Prove a Fiorano, giorno 2
(capitolo scritto da Sunshine295)
[...] le performance della nuova scuderia McNeil sono migliorate nella seconda giornata di test, in termini cronometrici, anche se, tuttavia, è stata una giornata non priva di problemi.
Se le monoposto si sono dimostrate molto veloci, è sembrato che ci fossero comunque notevoli problemi di gestione. Di Santo, nonostante abbia girato in 1:02, ha dichiarato senza mezzi termini che la vettura era molto nervosa.
Casadei, attardato di circa mezzo secondo dal compagno di squadra, come facilmente comprensibile, vista la sua ridotta esperienza con le ruote scoperte, ha terminato la giornata con uno schianto contro il muretto dei box"...
...
...
...mi fermo. Il testo non fila per niente. Tolgo il foglio dalla macchina da scrivere, lo appallottolo e lo getto nel cestino. O meglio, tento di gettarlo nel cestino, ma non faccio centro e atterra sul pavimento.
«Qualcuno è un po' nervoso o sbaglio?» chiede una voce alle mie spalle.
È quella della mia collega Donatella, a sua volta assegnata al campionato di Formula 1, ma alla quale è riservato il compito di occuparsi di "quelli che contano", non della McNeil.
Non che le mie mansioni siano tanto ingrate, io ieri ero a Fiorano, mentre lei era in ufficio a ripercorrere gli eventi dello scorso novembre, con Prost appiedato dalla Ferrari dopo avere paragonato la vettura ad un camion e sostituito da Morbidelli. Con tutto il rispetto per la Ferrari, Prost e Morbidelli, preferisco lavorare sul campo.
«Sì, qualcuno è nervoso» rispondo, «Ovvero la vettura di Di Santo e quella di Casadei. Forse anche lo stesso Casadei, gira voce che si sia fratturato un polso.»
«Schiantandosi contro il muretto mentre rientrava nella pitlane» conferma Donatella, «Mentre le vetture rientravano in anticipo.»
«Già, pioveva e non avevano gomme da bagnato. Sto cercando un modo gradevole per scriverlo.»
«Figurati, sono certa che troverai le parole giuste» mi rassicura Donatella. «Ti leggevo, prima che venissi a lavorare con noi. Mi sei sempre piaciuta, con quel tuo volere dedicare un po' di spazio anche alle squadre meno blasonate.»
Annuisco.
«Ci sono anche loro e mi sembra doveroso non dimenticalo: ci sono diciassette scuderie, in questa stagione, non ci si può concentrare solo su Ferrari, McLaren, Williams e Lotus. Che poi, dubito che a qualcuno interessi della Lotus, al giorno d'oggi. L'anno scorso ha totalizzato appena tre punti.»
Donatella mi fa i complimenti.
«Caspita, che memoria! Non è da tutti ricordarsi anche i punteggi.»
«Se vuoi, ti dico anche quando hanno fatto quei punti: San Marino, Hakkinen arrivò quinto, Herbert sesto. Sono due piloti molto promettenti, spero che riescano a fare meglio, questa stagione: a fine anno non si qualificavano neanche...»
«E invece di Di Santo e Casadei cosa mi dici?» mi domanda Donatella, a quel punto. «Riusciranno a fare strada in Formula 1?»
«Prima di pensare a Di Santo e a Casadei ci sarebbe da chiedersi qualcos'altro» rispondo, con realismo, «Ovvero se la McNeil resisterà a lungo o se farà la fine di tanti altri costruttori. Per il resto sono entrambi giovani e hanno tutto il tempo per migliorare.»
«Di Casadei si dice che sia arrivato in Formula 1 grazie agli sponsor.»
«È la Formula 1, dopotutto» le ricordo. «Senza soldi e senza sponsor le squadre non vanno avanti. A condizione di non ingaggiare dei piloti inguardabili, è giusto che vadano anche alla ricerca degli sponsor. Soldi e talento non si escludono necessariamente a vicenda: è necessario trovare qualcuno in cui i due aspetti si completano a vicenda.»
Donatella mi chiede: «Lo scriverai, a proposito di Casadei?»
Scuoto la testa.
«Non scriverò niente di tutto ciò. Mi devo limitare ad esporre i fatti, lasciando da parte i miei giudizi personali.»
«A proposito di giudizi personali» mi chiede Donatella, «Che idea hai per questa stagione? Secondo te chi vincerà il mondiale?»
«Mi sottovaluti» replico, con un sorriso. «Non avresti dovuto chiedermi chi vincerà il mondiale, secondo me, ma se c'è qualche squadra che non ci arriverà nemmeno, al mondiale.»
«Parli del team subentrato alla Coloni? Com'è che si chiama?»
«Andrea Moda.»
«Si dice che rischi di non essere nemmeno a Kyalami.»
«Io, invece, ripongo molta fiducia nell'Andrea Moda» sentenzio, raccattando il foglio che ho tolto dalla macchina da scrivere e che ho gettato a terra poco fa.
Forse c'è qualcosa di buono da salvare, realizzo, lasciando da parte la mia conversazione e rimettendomi a lavorare.
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