare a casa ora. »
disse con voce bassa per non svegliare la sorella. Aveva trascinato la scatola in camera delle donne, dicendo alla madre di aprirlo domani mattina con Sooyeon.
« Devi proprio andare tesoro...? »
Chiese la donna e lui annuì. Si capiva perfettamente che quella separazione era troppo e mi portò ad attuare l'altra mia sorpresa.
« La nostra carrozza è via per oggi. Ho dato anche al cocchiere la possibilità di andare a vedere la moglie e i figli, quindi.. penso che per oggi tu possa stare con la tua famiglia Minnie. »
Mi alzai e presi la piccola candela che mi ero portato dietro, avvicinandomi a loro.
« Puoi stare a casa per stanotte. Domani mattina ti porterò a casa con me, va bene? »
« Davvero posso? »
« Si, puoi Minnie. Ma prima dimmi dove posso trovare un piccolo.. »
Mi ritrovai nuovamente stretto dalle sue braccia e ressi la candela per non farla cadere, portando una mano sulla schiena di Minnie, anche se la madre non aveva notato nulla.
« Grazie.. grazie Yunho.. mi stai riempiendo sempre di felicità oggi.. »
Sussurrò piano con il viso sul mio petto.
« Sono felice che sia così.. »
Si spostò, quando mossi la mano e schiarì la voce, guardandomi.
« Puoi stare qui. Non devi andare via. »
« Se avete dell'altra paglia, posso sistemare il mio giaciglio in un angolo. Sicuro che posso? »
« Può, Signore. Le farò avere della paglia fresca. Ne dovremmo avere un po' in cantina.. »
« No, puoi.. puoi dormire anche sul mio letto. È abbastanza grande per due persone. »
Nel dire ciò, le sue guance diventarono nuovamente rosse ed abbassò la sua candela così da nascondere quel particolare.
« Va bene, va bene anche così signora. La ringrazio. »
Feci un piccolo inchino con il capo e guardai Changmin.
« Allora andrò a dormire. Passate una bella serata e Changmin, spendi bene la notte parlando con tua madre. »
« Grazie Yunho.. e a te buonanotte.. »
Anche sua madre mi augurò la buonanotte e i due uscirono dalla stanza, chiudendo la porta.
Stranamente provavo anche una piccola punta di invidia per quel loro rapporto, mentre tornavo vicino al giaciglio, posando la candela e cominciando a spogliarmi, stando con una tunica senza maniche e posando gli abiti sulla piccola mensola lì presente.
Spegnei la candela e mi coricai sulla paglia, trovandola poco comoda, ma con quel profumo di Minnie che il tempo non aveva cancellato.
Inspirai quel profumo, sentendo le risate della donna e quella di Minnie e lentamente mi addormentai, sentendo in lontananza quelle voci, cullato anche dal suo profumo.
Non so quanto passò, ma aprì gli occhi che era ancora buio o almeno era ancora notte, ma in camera una candela era ancora accesa e intravidi la sagoma di Minnie che si stava spogliando, rimanendo con la veste bianca che usava come biancheria.
Seguì con lo sguardo quella figura, quel corpo coperto solo da quella veste e la mia mente fantastico su cose poco caste come la prima volta che lo vidi.
Richiusi gli occhi appena lui si voltò per entrare nel giaciglio, spendendo la candela e lasciando che sia la debole luce fuori dalla piccola finestra ad illuminare la stanza.
Entrò nel letto e si avvicinò a me, dandomi però le spalle.
Quel profumo mi faceva davvero impazzire e persino la sua stessa figura su quel letto, sullo stesso letto in cui stavamo dormendo.
Non resistetti e, istintivamente, avvolsi un braccio alla sua vita, avvicinandolo di più a me e facendo aderire la sua schiena al mio petto. Avvicinai anche il viso alla sua nuca, sfiorando la sua pelle con le mie labbra umide.
Lo sentì rabbrividire, ma anche sospirare senza nemmeno allontanarmi, cosa insolita.
Lasciai anche un piccolo bacio, facendo finta di essere nel sonno, ma lui premette il suo fondoschiena al mio bacino, cogliendomi del tutto di sorpresa.
« Yunho... Non stai dormendo, vero? »
Sussurrò piano con quella sua voce incantevole, voltando di poco il viso verso il mio.
« Come sapevi che non stavo dormendo? »
« Il corpo di una persona che dorme non è così.. così rigida... »
Sapevo a cosa si stesse riferendo, ma non era nemmeno colpa mia.
« È l'effetto che mi fai.. non posso nasconderlo qui sotto le coperte.. »
Ammissi senza nessuna vergogna ed avvicinandomi al suo viso, ma la sua mano mi bloccò, andando a posarsi sulle mie labbra.
« Da.. da quando..? »
Chiese forse imbarazzato dalla voce che potevo udire.
