Volturi

... -signori miei ...- dissi con un mezzo sorriso. -...avremmo delle richieste io e la mia compare- dichiarai.
I tre si alzarono stralunati come se non capissero e scoppiai a ridere quasi spanciandomi. -ma voi latini non capite proprio niente!- constatai.
-latini? Siamo quasi uno stato, siamo comunque un governo tra partiti vari più o meno popolari- dichiara un biondo. -sono Caius e loro sono i miei fratelli Marcus e Aro, voi chi siete?-
-lei è Emily Wolker- dissi. -io, Isabella Retovalsa- dire quel nome ormai è abitudine, ma ogni volta era come se il mio cuore si schiacciasse. Damon era sempre nei miei pensieri dopotutto, nella mia testa non c'era mai nessun'altro e mio fratello entrava spesso anche nei miei sogni più vividi. Retovalsa, era solo un modo per nascondermi da i miei parenti, ma così facendo, mi tornava in mente Damon e il giorno in cui avevamo deciso che quelli eravamo noi.
-quali richieste avete?- chiede sempre Caius che sembra l'unico dei tre in grado di sbiaschicare un minimo di inglese.
Mi accorgo che mentre diceva quelle parole manda a chiamare forse come minaccia due ceffi alti e paffuti. Ci vengono in contro ed Emily mi guarda soffidente. -non è gentile cercare di far fuori gli ospiti venuti da lontano solo per vedervi.- dichiaro e mentre i due si avventano su di noi, con un salto gli sono dietro e li prendo entrambi per i capelli. -non sfidiamo i vampiri purosangue- ammonisco. -pensavo che ormai fosse una regola- dice sarcasticamente Emily e rido anche io. -non ce la potete fare, né con i vostri squallidi poterucci né la vostra portata del braccio è potente abbastanza!- dico mentre tiro a tal punto che gli si stacca la testa dal corpo. Non c'è sangue e mi giro soddisfatta pulendomi le mani su un fazzoletto che nel frattempo ho tirato fuori.
-ora parliamo seriamente ...- dichiaro. -o volete che un altro dei vostri muoia perché non vi sentite in grado di proferir parola con due donne-
Caius si avvicina piano e sento bene che non è per minaccia. Mi prende per una mano e con le tiepide labbra traccia una striscia di leggeri baci sulla mia mano.
-così ragioniamo- dichiaro con un sorriso leccandomi le labbra.
Certo in quei vent'anni non ero stata di certo il top di gentilezza ma avrei fatto di tutto per Emily. Poi c'era stato un giorno mentre mi ero allontanata per qualche mese per bisogni che si allontanavano molto da quei Volturi e dal pargolo di Emily, Caroline.
Ero tornata e quel giorno era stato il giorno del cambiamento:
Entrai nel salone di marmo piastrellata di quel castello di Volterra. Aro era seduto al suo bel trono vicino a Marcus. -Isabella .... finalmente- dice sorridente.
Faccio un mezzo sorriso. -speravo di impiegare più tempo- dichiaro sdegnata. -Emily e Caroline?-
-Caroline dorme, Emily è con Caius- mi comunicano. Annuisco alzandomi le maniche della mia camicia verde preferita di seta Cinese.
-sei tu che fai Retovalsa di cognome vero?- chiede Aro alzandosi e in un lampo classico di un vampiro mi viene dietro. Annuisco e mi stupisco che ricordi ancora quel particolare.
-giorni fa è passato un ragazzo, carino non c'è che dire, diceva di chiamarsi Retovalsa anche lui-
Mi percorre un brivido. -Damon Retovalsa, ti dice qualcosa Lizzy?- sento le lacrime rigarmi il viso e continuo a negare.
-mai sentito, perché?- chiedo
-cercava a parole sue, il fratello, Stefan Salvatore, e noi gli abbiamo risposto che non lo conoscevamo e quando gli ho chiesto se avesse una sorella, mi disse che l'aveva prima che morisse in un ... tragico incidente- dice ancora. Tira i miei capelli e dalla sorpresa urlo. -povera Lizzie Retovalsa- presa dalla rabbia di quelle parole lo schiaccio contro il muro senza pensarci due volte.
-toglitelo dalla testa di provare a ricattarmi usando un ipotetico parente perché se vengo a sapere da qualcuno, uno qualsiasi dei tuo "bravi" che gli hai sfiorato anche solo un capello, mio caro Aro per te è finita e non mi importa quanti millioni di anni ci vorranno per prenderti, io so aspettare!- urlo. -ringrazia il cielo che Emily vi voglia vivi perché per me potete anche morire tutti, anzi al patibolo vi ci accompagnerei con entusiasmo!- lo feci sbattere di nuovo contro il muro. -sarò l'essere più felice del mondo per poter ballare al vostro funerale, mia mostruosità di sangue sporco- gli sputo in faccia. -ora mi porto via Emily- dichiaro.
Non era stata una giornata top, ma che Damon, il mio Damon mi definisse "morta" mi aveva spezzato il cuore. Lui non poteva dire una cosa del genere ... non lui! Emily quel giorno non scelse la nostra amicizia, l'avevo vista poco tempo fa, era tornata a Londra, poi si era spostata a Mystich Falls su mio consiglio, ma io non c'ero mai tornata dopo quella notte del 1864. E di Damon dopo il 1900 non avevo più saputo nulla, certo quella vaga notizia che lui cercava Stefan era stato uno shock ... e per me era stato divertente far cadere la prima tessera per far del male a tutto quello che ne aveva fatto a me: con l'aiuto di causa ed effetto era scoppiata la crisi econimica del '29 e ... e la segregazione raziale ... e la caduta delle torri gemelle, delle fatidiche Twins Towers. Ero proprio ad un chilometro dal posto quando era successo e avevo riso dei film che ne avevano creato a discapito e a guadagno. Tutto ciò che era fatto dagli esseri umani era solo per lucro e denaro per questo gioivo del loro dolore, perché il loro dolore lo trasformavano in guadagno. In tanti anni di vita avevo capito che i soldi, il potere, la lussuria ... erano solo una piccola parte del concetto fondamentale: la vendetta verso la mia lista nera.
Essa comprendeva:
• Stefan
• Damon
• Katherine
• i Volturi
• Cole Mickaelson
• .... me stessa.
Sì anche io ero sulla mia lista nera, perché il nome con cui ero più arrabbiata era l'ultimo e il più importante, quello che in assoluto mi aveva fatto più male per varie ragioni tra cui, la paura e l'isolamento di ciò che considerava diverso:
• Carlisle Cullen

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