Capitolo 2 - Postcards


The things that I can't say out loud
I'll find a place to write it down
I hope that they will find you in the end.

Postcards – James Blunt


«L'Amortentia è il più potente filtro d'amore al mondo», stava dicendo Piton ai suoi studenti.

Hermione non aveva dovuto neanche sforzarsi di ricordare tutto ciò che aveva letto sull'argomento. Inspirò profondamente e colse il profumo di pergamena nuova.

Oltre a emettere un caratteristico vapore a spirale, l'Amortentia assume un odore diverso per ogni persona che lo sente, secondo le fragranze che gli piacciono di più.

«Naturalmente», aggiunse Piton mentre Calì Patil e Lavanda Brown si avvicinavano al calderone con la pozione, «alcuni patetici adolescenti possono essere inclini a credere che una pozione sia effettivamente in grado di creare l'amore. In realtà, il vero effetto dell'Amortentia è ciò che la rende così speciale, così preziosa. Qualcuno lo conosce?»

La mano di Hermione scattò in alto e alcune ragazze di Serpeverde ridacchiarono mentre Piton, come al solito, la ignorava.

«Nessuno?», insisté lui.

Malfoy alzò leggermente la mano e si compiacque nel vedere che immediatamente Piton gli faceva cenno di rispondere. «Crea una forte ossessione per una persona, una potente infatuazione», spiegò.

«Precisamente», replicò l'insegnante. «Dieci punti a Serpeverde.»

Draco Malfoy rivolse un sorriso compiaciuto a Hermione, proprio mentre quest'ultima sbuffava platealmente.

«Cosa c'è signorina Granger, le mie lezioni non sono abbastanza interessanti per lei? Cinque punti in meno a Grifondoro», dichiarò Piton, tra le risatine divertite dei Serpeverde.

Harry le diede una leggera gomitata nello stomaco per dissuaderla dall'evidente proposito di rispondere male all'insegnante e far perdere altri punti alla loro Casa, ma la sua attenzione era tutta rivolta a Malfoy, il quale, anziché compiacersi della scenetta come i suoi compagni, stava approfittando della distrazione generale per infilarsi in tasca qualcosa.

«Adesso andate tutti ai vostri calderoni e verifichiamo se avete studiato l'argomento della scorsa lezione. Vi ricordo di lasciare sulla mia scrivania i rotoli di pergamena con i temi che vi avevo assegnato, prima di andare via.»

Un lampo di puro panico attraversò gli occhi di Harry e Hermione spostò subito la sua attenzione su di lui. Quel fine settimana c'era la partita di Quidditch e se Piton l'avesse messo in punizione impedendogli di giocare, Hermione si sarebbe sentita in colpa per sempre.

«Hermione, ti prego, stamattina lavora con me», le disse Harry. «Se mi aiuti, magari Piton si limiterà a ignorarmi come fa con te, anziché mettermi in punizione come al solito.»

Hermione sospirò. «Certo, Harry. Iniziamo a raccogliere gli ingredienti.»

Un'ora e venti punti in meno a Grifondoro dopo – Neville aveva riempito l'aula di fumo versando troppi aculei di porcospino nel calderone – Hermione lasciò il suo rotolo di pergamena sulla cattedra di Piton e fece per uscire dall'aula, ma si fermò quando vide Harry e Ron tirare fuori i loro temi dalla borsa.

«Credevo aveste detto che non eravate riusciti a farlo», disse lei quando i suoi due amici la raggiunsero in corridoio.

Harry e Ron si scambiarono un'occhiata. «Dobbiamo dirti una cosa, Hermione», iniziò Harry in tono dispiaciuto.

«Due cose», intervenne Ron, decisamente più allegro.

«Sta' zitto e lascia parlare me», lo interruppe Harry. «Hermione, dobbiamo confessarti una cosa. Avrai tutte le ragioni per arrabbiarti con noi, dopo che te l'avremo detto, ma ti prego di cercare di essere comprensiva. Mancano pochi giorni alla partita contro Serpeverde e...»

«Harry, vieni al punto», tagliò corto Hermione.

«Ecco, vedi... io e Ron... potremmo aver preso spunto dal tuo tema di Pozioni per scrivere i nostri», confessò lui.

