Se vuoi cambiare gli effetti, cambia le cause. La vita risponde. Sempre.
Luglio 2017
Kurt aveva appena finito la sua performance e si era accomodato tra gli spettatori per assistere alle successive esibizioni.
Rachel avanzò al centro della sala circolare, quella adibita alle esibizioni della NYADA, e si posizionò al centro davanti alla band. Individuò subito i suoi due papà seduti proprio tra le prime file che si stavano sbracciando per attirare la sua attenzione, riappacificati per l'occasione. Solo loro erano venuti a sostenerla oltre a Kurt. Non che quest'ultimo avesse molta scelta, considerando che anche lui si sarebbe laureato, con lei. Più il tempo passava, più loro due diventavano la stessa cosa ed era sicura che avrebbe fatto parte del suo futuro, sempre.
Una parte di lei desiderava che Finn si palesasse quel giorno, d'altronde l'aveva sempre sostenuta e ritrovarlo nei suoi traguardi più importanti era diventata una consuetudine.
Ma quella volta le cose erano diverse, non si vedevano e non si sentivano da quel giorno in cui lei l'aveva baciato. Anche allora, come tutte le volte precedenti in cui si stavano per avvicinare, lui era corso via da lei.
Rachel aveva raggiunto ormai la fase dell'accettazione. Non potevano stare insieme e lei non poteva di certo fare come al liceo e pregarlo in ginocchio di correre da lei. In parte, si sentiva di meritare di meglio dalla persona che desiderava al suo fianco. Se Finn non credeva in sé stesso, non era lei la persona giusta per aiutarlo a crescere. Doveva cavarsela da solo, lei in tutti quegli anni aveva ricavato solo dolore dal porgergli la mano.
Sussurrò al pianista la sua canzone e tornò a posizionarsi al centro della sala. Proprio come per lo Showcase invernale e prima ancora al cosiddetto "falcia matricole", aveva optato per fare quello che Mercedes definiva "piazzarsi e cantare". Quando possiedi una voce come quella di Rachel, l'aggiunta della danza non diventa un perfezionamento dell'esibizione, ma una distrazione dalla voce stessa.
Prese un respiro profondo e cominciò scivolando nel mondo in cui finiva quando lasciava spazio all'anima cantando. Posò lo sguardo su ogni persona presente. Sperava di vedere lui, come le capitava sempre.
Quando incrociò un paio di occhi conosciuti, un dolore le strinse il petto e le lacrime presero a scendere sulle note di My man producendo un suono tutto loro. L'antica speranza era morta, forse per lasciare spazio alla nuova.
Rachel, una volta che furono finite tutte le esibizioni, si avvicinò ai suoi genitori che le porsero un mazzo di fiori.
«Complimenti, tesoro», dissero i due papà baciandole uno alla volta la fronte. «Hai raggiunto uno dei tuoi obiettivi più importanti. Siamo così fieri di te.»
«Grazie», disse Rachel lusingata. Anche se i suoi due papà non stavano più insieme, aveva superato il dolore. Li abbracciò forte cingendoli entrambi. «Vi voglio bene.»
Loro le accarezzarono insieme i capelli e si scambiarono uno sguardo.
Rachel sapeva che a volte le persone smettono semplicemente di amarsi, ma ciò non vuol dire che il bene che si sono voluti sparisca tutto d'un tratto, anzi. L'amore è indelebile. Una volta che l'hai provato per una persona non smette mai di esistere. Lui, o lei, diventa parte di te e lo porterai sempre nel cuore in ogni cosa che fai.
«Ti aspettiamo alla macchina per andare a festeggiare, tesoro.»
Kurt le gettò le braccia addosso e la abbracciò. I loro cuori battevano all'unisono. «Dovunque ci porterà il futuro, so che staremo insieme per la vita.»
«Oh, Kurt. Tutto questo non sarebbe mai avvenuto senza di te. Ce l'abbiamo fatta, insieme.»