« Dalla prima volta che ti ho visto. Ma non volevo essere come Jae. Volevo darti il tuo tempo. Tu sai perché ti ho preso, vero? »
« Si, lo so... Kyuhyun me lo ha detto.. »
Spostò la mano, lasciandola cadere lungo il mio petto, mentre si voltò del tutto verso di me, così che stavolta i nostri petti fossero incollati. Il suo cuore martellava stranamente, ma forse era dato per la nostra vicinanza.
« Ma se tu continui così.. non so fino a quanto potrò resistere. Sei dannatamente meraviglioso Minnie.. »
« Anche.. anche tu Yunho.. »
Si lasciò scappare dalle sue labbra, mentre lentamente si avvicinava al mio viso.
Da una parte pensavo che forse aveva bevuto, ma dall'altra no.
Si fermò a pochi centimetri dal mio volto, facendo sfiorare le nostre labbra e dovetti richiamare tutto il mio autocontrollo per non fiondarmi su di esse e baciarle.
« Allora.. allora baciami Yunho.. »
Lo stava dicendo davvero? Potevo baciare davvero quelle labbra che, da tempo, avevo bramato di prendere?
« Tu lo vuoi davvero Minnie? »
« Se non lo volessi.. non te lo avrei mai chiesto.. »
Era vero e non me lo feci ripetere due volte.
Mi avvicinai, colmando quella distanza ed unendo le labbra alle sue.
Rimasi per un po' fermo, attendendo magari una sua reazione negativa, come l'essere spinto lontano o lui che scappava, ma non accadde e potei finalmente muovere le labbra in modo lento, stringendo quel corpo al mio e, dopo poco, portarmi su di lui senza pesargli.
Le sue labbra erano davvero così morbide, lisce e vellutate. Un dolce invito ad assaporare oltre, ad andare oltre.
Accarezzai con la lingua le sue labbra, chiedendo un accesso sempre maggiore e non lo negò, perché schiuse le labbra e portò la sua lingua alla mia, intrecciandola e portandola verso di sé.
Era inesperto su questo cose e dovetti guidarlo io oltre, attaccandomi bramoso al suo corpo e sue labbra.
Le nostre lingue danzavano in un movimento sensuale, allontanandosi e ricercandosi ogni volta e il suo corpo si mosse sotto il mio.
Mi staccai, giusto per riprendere fiato entrambi senza allontanarmi di molto dal suo viso.
« Mi hai completamente stregato, piccolo calzolaio. »
« Non sono stato... Sono quelle scarpe che ti hanno portato da me, stregandoti. »
Ritornai a baciarlo con più passione, portando una mano sulla sua veste che spostai, scoprendo il suo petto ed accarezzando parte del torace che trovai abbastanza scolpito.
Lui mi morse il labbro inferiore, sentendo le mie dita sfiorare il capezzolo destro ed allontanandosi di poco.
« Yunho... »
« Non ti farò del male.. promesso Minnie.. ma ti prego, non negarmi questo anche ora, perché non resisteró molto a lungo.. »
Non ribatté, ma si lasciò andare, completamente alle mie mani che cominciarono a spogliarlo e lasciare che le sue vesti, cadono a fianco di quel giaciglio.
Avrei voluto ammirare quel corpo sotto una luce più intensa, godermi la vista di quella pelle morbida e delle sue forme, impazzire per quello sguardo che, probabilmente, era imbarazzato e rosso.
Le mie dita percorsero la linea del suo petto, scendendo fino agli addominali e al basso ventre senza però andare oltre.
Volevo che fosse tutto lento, intenso e piacevole per entrambi.
« Non immagini quanto voglia osservare questo corpo ora.. non immagini.. »
« S-smettila.. è così imbarazzante.. »
« Stranamente già lo sapevo che avresti detto queste parole. Ma che ne dici se ora provvedi tu a lasciarmi senza vesti? »
« Io.. io non so da dove iniziare.. »
« Non dirmi che sei ancora... Intoccato. »
Deglutí sotto di me, ma presi la sua mano e lo guidai verso i lacci della mia veste.
Con gesti lenti e timidi, lo sentì cominciare a sciogliere il laccio e lo baciai sulle labbra, mentre la veste si apriva lento e lasciava il mio corpo scoperto.
Tolsi anche quello e lo lasciai cadere accanto a quelli di Changmin, avvolgendo le braccia al suo corpo.
Ora non c'era più nulla che ostacolava la completezza di quel nostro abbraccio. Le mie labbra esploravano ogni singola parte di lui e lo stuzzicava, mentre a stento tratteneva quei gemiti imbarazzati e di piacere che sfuggivano dalle sue labbra.
« Non ti trattenere.. »
Sussurrai al suo orecchio, coprendo i nostri corpi con quel semplice lenzuolo lasciato in disparte e che ora tornava utile.
« Non puoi dirlo.. loro.. »
« Ci sono io... Non temere.. »
Sapevo che presto saremo stati una cosa sola.