Hermione si accigliò. «E come avreste fatto?»

Harry arrossì. «Be', ieri sembravi piuttosto nervosa e hai detto di non volerci aiutare, quindi quando hai iniziato a parlare con Ginny...»

Lei gli rivolse un'occhiataccia. «Avete preso il compito dalla mia borsa?»

«Solo in prestito», si affrettò ad aggiungere Harry. «Stamattina era di nuovo lì, no? Te l'abbiamo rimesso a posto prima delle lezioni!»

«E oggi a colazione mi avete mentito spudoratamente!», aggiunse indignata, senza dare segno di averlo sentito.

«Solo per farti sentire in colpa», spiegò Ron. «Così non ti saresti arrabbiata troppo.»

Hermione lo guardò di traverso.

«Quale parte di "sta' zitto e lascia parlare me" ti era sfuggita?», gli domandò Harry.

«Che razza di idioti», si lamentò Hermione dando loro le spalle e iniziando a camminare.

«La buona notizia, invece, è che Cormac McLaggen dell'ultimo anno ha deciso di ritirarsi dalla squadra di Quidditch, quindi io sono l'unico portiere», disse Ron. «Sono praticamente titolare senza rivali!»

«E perché mai l'avrebbe fatto?», domandò Hermione continuando a camminare davanti a loro.

«Perché gli ho detto che ti avrei convinta a uscire con lui.»

Hermione si voltò di scatto a guardarlo. Harry aveva le mani sugli occhi, probabilmente stava pregando che il suo mantello dell'invisibilità gli si materializzasse addosso, mentre Ron aveva un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.

«Ronald Weasley...», iniziò lei, ma Neville li raggiunse tutto trafelato per la corsa.

«Ragazzi, devo confessarvi una cosa», disse disperato.

«Che altro c'è?», chiese Hermione che ormai aveva perso la pazienza.

«Avendo perso la mia Ricordella, non avevo niente che mi ricordasse che stavo dimenticando qualcosa... Non prendetevela con me se dovessimo perdere dei punti...»

«Che è successo, Neville?», tagliò corto Harry.

Lui sospirò. «Ho dimenticato di fare il compito di Pozioni.»


***


Time past, heal this broken heart
Pulled away that sellotape,
Take your time, 'cos I won't mind,
I doubt if I even know that I'm awake.

Postcards – Ed Sheeran


«Viscido traditore», sibilò Ginny guardando fuori dalla finestra.

«Non avrei mai detto che potesse interessarsi a lei», commentò Hermione senza alzare gli occhi dal libro che stava leggendo.

Ginny si lasciò cadere sul letto di Calì, approfittando dell'assenza delle compagne di stanza di Hermione. «Viscido traditore», disse ancora.

«Ginny, ti stai ripetendo», le fece notare Hermione, chiudendo il libro e andando a sedersi accanto a lei.

«Dean Thomas è impazzito, Hermione», dichiarò la ragazza sollevando il busto e guardandola dritto negli occhi. «Insomma, riconosco di non essere mai stata una fidanzata affettuosa e probabilmente nemmeno una buona amica, ma da qui a lasciarmi per Daphne Greengrass...»

«Sembri più arrabbiata perché frequenta una Serpeverde che non perché ti ha mollato», osservò Hermione.

«È così!», strillò lei. «Le cose tra noi andavano male da settimane, ormai. Ma Daphne Greengrass...»

«E come mai le cose andavano male tra voi?», domandò Hermione conoscendo già la risposta.

La piccola Weasley assunse l'aria severa di mamma Molly e la guardò di traverso. «Vuoi davvero fare questo discorso ora, Hermione?»

Lei annuì. «Direi che è il caso.»

Ginny sospirò. «Non mi presentavo agli appuntamenti, o se ci andavo ero sempre in ritardo. Non lo stavo mai a sentire quando mi parlava di sé o della sua famiglia. Mi sono dimenticata del suo compleanno. Non mi dispiace che mi abbia lasciato, Hermione, me la sono cercata. Un po' mi sento anche in colpa. Ma ti assicuro che non soffro per lui, non devi preoccuparti per me.»

«Se non avevi il minimo interesse per lui, perché continuavi a starci insieme?»