Una lacrima sfuggì a tutte e due e tornarono ad abbracciarsi.
«Penso ci sia qualcuno di molto più importante di me con cui dovresti parlare. Madame Tibideaux l'ha fulminato quando ha applaudito», disse indicando la figura alle sue spalle. «Ti aspetto fuori.»
Il suo migliore amico le accarezzò il braccio prima di sparire insieme ai suoi genitori e a quelli di Rachel. Gettò uno sguardo veloce alla famiglia Hummel-Hudson. Era ufficiale, lui non era venuto.
Andò incontro a Jesse, che evidentemente la stava aspettando osservando ogni suo movimento. Era vestito di tutto punto: uno smoking classico con il papillon e una valigetta alla mano.
«Quanto tempo», disse Rachel mentre si avvicinava e si stringeva sul suo lungo vestito.
Rivedere Jesse risvegliava in lei varie tipologie di emozioni: rabbia, per l'umiliazione subita da parte sua molti anni prima, quando le aveva gettato le uova addosso; agitazione perché ancora una parte di lei provava qualcosa per lui. Jesse St. James era l'unico ragazzo che le aveva fatto provare dei sentimenti che non fossero quelli per Finn. Portava i capelli più corti di un tempo, ma era comunque bello, allora come in quel momento, mentre stava di fronte a lei.
«Già. Sono qui in veste ufficiale però», disse lui gonfiando il petto.
«Ufficiale?», Rachel posò lo sguardo sulla ventiquattrore dubbiosa. «Per questo hai una valigetta?»
«Ah, è completamente vuota», rivelò scuotendola. «Serve solo a fare scena. Cerco nuovi talenti. Una protagonista, per la precisione», disse con un sorriso furbo sul volto. Un sorriso che Rachel conosceva più che bene.
«Lavori nel cinema ora? Ho sentito del tuo ruolo a Broadway... Mi dispiace non sia andata bene.»
«Sì, la mia ribalta non è andata proprio come mi aspettavo, ma ora sono un uomo d'affari. Sto mettendo in scena a Broadway un nuovo show tutto mio. Che ne penseresti di Jane Austen Sings?»
Alla ragazza mancò un battito. La proposta le faceva gola, anche se arrivava del tutto inaspettata.
«Ovviamente», la incalzò il ragazzo. «Lavoreresti a stretto contatto con me, dovremmo lavorare dalla mattina alla sera insieme. E chi non lo vorrebbe?»
Rachel si lasciò sfuggire un sorriso. Era abituata alla vanità di Jesse, a dirla tutta non le pesava. Era esattamente così anche lei, sicura di sé stessa, e non si tirava indietro dal dimostrarlo a sua volta. Anche se lui aveva certamente l'ego più grande rispetto al suo, che era preda di un maggior numero di insicurezze. Erano due menti molto affini e le loro voci insieme erano come una bomba nucleare.
«Ci rifletterò», disse Rachel mestamente. «Ci vediamo, Jesse.»
La ragazza se ne andò, lasciandolo solo. Molti pensieri affollavano la sua mente mentre si dirigeva dai suoi genitori.
Si voltò sulla soglia per guardarlo e lo vide proprio dove lo aveva lasciato. Le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso, che lei ricambiò.
Si era appena laureata e già aveva la possibilità di tornare a Broadway. Forse le decisioni prese fino a quel momento non si rivelavano poi così sbagliate.
Non ho voluto mettermi in mezzo nel precedente capitolo, semplicemente perché era un momento troppo emozionante e la mia presenza l'avrebbe rovinato.
Dimmi, cosa ne pensi del capitolo precedente? Della decisione di Finn di non cedere ai suoi sentimenti?
Cosa comporterà, ora, l'arrivo di Jesse?
Come hai visto, caro lettore, ora facciamo salti temporali più ampi insieme e nel prossimo capitolo ce ne sarà uno altrettanto grande.
Ci vediamo nella prossima pagina.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top