20
Sophia:
Tre mesi dopo:
Sono già passati tre mesi da quando mi trovo in questa stanza. Se non fosse per le candele che Mira cambia ogni mattina sarei davvero persa.
Mi alzo dal letto, mentre quest'ultima entra con in mano una piccola bacinella vuota e una brocca, si avvicina a me aiutandomi a lavare la mia faccia. Mi sento sporca i capelli sono in disordine, e da come lei mi guarda devo avere un aspetto altrettanto orribile.
- Signora vuole che le preparo un bagno caldo?- chiede tristemente.
- No Mira ho solo bisogno del mio libro che ho lasciato nella mia....- mi fermo ricordando che ormai quella stanza non mi appartiene più, lui l'ha contaminata con la sua amante.
- Portami il mio libro. E ti prego se il beta ti da altro cibo non portarlo!- aggiungo prima di farle segno di andare.
Rimango per ore ferma a guardare un punto della stanza, ho il mio piano in mente, ma quello che mi manca e solo il coraggio. Io che ho sempre avuto coraggio e la sfrontatezza di fare qualsiasi cosa, ora ho paura.
Ho paura di una sua reazione, che mi porterà ad un'altra umiliazione, ma so che mi serve solo una piccola spinta per mostrarli chi sono realmente.
Mira torna con il mio libro in mano, le accenno un grazie prima che lei esca dalla stanza. Apro il libro guardando le parole senza leggere, i miei occhi cercano qualcosa, quel qualcosa che mi faccia ricordare chi sono.
"Le donne forti sono come una tempesta.
Diventano indomabile quasi irraggiungibili, non si fermano davanti a nulla.
Hanno sguardi sicuri è il cuore pieno di lividi.
Sorridono ma ingoiano le lacrime"
Rileggo più volte quella frase che ha attirato la mia attenzione.
La mia forza è come una tempesta, irraggiungibile nel essere fermata, le forti fitte del mio cuore si sono trasformati in lividi, e ora non mi fermerò. Riprenderò quello che e SEMPRE stato mio.
Chiudo il mio libro alzandomi dal letto, appoggio la mia mano sulla maniglia della porta
-Forza Sophia. Mostra a quel Lupo chi ha osato sfidare-dico prima di uscire.
I raggi di sole mi colpiscono agli occhi, Mira e la prima persona che incontro.
- Signora-.
- Mira preparami un bagno subito, e un abito degno di una padrona di casa- dico mentre un sorriso si fa largo sul suo viso. Mi accompagna dentro una stanza per poi aiutarmi a fare un vero bagno. Una volta uscita asciugo i miei capelli che lasciano spazio a dei magnifici boccoli.
- Vedrà signora rimarrà a bocca aperta vedendovi- aggiunge una volta indossato l'abito. Mi guardo allo specchio. Davanti a me vedevo sempre la ragazzina di tre mesi fa, ma più determinata a mostrare la donna che in realtà sono.
Scendo le scale per andare nella sala da pranzo, attirata da alcune risate. La paura torna a bussare dentro di me, ma la caccio via.
-Ora o mai più- dico prima di entrare nella sala da pranzo.
I loro sguardi si puntano su di me, la donna siede al posto del beta che si è messo al mio solito posto. Gli occhi di Cole sono su di me, e su tutto il mio corpo, non riesco a capire se e arrabbiato, o sorpreso della mia intrusione, ma poco importa.
Mi avvicino verso il tavolo mentre Mark si alza per fare un piccolo inchino e lasciarmi sedere al mio posto. La donna per tutto il tempo non ha più parlato, continua a guardarmi con disprezzo.
- Non abbiamo avuto l'occasione di presentarci « dico rivolto alla donna che si alza per porgermi la mano » Sono Sophia, la Luna di queste terre- dico con un tono sicuro mentre sul mio viso si stampa un sorriso falso.
La donna rimane sorpresa per alcuni secondi, ma torno all'attacco subito dopo.
- Piacere, io sono Vakira Luna delle terre di Razmi- non ho la più pallida di chi sia ma continuo con la mia parte.
Mi siedo facendole segno di accomodarsi cosa che a lei non piace.
- In questo caso siete la benvenuta!- dico prima di versarmi del latte.
- Oh ci ha già pensato l'Alpha a darmi il benvenuto- risponde lei prima di sorridere verso di lui. Ho una voglia di lanciarle il latte in faccia ma cerco di calmarmi, non vincerete questa guerra.
- Sono sicura che mio marito è stato un'ottimo padrone di casa- lo guardo con la coda del occhio.
