Capitolo 20 - Best Laid Plans #1


[Prima parte – I put a spell on you]


I put a spell on you,
'C
ause you're mine,
You better stop the things you do
I ain't lyin'.

I put a spell on you – Screamin' Jay Hawkins


«Questa è una pessima idea», esclamò Blaise, togliendosi una foglia dal mantello.

«Sì, l'hai già detto.»

Draco sollevò la bacchetta illuminata per fare luce davanti a sé. Era difficile proseguire, il sentiero si vedeva a malapena tra i rovi e i cespugli. Con un incantesimo, spezzò un ramo che gli ostruiva il passaggio.

«E perché ti ho accompagnato?», fece Zabini, come se avesse dimenticato ogni buona ragione per trovarsi in piena notte nella Foresta Proibita.

«Perché io sarei, ti cito testualmente, incapace di distinguere le impronte di un centauro da quelle di un unicorno», rispose Draco, prestandogli poca attenzione e continuando ad avanzare.

«Vero», confermò Blaise. «Ma questa resta una pessima idea.»

Lui sbuffò spazientito e si voltò a guardarlo. «Niente luna piena, niente lupi mannari», tagliò corto. «Abbiamo evitato il pericolo più grande. E comunque al primo anno mi ci hanno mandato in punizione, in questo posto. Non può essere tanto male.»

«Al primo anno nessuno ce l'aveva con te», gli fece notare Blaise.

Draco alzò gli occhi al cielo. «Più in fretta mi aiuti a trovare i centauri, prima ce ne andremo.»

«Va bene, va bene», rispose il suo amico, affiancandosi a lui. «Ma non credo che ti saranno utili, sono creature particolari, stanno sempre a guardare le stelle.»

«Hai detto che la Vipera Fenice vive tra gli equini e i centauri sono gli unici con cui posso parlare. È l'idea migliore che ho avuto.»

«Per questo non abbiamo speranze», rimarcò Blaise. «Qui la vegetazione è troppo fitta, spostiamoci più in là», decretò, accennando con la testa alla loro sinistra.

Draco obbedì senza fare commenti e continuò a seguirlo anche quando lui inforcò un sentiero molto più agevole di quello che stavano percorrendo poco prima. Camminarono in silenzio fino a che si ritrovarono in una piccola radura, dove gli alberi erano più distanti e i suoni della fauna più chiari.

«E adesso dove andiamo?», domandò Draco in un sussurro, per non attirare l'attenzione di creature indesiderate.

«Di là», rispose Blaise senza esitare, indicando un punto alla sua destra.

«Come fai a saperlo?»

«Intuito.»

«Cioè, stai tirando a indovinare», lo corresse Draco.

Zabini lo fulminò con lo sguardo. «Gli alberi sono più bassi da quella parte, è più facile che proseguendo sia possibile vedere il cielo», precisò. «I centauri amano guardare le stelle.»

«Giusto», convenne lui, avviandosi nella direzione indicata dall'amico.

Avanzarono per una buona mezz'ora, poi Draco calpestò qualcosa con un piede. Abbassò gli occhi per assicurarsi che fosse un semplice ramo spezzato e notò delle tracce di zoccoli.

«Blaise», lo chiamò per chiedergli consiglio. Per quanto ne sapeva lui, potevano essere davvero impronte di unicorno.

Zabini si chinò a esaminarle, mentre Draco si spostava per fargli spazio. Un movimento tra gli alberi attirò la sua attenzione. Quello che gli era sembrato il rumore del vento iniziò ad assumere un suono sempre più ritmico, come un battito d'ali...

«Queste sono impronte di...»

«Thestral», concluse Draco per lui, impressionando Blaise, che lo guardò accigliato.

«Credevo che non ne capissi nulla», disse infatti. «Come fai a saperlo?»

«Perché ce n'è uno proprio davanti a noi.»

Un grosso cavallo alato nero, con un muso da rettile e la pelle ossea, spiccò il volo, scansando i rami più bassi di alcuni alberi. Draco lo guardò rapito.

