Capitolo 7 - Face the Sun
And God knows that it's hard to find the one,
But in time all the flowers turn to face the Sun.
Face the Sun – James Blunt
Quella mattina, Hermione dovette riconoscere a se stessa che neanche Tu-Sai-Chi in persona era mai riuscito a monopolizzare i suoi pensieri al punto da renderla così distratta. Quando a colazione Harry aveva parlato in tono tetro della terribile novità, lei non si era neanche domandata di cosa si trattasse, né l'aveva sfiorata l'idea che magari avrebbe dovuto informarsi, visto che a differenza delle notizie che era solito portare Ron, quelle di cui parlava Harry avevano quasi sempre una certa rilevanza e un discreto impatto sull'intero Mondo Magico.
«Voglio dire», stava dicendo Harry, «siamo passati da un'accettabile condizione di sicurezza, con metà di loro all'interno e metà all'esterno, all'aver perso addirittura tutto ciò che si frapponeva tra le due parti.»
Hermione pensò distrattamente che forse si riferiva a uno schema di Quidditch che non aveva funzionato a dovere, ma se così fosse stato, perché avrebbe dovuto parlarne con lei?
Vieni a vedere la partita, domenica.
No, lei non sapeva niente di Quidditch, non c'era alcun motivo di attirare la sua attenzione con tanta insistenza su qualcosa che non capiva.
È qualcosa che non mi dispiace condividere.
Ginny la strappò dalle sue riflessioni mettendole sotto gli occhi una copia della Gazzetta del Profeta. In prima pagina, una foto di Azkaban occupava gran parte dello spazio, sormontata dalla terribile notizia di cui aveva parlato Harry, scritta a caratteri cubitali.
«I Dissennatori si sono schierati dalla parte di Tu-Sai-Chi?», esclamò Hermione sconvolta.
Harry sbatté le palpebre confuso, probabilmente domandandosi se lei avesse ascoltato una sola parola di quello che aveva detto fino a quel momento. «E quasi tutti i Mangiamorte sono evasi», concluse pazientemente.
«È terribile!», fece ancora lei. «I Dissennatori sono creature pericolose, dovremmo imparare a difenderci!»
«Infatti, come ho detto prima, il professor Moody mi ha detto che oggi pomeriggio, durante la sua lezione, ci eserciteremo con l'Incanto Patronus», disse Harry esasperato.
Hermione si passò una mano sugli occhi, colta da un'improvvisa stanchezza. Anziché sedersi al solito posto, accanto a Ginny, quella mattina le si era messa di fronte, in modo da dare le spalle al tavolo dei Serpeverde per costringersi a non lanciare occhiate continue all'indirizzo di una certa serpe in particolare.
«Non vedo l'ora di scoprire che faccia farà Malfoy!», esclamò Ron, intervenendo per la prima volta nella discussione.
Hermione alzò la testa di scatto, domandandosi stupidamente se lui le avesse letto nel pensiero. Come se fosse capace di utilizzare la Legilimanzia su di lei.
«Voglio dire, Harry sa evocare un Patronus corporeo dal terzo anno! Sarà sicuramente il migliore!», specificò.
«Lascia perdere, Ron», rispose Harry. «È già abbastanza fastidioso dover condividere con loro le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure, non mi pare il caso di dare loro motivo di iniziare a litigare.»
Hermione stava già per complimentarsi per l'incredibile spirito pacificatore di cui si stava mostrando portatore, quando Harry aggiunse: «Dopotutto la metà di loro non avrà neanche bisogno di difendersi dai Dissennatori, visto che adesso sono dalla parte di Voldemort.»
«Harry!», esclamò Hermione.
«Oh, andiamo, Hermione. È inutile negarlo! Molti di loro sono figli di Mangiamorte e, adesso che lui è tornato, non mi stupirei di trovare sul braccio di qualche Serpeverde un bel Marchio Nero nuovo di zecca.»
Lei smise di ascoltarlo quasi subito, in parte perché non poteva dargli tutti i torti, ma anche perché la sua mente aveva già cominciato a tornare alla notte prima...
Non ce l'ho e non l'ho mai voluto, anche se le ragioni non sono state sempre le stesse, nel corso degli anni.
«Sarebbe piuttosto stupido», osservò lei, senza riuscire a trattenersi dal farglielo notare. «Il Marchio sarebbe una prova compromettente.»
Dopotutto è solo un marchio. Potrei averlo e fare il doppio gioco o non averlo ed essere un Mangiamorte in incognito.
«Questo non cambia il fatto che non possiamo fidarci», concluse Harry. «Voglio dire, non è che possiamo andare in giro a domandare loro se sono o meno Mangiamorte.»
