F3 a Varano

Rita Palermo
2 maggio 1993
Varano de' Malagari

Dopo la mia visita ai box della McNeil ci sono state diverse novità.
La prima è a mia terza vittoria in tre gare, grazie al successo della scorsa settimana a Brands Hatch in faccia a quella spocchiosa della Geromel.
La seconda è che Zoey mi ha iscritta ad una gara della formula 3 italiana.
A dir la verità è stato tutto un po' improvvisato: a quanto pare mio fratello ha proposto la cosa alla signorina Lake già da Donington; lei ha dato una mezza risposta positiva e lui nell'arco di pochi giorni ha acquistato una Dallara 393, co ha fatto ficcare sopra un motore Toyota e mi ha iscritta alla gara senza che sapessi nulla.

L'auto segue la livrea della McNeil, ovvero perlopiù bianca, con delle strisce gialle dai i bordi neri: è davvero bella, ma spero che sia altrettanto veloce.
O meglio: spero di riuscire ad essere veloce e di dimostrarmi all'altezza: non ho mai girato con mezzi simili e non so cosa aspettarmi, ma mio fratello è qua per darmi dei consigli.
L'ultima volta mi ha spiegato il Trail breaking, questa volta il vantaggio di entrare in curva con un leggero sovrasterzo.

"Porta tutto il carico davanti e lascia le che gomme posteriori scivolino appena, in modo da raddrizzarti in anticipo e poter accelerare prima di tutti"

"Ma così le gomme finiranno prima"

Gli faccio notare, ma lui mi ribatte

"Per me funziona; è il modo in cui guido da sempre, ma se non ti viene naturale trova qualsiasi cosa che funziona per te"

A quel punto annuisco: sono pronta a scendere in pista per il turno di libere.

La vettura, che monta motore Toyota, è potente il triplo rispetto alla formula Vee con cui corro.
Per non parlare dell'aerodinamica, che richiede adattamento da parte mia: guidare queste vetture come dice Christian mi è semplicemente innaturale.

I primi giri sono di avvicinamento: cerco di capire come si comporta la macchina, dove frenare e cosa fare.

Le ore di test sono tre, ma già alla prima rientro: per ora ho il dodicesimo crono su trenta partecipanti.

"Più vai veloce, più tenuta hai"

Mi dice mio fratello

"Queste auto vogliono essere portate al limite in ogni momento, sfrutta tutto il grip che hai"

I tecnici mi spiegano che posso frenare di meno e accelerare di più in certi punti e mi chiedono di fare traiettorie diverse in certi punti: cerco di assorbire tutto, prima di tornare in pista.

Sul circuito sono in difficoltà: provo a fare tutto insieme, ma mi viene difficile. Così decido di implementare un consiglio alla volta:

Prima quello di mio fratello, quello di sfruttare tutta la downforce che posso creare.
Provo a capire pian piano a che velocità posso affrontare le curve: pian piano vado sempre più veloce e mi stupisco di quanto possa ancora migliorare.
Una volta capite le possibilità della vettura, ecco che inizio a cambiare le linee: cerco prima di seguire la striscia nera, poi provo a variare alcune parti, ma mi rendo conto che la traiettoria convenzionale è quasi sempre la migliore.
Mi rendo anche conto di trovarmi comoda a spigolare le curve: piuttosto che anticiparle, come fa mio fratello, preferisco frenare un po' dopo e creare un angolo più avuto con la machina, ritardando il punto di corda. Questo si dimostra vero soprattutto nei tornanti, mentre questa tendenza è mitigata nelle curve veloci.

Alla fine delle prove esco dall'auto: Christian mi batte il cinque e Zoey mi sorride: il tempo è buono: il giro migliore è stato completato 47 secondi e 286 millesimi, che mi porta in quinta posizione.

"Posso migliorare"

Dico infatti a tutti

"Penso di aver lasciato un secondo qua e là, con gomme nuove e con poca benzina posso fare di meglio"

Christian mi dà una pacca sulla spalla e Zoey mi fa un occhiolino

"Go for it!"

Mi dice la manager giappo-irlandese.

Dopo un pranzo veloce, durante il quale condivido le mie impressioni sull'auto e sulla pista, Christian mi spiega l'importanza di provare anche diverse settaggi con vettura.
Effettivamente ho parlato poco con i meccanici, pensando semplicemente ad andare più veloce: neanche per un momento mi ha sfiorato l'idea che cambiando l'angolo degli alettoni e i settaggi delle sospensioni avrei potuto rendere il mezzo più adatto alla mia guida.

Oh, beh, oramai è tardi; chiedo giusto un po' più di angolo all'alettone posteriore, in modo da avere più stabilità: non sono sicura di adottare lo stesso stile di guida di mio fratello, che richiede proprio che il posteriore si allarghi in ingresso di curva: trovo molto più comodo combattere un eventuale sottosterzo.

Finalmente ecco la sessione di qualifiche: il giro più veloce inizia ovviamente dal rettilineo del traguardo, seguito dalla parabolica, un ampio tornante verso sinistra.
Come voglio io, l'auto si mantiene stabile e non accenna a scivolare: una volta usciti ci sono due S, la prima sinistra-destra e la seconda destra-sinistra: si va in pieno verso una semicurva a destra, poi si frena per la curva Ickx, chiamata così perché il pilota belga finì fuori pista proprio là.
Si tratta di una curva a gomito verso sinistra, poi dopo un rettilineo arriva la curva a ferro di cavallo, un altro tornante verso sinistra:
Durante questo tratto i movimenti dell'auto sono minimi: non sono spettacolare come mio fratello, ma la mia guida paga e mi va volare in pista.