«Riesci a vederlo», osservò Blaise.

Lui annuì. «Ho visto quelli che trascinavano le carrozze per Hogwarts, all'inizio dell'anno. È stata la prima volta.»

«Vuol dire che hai assistito... Chi

«La Burbage», tagliò corto Draco.

Zabini non domandò ulteriori spiegazioni sulla morte della professoressa di Babbanologia scomparsa e lui gliene fu grato.

«Blaise, perché i Thestral galoppano mentre volano?», domandò improvvisamente Draco, notando il costante movimento delle loro zampe nell'aria.

Lui si accigliò, perplesso. «Non ne ho idea.»

«Perché gli umani dondolano le braccia quando camminano, giovane mago?»

Entrambi si voltarono di scatto e si trovarono di fronte un centauro dal manto nero come la notte. La creatura sollevò la testa verso il Thestral e lo guardò volare via. «Perché è giusto così», concluse in tono ovvio.

Il centauro era molto più alto di lui, tanto che gli era difficile guardarlo in viso. La pelle del torace umano era scura quasi quanto il manto della parte inferiore del corpo.

«Ehm, salve», salutò Draco con educazione, cercando di mostrarsi calmo. Blaise gli lanciò un'occhiata di incoraggiamento.

«Mi chiamo Draco Malfoy», iniziò lui, ricordando che presentarsi è il modo migliore di iniziare una conversazione con una creatura magica orgogliosa, come aveva suggerito quel babbeo di Hagrid all'inizio della sua sfortunata lezione sugli ippogrifi. Blaise non doveva essere dello stesso avviso, perché roteò gli occhi.

«Il guardiano e il guerriero», commentò il centauro, tornando a guardare in alto, stavolta verso le stelle.

Draco, che non aveva la minima idea di che cosa volesse dire, proseguì imperterrito. «Ho ragione di credere che qualcuno sia venuto qui di recente e abbia stregato una Vipera Fenice», disse con calma. «Tu hai visto qualcosa?»

«Venere e Marte sono opposti da allora», rispose il centauro. «E le fiamme hanno rischiato di bruciare la foresta per via delle creature hanno preso fuoco a causa dei maghi.»

Abbassò lo sguardo su Draco e continuò in tono grave. «Ho visto una strega che recava i tuoi colori interferire con la vita e la morte dei Serpenti di Cenere.»

«È un altro nome della Vipera Fenice», spiegò Blaise in un sussurro.

«Venere e Marte sono opposti da allora, giovane mago», ripeté il centauro, enfatizzando il concetto.

«Una strega? Puoi descrivermela?», insisté Draco.

Il centauro scosse la testa. «Non è ovvio? Se l'avessi guardata abbastanza da poterla descrivere, non avrei conosciuto la guerra tra Venere e Marte.»

«Naturalmente», rispose Draco, perplesso. «E che significa quello che hai visto nelle stelle?»

«Ci sono eventi che non possono essere cambiati, giovane mago», disse lui, ignorando la sua domanda. «Il modo migliore per modificare il destino è abbracciarlo.»

Blaise guardò Draco in cerca di una spiegazione, ma lui continuò a tenere gli occhi fissi sulla creatura che aveva davanti. «Grazie», disse, accennando un leggero inchino.

Il centauro annuì, poi si voltò e andò via, galoppando verso il cuore della foresta.


***


You don't like it in the shadows,
but you won't let me shine a light,
I would wash away your troubles,
But it seems...

Best Laid Plans – James Blunt


Hermione si girò su un fianco cercando di trovare una posizione comoda per prendere sonno. Era notte fonda e non era riuscita ad addormentarsi, non solo perché non era quasi più abituata a dormire da sola, ma anche perché era in pensiero per Draco. Non aveva idea di dove fosse o di cosa stesse facendo. Se lo figurò in giro per il Castello con Blaise, a correre il rischio di essere scoperti da Gazza. Cosa lo avrebbe aiutato a capire chi dei suoi compagni di Casa aveva intenzione di uccidere Silente?