Ginny tornò a stendersi sul letto di Calì e Hermione si alzò, già pronta a rassegnarsi all'idea che non avrebbe avuto una risposta.

«Perché io gli piacevo davvero e speravo che col tempo...», rispose lei piano.

Hermione sospirò. Se il modo di dire "chiodo scaccia chiodo" avesse avuto una personificazione, quella sarebbe stata Ginevra Weasley. Lei era troppo testarda e combattiva per ammettere a se stessa che una parte di lei soffriva per un ragazzo di cui era innamorata e con cui non poteva stare.

«Non cambierà niente col tempo», ammise Ginny improvvisamente. Si alzò di scatto e si sistemò il maglione. «Basta piangersi addosso», dichiarò.

Hermione evitò di farle notare che non aveva neanche cominciato a farlo, e annuì. Avrebbe voluto darle un consiglio, ma non aveva idea di cosa suggerirle. Lei si era già dichiarata a Harry e lui le aveva detto che, in tempi difficili come quelli, stargli vicino per lei avrebbe significato diventare un bersaglio dei Mangiamorte.

«A proposito di relazioni», fece la ragazza. «Ho saputo che uscirai con McLaggen.»

Hermione si accigliò. «Non ci ho neanche mai parlato e già girano pettegolezzi su noi due?»

Ginny scrollò le spalle. «Ringrazia quell'idiota di mio fratello. Per un po' ho pensato che avresti finito per iniziare a uscire con lui, visto che non ti sei mai interessata ai ragazzi. Ma per quanto mi piacerebbe averti come cognata non ti augurerei mai di fidanzarti con Ron.»

Hermione scoppiò a ridere. «E quanto sarebbe diverso con McLaggen?», le chiese. «Potrebbe addirittura essere più idiota di tuo fratello.»

«Impossibile», tagliò corto lei, agitando la mano.

«Non sottovalutarlo, se la giocherebbero praticamente alla pari.»

Improvvisamente, Ginny la guardò con aria preoccupata. «Dagli una possibilità, Herm», le suggerì. «Se non ti piace puoi lasciar perdere, ma almeno provaci. Non ti farebbe male uscire con qualcuno.»

Hermione si accigliò. Stava praticamente suggerendo che la sua vita sociale era pressoché inesistente e, pensandoci, lei non avrebbe saputo darle torto. «D'accordo», replicò. «Ci proverò.»


***


I hope you know that
I'm sending a postcard,
I don't care who sees what I've said.
Or if the whole world knows what's in my head.

Postcards – James Blunt


La settimana trascorse relativamente tranquilla per i Grifondoro, così, nonostante i punti persi per il tema di Pozioni che Neville non aveva fatto e per quelli di Harry e Ron troppo simili a quello di Hermione, la domenica mattina, l'intera squadra di Grifondoro si era radunata attorno al proprio tavolo nella Sala Grande per fare colazione prima della partita.

Hermione realizzò che l'unica cosa in grado di permettere a Ron Weasley di stare seduto a quel tavolo senza ingozzarsi di cibo erano i discorsi pre-partita di Harry, nonostante lui fosse il portiere e quindi non prendesse parte alla maggior parte dei loro schemi.

Ginny, al contrario, sembrava l'unica a non essere neanche un po' tesa per la partita. Mise a tacere Harry nelle due occasioni in cui lui cercò di richiamare la sua attenzione spiegandogli che avendo già provato quegli schemi decine di volte non aveva bisogno di parlarne ancora. Come al solito, Harry era stato incapace di risponderle a tono e aveva lasciato perdere, così lei era tornata a concentrarsi su Hermione.

«Che significa che non uscirai più con lui?»

Hermione bevve un sorso di succo di zucca e rispose con calma: «Cormac McLaggen è stupido quanto tuo fratello e vanitoso quanto Draco Malfoy. Non potrei tollerarlo un istante di più.»

Per onorare la promessa fatta da Ron – accidenti a lui – aveva accettato di uscire con McLaggen in uno dei suoi pomeriggi liberi, ma lui si era rivelato davvero difficile da sopportare.

«Oh, andiamo, Herm», fece Ginny. «Nessuno è terribile quanto Malfuretto.»

«Stai sottovalutando McLaggen.»

