𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝚄𝚗𝚘

Prima Parte
NEL QUARTIERE MEDIANO

A volte mi chiedo se ci sia un mondo parallelo al nostro, dove non bisogna uccidere per vivere. Dove la vita è una sola e te la puoi godere senza temere che qualcuno te la possa rubare da un momento all'altro. Un mondo dove la vita di una persona non dipende da dei cerchi neri segnati sul braccio. Quando faccio riflessioni del genere con gli altri, mi guardano come se fossi fuori di testa.

«Come potresti volere vivere una sola vita? Non vuoi vivere per sempre? Non vuoi essere immortale?» La verità? No. Non voglio vivere per l'eternità. Voglio vivere invecchiando, fino a quando non arriva la mia ora e posso morire in pace. Perché dovrei volere portare avanti una vita più lunga di cent'anni? Come farei a non stufarmi? Come fanno quelli più vecchi di cento e passa anni a non essersi ancora stufati?

Gli unici che mi davano ascolto e ragione erano i miei genitori. Un giorno, quando avevo più o meno dieci o undici anni, chiesi se credessero anche loro in un mondo alternativo e migliore. Loro mi guardarono straniti e sorpresi. Poi dubitai se fossi pazza a domandarmelo ed è allora che mia madre smise di lavare i piatti, mi sorrise e si avvicinò sedendosi sul divano accanto a me.

«No, non sei pazza, tesoro» mi rassicurò accarezzando delicatamente i miei capelli.

«Anzi, rispetto ai ragazzini della tua età, hai un intelletto molto più maturo e avanzato per fare domande del genere, Lory» aggiunse mio padre con tono fiero. Mi chiamo Mallory, ma ricordo a malapena una volta in cui lui mi abbia chiamato per nome completo e non Lory.

Si avvicinò pure lui sedendosi al mio fianco e stringendomi forte a sé. «Sai una cosa? Io credo nell'esistenza di un mondo del genere. Suppongo ti piacerebbe molto viverci.»

«Io... penso di sì, papà» dissi con un leggera insicurezza.

«Eh no, devi essere sicura al cento per cento, amore. Guardami» mi disse prendendomi delicatamente il mento così che spostassi lo sguardo su di lui. «Se tu vuoi vivere in un mondo del genere, io ti ci porterò.»

Mia madre lo scrutò aggrottando le sopracciglia. «Gareth, non so se darle false speran-»

«Suvvia, Eloise. La speranza è l'ultima a morire» la interruppe mio padre in attesa di una mia risposta.

Io lo guardai sbattendo le ciglia numerose volte. «Davvero credi che potremmo vivere in un mondo del genere?»

Lui mi sfiorò il nasino con l'indice per poi accarezzare delicatamente la mia guancia. «Io non ci credo. Ne sono sicuro.»

È passata una settimana da quando i miei genitori sono morti. Giorno dopo giorno va sempre un po' meglio, ma al contempo mi sento sempre più vuota e depressa. Ha senso? No, ma in fondo in questo momento non ci sto comunque capendo un bel niente.

Adesso sono qui a guardarmi allo specchio: indosso il semplice abito verde scuro di seta che apparteneva a mia madre quando era giovane e che donò a me qualche anno fa. Mi sta ancora a pennello e guardandomi così, ho solo il ricordo di lei, dato che le assomiglio molto. Ho la sua pelle chiara, il suo viso ovale, il suo naso all'insù, i suoi capelli color sabbia e le sue labbra rosee e carnose. Potrei essere scambiata per una giovane Eloise che ha fatto un viaggio nel tempo. L'unica cosa che ci differenzia sono gli occhi: lei li aveva di un bellissimo castano scuro, io invece li ho azzurri come quelli di papà.
Intanto sto cercando di mettermi la catenina dorata che ha un piccolo ciondolo a forma di farfalla datami da mio padre. Lui sosteneva che questo animale simboleggiasse fortuna e allegria.

Per questo, nonostante oggi sia uno dei giorni peggiori della mia vita, ho deciso di mettere proprio questa catenina. È tradizione per noi, quando si celebra la morte di un caro, indossare indumenti o gioielli che un tempo li appartenevano. Io voglio andare così alla celebrazione. Tuttavia mi è difficile legare la catena intorno al mio collo, dato che le mie mani tremano. Dopo un minuto di inutili tentativi, mi arrendo e appoggio il gioiello dorato sul letto. Ho già la vista offuscata, tuttavia respingo le lacrime, stanca di piangere per l'ennesima volta.

Più penso a loro più fa male. Fa male pensare al fatto che non potrò mai più vederli e che noi non potremo più andare in un mondo alternativo, il mondo dei miei desideri. Dei nostri.

Mi dirigo verso la grande finestra e la spalanco. Appoggio le braccia incrociate sulla soglia di marmo godendomi l'aria brezza che solletica il mio viso.
Osservo così il panorama del Livello in cui abito, che è il secondo dei quattro Livelli dello Stato di Vresone.

Vresone: la nostra magnifica ma al contempo disastrosa terra sospesa su un suolo nuvoloso; il nome originale di questa terra era banalmente la Terra Sospesa. Non abbiamo idea di cosa ci sia al di sotto delle nuvole. Lo Stato rappresenta quattro superfici molto ampie, posizionate una vicina all'altra. Formano una specie di scala terrena ed equivalgono ai Livelli di Vresone. Ogni Livello è diviso da una barriera altissima e per passare da un Livello all'altro, vi sono delle ferrovie ai confini di ogni terreno, eccetto del più basso.

