Montecarlo: domenica e post-gara
[Domenica, 31/05/1992]
Mamma mia.
Un macello, ecco che è successo.
Un incidente al via di proporzioni immense.
Negli specchietti vedo un vedo un vero e proprio ingorgo alla curva della Saínte Devote:
La cosa, ovviamente, viene notata anche dai commissari di gara, che danno bandiera rossa.
5 giri appena percorsi, e già una catastrofe simile ferma la gara.
Ci vuole un po' prima che tutte le auto vengano spostate dal circuito e intanto ne approfitto per ragionare sull'accaduto:
Sotto il sole del principato sono primo: dopo aver bruciato Berger e Capelli in partenza, mi sono ritrovato al terzo posto, ma alla seconda tornata ero già primo a causa di un contatto tra Mansell e Senna alla prima curva.
Al terzo giro le vetture sono ancora la e così alla quarta.
Ad un certo punto, Patrese impatta contro le macchine ferme, poi qualcuno sbatte contro la Williams dell italiano e così via.
In tutto, 15 vetture sono state coinvolte nell'incidente.
Bandiera rossa inevitabile.
O meglio, si sarebbe potuta evitare se le auto fossero state ritirate per tempo.
Ad ogni modo, quando la bandiera viene sventolata, torniamo tutti ai box.
Ci vuole mezz'ora prima che possiamo ripartire dalla griglia di partenza e posso dire che ci resto male quando vedo che le vetture che vi prendono parte sono poco più della metà di quelle che hanno fatto la prima partenza.
Davanti ci sono io, alla mia destra invece c'è Berger. Dietro di me Casadei e in quarta piazza una macchina rossa (mi sembra una Ferrari, ma non ne sono sicuro).
Mi stupisce che Casadei sia riuscito in qualche modo a procedere, dato se la pancia laterale è visibilmente danneggiata.
Alla ripartenza mantengo la posizione mettendomi a centro pista e dopo la Saínte Devote, dagli specchietti vedo Casadei passare Berger, dandogli una bella sportellata.
Terrorizzato dall'idea di un altro contatto con Federico, forzo il ritmo e nel giro di una tornata riesco a staccarlo.
Non soddisfatto, continuo ad andare sempre più veloce, finché non vedo che ho fatto la tornata più veloce in 1:21:151
La gara continua tranquilla, finché non entro ai box per il cambio gomme.
Ne esco in terza posizione, dietro a...
Casadei?
Com'è possibile?
Sapendo che il mio compagno non ha ancora effettuato lo stop, resto dietro a lui fino alla fine del giro, dove intravedo una macchina rossa entrare ai box: una Ferrari deve avere passato il mio compagno, negandoci la doppietta, almeno per il momento.
Tuttavia, quando arrivo alla piscina, vedo entrambe le Ferrari contro le barriere.
Per un attimo mi chiedo chi sia il tipo davanti a Casadei, ma poi decido di lasciar perdere e concentrarmi sulla gara.
Per me è sempre tutto tranquillo, ma vedo altre auto a ferme a bordo pista ferme, ma comunque le ignoro e proseguo dritto per dritto.
La gara a questo punto è priva di emozioni, almeno da parte mia: continuo a macinare giri veloci e arrivo sotto la bandiera a scacchi.
Dietro di me, Casadei aveva riguadagnato la posizione grazie al cambio gomme, ma non su una Ferrari, come pensavo, ma su Letho, che con la Dallara si era portato davanti Federico prima della sosta.
Tuttavia, anche a causa dei danni sulla monoposto, Federico deve cedere il passo e va a concludere terzo.
Sul podio è una festa: io ho ottenuto la mia prima vittoria, mentre Casadei conquista i punti iridati, insieme al primo podio.
La festa con lo champagne è più una battaglia tra me e Casadei, con Letho che preferisce bere tutto davanti al pubblico.
Anche quando rientriamo ai box facciamo festa: il risultato ottenuto oggi è di estrema importanza, probabilmente un evento storico per l'intera formula uno!
Tra urla, festeggiamenti, abbracci e baci, facciamo un casino tale che i fotografi, incuriositi, entrano nel box.
Vedendo tutti in festa, ci fanno un sacco di foto e di video, che andranno probabilmente in Rai.
