La giornata di Zoey Lake

Zoey Lake
Modena, 30 marzo 1993
Ore 6:30

La mattina mi alzo presto: la prima cosa che faccio è dare il buongiorno a Polifemo, il mio gatto.
L'ho chiamato così perché quando l'ho trovato aveva un solo occhio: aveva paura all'inizio, ma poi si è abituato alla mia presenza
Dopo di ciò sistemo il letto e mi faccio una doccia calda: solo dopo mi preparo la colazione e con calma la consumo, prima di andare a lavarmi i denti e vestirmi con giacca, cravatta e gonna a tubo, ma le ballerine le metto dopo: preferisco restare con le ciabatte per quanto possibile, prima di torturare i miei piedi.
Mentre aspetto che leggo varie testate giornalistiche: Autosprint, In Pista e diverse altre anche in inglese inglesi si parla della prestazione del GP in Brasile, ma non mi importa: quello che mi interessa sono le formule minori: l'anno prossimo vogliamo piazzare un secondo team in griglia (cosa che avremmo fatto quest'anno, se non fosse stato per l'incendio della sede) e ci serve un altro pilota oltre a Konata.
Ovviamente, promuovendo quel pilota, si creerà una serie di situazioni per cui dovremmo promuovere altri driver dai team minori: per questo cerchiamo qualcuno da inserire nella formula 3000, oltre che dei piloti da mettere sulla formula 2000 italiana.
Solo ora mi ricordo di una videocassetta che mi ha mandato Christian: mi aveva detto di guardarla e che riguarda sua sorella, una pilota di grandi speranze.

Così corri in stanza e la metto a soqquadro per trovare la VHS intitolata "Il talento di Rita": dopo esserci riuscita la butto nel mangiacassette e prendo appunti.
Sua sorella ha una vettura più datata della concorrenza: nonostante ciò dimostra un ottimo passo gara.
La giovane di dimostra capace di fare a sportellate e di usare tattiche di gara anche poco ortodosse. Il problema è che non spiccica una parola di inglese e che le sue risposte alle domande dei giornalisti sono spesso acide e poco educate, anche se poi vengono filtrate da un'altra persona che traduce per lei.

Il mio cellulare squilla: c'è il Signor McNeil sull'altro capo, che sta arrivando a bordo della sua Lexus LS. Così metto le ballerine: l'auto arriva subito, salgo a bordo della vettura con la cassetta in mano

"Ho trovato un pilota"

Dico all'uomo

"Anzi: una pilota che possa coprire il buco in F2000"

Lui mi guarda con un sorriso: evidentemente ho quell'espressione che faccio sempre quando mi fisso qualcosa in testa.

"Qual'è il problema, allora?"

Mi chiede lui, alché replico

"È arrogante come suo fratello"

McNeil ride: ha capito che parlo della sorella di Christian: è lui che ho dipinto come arrogante al proprietario della scuderia

"Se riuscirà a replicarne i risultati mi sta bene. Fai in modo che non dica una parola senza un P.R, non voglio altri casini come quelli successi da Costanzo"

Finalmente arriviamo all'edificio del team: mi guardo attorno e ho l'impressione che, dopo l'ottimo risultato ad Interlagos, la squadra si sia un po' troppo galvanizzata.
Vorrei fare un discorso per riportare tutti sul pezzo, ma non sono quel tipo di persona: è Aaron che ci pensa.

"Avete fato un ottimo lavoro in Brasile , ma non bisogna adagiarsi sugli allori, poiché abbiamo molto da fare se vogliamo confermare i nostri progressi."

Esordisce lui

"Siamo un team giovane, ma facciamo le cose per bene. Siamo organizzati e questo si riflette in pista: vorrei che continuassimo su questa lunghezza d'onda: vorrei che il mondo venga a sapere di quello che possiamo fare noi della McNeil "

Da quel che so, dal laboratorio sono arrivati nuovi pezzi: nello specifico un fondo nuovo, dei badgeboards in stile McLaren, ed una nuova ala che dovremo portare a Imola: vogliamo lottare per il miglior risultato possibile, dunque miglioreremo la nostra vettura quanto possibile.

