incontro con Perry McCarthy

12.09.1992
«Ehi.»
Sussulto.
Non ho sentito nessuno arrivare alle mie spalle.
Mi volto e vedo la signorina Lake.
«Zoey, mi hai spaventata.»
«Lo so. Ormai hai una certa età. Certe emozioni sono troppo forti per te, il tuo cuore non potrebbe reggere.»
È una battuta, ma mi fa rabbrividire.
Se Zoey Lake sapesse che mio marito è morto per un infarto non scherzerebbe sull'avere il cuore debole.
Faccio finta di niente.
«L'unica emozione che avrei voluto avere oggi riguardava la qualifica di Patrese.»
Zoey mi strizza un occhio.
«Per fortuna di Williams veloci ce n'è solo una.»
Mansell, infatti, ha ottenuto la pole position qui a Monza, mentre il suo compagno di squadra non è riuscito a stravolgere la situazione vista al venerdì e si è accontentato di una misera settima posizione.
Non c'è da stupirsi che Zoey Lake sia così raggiante, oggi: Christian Di Santo si è qualificato in seconda posizione e partirà dalla prima fila accanto a Mansell.
Anche la qualifica di Federico Casadei è andata bene: ha fatto registrare il sesto tempo, dietro a Senna, Alesi e a una sorprendente Amati.
Non lo direi mai alla signorina Lake, ma secondo me le converrebbe blindare entrambi i suoi piloti: Casadei non sembra avere lo stesso ritmo e la stessa lucidità di Di Santo, ma è la sua prima stagione in una serie a ruote scoperte di fama internazionale e, considerato il suo background, le sue performance non sono da scartare.
Ho parlato con lui un paio di volte e mi è bastato per notare quanto sia immaturo sia come pilota sia soprattutto come persona, ma una squadra come la McNeil non dovrebbe puntare troppo in alto.
Con questo non voglio dire che non meritino i loro risultati. La mia unica preoccupazione riguarda la durata del loro successo e la reazione qualora le loro performance dovessero calare. I nomi di spessore del motorsport possono permettersi di fare una stagione negativa, una squadra che molti considerano uscita dal nulla non potrebbe cavarsela altrettanto facilmente.
Durante il test a Fiorano della scorsa settimana non sono emersi dettagli a proposito di come si evolverà la situazione il prossimo anno. Sia io sia la mia collega abbiamo cercato di raccogliere qualche indiscrezione, ma la signorina Lake e tutti i membri del suo entourage hanno la bocca cucita.
"O forse" realizzo, "non sanno nemmeno loro che cosa decidere."
Sono bravi, ma sono tutti alle prime armi. Ripongo la massima fiducia nei giovani, ma sono stata giovane anch'io e riconosco che, professionalmente, un abisso mi separa da quella che ero agli esordi.
Agli esordi, probabilmente, non avrei accolto in modo tanto positivo l'ascesa della scuderia McNeil. Probabilmente avrei messo in luce i lati negativi di un simile successo: nel mondo tante persone guarderebbero volentieri gare vinte da Ferrari, McLaren, Williams, Lotus o Brabham, ma quanti di loro sarebbero altrettanto felici di vedere gare vinte da un marchio quasi sconosciuto come McNeil?
Vedo che Zoey Lake mi fissa con aria interrogativa. Probabilmente si aspetta che continui il discorso a proposito di Patrese, quindi decido di non sparare sulla croce rossa e di lasciare in pace il mio connazionale.
«Anche in McLaren Senna si è qualificato bene, mentre Berger ha faticato.»
«Nono tempo, giusto?» mi chiede Zoey.
«Ottavo, mi pare» rispondo. «Dovrebbe avere battuto il tempo di Schumacher proprio allo scadere della sessione di qualifica.»
«Non che si sia migliorato più di tanto.»
«Sono certa che avrebbe potuto fare di meglio, ma migliorare di una posizione è pur sempre un miglioramento.»
La signorina Zoey Lake sorride.
«È proprio quello che spero possa succedere domani.»