Un unico essere.
Come avevo sempre sognato dal primo momento che mise piede nella mia dimora.
Le sue gambe erano divaricate, mentre le mie labbra torturavano la pelle del suo collo, assaporandolo.
Era un chiaro invito il suo, anche se non lo aveva detto, era il suo corpo a parlare.
« Minnie.. mio Minnie... »
« Yunho.. ti prego... Sii gentile... »
Tremava sotto il mio corpo, mentre era aggrappato al mio corpo, le mani sulle mie spalle.
« Lo sarò.. lo sarò sempre con te.. »
Sussurrai lento al suo orecchio, completando quel abbraccio così antico come il mondo stesso.
Dalle sue labbra uscì un piccolo grido di dolore e capì davvero che era stato intoccato.
Mi fermai di scatto, sollevandomi appena per cercare con i miei occhi il suo viso che potevo vedere sotto la debole luce che entrava dalla finestra.
« Minnie.. sei davvero... »
Ero anche felice.
Felice che fossi stato io la sua prima volta e che Jaejoong non avesse preso nulla da lui, ma anche spaventato di avergli fatto male.
Non era la prima volta che avevo questo genere di rapporti, ma con Changmin volevo solo che provasse piacere che non ci fosse dolore sul suo volto.
« Y-Yunho... Sto.. sto bene.. ti prego, c-continua.. »
« Minnie.. tesoro mio.. »
Promisi a me stesso che sarei stato gentile e lento.
Cominciai a muovermi e le sue unghie ancorarono nella mia carne, procurandomi quel dolore e quel piacere che alimentavano sempre più la mia voglia di averlo sempre per me, di non lasciarlo più andare.
La stanza si riempì dei nostri gemiti, trattenuti a stento e dei nostri profumi che mescolati alla paglia, davano un'unica fragranza indimenticabile.
In quel momento, non volevo avere solo il suo corpo in pugno, ma anche la sua anima.
Lui.
Non ricordai più per quanto tempo rimanemmo uniti e quante volte il mio nome venne chiamato da quelle meravigliose labbra, ma so solo che quella notte, quella notte ormai passata, aveva segnato il nostro domani in qualcosa di migliore.
La mattina seguente, quando mi svegliai, trovai il posto accanto a me vuoto, ma percepivo ancora il nostro profumo e il suo calore.
Rimasi per un po' ad osservare quel punto, ascoltando i rumori che provenivano dalla cucina e il profumo del pane appena fatto. Fuori il piccolo villaggio, era già in attività e il sole inondava quella stanza, rendendola piacevole ai miei occhi.
Decisi di alzarmi e presi le mie vesti, indossandole prima di uscire dalla camera e seguire quelle voci.
« Buongiorno Signore. »
La prima ad avermi notato, fu sua madre e poi la sorella che si alzò per farmi spazio a tavola, ma che fermai, prendendo posto al altro capo del tavolo.
« Ha dormito bene, Signore? »
Mi domandò Sooyeon con gli occhi da Cerbiatto simili a quelli del fratello.
« Benissimo, signorina Sooyeon. E lei? Voi avete dormito bene?»
« Noi si, anche se.. »
« Sono a casa! Mamma... Sono riuscito a prendere solo due pani. Spero bastin-.. »
Sooyeon venne interrotta dall'entrata di Minnie che, appena mi vide, avampò ed abbassò lo sguardo, posando i due pani sul tavolo, mentre la signora metteva a tavola del formaggio fresco e quattro bicchieri di latte ben caldo.
« Buongiorno Minnie. Dormito bene? »
Domandai osservandolo, mentre prendeva posto accanto alla sorella che ci osservò entrambi.
« S-si.. si, ho dormito bene. E tu.. ? »
Sollevò di poco lo sguardo giusto per vedere il mio viso con un mezzo sorriso per la sua domanda.
« Oh, si.. splendidamente.. »
Riavampò alle mie parole e prese il primo pezzo di pane che sua madre aveva preparato con il formaggio, allungandolo a Sooyeon e il secondo a me, senza guardarmi, prendendo poi il terzo.
« Anche io ho dormito bene! Anche se c'erano dei rumori strani nella vostra camera.. »
Changmin quasi soffocò e prese la sua tazza di latte, bevendo un lungo sorso, mentre la signora non sembrava ascoltare, visto che era intenta a preparare le altre fette.
Se non fosse per tenere segreta la cosa alla bambina, avrei di sicuro riso divertito dalla reazione di Minnie.
« Forse era il vento oppure dei piccoli topini che cercano una via per entrare piccola. »
« Può essere.. anche se qui i topini non si avvicinano mai. »
« C'è sempre una prima volta, signorina. »
Presi la tazza e bevetti un po' di latte, osservando Minnie con un sorriso divertito, nascosto dalla tazza.
Quello sarebbe stato davvero l'inizio di qualcosa di nuovo.
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