Epilogo - As long as you love me


I've tried to hide it so that no one knows
But I guess it shows
When you look into my eyes
What you did and where you're coming from
I don't care
As long as you love me, baby.

As long as you love me – Backstreet Boys


A Draco Malfoy era sempre piaciuta la neve.

Hermione lo sapeva e ne aveva avuto ulteriore conferma quella volta in cui lo aveva visto guardare con occhi adoranti il nevischio nell'aria, prima ancora che si formassero i fiocchi.

La strega aprì la mano per catturarne uno sul palmo, poi sollevò lo sguardo sugli studenti che si affrettavano a rientrare e quando lo abbassò di nuovo, il fiocco si era già sciolto.

Harry, Ron e Ginny attraversarono il corridoio che affacciava sul cortile in cui si trovava Hermione e lei li salutò con la mano. Non appena la videro, i tre Grifondoro ricambiarono il gesto e Ron fece per andare verso di lei, ma Ginny lo trattenne per un braccio, mentre Harry ridacchiava. Poi la piccola Weasley le suggerì con un cenno che si sarebbero viste dopo e proseguì insieme ai due ragazzi lungo il corridoio.

Hermione sorrise e si guardò intorno, mentre aspettava.

Alcuni studenti erano tornati a casa per le vacanze natalizie, ma ce n'erano comunque tanti in giro per Hogwarts quella mattina. E mentre i Grifondoro, i Corvonero e i Tassorosso si godevano l'aria festiva scambiandosi pettegolezzi, tra i Serpeverde regnava un religioso silenzio, come accadeva sempre quando succedeva qualcosa che riguardava loro e loro soltanto.

Come se le avessero letto nel pensiero, alcuni studenti della Casa di Salazar alzarono lo sguardo su di lei, mentre Hermione rimaneva immobile sotto la neve.

Ci mise un po' a realizzare che non stavano affatto guardando lei, quindi si voltò.

Era arrivato.


***


Although loneliness has always been a friend of mine,
I'm leaving my life in your hands.
People say I'm crazy and that I am blind,
Risking it all in a glance.

As long as you love me – Backstreet Boys


Ad aspettarlo davanti al Gargoyle che sorvegliava l'ingresso dell'Ufficio del Preside, Draco trovò il professor Piton. Lo salutò educatamente, aspettandosi che si limitasse a pronunciare la parola d'ordine per lasciarlo entrare, invece lui lo scrutò attentamente in viso e tirò le labbra in quello che – con molta fantasia – sarebbe potuto passare per un sorriso.

«Ben fatto, signor Malfoy», disse in tono neutro.

Draco si sforzò di sembrare altrettanto impassibile, con risultati che sarebbero parsi accettabili solo se il termine di paragone non fosse stato così eccezionale. «Grazie, signore», rispose. «Anche se non so assolutamente a che cosa si riferisca.»

Per la seconda volta in pochi minuti – un record, praticamente – Piton fece un mezzo sorriso soddisfatto. Non aggiunse altro, si voltò verso il Gargoyle e pronunciò la parola d'ordine.

Quando entrarono, Silente dava loro le spalle ed era impegnato in una fitta conversazione con il quadro di Phineas Nigellus Black, antenato di Draco ed ex-preside della scuola.

«Molto bene. Ora se vuoi scusarmi», fece Silente, «ho convocato il giovane Malfoy per discutere di questioni importanti.»

«Naturalmente», replicò Black, in tono sorprendentemente accondiscendente.

«Buongiorno», salutò Draco per primo, ricordando le buone maniere.

«Salve, signor Malfoy», replicò il vecchio, ignorando completamente il professor Piton. «Prego, siediti.»

Lui obbedì e attese in silenzio.

«Dunque», iniziò il preside, «suppongo tu sia a conoscenza degli avvenimenti di questa mattina che riguardano la signorina Pansy Parkinson, dal momento che in questa scuola certe notizie viaggiano più velocemente dei gufi.»

Draco rimase impassibile. Silente non gli aveva domandato nulla, quindi non pensò di dover rispondere.

