White Dress

Pov Bella ^_^
🔹🔹
🔹Mio caro Stefan
Sono alquanto seria nel dirti che per quanto fossi decisamente riluttante all'idea di ritrovarmi di nuovo a contatto con te, mi è stato suggerito da una persona che ritengo migliore della sottoscritta di accettare il passato prima di andare avanti col futuro.
So che sul momento ti sembrerò cattiva, ma non è quella l'intenzione: ho pagato i miei peccati dal primo all'ultimo e solo da due anni a questa parte sono veramente felice come nel '64. La mia vita attualmente mi soddisfa a pieno, e forse un è anche merito tuo che hai voluto la mia trasformazione.
Sì, so che metà dei pasticci di cui credevo artefice nostro fratello, in verità sono "merito" tuo.
Ma come sempre, penso che potrei provarci a darti una nuova chance in fondo siamo consanguinei. E più in fondo ancora ti voglio molto bene.
Penso che potremmo ricominciare da capo. Un bacio.

                                                 Tua Lizie 🔹
                                                              🔹🔹
Concludendo quella lettera per il mio fratello minore, provai un momento di ansia pensando al caro Damon. Quel puffo con i capelli scuri, mi mancava più di quanto io stessa immaginassi e mentre consegnavo la lettera al garzone, mi guardai intorno sotto quel caldo sole di agosto. Edward era dovuto andare a caccia e io ero rimasta sola coi miei pensieri.

Camminavo coi jeans chiari, quasi in difficoltà per quelle strade familiari.
Ogni tanto mi capitava che sovrappensiero inciampassi nei miei stessi piedi, avendo come impostazione primaria la postura dritta e le lunghe gonne. E girando coi pantaloni mi sentivo uno dei miei fratelli, forse il fiero ufficiale in comando Damon. Dio se sentivo la sua mancanza. Con lui la rabbia era passata in secondo piano, vincendo la nostalgia di più di 100 anni di distanza.
E girovagando per Mystic Falls ancora di più. I marciapiedi lastricati mi piacevano come anche, come avevano conservato il municipio e gli edifici della mia infanzia. Avvolta da quei caldi ricordi vidi qualcosa, anzi qualcuno che mi fece tremare.
Una strega, una Bennet. Ricordavo Emily e la sua freddezza e poi ancora un ragazzo che portava un anello con lo stemma dei Gilbert.
Per quanto presa dal panico, continuai come nulla fosse, io sapevo, ma loro non avevano il potere, citando gli accordi, di prendermi né di giorno, né in pubblico.
Ciò mi dava un vago vantaggio. A fianco a loro una faccia che mi fece decisamente sorridere, mentre sventolava sorridente la bionda chioma di capelli ondulati.
-ehi bimba, la mamma sa con chi giri?- dissi sarcastica e lei guardandomi, sorrise urlettando. Mi corse in contro e m'abbracciò. Chissà quante volte lo avevo fatto, a cominciare dal momento in cui l'avevo fatta uscire dall'utero della madre.
-Zia!- disse. -ah! Zia Lizie, che fai a MF?-
Sorrisi. -ah niente, mi tiravo le dita e ho detto, "andiamo a spiare la piccola Volturi"- dissi continuando a scherzare. -no dai seriamente, il mio ragazzo voleva vedere dov'ero nata e mi ci ha portata a forza- dissi. -e tu piuttosto che fai con una Bennet e un Gilbert?- chiesi piano.
-ma come...?- mi chiede esterrefatta.
-anni a fuggire, mia cara e l'odore dei Gilbert di certo non me lo scordo come nemmeno quelle Bennet del cavolo- dissi disgustata pensando ad entrambe le storpi.
-zia non ti preoccupare, conosco entrambi da troppo tempo per preoccuparmi delle loro vere nature e nemmeno tu dovresti. Garantisco io per te ed il tuo compagno- mi dice la bionda mentre pensavo alla sua tenera infanzia.
-Caroline, la prudenza non è mai troppa e fattelo dire da chi lo sa bene- affermano guardando male i due giovani che ci guardavano.
-Lizie non ti preoccupare, davvero, a loro ci penso io... quando mi presenti lo zio?- mi chiede.
Risi. -te lo presenterò, promesso... e mamma? Giuro che se è qui la piglio per i capelli per aver la noncuranza di farti uscire con quei pericoli, calcolando quello che entrambe abbiamo passato-
Lei sorride. -lei non c'è ma torna in questi giorni, è in Europa con papà a fare i piccioncini- dice.
Mi misi le mani suoi fianchi. -a'brava tua madre, con tutte le teste che ho mozzato per farle avere te, ti lascia pure sola. Appena la piglio, Carol vedrai...-
Lei mi abbraccia. -cavoli zia quanto mi sei mancata! Appena sono a casa chiamo mamma e le dico che è tornata la sua Lizie- dice -e se non si sbriga la prendi a calci nel culo come ai vecchi tempi-
Risi. -brava la mia Caroline Isabelle Volturi, lei sì che ha capito tutto!- dico felice. -io vado, che se zio torna dalla caccia, piglia me a calci- e ridiamo.
-okay, se vieni un pomeriggio io sono ancora nella vecchia casetta azzurra che avevi trovato ai miei- annuisco e le stringo le mani.
-contatti- prometto. Le do un grosso bacio sulla fronte e la saluto.
Sono così felice di aver rivisto la bimba di Emily, che quasi non piango.
Ricordo il lontano maggio 1926 in cui era nata. In una delle camere più ricche del palazzo italiano dei Volturi. Ricordavo le urla di Emily e l'apprensione di Caius. Poi il pianto a pieni polmoni della piccola e andando avanti col tempo, i suoi primi passi.
Era come se Caroline fosse un po' anche mia e avevo sempre tentato di convincere la mia compare a proteggerla di più. Ma mi aveva ascoltata fino ad un certo punto ma non sembrava essere venuta su male.
Forse, certo, io non le avrei mai permesso, nemmeno per gioco, di incontrarsi con quei due con cui la avevo trovata.
La Bennet, forse ma Gilbert mai, per principio.