Mentre si interrogava sui piani di Draco, un cigolio la avvertì che qualcuno aveva aperto la porta della camera. Le sue compagne di stanza erano nei loro letti, quindi Hermione sfilò la bacchetta da sotto al cuscino e si tenne pronta a tutto.

Un'ombra si mosse al di là delle tende tirate del suo baldacchino, attraverso le quali intravide una sagoma chiaramente femminile che si avvicinava. Balzò fuori di scatto nel tentativo di cogliere di sorpresa l'intrusa e si trovò di fronte un viso familiare.

«Katie?»

La ragazza aveva gli occhi puntati su di lei, ma il suo sguardo era così vacuo che pareva non vederla affatto. Stringeva la bacchetta in una mano e stava facendo levitare un piccolo oggetto di cui Hermione non si era accorta in un primo momento: un calice dorato.

«Katie?», la chiamò ancora, sfiorandole il polso. Lei parve riscuotersi, un lampo di lucidità le attraversò gli occhi e l'incantesimo che teneva il calice sospeso in aria si interruppe, lasciandolo cadere sul braccio teso di Hermione.

Nell'esatto istante in cui l'oggetto la toccò, la strega si sentì strattonare da una forza invisibile e tutto intorno a lei prese a vorticare. Istintivamente, afferrò la mano di Katie e la tenne stretta mentre veniva trascinata via da un'inaspettata magia.

Hermione atterrò maldestramente a pancia in giù su un terreno umido e viscido. A giudicare dalla fastidiosa fitta che avvertiva alla pancia, era caduta proprio sopra quel calice che, ormai era chiaro, doveva essere una specie di Passaporta.

Tentò di rimettersi a sedere e, mentre si guardava intorno alla ricerca della propria bacchetta che le era sfuggita di mano, individuò un secondo calice, identico a quello che aveva lei, accuratamente sistemato in equilibrio tra le radici di un albero, come se avesse dovuto raccoglierne le foglie secche.

Katie si mosse accanto a lei, attirando la sua attenzione. Fece per alzarsi ma parve avere un capogiro.

«Stai bene?», le chiese.

«Io... Dove siamo? Che è successo?»

«Nella Foresta Proibita, credo», rispose con calma. «Sei stata stregata, forse eri vittima della Maledizione Imperius. Sei entrata in camera mia con...»

Hermione si interruppe quando, alzandosi, si rese conto di avere una gamba incastrata tra le radici di una pianta. Provò a strattonarla, ma quella, in risposta, la strinse più forte e iniziò a trascinarla. Lei cadde a faccia in giù nel terreno e a nulla servirono i suoi tentativi di aggrapparsi a un sasso per non lasciarsi catturare.

Katie strillò, in preda al panico, e si spostò istintivamente all'indietro.

«Katie, è il Tranello del Diavolo, devi stare calma!», gridò Hermione, ma la sua raccomandazione fu del tutto inutile perché la ragazza perse i sensi. Fortunatamente per lei, era abbastanza lontana da essere al sicuro.

Hermione si portò la mano alla tasca per afferrare la propria bacchetta, ma quando toccò solo il cotone leggero dei pantaloni del pigiama, ricordò di averla persa nell'atterraggio.

Cercò di rimanere immobile mentre i tentacoli della pianta la avvolgevano, sforzandosi di non lasciarsi prendere dal panico. Comprese di essere davvero nei guai solo quando realizzò che il Tranello del Diavolo non stava affatto cercando di strangolarla, bensì di trascinarla sempre più giù, in quella che doveva essere una cavità sotterranea.

E a quel punto urlò, gridando aiuto con tutto il fiato che le restava, mentre veniva inghiottita dalla terra.


***


The more that I hold on,
The more that you let go,
And I know, you better let somebody love you,
or find yourself, on your own.

Best Laid Plans – James Blunt


«Ma di che parlava?», domandò Blaise perplesso, sperando in un chiarimento riguardo alle parole del centauro.