«Ma, tanto per essere sicuri», proseguì lui, «li riassumerò brevemente: la signorina Parkinson è stata trovata questa mattina nell'aula di Pozioni in stato di incoscienza accanto a un calderone fumante. Non è chiara la dinamica esatta dell'incidente, perché la ragazza ha inspiegabilmente perso la memoria e non è stata in grado di ricostruirla. Secondo una prima stima, dovrebbe aver dimenticato pressappoco gli ultimi otto mesi della sua vita.»

Una sincera traccia di tristezza passò sul volto di Draco, che non si preoccupò di nasconderla. Ciò che invece represse con tutte le forze, probabilmente senza neanche riuscirci appieno, fu l'ondata di senso di colpa che lo assalì, sentimento che non solo non era solito appartenergli, ma che soprattutto non poteva permettersi di mostrare.

«L'ho sentito. Mi è dispiaciuto molto», disse sinceramente.

Silente lo guardò come se potesse leggergli nel pensiero senza il minimo sforzo e istintivamente Draco ricorse ai pochi ma importanti insegnamenti che sua madre gli aveva impartito sull'Occlumanzia.

«Ne sono convinto», rispose il preside, sorridendo. «Tuttavia devo chiederti se c'è qualcosa di cui sei a conoscenza che vorresti condividere con me.»

Draco rimase in silenzio per un istante. «No, signore.»

«Molto bene», concluse Silente, annuendo.

«Ma ho una domanda da farle, alla quale, se possibile, preferirei che rispondesse con sincerità», aggiunse con una punta di ironia nel tono educato.

Silente annuì, serissimo. «Se possibile», sottolineò.

«Come intende evitare, esattamente, che il Signore Oscuro scopra che, anziché portare a termine l'incarico che mi aveva assegnato, io mi sono rivolto a lei?»

Lo sguardo del preside brillò da dietro gli occhiali a mezzaluna. «Non ritengo necessario che tu lo sappia, signor Malfoy», rispose divertito. «Anzi, credo che tenerti all'oscuro sia un elemento fondamentale per la riuscita del mio piano. Quindi suppongo che tu sia costretto a fidarti di me.»

Draco sostenne il suo sguardo, poi si costrinse ad annuire.

«Non c'è altro, signor Malfoy», concluse Silente, congedandolo.

Lui si alzò in piedi per andare via.

«Ti auguro un felice Natale e spero che Hogwarts sappia impedirti di sentire la mancanza di casa tua, durante queste feste», aggiunse il preside.

«Grazie», rispose Draco, colto un po' alla sprovvista. «Buon Natale anche a lei.»

Quando si voltò, incontrò lo sguardo impassibile del professor Piton, che era rimasto dietro di lui senza mai aprire bocca, quasi fingendo di non essere presente.

Lo salutò con un cenno del capo e si avviò verso la porta dell'ufficio, impaziente di uscire.


***


And how you got me blind is still a mystery,
I can't get you out of my head!
Don't care what is written in your history,
As long as you're here with me.

As long as you love me – Backstreet Boys


Il professor Piton attese in silenzio che il preside terminasse le sue riflessioni e ne esprimesse una minima parte ad alta voce, come faceva sempre.

«Sai, Severus», disse infatti, «penso proprio che la signorina Parkinson starà bene.»

Il professor Piton inarcò un sopracciglio. «Tu credi?»

«Oh, sì», replicò lui. «Sono convinto che il signor Malfoy abbia abbastanza a cuore la questione da occuparsene in prima persona.»

«Dubito che uno studente del sesto anno sia in grado di fare qualcosa che non riesce ai Medimaghi del San Mungo», osservò scettico.

«Oh, andiamo, Severus! Non sottovalutare le capacità di un ragazzo adeguatamente motivato!», lo rimproverò Silente.

Lui non ribatté. Era tanto abituato alla sua estrema fiducia negli studenti – inclusi quelli completamente incapaci come Potter – quanto ne era disgustato.

Silente posò la mano annerita dalla maledizione sulla scrivania e la guardò come se avesse qualcosa a che fare con quel discorso. Poi alzò lo sguardo su di lui, aspettandosi che dicesse qualcosa.

«Sei sicuro di voler portare avanti il piano originale includendo Malfoy?», chiese Severus, domandandosi per l'ennesima volta se quell'incrollabile fiducia che lui aveva li avrebbe fatti ammazzare tutti, prima o poi.

«Certo», confermò il preside senza esitare, a riprova del fatto che certi dubbi non lo sfioravano neanche. «Morirò comunque, tanto vale trarne il massimo vantaggio», concluse in tono divertito.