Il Livello che sta più in alto è rappresentato dalla classe sociale migliore. I Superiori (vengono chiamati così i suoi abitanti) possono permettersi di avere ben più di cento vite, protette in ogni maniera possibile. Tra l'altro è anche stato creato un dispositivo chiamato Rhodd, capace di prendere vite ad altre persone senza doverle uccidere. Ciò spiega come mai i Superiori abbiano così tante vite senza essere sentenziati. Perché sì, siamo nella terra in cui si rubano vite per ottenerne altre, ma se si uccide si è condannati.

Nel Livello Medio ci abito io, una Mediana. La nostra società non vive in povertà anche se non possiamo neanche permetterci il lusso.
Il nostro Livello è diviso in sei enormi Quartieri chiamati secondo i propri rappresentanti. I Superiori più ricchi e potenti, dopo la Governatrice, sono anche noti come i Pavoni e hanno il potere su questi territori, in pratica sono dei sindachi. Per ottenerli avranno ceduto almeno una centinaia e passa di vite suppongo. Io abito nel Quartiere del Pavone Perseus Danquoid, il Quartiere più piccolo proporzionalmente. I Quartieri restanti sono rappresentati da Sallowhis, Villindran, Calvict, Renikett e Phippsenker. In realtà questi ricconi non fanno più di tanto per i propri Quartieri, se non semplicemente vantarsi di possederli. Difatti non ho mai capito il senso di dipartire il Livello Medio e mai lo capirò. Tuttavia, facendo parte di questo Livello, non posso di certo lamentarmi.

In fondo c'è chi sta peggio: il Livello Inferiore è popolato dalla classe sottostante, gli Inferiori. È abitata principalmente da reietti, persone povere e delinquenti. Qui è più facile essere derubati delle proprie vite, è già tanto se si ha ancora la vita originale. Esci di casa e rischi di essere sparato in testa. Per questo viene anche visto come posto di punizione per i Mediani che commettono un crimine, non gravissimo, ma sempre un crimine. Vengono portati lì dove devono arrangiarsi per sopravvivere, senza avere un alloggio o un accesso al Livello Medio. Dopo la sentenza, se sono ancora vivi, possono ritornare a casa. In pratica, questo è un luogo terribile e pericoloso, almeno così mi è stato detto. Veramente non ci sono mai stata, mi è vietato andarci e non credo comunque che terrei a visitarlo: lì regna la povertà e soprattutto pericolo e violenza.

Eppure il Livello Inferiore non è quello peggiore: all'ultimo posto c'è il Livello di Dimenticanza. È il posto in cui i criminali più spietati vengono portati, e così dimenticati dalla società di Vresone fino a quando non muoiono. Non ci è mai stata mostrata una mappa precisa di questo Livello, né ci è stato raccontato più di tanto a riguardo, però si sa che è una semplice isola assolutamente priva di fertilità e fonte d'acqua. Dunque questi criminali vengono mandati su questo Livello a morire. Per i pochi giorni che sopravvivono senza acqua o cibo, loro dovrebbero riflettere sui crimini commessi e pentirsene. Ma suppongo che non esiteranno un secondo a gettarsi nell'Oblio e morire piuttosto che stare a soffrire su quella specie di isola angosciante e tetra.

Ed ecco che arriviamo all'Oblio che si trova al di sotto di Vresone. L'Oblio è il vuoto, il nulla, come già detto non sappiamo cosa ci sia sotto, però siamo certi che chi ci finisce non ci fa più ritorno. Mi vengono i brividi solo a pensarci.

Abbasso gli occhi verso il mio Cylch, l'orrendo marchio rotondo e completamente nero che ho al braccio. Già, il Cylch... Non si sa come, anche se si stanno ancora facendo degli studi a riguardo, ma noi vresoniani siamo geneticamente fatti per nascere e vivere con questo marchio. È ciò che simboleggia lo Stato rendendo il suo popolo schiavo di questi cerchi che puoi rischiare di perdere se non stai attento.
Ogni cerchio equivale a una vita che si ha e che si ottiene e per farlo, come già detto, bisogna rubare la vita a qualcun altro. Si smette di invecchiare dopo aver rubato la prima vita, quindi non puoi mai capire quanti anni abbia veramente qualcuno se questo ha più vite. Io al massimo avrò visto una sola persona con una decina di vite, ma non di più. Per noi Mediani è abbastanza difficile incontrare persone del Livello Superiore, dato che queste stanno bene lassù e non hanno bisogno di scendere qui da noi.

Però, per quel che so, i Superiori hanno così tante vite, che il loro Cylch sembra quasi completamente nero, per via dei tantissimi cerchi che attorniano quello originale. Perché per dare spazio alle vite successive, l'originale diventa sempre più piccolo a ogni vita che si ottiene. Quel cerchio, che può persino divenire un puntino nero (ciò accadrebbe se si ottenesse almeno un migliaio di vite) è la chiave, l'origine di tutto. È il cerchio della vita originale e se questa ti viene presa, sei finito. Definitivamente.

Ecco cos'è il Cylch. Tutti gli altri lo vedono come un dono della Natura, ma io la vedo solamente come una maledizione impossibile da spezzare. Con il tempo mi sono rassegnata che non c'è un mondo senza Cylch e non c'è sicuramente un modo per rendere le vite umane limitate. Siamo fatti così e non c'è niente che io possa fare. Almeno è ciò che so.

Ebbene, benvenuti a Vresone, la terra dove per vivere si ruba le vite altrui.

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[30/12/2020]

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