                                                                         ⚛⚛⚛
Alle 18 di quel 16 agosto, cercavo di ricordare come mettere un vestito senza che avesse una giarrettiera, un corsetto, delle brache, un sostegno e senza nastri.
Anche se andava una moda il mio cervello restava fisso sul '60. Era il secolo in cui ero nata e non riuscivo a pensare altro né a vivere in altri secoli. Mi sentivo fuori posto, morta dentro, come se il mio corpo fosse vivo ma io fossi morta per davvero.
-tutto okay?- mi chiede Edward abbracciandomi da dietro. Feci segno di no.
-ogni tanto penso che la mia vita non sarà mai veramente tale, è come se il mondo andasse avanti e io restassi sempre ferma. Odio l'immortalità, odio la perenne sensazione di stallo e di non aver potuto vivere la mia vita come era programmata e come l'avevo voluta- dichiaro. -ma poi apro gli occhi e tutto va meglio ma ogni tanto ancora aspetto che non si aprano più-
-non dire così, sono solo i ricordi che fanno questo effetto. Ogni tanto capita ma non ti devi fare condizionare- annuisco.
-lo diceva anche Damon- mi scappa. -lui in qualche maniera ha sempre avuto ragione, e tu come lui-
-evidentemente Damon teneva molto a te- ipotizza e annuì.
-più di quanto meritassi- affermo e cercando di ripigliarmi, prendo il vestito bianco e nero di Alice, che pur essendo un po' troppo moderno per la sottoscritta mi piaceva particolarmente.
Era per lo più il contrario esatto di tutto ciò che avevo indossato. Nella parte superiore una fascia nera al seno e il resto del corpetto era in rete nera fitta fitta con maniche bianche alla Juliet e per il resto della lunghezza sempre di rete. La gonna era un tubino bianco sovrastato da una gonna trasparente con ogni tanto qualche fiore ricamato nero ed un vistoso spacco. Infilai delle scarpe platò nere con rifiniture e cinturino argento. Legai i capelli in una coda alta e alzai il ciuffo centrale, cotonandolo appena.
Mi sentivo nervosa ad incontrare mio fratello ad un evento pubblico come una festa in casa sua, ma avevo Edward e mi tranquillizzava come punto fermo.
-qualcosa che devo sapere prima di andare?- mi chiede ed immagino che se sapesse, quella sarebbe una domanda decisamente retorica.
C'erano così tante domande che mi aveva posto a cui non avevo mai risposto e una mezza tonnellata di informazioni di cui non era a conoscenza...
Al pensiero della mia più che voluta ammissione dei principali avvenimenti della mia vita mi sale un brivido.
-non sorprendenti se mi abbracciasse o addirittura baciasse- dichiaro ma lui poco convinto annuisce.
-sei sicura che a questo Stefan, tu non abbia dato fin troppe speranze?- mi chiede e annuisco.
-ti garantisco che non ha nessunissima intenzione di quel genere per me. Sta tranquillo. È solo il modo di fare dei miei tempi- dico prima di prenderlo per mano e tirarlo fuori da quella stanza.

Si ho finito questo capitoli, sono secoli che devo farlo e vi avviso che entro questi giorni finirò il libro. Voglio terminare un po' di cose prima di continuare con le alte.

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