Torno a casa con fatica, lasciare Paul diventa sempre più difficile.

-Sono a casa- dico una volta varcata la porta.

Casa mia ha solamente due stanze, un salotto e una piccola cucina. È una delle case più grandi assieme a quella di Paul e di altre due famiglie. Mio padre è il fabbro della città e per fortuna non ci ha mai fatto mancare nulla. Mi dirigo verso il salone dove trovo i miei genitori seduti assieme ad altri tre uomini a me sconosciuti.

Non sono di qua, provengono dell'altra zona!
Si nota subito dalla loro fisicità e dai loro occhi.

- Madre, padre cosa succede?- chiedo mentre guardo gli uomini con aria di sfida.

Le due comunità non si incontrano mai se non una sera all'anno, la loro presenza non è giustificata, a meno che ...

Per un attimo il mio viso si dipinge di paura.

Ho sentito parlare di donne e uomini presi da questi "animali" che li reclamano come propri compagni. A due case di distanza c'era stato il caso di una ragazza, Wanna,  se non ricordo male, è stata sottratta alla sua famiglia per diventare la moglie di uno di loro.

Mia madre mi fa segno di sedermi accanto a lei, noto una piccola cesta piena di abiti. Guardo il tutto con più attenzione: sono i miei abiti.

- Perché i miei abiti sono qui?- quasi urlo nel fare la mia domanda. La mano di mia madre si posa sul mio braccio.

- Sophia! Questi uomini ... -

-Animali vorrai dire!- aggiungo mentre uno di loro mi guarda come a uccidermi.

- Loro sono venuti perché il "Governatore" di questa città ha trovato la sua compagna!-

- E a chi importa madre! Perché questi "uomini" sono qui?-

- Sophia sono venuti per te! Sarai la futura moglie del Governatore- la voce di mio padre mi fa urlare per la paura, lo guardo mentre non riesco a capire se sono felici o sconvolti quanto me. Mi alzo avvicinandomi alla finestra facendo dei lunghi respiri prima di scagliare la mia rabbia contro tutte le persone che sono in quella stanza.

- Io Amo Paul! Io e lui ci dobbiamo sposare, ve lo siete dimenticati? Ed ora, scusatemi, ma io me ne vado!- urlo, ma prima che io possa uscire da questa stanza due forti braccia mi fermano.

Provo a muovermi per liberarmi, ma non ci riesco, le mie urla, i morsi e i calci sono dati a vuoto.

-Cosa le fate?- urla mia madre

-Niente! Dormirà solo un po' - rispose una delle voce tra gli uomini.
Sono le uniche parole che sento prima di vedere il buio, qualcuno mi ha messo un fazzoletto imbevuto con qualcosa di strano vicino al naso.

I miei occhi si aprono lentamente, ho un forte mal di testa, mi sento tutta a pezzi, ogni centimetro della mia pelle mi fa male. Cerco di alzarmi prima di guardarmi attorno. Sono sdraiata su un letto enorme, di fronte a me un camino e due porte.
Rimango immobile nel mentre una ragazza entra.
- Signorina siete sveglia!- appoggia un bicchiere d'acqua vicino a me.
- Dove sono?- le mie mani stringono forte la mia testa.

La ragazza mi passo il bicchiere. La guardo meglio: dentro al bicchiere ci sono delle erbe. Mi informa che mi aiuteranno con il mal di testa.  Mi fa sdraiare dicendomi che l'infuso farà effetto in un paio di ore e che una volta risvegliata non sentirò più niente. Stanca e troppo dolorante per controbattere, faccio come mi viene detto e torno a dormire.

POV Cole:

Non avrei saputo spiegare la mia felicità in quel momento: averla con me, poter dividere la mia vita con la mia compagna era un qualcosa di indescrivibile. Non vedevo l'ora che lei diventasse la mia luna. Avrei dovuto marchiarla prima di possederla. Il nostro matrimonio era stato fissato fra due giorni, avevo già invitato i suoi genitori. Una volta svegliata forse, pensai, avrei dovuto chiederle se volesse invitare anche i suoi amici. Pensavo a come avrei dovuto comportarmi e al fatto che avrei dovuto insegnarle tutti i doveri che avrebbe avuto da che ci saremmo sposati, difatti in caso di mia assenza sarebbe stata lei a comandare.

-Avanti!- tuono.

- Cole Ti posso parlare?- il mio beta entra nel mio ufficio interrompendo i miei pensieri. Gli faccio cenno di sedersi. - Penso che ci sia un problema.-

- Con i confini? Ho già pensato di andare domani a vedere la situazione.- Aggiungo annoiato per quella situazione che si è creata. I due Alpha delle terre del sud stanno litigando e la loro battaglia porta alcuni esclusi a passare dalle mie terre con la speranza di sfidare uno degli Alpha e prendersi tutto.

- No. È la tua compagna!- quando sento quella frase mi siedo meglio sulla sedia, il mio sguardo si fa più duro, forse le hanno fatto qualcosa. - Ha detto di amare un'altra persona, e che è promessa a lui! Pensavo che volessi saperlo. Il ragazzo si chiama Paul ed è il figlio del proprietario della bottega vicino a casa sua.- Basta uno sguardo al mio beta per capire che ho bisogno di restare da solo con la mia rabbia. La gelosia mi sta divorando, sapere che lui ha preso qualcosa di mio ha scatenato in me tanta di quella rabbia da farmi distruggere l'ufficio.

-Non riceverai da me amore! Te la farò pagare per questo tradimento- urlo, mentre sento il mio lupo lottare per uscire fuori. Sento il suo desiderio di vendetta, vorrebbe uccidere il ragazzo che ha osato sfidarlo.

Qualcuno bussa di nuovo alla porta: è Wanna, la compagna del mio beta.

- Signore, si è svegliata, ma gli ho dato un infuso per il mal di testa, ora dorme. Verso cena provvederò a svegliarla.- i suoi occhi guardano in giro con timore e curiosità.

- No! Lasciala dormire. Chiama qualcuno per sistemare qui... e torna pure nelle tue stanze Wanna!- rispondo ancora nervoso.

La ragazza esce lasciandomi di nuovo solo con i miei pensieri. Fino a poco prima pensavo di trattarla come una principessa, di amarla e rispettarla, ma ora ... Ora tutto è cambiato, non merita da me questo, il fatto di essersi donata a lui ha cambiato ogni cosa. La mia mente si rifiuta di credere che un angelo come lei possa avermi fatto questo, nonostante su queste terre vigila la regola del « si fa l'amore solo con il proprio marito ». Il mio cuore sembra piangere per la situazione in cui mi sono cacciato, ma consapevole che in questa situazione non sarò l'unico a soffrire, anche lei capirà cosa voglia dire soffrire per amore.