«Ha detto che il modo migliore di cambiare il destino è abbracciarlo», rispose Draco in tono ovvio.

«Sì, questo l'ho sentito», ribatté Blaise. «Ma ho il sospetto che tu abbia colto un sottinteso che a me è sfuggito.»

«Ha parlato di una ragazza che recava i nostri colori», disse lui, abbastanza in fretta da non lasciargli neanche il tempo di realizzare che aveva cambiato argomento. «Vuol dire una Serpeverde. Donna.»

Blaise si irrigidì. «So che cosa stai pensando, ma ti sbagli.»

«Io non ho detto nulla», precisò Draco.

«Ma l'hai pensato, te l'ho letto in faccia. Daphne non ti farebbe mai una cosa del genere», insisté.

Lui gli rivolse uno sguardo a metà tra l'affetto e la commiserazione. «Io non l'ho detto», ripeté con calma. «Forse sei tu a pensarlo, ma ti spaventa così tanto l'idea che neanche riesci a renderti conto che la spiegazione avrebbe perfettamente senso.»

«Draco...»

«È un'abile pozionista, una strega sveglia», iniziò, «e aveva il tuo libro in cui è descritta la Vipera Fenice...»

«Smettila», lo interruppe Blaise, non potendo più sopportare di sentigli muovere quelle accuse.

«Blaise, non ho detto che penso sia stata lei», precisò Draco ancora una volta. «Ma è una possibilità che io avrei dovuto considerare, non tu. La verità è che temi di non conoscerla più quanto vorresti.»

«Che stai dicendo?», fece lui, sulla difensiva.

«Dovresti parlarle», tagliò corto Draco. «Il tuo patetico tentativo di guardarla attraverso i ricordi che hai di lei sta andando a rotoli. Le cose sono cambiate e tu non hai il coraggio di affrontare la realtà, nonostante sia chiaro che continuare in questo modo non farà altro che farti soffrire più di quanto tu non abbia già fatto finora.»

«Adesso stiamo parlando dei miei problemi di cuore?», chiese lui acido, abbandonando il consueto sarcasmo con il quale affrontava discorsi di quel tipo.

Draco aprì la bocca per rispondere con ironia, in modo da stemperare la tensione, ma il grido di una voce familiare gli bloccò la battuta sul nascere, gelandogli il sangue nelle vene.

«L'hai sentito anche tu?», fece Zabini, accigliandosi.

Quella domanda bastò a confermargli che non se l'era immaginato. Diede le spalle a Blaise e corse nella direzione da cui aveva sentito provenire le urla.

Quasi inciampò nel corpo di Katie Bell, priva di sensi nel bel mezzo della foresta. Si chinò a controllare che fosse viva e per fortuna la sentì respirare. Accanto a lei, c'erano due bacchette e Draco ne raccolse una che gli era piuttosto familiare, dal momento che gli era stata puntata contro innumerevoli volte.

Un altro grido attirò la sua attenzione e lui portò lo sguardo alla propria destra, dove un enorme Tranello del Diavolo stava inghiottendo un'altra persona, di cui ormai si vedevano soltanto i cespugliosi capelli ricci, che, se non fosse stato per il colore, si sarebbero confusi con le foglie stropicciate della pianta.

Draco fece per lanciarsi in avanti e aiutarla, ma Blaise, che l'aveva raggiunto, lo afferrò per un braccio e lo trattenne.

«Sei impazzito? È il Tranello del Diavolo!», gli fece notare.

«È lei», replicò, come se non ci fosse bisogno di aggiungere altro. «È la Granger. Ha perso la bacchetta», aggiunse sollevando l'arma in questione. «Non posso lasciarla completamente indifesa.»

Blaise alzò gli occhi al cielo. «Figuriamoci se la Granger è indifesa», commentò, ma lo lasciò andare ugualmente.

Draco estrasse la propria bacchetta e la puntò nella zona in cui aveva visto sparire la strega. Nel frattempo, Zabini si chinò a controllare la Bell, assicurandosi che stesse bene.