Intanto, in qualche modo riesco ad uscire dal casino e a stare solo in qualche modo. Certo, è bello festeggiare, tuttavia adesso sento il bisogno di stare solo: tra un po' verrò bombardato di domande e la cosa mi infastidisce alquanto: a me interessa correre, non fare la passerella:
Se avessi voluto farmi vedere la bella faccia, avrei sicuramente fatto il modello, non il pilota!
Mentre sto seduto, poso il casco (che tenevo ancora in mano da quando sono uscito dal podio) e con schiena poggiata sul retro del garage, sorrido soddisfatto.
D'un tratto, qualcuno mi fa una foto, quindi mi giro verso la provenienza del suono del click della macchinetta:
È Roberta, che mi sorride gentilmente.
Le faccio cenno di sedersi vicino a me e lei, sorprendentemente (almeno per me), lo fa
Questa volta non diciamo nulla, stiamo semplicemente in silenzio e la cosa sembra essere motivo di imbarazzo.
Da ciò capisco che c'è in feeling tra me e lei, una specie di legame: sono poche le persone con le quali si può condividere un silenzio e queste persone sono quelle che ti capiscono con uno sguardo.
Sono queste le persone da tenere strette
Il momento dura una mezz'ora scarsa, almeno finché non arriva la signorina Zoey, che sembrava abbastanza nervosa: evidentemente sono sparito per troppo tempo e qualcuno iniziava a preoccuparsi per me.
La cosa dire il vero non mi sorprende: in questo momento mezzo mondo che fa parte della stampa specializzata mi starà cercando per fare domande su come mi senta a vincere la mia prima gara e cazzate varie, tuttavia non ho nessuna voglia di onorare i miei obblighi "istituzionali"
Guardo quindi Roberta, poi la team manager
-Non puoi dire che sto male per l'emozione?-
Severa, la signorina Lake scuote la testa, guardandomi male. Roberta non si intromette (e per questo la ringrazio) e io non so cosa dire. Spero in una specie di miracolo, ma ora mi pare abbastanza impossibile, soprattutto perché Zoey ha la faccia di chi mi vorrebbe prendere per i capelli e gettarmi in mezzo alla stampa.
«Devi venire, c'è la conferenza stampa e non puoi sottrarti»
Un po' le do ragione, dato che la sto mettendo nei guai, ma d'altra parte non penso che sia giusto nei miei confronti, anche perché non sono formalmente obbligato a rispondere alle domande dei giornalisti:
Piuttosto, soltanto pochi di loro hanno il diritto di parlare con me e sono con Liliana mi faccio intervistare volentieri
-Adesso proprio non me la sento, al massimo questa sera mi faccio intervistare dalla Marchetti-
A questa richiesta, Zoey sbuffa seccata e si morde nervosa il labbro.
Non so cosa abbia in mente, ma in qualche cambia idea
«Ora ascoltami bene: io cercherò una scusa per farti saltare la conferenza stampa e tu passi questa giornata con la tua... "Amica", però non dovrai fare mai più una cosa del genere, intesi?»
Annuisco, un po' spaventato dal tono aggressivo di Zoey: Sembra dannatamente seria e ho come l'impressione che questa "scappatella" me la farà pagare.
Intanto, però, mi lascia con Roberta.
Per qualche minuto passiamo a guardarci, poi mi viene un'idea
-se aspetti un po' torno al motorhome, mi faccio una doccia e mi cambio, così possiamo fare un giro
Lei annuisce sorridendo, allora io parto alla volta dell'enorme camper. Attivato la, faccio come ho detto: mi faccio una doccia e mi cambio.
Stavolta ho un cappellino nero, una maglia altrettanto scura con il logo dei Nirvana e dei jeans chiari: certamente non è molto, ma in un'occasione informale come questa può andare bene.
Quando scendo dalla casa mobile, hp difficoltà a districarmi tra i giornalisti, ma alla fine riesco a liberarmene e a raggiungere Roberta.
Stavolta visitiamo la parte alta della città: anche qua sopra è affascinante, con gli edifici moderni che a svettano, andando in contrasto con la parte storica della città.
Il tutto è davvero suggestivo, con una vista che da sul mare limpido e sulle barche che puntinano il porto, ma ancora più belli sono gli occhi do Roberta, che sembrano brillare sotto il sole che tramonta a Montecarlo.
Ancora una volta, stiamo in silenzio, senza che ci sia bisogno di alcuna parola: solo quando il sole è calato completamente ci avviamo verso i camper, dove dormiremo tranquilli la notte.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top