Piton esibì un mezzo sorriso perplesso che sarebbe potuto passare più facilmente per una smorfia di disappunto.

«Il signor Malfoy è molto cambiato ultimamente, ma io trovo che sia addirittura più risoluto di prima», decretò.

«Tu credi?», gli fece eco ancora una volta Severus.

«Sì, penso che il suo interesse per la signorina Granger lo spinga a voler dimostrare qualcosa. Se a se stesso o a lei, questo non mi è chiaro. Ma dopotutto l'amore è tanto meraviglioso quanto misterioso, non sei d'accordo, Severus?»

Tipico del vecchio preside spiegare tutto con l'amore. Quando una volta Piton gliel'aveva fatto notare, lui aveva risposto citando un vecchio libro babbano che lo riteneva un sentimento in grado di muovere perfino gli astri, quasi fosse più potente di ogni magia, una forza più intensa della gravitazione universale.

Ma la verità era che Severus aveva conosciuto qualcosa di più forte e travolgente, qualcosa che aveva tirato fuori una parte di lui che neanche credeva di avere.

«Tu lo sai bene», ripeté Silente.

Lui aveva conosciuto la perdita.

Si limitò ad annuire, sperando di lasciar cadere la conversazione. Ma Silente, come al solito, sembrava sapere sempre a cosa pensasse, e a niente serviva l'Occlumanzia contro di lui, che più che nella mente sapeva insinuarsi nell'anima delle persone.

«L'amore muove il Sole e le altre stelle», citò con un sorriso. «Anche Draco


***


Every little thing that you have said and done
Feels like it's deep within me.
Doesn't really matter if you're on the run,
It seems like we're meant to be.

As long as you love me – Backstreet Boys


Era arrivato.

Se ne rese conto solo nel momento in cui, semplicemente guardandola, l'inquietudine che minacciava di schiacciarlo da quando aveva lasciato l'Ufficio del Preside sparì del tutto. Libero da quel peso che gli aveva oppresso il petto, inspirò profondamente e sentì il profumo della neve nell'aria.

La Mezzosangue era lì, nel centro del cortile in cui si erano dati appuntamento, a lasciarsi bagnare i capelli impossibili dai fiocchi che le si scioglievano addosso.

Quando Hermione si voltò verso di lui, seguendo gli sguardi dei suoi compagni di Casa che lo stavano fissando da lontano, Draco non vide più altro che lei. La strega gli rivolse un sorriso timido e uno sguardo particolarmente acceso che era solita riservare soltanto a lui e Draco pensò che l'incertezza dietro quelle labbra avrebbe dovuto cancellarla a furia di baci.

Le si avvicinò con decisione e lo fece, ma la Mezzosangue si irrigidì, probabilmente a disagio per via delle persone che li stavano guardando, a cui lui non aveva dato importanza. Poi però si rilassò tra le sue braccia e ricambiò il bacio e Draco le accarezzò i capelli umidi di neve sciolta e le guance tiepide di imbarazzo – e rosse di sentimento.

«Andiamo», le sussurrò, spingendola al coperto, mentre lei, stordita, sbatteva le palpebre.

Le prese la mano e lei intrecciò le dita alle sue, più taciturna del solito.

«Sei stranamente silenziosa, Mezzosangue», le fece notare mentre percorrevano i corridoi che affacciavano sul cortile interno, in modo che potessero ancora guardare la neve.

«Com'è andata con Silente?», chiese lei in risposta, guadagnandosi un'occhiata di traverso.

«Bene», replicò lui semplicemente, senza scendere nei dettagli. Lei non insisté.

«Mi sento in colpa per quello che abbiamo fatto a Pansy», disse tutto d'un fiato, fermandosi per trovarsi faccia a faccia con lui.

Draco sostenne il suo sguardo e rimase un istante in silenzio, prima di rispondere in tono perfettamente calmo: «Tu non hai fatto niente a Pansy. L'idea è stata di Blaise, la pozione era di Daphne e io gliel'ho data.»

«Io ero lì ed ero d'accordo», sussurrò lei, guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno li stesse ascoltando.

«Hai promesso che non avresti avuto ripensamenti», le fece notare lui.

