Capitolo Otto
Fateci caso, gli unici che coniugano ancora i verbi al futuro sono gli innamorati. Gli innamorati fanno progetti di continuo perché sono in contatto con l'energia dell'amore.
Novembre 2020
Rachel aveva sistemato ogni cosa. Aveva spedito tutto ciò che aveva nel suo appartamento di New York al nuovo indirizzo di casa in Ohio. La valigia contenente le sue ultime cose era pronta. Il padrone di quella che era ormai la sua vecchia casa era stato contattato. L'ultimo affitto dovuto era stato versato.
Diede un conclusivo sguardo a quello che era stato il suo appartamento negli ultimi tre anni e diede un giro di chiave prima di infilare il mazzo nella cassetta delle lettere. Più tardi il proprietario sarebbe passato a ritirarle.
Si infilò nel taxi che la aspettava fuori dal portone diretta all'aeroporto pronta a tornare a casa.
Sull'aereo, mentre un tetto di nuvole sembrava separarla da ciò che desiderava, ripetutamente si chiese che reazione avrebbe avuto Finn nel vederla. "E se si fosse già impegnato con qualcuna? E se non mi amasse più?", pensava incessante. Il sentimento che provava per lui era tanto immenso quanto lo era quel cielo limpido, adombrato dalle chiazze di arancio.
Rachel aveva messo gli occhi su Finn dal primo momento in cui lui aveva varcato la soglia del Mckinley. Era entrato a scuola con il giubbotto della squadra di football. Quel rosso gli calzava come fosse parte di lui e aveva illuminato il corridoio quando si era addentrato e la folla si era aperta per farlo passare. La sua altezza fuori dal comune lo faceva spiccare su tutti, ma non era stato quello ad attirare l'attenzione di Rachel. Una sensazione si era irradiata in tutto il suo corpo appena lo aveva visto. Come se una vena fosse uscita per legarsi alla sua donandole nuova vita. I loro cuori avevano iniziato a battere all'unisono fin da quell'istante. Lei aveva creduto di essere invisibile mentre gli scivolava a fianco apparentemente ignorata, ma l'altro cuore si era già legato e aveva spinto Finn a voltarsi verso di lei mentre Rachel non guardava.
Solo l'anno dopo si erano avvicinati, quando in auditorium avevano cantato una canzone di Grease insieme. Mentre tutti erano in riga sul palco, Rachel e Finn si trovavano ai capi. La voce del ragazzo, appena l'aveva sentita... era potente. Era il genere di voce che ispira le persone. Lei aveva visto il suo cuore, proprio come lui aveva visto
quello di lei.
I suoi pensieri continuavano ad assillarla mentre prendeva in prestito la macchina dei suoi genitori e si dirigeva verso quella che era la sua vera casa. Lui.
Il McKinley era il posto in cui tutto era cominciato. Il posto in cui c'era lui. Le tremavano le gambe nel percorrere l'entrata, quella che la Rachel di una volta aveva percorso una moltitudine di volte ignara del fatto che un giorno la Nuova Rachel l'avrebbe ripercorsa per ritrovare la sua vera casa. Una casa che non era New York, non era Broadway, come non era l'Ohio e come non era Jesse.
Percorse i corridoi ghermiti di studenti, oltrepassandoli senza guardare nessuno, diretta verso l'auditorium. Intravide persino il professor Schuester e Sue Sylvester che tentavano di dirle qualcosa, ma lei aveva un obiettivo, che non prevedeva il fermarsi a parlare con loro.
L'auditorium. Il luogo in cui tutto era cominciato. Il luogo in cui tutto era finito.
Ricordava ancora quel giorno in cui si erano dati il primo bacio su quel palco. Rachel aveva organizzato un appuntamento con i fiocchi. O meglio, ancora si domandava il perché, considerando che Finn usciva con Quinn Fabray al tempo, lui le avesse chiesto delle lezioni di canto. Lei aveva colto l'occasione al volo e aveva preparato tutto. Si era portata una tovaglia a quadri da stendere sul palco di fianco al pianoforte, aveva preparato da mangiare e da bere. Già allora era invaghita di lui a tal punto da fare qualsiasi cosa, da pendere dalle sue labbra.
Lei non avrebbe mai potuto scordare le parole che le aveva detto quel giorno: «All'inizio pensavo fossi un po' pazza. Non smetti mai di parlare. Sono arrivato a guardare sotto il letto per assicurarmi che all'inizio non uscissi da lì.
«Ma poi hai cantato e non so come spiegarlo, ma hai toccato delle corde proprio qui dentro», disse toccandosi la parte destra del petto.
Lei, avvicinandosi, le aveva preso la mano e l'aveva spostata dal lato opposto. «Guarda che il cuore è dall'altra parte.»
Si erano baciati. Per la prima volta. Poi Finn era corso via da lei senza dire niente. Ancora il motivo di tale gesto le era sconosciuto.
L'auditorium era anche il luogo in cui avevano ufficialmente chiuso la loro relazione. Suggellata da un bacio. Il momento in cui tutto tra loro si era veramente spezzato. Si erano urlati le peggiori cose, fin quando Rachel aveva tirato fuori il coraggio e messo la parola fine tra loro.
Lì tutto era iniziato e lì tutto sarebbe ripartito.
Trovò Finn seduto sullo sgabello davanti alla batteria con uno spartito fra le mani intento a decifrarlo. Le scappò un sorriso, non era mai stato bravo a leggere la musica come lei. Indossava un maglioncino blu notte che lasciava intravedere il colletto della camicia bianca e azzurra con jeans dello stesso colore.
Rimase sulla soglia a osservarlo. Era bello, era dimagrito molto e il suo fisico si era fatto più scolpito con il tempo, segno che la dieta e l'esercizio fisico che aveva intrapreso e portato avanti con costanza stavano funzionando.
Lui la notò e nel suo viso si palesò la sorpresa di vederla lì. La sua presenza era chiaramente inaspettata.
«Che cosa ci fai qui?», chiese con tono sconcertato.
«Sono tornata a casa», si limitò a rispondere, ancora sulla soglia.
Era lì in quel momento e sapeva che al tempo non era il momento giusto per loro. Non erano ancora pronti alle finali del Glee, come non lo erano al matrimonio di Kurt e Blaine. Ma in quel momento... lo sentiva. In quel momento erano pronti.
«Dai tuoi genitori? Come mai?», chiese preoccupato posando lo spartito sul tamburo della batteria. «Qualcosa non va?»
«Ho sempre cercato di realizzare i miei sogni. Una volta fatto, ho capito che comunque qualcosa mi mancava. In realtà Lima l'ho sempre trovata confortevole, ma non aveva nulla da offrire a una come me, una persona con le mie capacità. Ma adesso che sono cresciuta e i miei sogni si sono realizzati è il momento di crearne di nuovi.»
«Io non capisco.»
«Ancora non capisci? Casa non è un posto. Casa sono le persone che ami.»
Finn rimase esterrefatto da quell'affermazione. Non si aspettava questo da lei, ma in realtà nulla di ciò che si aspettava da Rachel era mai avvenuto davvero.
«Io corro sempre da te», sussurrò Rachel.
Finn si alzò e si avvicinò a lei fino a trovarsi a pochi centimetri dal suo viso. «In realtà, ti aspettavo.»
Il ragazzo la baciò e fu un bacio diverso da tutti gli altri. Carico di amore, di sentimento. Come se fossero due anime che, una volta raggiunti i loro obiettivi, si fossero trovate.
Due anime affini, destinate a quel momento.
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