«Dovremmo portarla al Castello», osservò Blaise, mentre Draco si apriva un varco tra i tentacoli della pianta. «Sarebbe meglio che Madama Chips le desse un occhiata.»

«C'è un tunnel, qui sotto», ribatté lui, ignorandolo completamente. «Scendo a vedere dov'è finita, tu riporta indietro la Bell.»

«Stai attent...»

Non finì neanche di pronunciare la frase che lui era già saltato nello spazio tra i tentacoli del Tranello del Diavolo, lasciandolo solo a prendersi cura della Grifondoro svenuta.


***


Tell me why all the best laid plans
fall apart in your hands.
And my good intentions never end,
the way I meant.

Best Laid Plans – James Blunt


Hermione cadde in una cavità sotterranea buia e umida. Il sollievo per il fatto di essere ancora viva le impedì di rendersi conto della difficoltà di trovarsi sola e disarmata in un posto da cui non sapeva come uscire. Si rimise in piedi e scartò subito l'idea di arrampicarsi lungo la parete rocciosa: la scalata non sarebbe stata troppo difficile, ma il Tranello del Diavolo le impediva di uscire.

Si domandò come mai era stata trascinata lì sotto anziché essere strangolata dalla pianta e non riuscì a darsi una risposta.

Dalla cavità in cui si trovava aveva origine una sola galleria, abbastanza grande perché ci passassero anche due o tre persone alla volta, e l'aria fresca che proveniva da lì le suggerì che doveva sbucare all'aperto. Così si incamminò nell'unica direzione possibile, attenta a dove metteva i piedi, un po' impacciati per via delle pantofole, e pronta a cogliere qualsiasi segnale di pericolo.

Dopo pochi metri, udì un fruscio alle proprie spalle e si appiattì contro una parete in un punto in cui alcune rocce sporgenti le avrebbero impedito di essere vista.

Qualcosa – o meglio, qualcuno, a giudicare dai movimenti – si stava avvicinando a lei. Non appena l'avesse raggiunta, l'avrebbe sicuramente vista, quindi, non potendo nascondersi, si preparò a colpire con le uniche armi che le restavano: i pugni.

Malfoy le afferrò il polso giusto un attimo prima che la sua mano chiusa si abbattesse con tutta la forza che aveva contro la sua mascella.

«Che diavolo stavi tentando di fare?», protestò, infastidito dalla sua aggressione.

«E tu che ci fai qui?», ribatté lei, sorpresa di vederlo lì.

«Potrei farti la stessa domanda. Bel pigiamino, comunque. Ma anche questo esige una risposta», replicò lui, sfilandosi il mantello.

Glielo mise sulle spalle mentre lei gli rivolgeva un'occhiata torva. «Qualcuno ha stregato Katie Bell e l'ha mandata in camera mia con una specie di Passaporta che mi ha trasportato direttamente sul Tranello del Diavolo», sintetizzò. «Tu perché sei qui? E perché sei solo

Malfoy sbuffò. «Ero con Blaise, ma ti ho sentito urlare. Quando sono arrivato i tuoi capelli spuntavano ancora dal Tranello del Diavolo e la tua bacchetta era accanto alla Bell svenuta.»

«Lei sta bene?», domandò immediatamente Hermione. «E hai la mia bacchetta? Ma perché eri nella Foresta Proibita?»

Lui roteò gli occhi. «Calma, Mezzosangue, una domanda alla volta», rispose, allungandole la sua bacchetta. Lei la prese e per prima cosa trasfigurò le proprie pantofole in un paio di comode scarpe da ginnastica.

«La Bell sta benissimo, Blaise la sta riaccompagnando al Castello proprio ora.»

«E tu sei venuto a salvarmi?», provò a indovinare in tono ironico.

Lui sfoggiò un luminoso sorriso. «Precisamente.»

Hermione non rise, anzi, gli rivolse un'occhiata di rimprovero. «Non hai risposto alla domanda più importante.»