Hermione annuì. «Questo significa che manterrò il segreto, non che mi piaccia.»

«Non piace neanche a me», ammise lui. «Sistemerò le cose quanto prima», decretò, rivolto più a se stesso che a lei.

La strega parve tranquillizzarsi e lui la abbracciò, quasi potesse fare altrettanto solo tenendola stretta.

«Ti aiuterò, se sarà necessario», disse lei piano, mentre camminavano affiancati.

Se me lo lascerai fare.

Draco pensò che era la promessa più bella che lei potesse fargli, quella di stargli accanto sempre, finché lui gliel'avesse permesso. E a lui non importava che, rispetto al mondo a cui apparteneva, lei era un'estranea, sotto diversi punti di vista. Né che fosse testarda e orgogliosa, perché era anche intelligente, coraggiosa e altruista e non voleva essere protetta, non quanto desiderava proteggere lei stessa le persone a cui teneva.

E Draco gliel'avrebbe lasciato fare, perché Merlino solo sapeva quanto lui avesse bisogno di lei.

«Anche se non sarà necessario», precisò.

Hermione sorrise. Forse neanche a lei importava che lui fosse cresciuto con ideali che non le avrebbero mai reso giustizia. O forse, addirittura, sapeva meglio di lui quanto fragili potessero essere le convinzioni di una vita di fronte a quello che avevano scelto di condividere.

Una cosa era perfettamente chiara a entrambi, più di ogni altra: era una scelta che avrebbero continuato a difendere insieme, a qualunque costo. Sempre.



I don't care who you are,
W
here you're from,
What you did,
As long as you love me.


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Altre storie della serie:

Wrap me in your love: capitolo extra di Rusty Halo (a seguire)

Green Green-grass of Home: spin-off di tre capitoli su Daphne e Blaise

The end where I begin: long sequel di Rusty Halo

Tutte online sul mio profilo!

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As long as you love me è una canzone dei Backstreet Boys del 1996. Si traduce in Finché mi ami, non solo a livello temporale, ma proprio come unica condizione necessaria: l'amore basta, il resto non conta.


Note

"L'amor che move il sole e l'altre stelle" è un verso della Commedia di Dante (Paradiso XXXIII,145), che Silente parafrasa giocando sul fatto che Draco è il nome di una costellazione e che quindi l'amore muove anche lui.


Con questo epilogo si conclude ufficialmente Rusty Halo. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto, votato e commentato la mia storia: ogni stellina, commento o view è stata un'enorme soddisfazione per me! ♥

Un ringraziamento speciale va a ReadingEllen, che mi ha sostenuta tantissimo e ha apprezzato e pubblicizzato la mia storia sulla sua pagina. ♥

Infine, ultima ma non meno importante, la mia beta-reader, _Legar_,che ha revisionato ogni singolo capitolo di questa fanfiction e che, a distanza di anni, continua a supportarmi sempre (e a sopportarmi pure!) ♥


Tre piccole comunicazioni, che spero faranno piacere a qualcuno.

Giovedì pubblicherò un capitolo extra, che è da intendersi come una One Shot a sé stante, che racconta il primo Natale di Draco e Hermione insieme e che quindi si colloca dopo Rusty Halo. Il titolo dell'extra sarà: Wrap me in your love.

Inoltre, Rusty Halo ha un sequel, anche questo già scritto e pressappoco della stessa lunghezza di RH, e che comincerò a pubblicare qui su Wattpad a seguito di una pausa di due-tre settimane che mi prenderò dopo aver postato il capitolo extra.

Infine, esiste anche un piccolo spin-off su Daphne e Blaise, che si colloca dopo il prologo del sequel, e che quindi pubblicherò un po' più in là, sperando che qualcuno abbia amato questi due personaggi tanto quanto me. Si tratta di una breve storia di tre capitoli, in cui saranno presenti anche Astoria e alcuni personaggi che ricompariranno in seguito. Non è indispensabile leggere questo spin-off per comprendere il sequel, ma è caldamente consigliato per comprendere lo sviluppo del rapporto tra Blaise e Daphne e per cogliere tutti i collegamenti futuri.

Detto questo, ringrazio ancora tutti voi per essere arrivati fin qui, giovedì avremo il nostro ultimo appuntamento (per ora)!

Un abbraccio.

Futeki

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