Cole è rimasto immobile, non ha più mosso nemmeno un muscolo al mio arrivo, e onestamente non so come prendere questo suo gesto. Forse aspetta di rimanere soli per uccidermi, ma sono consapevole che se c'è da umiliarmi Cole non si fa scrupoli davanti a nessuno.
Mark inizia a parlare per cambiare discorso, mi informa che fra pochi giorni Wanna sarà di ritorno a casa, la notizia mi fa piacere, avere Wanna come alleata e una buona cosa.
Quando finiamo di mangiare la donna riparte all'attacco di nuovo, mette le sue mani sul braccio rivolgendosi a lui in modo sensuale.
- Alpha mi avete promesso un giro per la città- il suo tono di voce mi da sui nervi, vorrei dirle di togliere le sue mani da lui, ma cerco di contenermi, non posso sbagliare ora.
- Oh mi dispiace, ma io e mio marito abbiamo delle cose da fare oggi. Forse più tardi se mi libero posso portarvi io, altrimenti chiederò al signor Jones di pensarci, conosce questo posto quanto mio marito- dico mentre il suo viso sembra voler scoppiare di rabbia. Mi alzo dal tavolo aspettando che anche lui faccia la stessa cosa. Per un attimo sento la terra tremare quando lui non si muove, la donna si stampa un sorriso come a confermare la mia ennesima umiliazione.
- C-Cole!- dico con un filo di voce quasi a pregarlo di non umiliarmi davanti a tutti.
Lui si alza, fa un veloce sorriso agli altri prima di farmi cenno con la mano di camminare. Posso sentire gli occhi pieni di rabbia della donna alle mie spalle, mentre esco dalla stanza.
Usciamo fuori dalla casa, il freddo colpisce il mio viso, prima di guardare dietro di me. Dalla fretta non ho preso il mio mantello. Il suo sguardo si posa su di me prima di togliersi il suo e appoggiarlo sulla mia spalla.
- Grazie- accenno mentre si mette davanti a me per chiuderlo.
I suoi occhi continuano a studiarmi prima di parlare.
- Perché siamo qui?-
- Hai detto che sono la Luna, e che ho molte cose da imparare, bene iniziamo!- rispondo evitando una pozzanghera.
- Ho da fare Sophia!- risponde seccato.
- Beh se il tuo da fare ha i capelli biondi, credo che possa aspettare- dico con rabbia senza accorgermi.
Lui inizia a ridere mentre passiamo davanti a una bancarella di abiti.
- Lo trovi divertente?- chiedo infastidita dalla sua risata.
- Quello che trovo divertente e il tuo fingere di essere "gelosa" di me!-. Aspetto che passi una donna prima di risponderli. Una volta soli sbuffo alzando gli occhi al cielo.
- Pensi che io finga?-
- evidente, una bellissima donna che prende il tuo posto, tu che vai nei bassi piani, senza privilegi senza niente. Ci sono tante cose che mi fanno pensare che tu stia fingendo, e non tengo in conto quello che hai fatto tre mesi fa con quel "mezzo uomo"!- definire Paul un mezzo uomo mi da un leggero fastidio, non e colpa sua ne mia se per tutto questo tempo ho confuso i miei sentimenti, ma quello che mi fa più rabbia e sapere che lui pensi che lo faccia per avere "privilegi"
- Ti sbagli. Non sto fingendo- aggiungo prima di tornare a camminare.
- Ah no?- chiede mettendosi a fianco a me.
- Ho solo imparato Cole!-
- E cosa hai imparato Sophia?- chiede bloccandomi.
- Ho imparato « provo a dire prima che le sue mani si posano sui miei fianchi » ...So cosa vuoi fare. Ma questa volta .. - le mie parole vengono interrotte dal suo avvicinamento. Il suo respiro soffia sulla mie labbra.
- E cosa voglio fare Sophia?-
- Non vincerai questa volta Cole. Non te lo permetterò- il suo viso si allontana, ma continua a stringermi a se.
- Sei sicura Sophia? So essere molto duro, e non perdo mai- Non mi lascio scoraggiare e tanto meno impaurire dalle sue parole nemmeno quando cerca di nascondere un sorriso divertito dalla situazione.
- Se e la guerra che vuoi Alpha guerra sia-
Si avvicino al mio orecchio sfiorando il mio collo con la sua bocca.
- Che sia ... Sophia!- le sue labbra si appoggiano sulle mie. Il suo bacio sigilla la nostra sfida.
Fine prima parte
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