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Pov Damon/ notte di capodanno tra il 1899 e il 1900.
Ora 11.45
Klaus si struscia contro Lizzy come se si aspettasse veramente che mia sorella ci stesse. Lizzy nel frattempo gira lo sguardo verso di me implorando aiuto ma non ho voglia, so benissimo che può cavarsela anche da sola ormai é grande e vaccinata; e la bionda che mi si struscia addosso non aspetterà ancora molto.
Sentivo che c'era qualcosa di strano in quel capodanno '99, certo era l'inizio del nuovo secolo e io e Lizie avevamo tanti progetti ... molti di cui non vedevo l'ora di farne parte. Chiamavo mia sorella Lizzie o Lizie solo perché in quel decennio avevo deciso che mi sembrava più dolce più per la mia sorellina: lei che con i suoi occhi scuri non avevo ancora capito da chi avesse preso di genetica, io avevo gli occhi chiari e così Stefan, ma Lizie con quegli occhi color cioccolato proprio era un mistero; lei con quei capelli tendenti al nero come i miei, mi aveva tenuto a bada mentre la carne mi diceva di prendere e farmi Katherine a discapito della famiglia. Lei in quegli ultimi decenni era l'unica che avevo al mio fianco e l'unica che avrei voluto ancora per molto. Lei mi aveva tirato su quando mi opprimevo di me stesso e lei aveva fatto rinascere una famiglia, i Retovalsa.
Noi eravamo i Retovalsa, era un nome buffo, ma non banale, significava che il nostro legame di sangue era più forte del sangue che entrambi bramavamo.
.... ed ero lì quando successe: nella sala un vampiro si schiantó a terra morto con un paletto nel cuore, e tutta la folla inizio ad agitarsi, c'era chi correva da una parte, chi dall'altra, e io ero fermo immobile proprio dov'ero, con la voce di Lizie ormai lontana che urlava il mio nome. Ma non riuscivo a muovermi, imploravo che un paletto mi prendesse al petto, così che finisse tutto per andare .. probabilmente in uno strano paradiso o qualcosa del genere. Ma l'ennesimo "Damon" urtato da Lizie mi fece tornare capace di intendere e di volere; dovevamo trovare Stefan.
Cercai Lizie con lo sguardo ma nulla; -Lizie!- urlai. -Lizie dove sei?-
Corsi fuori da quel pub spagnolo, il cielo era contornato di fuochi d'artificio, doveva essere mezzanotte. Era appena cominciato il 1900, un nuovo secolo, nuove avventure e storie da raccontare, forse un giorno avrei detto "io c'ero ..." e avrei riso probabilmente di quel giorno. Con lo sguardo da vampiro e la vista amplificata, andai alla sua ricerca: avevo le emozioni a mille e il cuore mi "esplodeva" e batteva sordo nelle orecchie.
Sentì le lacrime bagnarmi le guance e continuavo ad urlare il suo nome e nella testa continuavo a ripetere "trovala".
Bloccato in uno stato, in un giorno di festa, dopo l'attentato alla comunità ... dove diavolo erano finiti Klaus, Rebekka ... e Lizie?
Insomma, senza quel branco di Originali potevo anche vivere, ma Lizie era la mia casa, avevo promesso a nostro padre che l'avrei protetta, anche se, invece, era stata lei a salvarmi, in più di un occasione.
Era la mia migliore amica, ricordavo a Mystich Falls, il suo caratterino repentino, il suo essere furba e accorta .... il suo farsi rincorrere da me o da Stefan, spesso però da entrambi. E ricordavo quando, finalmente riuscivo a prenderla, le nostre risate aperte e le nostre capriole nel giardino di casa Salvatore. Ma ricordavo che era anche composta, una vera signora; avevo implorato Katherine per settimane di trasformarla. Infilavamo il sangue di lei in ogni dove e dentro tutto il possibile. Quando era stato il momento della "caccia", Katherine aveva fatto presto, anche se per me era durato un eternità, l'aveva presa per il collo e lo aveva rotto. Poi Lizie si era accasciata a terra, morta. Ricordavo ancora le lacrime che erano le stesse di quel momento. Nel '64 sapevo di aver appena tolto, rubato e distrutto qualcosa di lei e che quindi quel pezzo di lei non sarebbe più esisto. Avevo avuto la sensazione che mi avrebbe odiato, ma poi non era stato così, aveva trovato, come al solito qualcosa da amare nel suo depresso fratello maggiore. Damon significa da greco "dominatore" ma nella mia vita non avevo fatto altro che giocare d'azzardo e sedurre donne che volevano Stefan. Senza notare mai l'unica donna c'era rimasta al mio fianco, Isabella. Per questo quelle stesse lacrime erano uguali a quelle di quel giorno: in quel momento avevo una strana consapevolezza che mi diceva che ero solo e non avevo la minima idea di dove fosse lei e qualcosa mi diceva che non l'avrei saputo per molto tempo perché degli strani fratelli Mickaelson non c'era nemmeno traccia, manco meno una straccio di scia di loro e di quel loro trabicolo, e così nemmeno di Lizie.

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