two in a word
Mio fratello era corso via senza darmi l'opportunità di spiegare -non l'avevo più visto dopo quel giorno- ed ero rimasta io con l'altro. O semplicemente io e Damon, non eravamo mai andati veramente d'accordo avevamo spesso litigato e spesso ci eravamo presi a botte ma eravamo comunque rimasti noi. Noi con segreti che nessuna anima viva conosceva, noi in un mondo in cui nessuno ci capiva o ci avrebbe mai capito, noi che comunque con qualche anno di distanza avevamo pensato la stessa cosa. Da quel giorno avremmo dovuto contare l'uno sull'altro e basta non ci sarebbero più state le corse folli con nostro fratello o le litigate per lui che era sempre stato quello piccolo, c'eravamo io e Damon in un mondo dove nessun altro capiva come eravamo noi.
-andiamo!- disse diretto in quel aprile del 1864 e io lo seguii come sapevo che l'avrei fatto sempre.
***
Ero stanca, moralmente e fisicamente non che lo fossi veramente, ma la sensazione di stanchezza era terrificante. Certo un vampiro non l'avrebbe dovuto provare nemmeno uno che si era appena nutrito, ma io ero stanca. Stanca di quella vita e di quello strano correre, correre e correre, sempre correre. Damon pensava che dovessimo nasconderci continuamente anche se grazie all'anello donatoci da Katherine avremmo potuto camminare al sole, ma lui aveva paura di qualcosa e non avevo capito ancora di cosa. Correvamo e correvamo tutto il giorno e tutta la notte ed eravamo andati via da casa nostra. I Salvatore, famiglia di cui facevamo parte era antica. Aveva origini italiane ma era anche una delle famiglie fondatrici di Mystic Falls. Lì vivevamo fin da quando ne avevo memoria: eravamo 3 fratelli. Damon che era la gioia di nostro padre, era il preferito, quello che era entrato nel esercito confederato e che poteva a 20 anni avanzare di grado. Io, Isabella, la sorella furba, quella che valeva molto ma non voleva nessuno, avevo 18 anni ed ero quasi in età da marito nel 1864 e già mio padre m'aveva detto che mi avrebbe lasciata andare a caro prezzo ed a vasto regime di qualifica. Con un generale, diceva, non che gli credessi più di tanto. Poi veniva Stefan, l'unico somigliante a nostra madre, l'unico biondo, con 17 anni e il pregio maestoso di poter studiare. Studiava matematica, fisica, poesia e letteratura, e la storia. Era intelligente e da lui papà si aspettava grandi cose. Voleva che prendesse il mestiere di famiglia: la caccia agli esseri demoniaci come streghe, vampiri e licantropi. Stefan era stato predestinato fin dalla nascita, così come ognuno di noi al nostro destino. Dicevano che stavamo decidendo noi ma non era mai stato vero, sapevamo bene cosa si aspettavano e ci fingevamo i figli ignari e perfetti. Sta di fatto che mentre finivo la mia lussuosa infanzia tra nastri di seta da occidente e vestiti pomposi, arrivò Lei. Lei era forse una delle poche ragazze che avessi mai reputato alla mia altezza. Era stata accompagnata dal fratello -di cui non conobbi mai il nome- davanti alla nostra tenuta di città, con un vestito ocra dai nastri sfarzosi e le maniche a sbuffo. Aveva i capelli arricciati forse lavorati o magari naturali. Anche lei come me con colori scuri tendenti all'inchiostro. Occhi fondenti come i miei con un accenno più europeo. La stimavo già, sia per gli zigomi alti che per il suo portamento maestoso come se si guardasse intorno dicendo: "sono una regina, amatemi". Era accompagnata da la sua curatrice Perle con la figlia Anne e Emily una ragazza bizzarra che poteva essere sia la domestica che sua sorella. A prima occhiata colsi solo l'energia repentina di Stefan e lo frenai. -sorella ...- si scusò svelto come era solito fare. -andiamo a vedere- disse eccentrico con il suo sorriso da bambino. Rimasi al mio posto, vicino a Damon che non volendo ammettere l'entusiasmo di Stefan idolatrava la nuova ragazza con occhi famelici di un puro sangue imbizzarrito. -Damon, contieniti- lo rimpoverai e annuì taciturno.
Stefan invece si era già presentato e la ragazza al suo: -sono Stefan Salvatore- aveva risposto pungente:
-sono Katherine Pierce, ma puoi chiamarmi "signorina Katherine"-
La ragazza, Katherine, poteva avere qualsiasi età e qualsiasi intento. Mentre entrava a passo leggero dentro alla nostra casa si protese verso di noi che eravamo rimasti in silenzio ed ai nostri posti: -voi dovete essere i fratelli di Stefan, io sono Katherine Pierce- dice facendo un leggero plié come le si conveniva.
-sono Damon Salvatore e questa è Isabella, la sorella che sta in mezzo a due uomini- decisi di non dir nulla al di fuori di: -sono lieta di conoscerla Signorina Katherine- e sorriderle vagamente.
Lei strinse le mie mani sorridendo. -sono certa che diventeremo ottime amiche signorina Isabella- e in quel momento non sapevo ancora che terribile destino stava imponendo quella donna alla nostra casata e pensavo solo che un sorrisino quel quanto vagamente falso sarebbe bastato a tenerla lontana dai miei adorati fratelli.
E mentra che correvo nella foresta di quel fino giugno mi accorsi che era la vigilia di mezz'estate e che gli alberi in foglia e in fiore erano davvero graziosi e che fino all'anno prima ci sarebbe stata una grande festa nella tenuta Lockwood e che probabilmente avrei messo il mio vestito migliore mostrando al mondo che ai quei tempi conoscevo, che oltre a due spalle larghe, la mia famiglia aveva anche qualcosa di apprezzabile da offrire ...
Ok buongiorno ... come è? Sto sistemando la storia quindi spero vi piaccia ancora
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