città del messico: domenica
C h r i s t i a n D i S a n t o
Velocità.
No.
Rapidità.
Aggressività.
Cattiveria.
Non la velocità.
Posso anche essere dieci km/h più lento degli altri in rettilineo, ma in uscita di curva devo essere il più rapido.
Davanti a me, a destra, la Ferrari di Capelli. Davanti a me, invece, un'auto altrettanto rossa, con una riga bianca sotto il "periscopio".
È la Dallara 192 di Letho. Alla mia Destra, appaiata, la Tyrrell di de Cesaris e dietro di me c'è Herbert sulla sua Lotus.
Il giro di ricognizione va tutto bene, tranne per un fatto: la macchina di Moreno (qualificatosi 26°) non parte, e il pilota la fa spingere nei box dai commissari.
Alla fine, però, arrivo di nuovo alla partenza e mi tengo pronto con la frizione
5
4
3
2
1
Semaforo verde.
Con una partenza quasi istantanea, probabilmente al limite del regolare scatto subito e guadagno 4/5 posizioni.
Poi, davanti a me, il putiferio: le due Benetton si toccano. Quella che sta avanti prende in pieno la Williams di Patrese, che a sua volta sperona Mansell.
Di questi, solo la prima guida della Williams ne esce illeso, tutti vi altri sono fuori. Stando all'esterno, riesco a evitare il tutto, per poi ritrovarmi in mezzo alle due McLaren.
Semma è la, davanti a me, mentre il suo compagno di squadra mi attacca. Rispondo con una staccata al limite, ma sono tanto vicino ad Ayrton che devo spostarmi per non centrarlo.
In qualche modo, esco attaccato al brasiliano e riuscendo ad uscire dalla curva ad una velocità maggiore di lui, riesco ad affiancarlo e a sorpassarlo.
La manovra va a buon termine, ma nelle curve successive nessuna delle McLaren mi minaccia seriamente: qualche volta Senna finge di cercare l'interno, ma lo fa per condurmi all'errore.
Alla fine, però ci riesce: forza la staccata, la forzo anche io e finisco lungo, perdendo così banche la posizione sull'altra McLaren.
Passano i giri e studio il mio avversario, senza fare nulla, se non stare attaccato ai due che mi precedono.
Al 50° giro circa, tuttavia, riesco a trovare la chance di sorpasso: con una staccata profonda, sorpasso Berger e mo appaio a Senna: tutto il tornante lo faccio all'interno di Senna e mantengo la posizione interna anche sul lungo rettilineo. Senna, alla mia sinistra, è leggermente più veloce di me e mi sta sorpassando, e Berger è ancora più veloce di lui all'esterno.
Tuttavia, all'improvviso, quest'ultimo sparisce.
Alla prima curva, vedo la Williams di Mansell a bordo pista senza l'ala posteriore, ma non è importante, anche se penso che i commissari di gara siano buffi e simpatici
L'importante è che sto lottando per la vittoria:
Anche dopo la sosta ai box, io e Senna torniamo insieme in pista, con il brasiliano davanti a me e il vuoto dietro
Sportellate, frenate al limite, manovre e impossibili mandano in visibilio il pubblico, che rumoreggia divertito da tutta questa festa, accompagnata dal suono del v10 mio e del v12 della McLaren, entrambi costruiti dalla Honda.
Ma così andiamo anche noi lenti.
Infatti, verso la fine della gara, c'è anche Helbert che si unisce alla festa.
Nell' ingrato compito di dover attaccare Senna e difendermi dalla Lotus del Finlandese.
Ad un tratto, all'inizio del rettilineo dei box, c'è Casadei, che sta per esseee doppiato. Senna si butta all'interno, io invece sto a sinistra ed entrambi sopravanziamo il mio compagno di squadra:
Ritardo la staccata, ma Senna frena ancora dopo.
Troppo dopo.
Va lungo, quindi incrocio la traiettoria e mi porto in prima piazza.
La battaglia continua, con Herbert e Senna che si danno mazzate, permettendomi di respirare un po'.
Al passaggio successivo le indicazioni dei meccanici
"P1 DSA
SEN -0.879"
"P20 CAS
AMA- 8.213"
Nel giro di un'altra tornata, trovo davanti a me la Brabham di Amati. Il doppiaggio è del tutto senza problemi, ma lo è a che per Herbert e Senna.
Un'altra schiera di doppiati questa volta ci rallenta un po' di più, così il gruppo di testa si ricompattare.
Per non perdere terreno nei miei confronti, tuttavia, i due dietro di me non si attaccano tra di loro e la mia posizione resta salda fino all'ultimo tornante:
Herbert, in seconda posizione, tira una staccata assurda, costringendomi all'esterno.
La sua Lotus, tuttavia, va lunga, finendo sulla ghiaia a bordo pista.
Intanto, Senna ne approfitta e mi sfila all'interno, ma io riesco a sorpassare di nuovo Herbert, che sta facendo una gita per le campagne messicane e tagliare il traguardo in seconda posizione, a 2 decimi da Senna.
Il terzo pilota, invece, pur arrivando senza l'alettone anteriore, taglia comunque il traguardo.
Euforico, faccio il giro d'onore, salutando il pubblico. Certo, non ho vinto, ma sono comunque arrivato secondo alla mia seconda gara in carriera!
Torno ai box e abbraccio uno ad uno i miei meccanici, poi alla cerimonia di premiazione: nell'euforia del momento mi dimentico di togliere il casco, così ancora me lo ritrovo.
Prima che la gente possa vedermi, me lo tolgo, per poi uscire allo scoperto con l'elmetto ancora in mano. Quando chiamano il mio nome e salgo sul gradino alla destra di Senna, alzando le braccia felice. Mi viene data la coppa argentata, che poso a terra quando invece mi viene consegnato lo Champagne.
Decido di spruzzarlo addosso agli concorrenti che giustamente rispondono ridendo e scherzando, come se fossimo dei bambini.
Conclusasi la festa sul podio, per me ne inizia un'altra, nei box.
Appena entro, salto in braccio a uno dei meccanici, mentre gli altri mi danno pacche sulla schiena. Casadei, arrivato 16° dopo il ritiro di altre vetture, si unisce ai festeggiamenti, che durano qualche ora.
Più tardi, in hotel, facciamo un'altra festa, questa volta più formale, per la quale abbiamo ordinato montagne di cibo.
Alla fine, verso mezzanotte, torno in camera a rilassarmi: domani dovrò partire di nuovo, alla volta del GP brasiliano. Tra l'altro, devo essere pronto per le futire interviste: non penso che alla redazione di "in pista" il podio di un rookie su una scuderia che ha appena debuttato passerà inosservato.
Ma, adesso, meglio andare a dormire, che domattina si parte
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