«Ti avevo detto che avevo da fare», tagliò corto lui. «Avrebbe dovuto essere una cosa facile e veloce, ma, ovviamente, quando si tratta di te, qualsiasi piano va a rotoli. Potter ti ha chiaramente contagiato.»

«Adesso è colpa mia?», ribatté Hermione, arrabbiata. «Non so neanche come sono finita qui, ma non era assolutamente mia intenzione coinvolgerti e rovinare il tuo prezioso piano», sbottò.

«Certo che non è colpa tua», replicò Draco, infastidito forse più da se stesso che da lei. «È colpa mia

Hermione lo guardò accigliata. «Sei stato tu?»

«Indirettamente», rispose prontamente lui. «Immaginavo che sarebbe successo qualcosa del genere se si fosse saputo di noi due. Il modo più facile di colpire me è colpire te. Tu sei la mia debolezza.»

Lei non sapeva cosa dire, quindi rimase in silenzio. Non riuscì a stabilire se quello che aveva detto Draco fosse qualcosa di cui essere felice o meno.

«In ogni caso è una fortuna che io sia qui», fece lui in tono leggero. «Altrimenti saresti qui sotto sola e disarmata.»

«Aspetta a parlare di fortuna», ribatté lei, «almeno finché non saremo usciti.»

Valutarono la possibilità di tornare indietro e cercare di uscire da dove erano entrati, ma concordarono sul fatto che valeva la pena provare a continuare a esplorare il tunnel. Camminarono affiancati per parecchi metri e improvvisamente Hermione si rese conto di essere grata di averlo lì con sé, così gli prese la mano. Lui non disse nulla, ma ricambiò la stretta.

A un certo punto, la galleria iniziò a inclinarsi verso l'alto e un venticello improvviso li convinse che avevano avuto ragione a pensare che sbucasse all'aperto da qualche parte nella foresta. Non appena misero piede fuori dalla galleria, un'enorme ragno peloso si parò davanti a loro e tentò di afferrarli. Hermione e Draco lo schivarono appena in tempo, separandosi.

«Acromantule!», gridò la ragazza, mentre Malfoy sollevava la bacchetta. «Aspetta! Siamo amici di Hagrid!», aggiunse lei, rivolta alla creatura.

Quella puntò tutti e otto gli occhi neri su di lei e agitò le chele. «Siete cibo», replicò la bestia, tentando nuovamente di afferrarla, ma lei si scansò.

«So che Aragog sta male», aggiunse. «Sono qui per aiutarlo.»

Altri due ragni spuntarono fuori dal nulla e si diressero verso di loro.

«Che stai facendo?», sussurrò Draco, avvicinandosi a lei, mentre con gli occhi cercava una via di fuga. Altre Acromantule comparvero tra gli alberi e li circondarono.

«Improvviso», mormorò Hermione, mentre le creature si scambiavano occhiate perplesse.

«Il Tranello del Diavolo cattura prede per le Acromantule», dedusse improvvisamente Malfoy.

Hermione annuì.

«Aragog sta morendo», decretò il ragno che aveva cercato di afferrare Hermione. «E quando non ci sarà più, il suo corpo sarà cibo per i suoi figli. Proprio come voi, amici di Hagrid.»

Hermione trattenne il fiato, arretrando leggermente.

«E adesso?», fece Draco sottovoce, guardandosi intorno.

«Adesso scappiamo. Via, via!», rispose Hermione, voltandosi e afferrando il polso del ragazzo.

«Bombarda!», urlò, colpendo la terra ai loro piedi, nella speranza che la luce e il calore dell'esplosione distraessero le Acromantule.

Corsero di nuovo all'interno del tunnel, impossibilitati ad andare da un'altra parte, mentre i ragni giganti iniziavano a inseguirli.

«Ci stiamo mettendo in trappola da soli», esclamò Draco, correndo a fianco a lei. «Questa galleria è un vicolo cieco!»