Chiaro che spera che succeda domani, ma se fossi al posto suo non mi farei troppe illusioni: dalla pole position partirà Mansell, uno che è bene non prendere alla leggera.
La signorina Zoey guarda l'orologio e si congeda in fretta: di sicuro avrà molto da fare.
La guardo andare via e poi mi giro.
Pessima idea: qualcuno che arrivava alle mie spalle mi viene addosso.
Non solo: tiene in mano una bottiglia d'acqua, aperta, e me la ribalta sia sulla camicia sia sui pantaloni.
Sapevo che avrei dovuto portare al circuito degli indumenti di ricambio, in caso di necessità, ma non l'ho fatto.
«Dannazione» borbotto, tra i denti.
Poi alzo gli occhi...
...
...
...
...
...e di fronte a me c'è nientemeno che Perry McCarthy, che balbetta delle scuse poco comprensibili.
«S-scusa... non ti avevo vista. T-ti sei girata all'improvviso...»
Essere di fronte al pilota dell'Andrea Moda mi mette improvvisamente di buon umore, nonostante tutto.
«Non fa niente. A proposito, mi chiamo Liliana Marchetti, sono una giornalista e lavoro per la rivista "In Pista", di Modena.»
«Io invece mi chiamo Perry McCarthy» si presenta. «Sono un pilota della...»
Lo interrompo: «So benissimo chi sei!»
«Davvero?» Per un attimo Perry appare raggiante, il che mi fa capire che spesso non venga riconosciuto o che, peggio ancora, la gente sia all'oscuro della sua esistenza. Subito dopo, tuttavia, si rabbuia: «Non sarai qui per chiedermi se voglio rilasciare un'intervista?»
«Non avevo questo intento, dato che non pensavo che mi avresti ribaltato mezzo litro d'acqua addosso, ma ti confesso che lo farei più che volentieri.»
Perry abbassa lo sguardo.
«Se è per parlare di quello che è successo ieri sera...»
Ieri sera?
Di qualunque cosa si tratti, non ne so proprio nulla.
«No, è per parlare di come procede questa stagione» replico. «Mi piacerebbe far conoscere ai nostri lettori la squadra per la quale gareggi da un punto di vista interno. Andrea Moda è un marchio sconosciuto, qualcuno non riconosce nemmeno le vostre vetture nere...»
Perry torna a guardarmi negli occhi.
Pare sollevato.
«Meno male che non è per ieri sera. Ci sono già state fin troppe voci. Quello che è successo non l'ho cercato io, è stato Roberto che ha organizzato l'appuntamento per farmi uno scherzo... ha scritto un biglietto per Giovanna nel quale si spacciava per me e lei si è presentata. A me ha fatto credere che fosse una ragazza del team che voleva incontrarmi.»
Senza pentirmi della mia sfacciataggine gli chiedo: «Com'è andato l'appuntamento?»
«Fino al momento in cui io e Giovanna non siamo stati immortalati insieme, è andato tutto molto bene» ammette Perry. «Devo ammettere che, per quanto avrei ammazzato il mio compagno di squadra quando ho scoperto che cos'aveva fatto, non è che sia andata così male. Peccato solo che fosse venerdì e che oggi fossimo impegnati, altrimenti la nostra uscita avrebbe potuto prolungarsi più a lungo. E peccato, ovviamente, per tutte le chiacchiere che inevitabilmente hanno iniziato a circolare. C'è chi dice che io e la Amati ci siamo fidanzati, ma non è così.»
Mi viene da sorridere.
«Tutto questo, ovviamente, a me non interessa, dal punto di vista giornalistico. Quando pensi di potermi riservare una decina di minuti per qualche domanda?»
«Oggi stesso, più tardi. Adesso i tecnici mi stanno aspettando.»
«Va bene, a più tardi, allora.»
È questione di aspettare solo un paio d'ore, che passo in trepidante attesa.
Nel corso del pomeriggio, durante l'intervista, scopro che Perry è un tipo simpatico. Non mi rivela grosse novità, relative all'Andrea Moda, ma sono certa che avrò qualcosa di interessante da scrivere.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top