Mezzosangue, per caso vuoi sapere se sono uno di loro?
«Hermione, va tutto bene?»
Alzò la testa per portare lo sguardo all'altezza degli occhi preoccupati di Ginny. «Certo», rispose prontamente. «Sono solo stanca.»
Fu quella la scusa che usò per tutto il resto della mattinata, ogni volta che qualcuno la sorprendeva con la testa tra le nuvole. Quando alla fine della lezione di Storia della Magia, l'ultima prima di pranzo, si accorse di aver preso molti meno appunti del solito, Hermione pensò che doveva esserci qualcosa che non andava in lei. Ricordò che non aveva più finito di leggere le proprietà della Dyslexia, dal momento che aveva dato subito il libro a lui, così decise di passare in biblioteca, sperando che la sua confusione fosse semplicemente dovuta alla pozione che aveva bevuto – e non a quello che era accaduto quella notte, a cui non si era ancora permessa di pensare.
Madama Pince le consegnò il volume che le serviva e Hermione, senza che l'ipotesi di andare a pranzo la sfiorasse minimamente, si accomodò a uno dei tavoli della biblioteca e iniziò a leggere.
La Dyslexia e il suo antidoto sono pozioni incolori, insapori e inodori, qualità che ne rendono pressoché impossibile l'individuazione immediata.
Ecco perché non si era accorta che Malfoy le aveva versato qualcosa nel succo di zucca. Scorse velocemente con lo sguardo la pagina fino a cercare eventuali cenni a effetti collaterali, ma si rese conto di essere perfettamente in sé quando, improvvisamente, mise insieme tutte le informazioni che aveva e realizzò di essere stata raggirata. Ancora.
***
«Sai che le facoltà intellettuali si riducono quando si ha fame?»
Draco alzò gli occhi al cielo, esasperato. «Non credo ci sia molto da ridurre, nel tuo caso.»
Blaise Zabini sbuffò in maniera molto poco elegante, incrociando le braccia sul petto. «Non osare darmi dello stupido, Draco Malfoy. Non visto il livello intellettuale piuttosto scarso della gente di cui ti circondi.»
«Hai ragione», convenne Draco, armeggiando con la borsa che aveva tra le mani.
«Sputa il rospo», fece Blaise, andando avanti e indietro per la stanza che condivideva con Malfoy, Tiger, Goyle e Nott. «Cosa ti serve?»
Lui si accigliò. «Chi dice che mi serve qualcosa?»
«Mi hai appena dato ragione. Lo fai solo quando vuoi rabbonirmi per poi chiedermi un favore.»
Il sorriso di Draco si allargò. «Mi serve un favore.»
«Me ne devi già un centinaio», gli fece notare Blaise.
«Facciamo centouno», replicò lui.
Zabini alzò gli occhi al cielo. «Basta che dopo andiamo a pranzo.»
Draco gli cacciò in mano alcuni galeoni. «Ho bisogno che tu prenda per me una pozione da Daphne.»
Blaise si accigliò. «Di tutte le persone a cui potevi chiederlo...»
Lui lo interruppe sussurrandogli all'orecchio il nome della pozione che gli serviva e il sorriso di Zabini si allargò a dismisura.
«A me serve discrezione», disse Draco. «E a te un'occasione per infastidire Daphne.»
Blaise aveva sempre pensato che i veri amici si dimostrassero tali non nel momento del bisogno, ma quando c'era da condividere situazioni opportunamente vantaggiose. Da quel punto di vista, Draco Malfoy non solo era un ottimo amico, ma era anche dotato di una creatività fuori dal comune e aveva sempre un pensiero per lui. Blaise gli diede una pacca sulla spalla e uscì dal dormitorio, improvvisamente dimentico di essere tanto affamato.
Trovò Daphne nella Sala Comune, con in mano una borsa piena di ampolle, intenta a trafficare con Millicent Bullstrode. Blaise attese con pazienza che si liberasse, prima di avvicinarla. Quando lo fece, lei parve sorpresa.
«Conto sulla tua professionalità», iniziò lui con un sorriso smagliante. «Sono certo che nonostante i nostri... piccoli screzi, non mancheresti di vendermi una pozione, se te la chiedessi educatamente.»
«Naturalmente», convenne lei, sforzandosi di essere gentile, nonostante il sospetto che trapelava dal suo sguardo indagatore.
Blaise tirò fuori la sua migliore espressione noncurante e parlò in tono fermo. «Molto bene. Mi serve una Pozione Anticoncezionale.»