«Non se usciamo da dove siamo entrati. Dobbiamo arrampicarci», ribatté Hermione con il fiatone. Draco annuì.

Quando raggiunsero la cavità in cui erano atterrati, il mago puntò la bacchetta verso l'altro, dove il Tranello del Diavolo impediva loro di uscire. «Incendio

I tentacoli della pianta presero fuoco e cominciarono a ritrarsi, mentre Hermione iniziava ad arrampicarsi tra le rocce. Draco era più veloce, ma di tanto in tanto si fermava a darle una mano.

Giunti ai tre quarti della parete, due Acromantule sbucarono fuori dall'ingresso della galleria e si mossero verso di loro.

Draco si tirò su facendo forza sulle braccia ed emerse all'aperto. «Presto, presto!», incitò la strega, allungandole una mano per aiutarla a salire.

Lei la afferrò giusto un istante prima di perdere la presa con i piedi. Un ragno le afferrò una gamba con le chele.

«Hermione!», gridò Draco, afferrandola con entrambe le mani.

Lei strillò e cercò di spingersi sulla roccia con il piede libero, aiutandolo a tirarla fuori di lì.

Caddero entrambi sul terreno, Hermione addosso a Draco, che era ansimante per lo sforzo, ma le Acromantule avevano iniziato a scalare la parete, scivolando di tanto in tanto lungo la roccia umida.

Draco si alzò in piedi e trascinò Hermione con sé.

«Reducto!», urlò, puntando la bacchetta contro un albero. Poi spinse la strega al sicuro, mentre il tronco ricadeva pesantemente nel punto in cui si erano trovati fino a poco prima, sigillando la cavità.

«C'è mancato poco», osservò lei, con il fiato grosso.

«Già», convenne Draco. Sollevò lo sguardo verso il cielo, ormai tinto di rosa dall'alba. «Sarà meglio rientrare, prima di cacciarci di nuovo nei guai.»

Hermione annuì e fece per dire qualcosa, ma lui la zittì con un bacio.

«Potresti anche essere tu la responsabile di tutte le sventure di Potter degli ultimi anni», sentenziò dopo essersi allontanato da lei. «Sei una calamita per i disastri.»

La strega si accigliò. «Senti chi parla.»

Draco sogghignò e le mise un braccio sulle spalle, senza replicare, mentre Hermione eseguiva un incantesimo di orientamento. Individuata la strada del ritorno, si avviarono insieme in direzione del Castello, mentre il sole sorgeva sulla foresta.



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Best Laid Plans è una canzone di James Blunt del 2010. Significa, traducendo non troppo letteralmente, Piani ben organizzati e si riferisce al grande piano di Draco di andare nella Foresta Proibita a cercare i centauri.

I put a spell on you è una canzone di Screamin' Jay Hawkins del 1956, anche se confesso che per tutto il tempo ho avuto in mente la versione di Annie Lennox. Significa, alla lettera, Ho fatto un incantesimo su di te e si riferisce a Katie Bell, che è stata stregata da qualcuno di cui non conosciamo l'identità. Ma volendo, si può cogliere anche il senso romantico del sottotitolo di questa prima parte del capitolo.


Note

La battuta "Blaise, perché i Thestral galoppano mentre volano?" riprende una frase di Percy Jackson, che chiede a Blackjack perché i Pegasi galoppino mentre volano.

Delle parole del centauro, enigmatiche per scelta e per essere fedele alle creature della Rowling, mi sento in dovere di spiegare il commento sul nome di Draco: la costellazione del Dragone è associata a molte leggende, ma due, in particolare, la vedono come la rappresentazione di Ladone, il drago che faceva la guardia al giardino delle Esperidi (il guardiano) e una creatura scagliata in cielo da Minerva durante la guerra contro i Titani (il guerriero).

Aggiungo che siccome le Passaporte non si possono utilizzare all'interno dei confini di Hogwarts, il calice dorato che trasporta Hermione nella foresta è evidentemente qualcos'altro, che scopriremo successivamente.

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