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Leggere di quelle foto rubate di Ethan e Camilla, fece venire a Mackenzie una fortissima nausea mentre lo stomaco le si strinse in una morsa ferrea che le fece mancare il fiato.

Si portò una mano sullo stomaco — dal piccolo accenno di pancino in cui stava crescendo suo figlio —, massaggiandoselo così da evitare di vomitare, ma quando sentì la bile salirle fino alla gola, dovette correre in bagno e rimettere tutto quello che aveva mangiato quella mattina.

Copiose lacrime le solcarono le guance. La gola le bruciava intensamente mentre continuava a rimettere e il suo respiro era affannoso e velocizzato.

Una volta finito di rimettere ogni cosa, si alzò a fatica da davanti al gabinetto. Le gambe le tremarono mentre le lacrime continuavano a scendere come un fiume in piena. Le faceva male il cuore, lo stomaco e aveva una fortissima emicrania che l'obbligò a chiudere con forza gli occhi mentre le dita venivano strette intorno al bordo del lavandino.

Appena riuscì a riaprire gli occhi senza vedere macchie nere ad ogni battito di ciglia, si fissò allo specchio, guardando il suo viso stravolto dal dolore. Dal dolore di essere stata tradita dalla persona che amava e di cui portava in grembo un figlio.

Digrignò i denti con forza, cercando di ricacciare indietro le lacrime poi in un attimo di ira, scaraventò tutti gli oggetti appoggiati sul lavandino per terra, creando un frastuono assordante.

Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Gridò per la rabbia, per la delusione, per il dolore.

Gridò perché era tutto quello che poteva fare in quel momento. Gridò perché era incazzata. Gridò perché era stata così sciocca da non rendersene conto prima.

Da quanto andava avanti la loro storia? Da prima della sua gravidanza? O da dopo quell'incontro sul set della serie televisiva?

Dannazione, non poteva crederci... Non riusciva a credere che Ethan l'avesse davvero tradita con quella.

«Vaffanculo», urlò al suo riflesso, scaraventandoci contro il tubetto del dentifricio che per fortuna ne scheggiò solamente una piccola parte.

«Puttana!», Mackenzie si strinse i capelli nei pugni mentre si sforzava con tutto il suo corpo di non piangere di nuovo, «Pezzo di merda! Stronzo!», continuò e quella volta calciando gli oggetti a terra, rompendo il porta spazzolini in ceramica, il suo profumo preferito e colpendo con forza la finestra con il sapone per le mani.

Le gambe le tremarono fortemente poi cedettero e bruscamente cozzò le ginocchia contro al pavimento, tagliandosi in vari punti coi i cocci di vetro e ceramica sparsi ovunque.

«Mackenzie!», gridò Rebecca allarmata mentre correva verso la sua migliore amica visibilmente scossa e rannicchiata con la schiena appoggiata alla doccia mentre il sangue le colava giù dalle gambe. Non vi era una lacrima sul viso di Mackenzie, solo tanto dolore.

Mackenzie si voltò verso l'amica, tirando su con il naso poi assottigliò lo sguardo, sentendosi improvvisamente tradita anche da lei, «Lo sapevi, non è vero? Da quanto va avanti questa storia?», gracchiò con voce rauca.

La bionda sgranò gli occhi poi scosse il capo in segno di negazione, avvinandosi a lei per poi avvolgerla in un abbraccio caloroso in cui l'azzurra ci si tuffò disperatamente, «Ethan non lo farebbe mai... Non può essere», farfugliò lei incredula.

«Io lo amo così tanto», singhiozzò Mackenzie, stringendo i pugni intorno al maglione azzurro di Rebecca, che con tristezza incominciò ad accarezzarle la schiena per poterla calmare.

«Anche lui... Non può averlo fatto. Lui ti ama così tanto...», sussurrò la bionda, continuando ad accarezzarle la schiena fin quando non la sentì respirare pesantemente sulla sua spalla, segno che era scrollata per la stanchezza. Rebecca emise un sospiro nervoso poi stando attenta a non svegliarla, si alzò da terra e prendendo il disinfettante e delle fasce, incominciò a pulirle le ferite.

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