Daphne tacque, sconvolta, e Zabini dovette sforzarsi per non scoppiare a ridere. Le ci volle qualche istante per ritrovare la parola, ma quando lo fece, si sforzò di mostrarsi completamente indifferente, al pari del suo interlocutore. «È una pozione per ragazze, Blaise», gli fece notare con finta pazienza.
«Lo so perfettamente», rispose lui con calma. «Ma naturalmente le ragazze che vogliono evitare di essere oggetto di pettegolezzi, lasciano che siano i ragazzi a procurarsela. Sicuramente ti sarà già capitato.»
Daphne sollevò il mento e lo guardò con aria di sfida, poi infilò un braccio nella borsa, ne estrasse una boccetta viola e gliela passò. «Cinque galeoni.»
Lui le lasciò scivolare le monete in mano, senza toccarla, e prese la pozione. Poi le diede le spalle e si allontanò, l'espressione ancora tranquilla ma gli occhi accesi dalla vittoria.
Quando fu uscito dalla Sala Comune, Draco gli si affiancò e Blaise gli passò l'ampolla con discrezione.
«Quando avrò smaltito la soddisfazione», dichiarò sottovoce, «dovrai dirmi perché diavolo ti serve questa pozione.»
***
Yes, this love's not good enough.
It's time to let it go.
Our weary hearts just fall apart.
I feel it in my bones.
Face the Sun – James Blunt
Quando Hermione incontrò Malfoy e Zabini nel corridoio che portava alla Sala Grande, il fatto che fossero completamente soli, perché tutti gli altri studenti erano già a pranzo, mandò a rotoli il suo buon proposito di aspettare un momento opportuno per parlargli.
«Tu!», esclamò arrabbiata, senza riuscire a controllarsi.
Malfoy si accigliò e si guardò intorno, domandandosi se stesse parlando con lui.
«Brutto, perfido...»
«Brutto io?»
«...lurido, schifoso scarafaggio!»
Malfoy sbatté le palpebre confuso. «Questa l'ho già sentita.»
«Mi hai dato l'Amortentia insieme all'antidoto per la Dyslexia!», esclamò fuori di sé.
«Questa, invece, mi è nuova.»
«Tu vattene», disse Hermione rivolgendosi a Zabini, che era rimasto in silenzio.
«Prego?», fece lui accigliandosi.
Hermione sostenne il suo sguardo, ma Malfoy intervenne scongiurando un'altra sfuriata. «Lasciaci, Blaise. Va' a mangiare, ti raggiungo subito.»
Lui scrollò le spalle e si avviò in direzione della Sala Grande, senza degnare Hermione di un'occhiata. «Non perdere troppo tempo con lei», disse. «Non ne vale la pena.»
«Senti chi parla», borbottò Malfoy, quando lui era già lontano.
«È stato troppo perfino per te», riprese Hermione, sforzandosi di mantenere la calma.
«Mezzosangue», rispose lui con pazienza, «ti sembro il tipo che ha bisogno di un filtro d'amore per portarsi a letto una ragazza?»
Hermione tacque, ancora più irritata. Pensò che da un momento all'altro sarebbe esplosa in qualche modo, urlando o mettendosi a piangere, ma poi Malfoy le mise in mano una boccetta.
«Non ti ho mai dato niente fingendo che fosse altro. Questa è una Pozione Anticoncezionale. Ti consiglio vivamente di prenderla – non tutta, bastano poche gocce –, ma lascio a te la scelta.»
Lei sbatté le palpebre, imbarazzata per le implicazioni di quel suggerimento. «Quando mi hai dato l'antidoto per la Dyslexia, io l'ho annusato e odorava di pergamena. Avrebbe dovuto essere inodore.»
Malfoy la guardò confuso, poi scoppiò a ridere. «Capisco perché dicono che tu sia la strega più intelligente della scuola», disse tra le risate. «Eppure la tua mente acuta e penetrante si è applicata e sei arrivata alla conclusione sbagliata.»
«Ma...»
«E così per te l'Amortentia ha l'odore della pergamena, eh? Ma guarda che coincidenza», fece lui divertito.
«Non credo nelle coincidenze, Malfoy», sbottò Hermione.
«Per questo continui a voler dare spiegazioni a qualsiasi cosa», ribatté lui, improvvisamente meno allegro. «E quando non ti soddisfano ne cerchi altre, per metterti a posto con la coscienza. Ma non stavolta, non con me, Mezzosangue.»
«Ti ho visto prendere gli ingredienti durante la lezione di Piton», fece lei, testarda.
«Hai almeno letto tutto, prima di venire da me a insinuare che ti avrei dato un filtro d'amore?», domandò Malfoy, irritato.