Oggi ci sono dei test, ma questi non sono legati ai pezzi che ho appena menzionato, (che tra l'altro devono ancora arrivare), ma abbiamo bisogno di una comparazione tra i piloti per capire chi può prendere il secondo sedile del team B.
Ce ne saranno diversi di questi test e si svolgeranno con la MC001, poiché sarà il telaio usato l'anno prossimo dalla squadra sorella. Sono le 9 del mattino e dopo vari preparativi è tutto pronto

"Ok, ragazzi, adesso bisogna fare tutto per bene"

Dico ai meccanici e ai piloti: ci sono tutti coloro che vengono dalla f3000: Konata che ha già un posto pronto, ma ci sono altri tre piloti che lottano per il secondo sedile:
Si tratta Shinya Haga, il compagno di squadra di Konata in f3000 giapponese, Marco Greco e Aaron Blake, questi ultimi due provenienti dalla f3000 europea che partirà a maggio.

"Abbiamo quattro vetture, dei muletti derivati dalle vetture dell'anno scorso"

Konata mi guarda confusa, alché rispondo alla sua domanda prima che possa parlare

"Due sono le auto con cui abbiamo concluso la stagione scorsa, le altre due le abbiamo costruito con i progetti e alcuni i pezzi di ricambio che si erano salvati dall'incendio, così siamo stati in grado di costruire i telai senza doverli progettare da capo"

Due vetture, quelle usate l'anno scorso, sono di colore bianco e blu, le altre invece bianche e gialle: in entrambi i casi una linea nera separa la parte inferiore dell'auto verniciata di bianco da quella superiore, colorata e me vetture sono prive di sponsor, anche se sono numerate da 1 a 4
I piloti iniziano i test: si tratta di fare dei giri su pista, per trovare un assetto e per fare delle simulazioni di gara.
Oltre al tempo sul giro, valuteremo il consumo di gomme e carburante: non serve andare un secondo al giro più veloce se poi si fanno tre soste invece di una.
I giovani così iniziano il loro test: ovviamente il tempo più veloce è di Konata in 1:19:243, ma gli altri si difendono bene: Blake gira in 20:164, gli altri stanno in 1:20:8

Ovviamente prendo appunti sullo stile di guida dei piloti sui loro tempi: cerco di capire chi sua il più costante e la media sul giro: nel primo caso, escludendo Konata, il più costante è Greco, che si mantiene tra il 20:7 e il 20:9, ma media sul tempo migliore è quella di Blake, che ha una media di 1:20:794 fa spesso errori, a causa di una guida troppo aggressiva.
Haga, invece, è il più gentile sulle gomme: rispetto a Greco è leggermente meno costante, ma alla fine le gomme in miglior stato sono le sue.
Insomma: abbiamo un pilota veloce ma scostante, un cronometro umano ed un genio della gestione delle gomme.
Sarà dura scegliere, se le cose di mettono così.
Guardo McNeil, che osserva i dati dei candidati: sembra avere le mie stesse remore

"Ci saranno altri test, non bisogna scegliere oggi"

Dice lui, tirando un sospiro.

"Vediamo come si comporteranno fino alla fine della stagione e a quel punto potremo decidere"

Mi calmo un po': avere del tempo è sempre cosa buona, così riesco a tornare dai ragazzi con un sorriso

"Abbiamo raccolto diversi dati"

Dico ai quattro, anche se l'argomento non dovrebbe interessare Konata

"Ognuno di voi ha caratteristiche diverse, che alla fine si equivalgono. Ma non preoccupatevi: non avremmo comunque scelto oggi il pilota mancante. Quello che voglio dire è che voglio che diate sempre il massimo, se volete competere per un posto in formula 1. Ci vedremo per i prossimi test comparativi"

A questo punto li lascio andare: usare altre parole sarebbe inutile, così osservo i ragazzi tornare a casa: sono le 6 di sera: a casa mi aspettano Polifemo ed una cena a base di cordon bleu.
Mi faccio accompagnare da McNneil, che fa la sua solita battuta per salire: se fosse stata un'altra persona gli avrei sputato in faccia, ma conosco Aaron da diverso tempo e che soprattutto il suo è uno scherzo dovuto a delle voci false secondo le quali staremmo insieme.

"Una buona serata"

Dico a McNeil, che parte via con la sua Lexus: io vado a preparare il cibo prima per Polly (il soprannome di Polifemo) e poi per me. Mentre ceno sola annego tra soap opera e drammi, finché non finisco per addormentarmi esausta davanti alla TV:
Non è facile essere un team manager


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