In quel momento, un gufo le volò sopra la testa e lasciò cadere un biglietto proprio davanti a lei, mancando per un pelo il suo piatto.

«Parli del diavolo...», iniziò Hermione leggendo il nome sul cartoncino bianco.

«È McLaggen?», domandò Ginny esaltata.

Hermione annuì e girò il biglietto per leggere il messaggio sul retro, ma la vista le si offuscò per qualche istante e dovette chiudere gli occhi.

«Che succede?», le chiese Ginny preoccupata. «Non stai bene?»

«Sono solo un po' stanca», replicò lei sforzandosi di mettere a fuoco le parole.

«Tu studi troppo, Hermione.»

Lei roteò gli occhi, stanca di subire sempre la stessa predica. «Dice che vuole vedermi di nuovo», spiegò a Ginny dopo aver decifrato con molta fatica la calligrafia del ragazzo. Decisamente, le Rune Antiche erano più comprensibili.

«E tu lo accontenterai?»

«Direi proprio di no.»

Harry chiamò Ginny mentre tutti gli altri membri della squadra si alzavano per dirigersi verso gli spogliatoi.

«Una di queste sere ti trascinerò a una delle feste che organizzano di tanto in tanto nella Stanza delle Necessità», le promise prima di alzarsi.

Hermione si accigliò. «Sono abbastanza sicura che sia contro le regole organizzare feste clandestine.»

«Infatti», convenne Ginny. «Per fortuna ci verrai in qualità di studente ansioso di infrangere le regole e non di prefetto. Promettimelo.»

Hermione sospirò e si arrese. «Solo se non mi costringerai ad andarci con McLaggen.»

«Affare fatto.»

Ginny le schioccò un bacio sulla guancia e seguì i suoi compagni di squadra attraverso la Sala Grande, lasciando Hermione sola. Lei si rigirò il biglietto tra le mani, sempre più scioccata dalla fatica che faceva a leggere quelle parole.

Un altro gufo volò sopra di lei e lasciò cadere un altro biglietto che Hermione afferrò al volo giusto un istante prima che precipitasse nel suo succo di zucca.

Lei sbatté più volte le palpebre per mettere a fuoco le lettere, poi si irrigidì.

Piaciuto il succo di zucca? D.M.

P.S.: Credo proprio che queste saranno le ultime parole che riuscirai a leggere.

Poi il biglietto sparì nel nulla, come se qualcuno lo avesse fatto Evanescere.


***


I'm sending postcards from my heart,
With love for a postmark and then,
You'll know that you
make me feel like we've been caught,
Like kids in the schoolyard again.

Postcards – James Blunt


«Draco, non sei concentrato», gli fece notare Blaise mentre lui si sistemava la divisa. «Gli altri sono pronti. Mi dici a che diavolo stai pensando?»

Malfoy si guardò nello specchio, assicurandosi che tutto fosse in ordine, e poi sospirò. «Non ho avuto modo di godermi la vittoria sulla Mezzosangue», dichiarò con un tono di finta tristezza nella voce.

«Vediamo di goderci la vittoria contro i Grifondioti, almeno», suggerì Zabini trascinandolo fuori.

Non appena furono usciti, si trovarono di fronte la squadra al gran completo, radunata in cerchio attorno a qualcuno che era evidentemente troppo basso perché Draco potesse vederlo al di là delle spalle di Tiger.

«Lasciatemi passare», stava urlando una familiare voce femminile. «Devo vedere quel lurido figlio di...»

«Forse non tutto è perduto, Blaise», commentò Draco con un ghigno compiaciuto.

«Malfoy!», strillò la Mezzosangue non appena lo vide. «Che diavolo hai combinato?»

«Io?», fece lui con aria innocente. «Non so proprio di cosa parli. Ragazzi, perché non andate avanti? Liquido questa qui e vi raggiungo», disse rivolto agli altri, indicando la Granger con un dito.

«Questa qui sta per prenderti a calci, Malfoy. Che mi hai fatto?»

Quando tutti gli altri si furono allontanati, Draco abbassò gli occhi su di lei pronto a godersi la soddisfazione di una vittoria schiacciante. «Io non ho fatto proprio niente, Mezzosangue», disse lui con un sorriso. «Ma forse qualcuno potrebbe aver versato una pozione nel tuo succo di zucca, stamattina.»