Hermione rimase in silenzio. Aveva letto superficialmente le indicazioni sulla pozione, convinta com'era che Malfoy le avesse fatto bere l'Amortentia e che quello giustificasse l'attrazione nei suoi confronti.
«Se vuoi fingere che non sia successo niente, per me va bene», disse lui alla fine. «Ma non osare credere che io ti abbia costretto a fare qualcosa che non volevi, Mezzosangue.»
Così dicendo, le diede le spalle e si avviò in direzione della Sala Grande, lasciando Hermione sola e con un grande senso di vuoto allo stomaco.
***
So silently, just walk with me,
like any other day.
No sad goodbyes, no tears, no lies,
just go our separate ways.
Face the Sun – James Blunt
Si osservi che l'antidoto perde la propria efficacia dopo quarantotto ore dalla preparazione, diventando completamente inutilizzabile. A ciò si può ovviare aggiungendo, ogni dodici ore, due aculei di porcospino e mescolando la pozione tre volte in senso orario. Tuttavia, questo procedimento, sebbene consenta all'antidoto di mantenere la propria efficacia, lo priva della sua proprietà di essere incolore e inodore, facendogli assumere una leggera sfumatura dorata e una fragranza simile alla carta o alla pergamena.
Hermione aveva letto quel paragrafo almeno una ventina di volte, prima che Ginny arrivasse e le chiudesse il libro sotto gli occhi. Anche allora, lei continuò a fissare la copertina in pelle, impossibilitata a fare altro.
«Ti aspettavamo a pranzo e non sei venuta», disse la più giovane dei Weasley. «Harry ha dovuto prendere la Mappa del Malandrino, per trovarti.»
«Mi dispiace», disse debolmente, senza sapere bene per cosa si stesse scusando.
Era andata a letto con Malfoy.
«Va tutto bene?», disse Ginny preoccupata.
E l'aveva fatto coscientemente, per sua scelta.
«Hermione?»
Ma in fondo sarebbe stato peggio il contrario, no? Lui non l'aveva obbligata, lei lo aveva voluto.
«Hermione...»
Solo se ne sei sicura.
«Hermione Granger!»
Hermione si riscosse e mise a fuoco l'espressione preoccupata di Ginny. «Sto bene», disse sinceramente. «Benissimo.»
«A me non sembra», osservò lei perplessa.
Con sua immensa sorpresa, Hermione si rese conto che accettare le cose per come stavano le aveva schiarito la mente. Era attratta da un ragazzo, il quale era stato incredibilmente gentile e carino con lei, e ci era andata a letto. Ed era stato bello, non poteva negarlo, per quanto suonasse strano che il ragazzo in questione fosse Draco Malfoy.
Se vuoi fingere che non sia successo niente, per me va bene.
Aveva detto bene, fingere, perché era di quello che si trattava. Non poteva cancellare una notte della sua vita, né, in fondo, desiderava farlo. Ma per tornare alla normalità, c'era bisogno che lei accettasse e archiviasse quella faccenda, rassegnandosi all'evidenza.
«Sto benissimo», dichiarò ancora una volta, con decisione.
L'amica la guardò poco convinta. «Se lo dici tu.»
«Quando c'è la prossima festa?», domandò con rinnovato entusiasmo.
Ginny rimase interdetta per qualche istante. «Ehm, martedì prossimo.»
«Perfetto», disse Hermione. «Ci sarò.»
«Davvero?»
«Te l'avevo promesso, no?»
«Certo», convenne Ginny, ancora perplessa. «Niente McLaggen», aggiunse poi di getto, come se avesse avuto un'idea improvvisa.
Hermione si accigliò, ma poi intuì che Ginny stava probabilmente elaborando le sue teorie – completamente sbagliate – riguardo alle ragioni del suo strano comportamento.
«Niente McLaggen», ripeté lei annuendo.
Meglio lasciarle pensare quello che voleva, così non si sarebbe messa a indagare per scoprire di più.
Sì, se proprio non poteva dimenticare, avrebbe finto che non fosse successo niente.
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Face the Sun è una canzone di James Blunt del 2013. Letteralmente significa affrontare il Sole e si riferisce al fatto che al mattino bisogna fare i conti con ciò che è avvenuto la notte prima.
Note
Le battute "Tu! Brutto, perfido, lurido, schifoso scarafaggio!" e "La tua mente acuta e penetrante si è applicata e sei arrivata alla conclusione sbagliata" sono tratte dal film Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e sono pronunciate rispettivamente da Hermione (rivolta a Draco, da qui la sua risposta: "Questa l'ho già sentita.") e da Sirius Black, nel confronto con Piton.
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