La penultima curva del circuito è il tornantino, un altro tornante in direzione opposta del precedente, seguito da una leggera curva a sinistra che porta nuovamente sul rettilineo iniziale.

Purtroppo mi si rompono i freni e l'auto va dritta verso la sabbia: per fortuna riesco ad usare il freno motore per rallentare, prima di venire bloccata dalla sabbia all'esterno della pista.

Esco alquanto nervosa: avrei potuto fare di meglio, ma sono costretta a dirigermi ai box a piedi, dove sono alquanto nervosa: sono riuscita a fare un solo giro lanciatoz ma mio fratello e la signorina Zoey mi sorridono, con mia grande sorpresa

"Hai battuto il record!"

Dice Christian, prendendomi in braccio

Zoey si unisce all'abbraccio e così anche i meccanici

"Sei la più veloce di Varano, sorellina: sei stata incredibile!"

Sono frastornata, ma capisco tutto quando vedo i tempi: 44:781, che l'annunciatore indica essere la pole ed il record della pista.

I festeggiamenti durano a lungo: al punto che mi addormento al tavolo della cena, per poi svegliarmi il giorno dopo sul letto del camper con cui siamo venuti, con qualcuno che bussa alla porta

"Svegliati, Rita!"

La voce è quella di mio fratello, che apre a metà la porta e getta dentro tuta e casco.

"La gara inizia tra mezz'ora"

Guardo l'orologio: sono le 14:30! Impanicata mi vesto e corro letteralmente sul circuito: entro in auto quasi all'ultimo e mi presento finalmente in griglia. Già mi immagino Zoey mettersi le mani tra i capelli, dopo questa dimostrazione di poca serietà.

Ad ogni modo dopo il giro di ricognizione inizio a sentirmi nervosa: devo ben figurare, se voglio un posto nel programma giovani piloti della McNeil, dunque niente errori.

Solo che parto malissimo.
Anzi: di merda

Perdo sei posizioni al via: la cosa mi fa innervosire e non poco e così non riesco a fare nulla, se non un errore che mi fa perdere altre due piazze.

Mio fratello si affaccia dai box con un cartello: "RITA +BRAIN"

Ha ragione: la gara dura 60 giri, ho tanto tempo per recuperare.

Il primo sorpasso arriva alla prima esse, il secondo arriva alla variante dopo.

Sono tornata settima: ho altre sei vetture da passare.
Gli attacchi continuano: alla Ickx il primo, seguito da un altro al Ferro di Cavallo, prima di raggiungere la quarta piazza usando la scia al rettilineo principale.

Adesso tocca ai primi tre, che sono più lontani; mi ci vuole in po' prima di raggiungerli, ma recuperando decimo dopo decimo li riprendo intorno a metà gara.

Il terzo lo passo appena lo raggiungo: il sorpasso si consuma al Ferro di cavallo, dove mi butto dentro.

Ora sono a caccia del secondo: lui è più duro da passare, infatti ci metto un giro prima di riuscire a mettere a segno un attacco all'esterno della parabolica.
La lotta per la prima posizione invece è ancora più dura: provo da tutte le parti senza successo e la bagarre fa avvicinare gli altri due. Solo dopo qualche giro riesco a inventarmi qualcosa: nel corso di un doppiaggio al rettilineo dei box lui si mette all'esterno, mentre io mi butto all'interno: ritardo così la frenata e lo sorpasso, facendo ciao ciao con la manina.
Completata la manovra decido che è tempo di andarmene, così prendo il mio ritmo e costruisco il mio vantaggio, per poi gestire tranquillamente gli ultimi giri: riesco così a tagliare il traguardo in testa.
Sono così felice che una volta scesa dalla macchina al parco chiuso vado ad abbracciare mio fratello: com lui ci sono anche Zoey e i meccanici, che esultano con me.
Durante la cerimonia sul podio festeggio come una pazza e spruzzo lo champagne sul pubblico e sugli avversari.
Sono una wild card ed il mio punteggio non verrà considerato ai fini del campionato, ma mi sono davvero divertita!

Quando scendo Zoey mi raggiunge:

"L'anno prossimo correrrai il campionato intero"

Mi dice lei: sorrido entusiasta alla notizia, mentre Christian mi fa un occhiolino dalla dietro la team manager.
In risposta alla signorina Lake mi limito ad annuire, poi però mi butto a terra con le braccia larghe: oltre ad essere più veloci sia in rettilineo che in curva, queste auto sono anche molto faticose: non ho mai speso tante energie per una gara, dunque una volta finita l'adrenalina mi ritrovo a terra con il fiatone

"Dovrai fare tanta palestra"

Mi dice Christian ridendo, per poi caricarmi sulla schiena.
A cena neanche mi presento: appena mio fratello mi ha lasciata sul letto del camper mi sono addormentata come un ghiro, felicissima e stanchissima perché qualora ce ne fosse stato bisogno ho sempre dimostrato di essere la migliore.

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