Lei si irrigidì. «Quale pozione?»

«E io come faccio a saperlo?», disse lui con aria innocente. «Non sono mica stato io.»

«Perché non riesco a leggere?», insisté lei con il viso paonazzo per la rabbia. Draco comprese che si stava trattenendo dal prenderlo a pugni solo perché aveva bisogno di risposte. Sorrise soddisfatto.

«Non riesci a leggere?», le fece eco lui. «Ma allora la pozione in questione è senza dubbio la Dyslexia. Non la conosci, Mezzosangue?»

La Granger sbatté un paio di volte le palpebre, evidentemente confusa.

«Lascia che ti spieghi come funziona», disse Malfoy in tono educato. «La Dyslexia induce una forma temporanea di dislessia in chi la beve. È estremamente semplice da preparare, così come il suo antidoto.»

«Perché me lo stai dicendo?», chiese la ragazza sorpresa.

Draco scoppiò a ridere. «Perché me l'hai chiesto, Mezzosangue. L'effetto dura soltanto una settimana.»

«Soltanto una settimana? Un'intera settimana in cui non potrei leggere un libro, prendere appunti o studiare?», strillò lei.

«Questa è la parte divertente», convenne lui.

«Mi farò aiutare da Harry a preparare l'antidoto, non credere che l'impossibilità di leggere mi fermerà, Malfoy», disse voltandogli le spalle, pronta ad andarsene.

Draco la afferrò per un braccio e la costrinse a voltarsi. «Vedi, Mezzosangue, questa pozione è piuttosto fastidiosa. Di solito si prepara insieme all'antidoto, perché entrambi richiedono tempi molto lunghi.»

La Granger si irrigidì e perse anche la forza di ribellarsi alla sua stretta.

«Ci vuole una settimana per preparare l'antidoto», spiegò lui. «Tanto vale che aspetti che passi l'effetto.»

La ragazza inspirò profondamente. «Perché diavolo l'hai fatto, Malfoy?»

Lui la guardò inclinando il capo, l'espressione improvvisamente priva di ogni traccia di divertimento. «Non avresti dovuto intrometterti, quel giorno a Hogsmeade.»

«Oh, mio Dio», fece lei sconvolta. «Ti prometto che la prossima volta ti lascerò morire. Soddisfatto? Per Merlino, la gente normale di solito ringrazia

«Non mi aspettavo che tu capissi», disse Draco per nulla sorpreso. «Per questo ho voluto metterti in condizioni di farlo. Io ho l'antidoto alla tua pozione, Mezzosangue. Chiedimelo, ammetti di aver bisogno di me e io te lo darò.»

Una scintilla d'orgoglio passò negli occhi della ragazza. «Tu sei fuori di testa. Lo dirò alla McGranitt.»

«Non hai nessuna prova che dimostri che sono stato io a darti quella pozione», ribatté lui. «Ma guardati. Sei disposta a chiedere aiuto a chiunque tranne che a me e ancora non capisci perché non avresti dovuto intrometterti quel giorno.»

La Mezzosangue si morse il labbro e Draco pensò che quello era senz'altro l'apice della sua vittoria. «Adesso devo andare», dichiarò lui. «Ho una partita da vincere.»



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Postcards è il titolo di due canzoni omonime di James Blunt e Ed Sheeran, rispettivamente del 2013 e del 2007. Letteralmente significa cartoline, ma può essere inteso anche generalmente come biglietti, e si riferisce ai biglietti che riceve Hermione da McLaggen e Malfoy.


Note

Così come accade in Harry Potter e il Principe Mezzosangue, essendo i ragazzi al sesto anno, il professore di Pozioni (in questo caso Piton) presenta loro l'Amortentia.

I provini a cui McLaggen e Ron partecipano come aspiranti portieri si sono già svolti senza l'intervento da parte di Hermione, quindi entrambi sono in squadra, prima che Cormac accetti di ritirarsi in cambio di un'uscita con Hermione.

Per quanto riguarda la Dyslexia, si tratta di una pozione completamente inventata da me, il cui nome deriva dalla traduzione inglese del termine dislessia.

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