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«E adesso, è arrivato il momento che tutti stavate aspettando! Direttamente da Daegu, il campione che fino ad ora non ha mai perso un incontro — e che mi ha fatto fruttare un sacco di soldi, aggiungerei; alla mia destra, signori e signore, Suga!»

Appena Hoseok, lo strano ragazzo dal sorriso a cuore – e che sembrava essere l'unico a non trattare Jimin come un deficiente, lì dentro – finì la presentazione, un boato di alzò dalla folla intorno a lui, mentre Yoongi si ergeva fiero nel cerchio di gesso che fungeva come ring, sotto lo sguardo incantato di Jimin.
Era il suo secondo giorno di lavoro e per tutta la giornata non aveva fatto altro che pensare a quanto fosse bello quel ragazzo. Il rosa non era mai stato un tipo attento ai particolari: potevi anche passargli davanti con un tutù rosa, spargendo brillantini, ma lui non l'avrebbe mai notato. Infatti, solo in quel momento, si accorse dei magnifici tatuaggi che si estendevano sul corpo allenato del maggiore. Alcuni erano disegni in stile 'old school', come una rondine con in bocca un ramoscello di fiori, disegnata sui suoi addominali pronunciati; altri, erano scritte e date cosparse sulla schiena e sugli avambracci, ma quello che adorava di più si trovava sul gomito sinistro: era un cupo mietitore, con degli occhiali da sole e un bicchiere di Starbucks in mano, con sotto una piccolissima scritta in stile macchina da scrivere, che recitava 'ruthless', 'spietato'.

E Min Yoongi spietato, lo era per davvero. Lo si vedeva nello sguardo tagliente che rivolgeva ai suoi avversari o nel sorriso beffardo quando riusciva ad atterrarli e a bloccarli in una presa mortale. O ancora, quando leccava dalle dita il sangue del malcapitato, guardandolo con aria di sfida e riprendendo a combattere con rabbia e ferocia. Quando si trasformava in Suga, non era più una persona, ma un demone assetato di sangue su cui era stato posto il peso di molte, forse troppe banconote. E solo quando l'avversario si arrendeva e Junmyeon alzava il suo braccio in segno di vittoria, lì, ritornava ad essere Min Yoongi.

Jimin avrebbe dovuto essere spaventato da lui, ma non lo era. Era più che altro affascinato da tutta quella bellezza macabra e letale, che lo spingeva a guardare incantato ogni suo pugno, ogni suo calcio; e alla fine dell'incontro, quando i suoi occhi si intrecciarono per un breve secondo con quelli di Yoongi, sentì l'irrefrenabile bisogno di medicarlo come la sera precedente, di baciargli le nocche insanguinate e fasciargli le ferite. Per questo, senza alcun ordine da parte di Taehyung, si allontanò dalla sua postazione con un "vado ad aiutare Jin hyung", per poi correre verso l'infermiera.

Appena aprì la porta, trovò il biondo, seduto sul lettino, mantenersi un fianco e respirare a fatica. Aveva gli occhi chiusi e il volto contornato da lividi nuovi, che si erano andati ad aggiungere a quelli della sera precedente. Rimase a fissarlo per una manciata di secondi, imprimendo della sua mente la curva perfetta del suo profilo.
«Jin non c'è?» chiese il rosa, attirando la sua attenzione.
«Hey, Jiminie»  Yoongi si voltò a fissarlo, sorridendogli appena. «Jin hyung è andato a curare l'altro ragazzo, ci penso io qui» cercò di mettersi dritto, ma appena raddrizzò la schiena, una fitta gli su propagò per tutto il lato sinistro, facendogli emettere un sibilo per il dolore.

«Ti aiuto io» e senza aspettare la sua risposta, Jimin prese la cassetta del pronto soccorso e si pose di fronte al ragazzo, esattamente in mezzo alle sue gambe, che penzolavano dal lettino. Gli prese una mano, cercando di non pensare a quanto fossero armoniose loro mani insieme, e cominciò a passarci sopra il disinfettante, provando ad essere il più delicato possibile. Tolse tutto il sangue con dell'ovatta bagnata, pulendo le dita fini una ad una e lasciando ricomparire le sottili linee tatuate sopra di esse, coperte dal rosso.
Gliele fasciò e poi passò a curargli il taglio che aveva al lato della bocca, provocato da un pugno, che aveva causato la rottura dei capillari. Proprio in quel punto, infatti, si stava creando una chiazza rossa e violacea, che sarebbe rimasta per molti giorni e che donava maledettamente bene con il colorito rossastro delle labbra del più grande, che Jimin avrebbe tanto voluto toccare.
Il tutto avvenne nel silenzio più assoluto, un silenzio opprimente, ma che nessuno dei due aveva intenzione di rompere, mentre Yoongi restava ad occhi chiusi, respirando profondamente e beandosi dei tocchi leggeri e delle cure del più piccolo.

«Fatto» sussurrò Jimin, dopo una manciata di minuti, facendo riprendere Yoongi da quello stato di trance in cui si trovava. Aprì gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri di distanza dal rosa. Incominciò a fissarlo, proprio come si fissa un'opera d'arte e dentro di lui sentì crescere qualcosa, un sentimento che non provava da molti anni.
Al contrario di Jimin, Yoongi era un tipo attento ai particolari: aveva notato Jimin già dal giorno prima, quando quella testolina rosa aveva fatto capolino dall'entrata del 'Monsoon', sfoggiando un sorriso che avrebbe fatto invidia al sole e chiedendo per quel posto di lavoro. Appena l'aveva visto, Yoongi era rimasto incantato dalla grazia del ragazzino, dal suo modo di parlare pacato e dai suoi movimenti delicati. Non sapeva se poteva definirlo un colpo di fulmine o stronzate simili; l'unica cosa che sapeva era che quando guardava Jimin, una strana calma gli si infondeva nel petto e per una volta, era un po' meno incazzato con il mondo.

La loro gara di sguardi venne interrotta da Taehyung che imprecava contro Jimin di ritornare al lavoro e questa volta, fu lui ad essere lasciato da solo, a guardare imbambolato il vuoto.

[suup']
anche se è una giornata di merda, mi sento soft, quindi: enjoy the soft (?)

per chi volesse farsi l'idea di alcuni tatuaggi di Yoongi, vi lascio le foto qui sotto e ne approfitto per ringraziare le persone che hanno letto il primo capitolo e che hanno votato: mi rendere feliciah, aw.

lasciate una stellina o un commentino, se vi va!
Ovis. 💫



((io amo questo tatuaggio))


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