CAPITOLO 123
In quel monento una risata secca ruppe il breve silenzio.
«Ipocrita.»
Mi girai di scatto.
Gideon.
«Lyra, parliamoci chiaro.» Disse sollevandosi dal tronco a cui era appoggiato. «Non credi di starti facendo un po' troppe illusioni?» Iniziò a venirmi in contro. «Sei così... ingenua.»
Mi alzai di scatto. «Cosa staresti insin-»
«Dai! Nessun uomo sarebbe capace di resistere così tanto tempo senza dir nulla, senza far nulla. Svegliati. Il principino non è davvero innamorato. Semplicemente non sa condivider-»
Uno schiaffo. Non mi ero neppure accorta di essermi avvicinata così tanto.
Sentii il palmo bruciarmi, ma mai quanto gli occhi ancora arrossati.
Gideon rimase qualche istante con il volto girato di lato. Vidi i suoi occhi lampeggiare d'oro mentre lui stringeva le mascelle.
Dopo un profondo respiro, si rigirò verso di me.
«Non permetterti mai più.» Gli puntai il dito contro.
«No.» Con una velocità che mi lasciò destabilizzata Gideon azzerò quella poca distanza che era rimasta tra i nostri corpi. «Tu non permetterti mai più.»
Mi afferrò il polso della mano con cui gli avevo dato lo schiaffo.
Me lo strinse così forte, da bloccarmi la circolazione. Sentii le dita iniziare a formicolare.
Dollarus intervenne all'istante, ma con noncuranza Gideon lo spinse lontano, facendolo sbattere contro un tronco e perdere i sensi.
Rimasi agghiacciata.
«Se tu non sei capace di perdonare un solo sbaglio, un solo tradimento, come credi che lui la prenderà quando scoprirà tutte le tue bugie?» Stava ringhiando mentre, con la mano libera, additava Rubyo.
Provai a liberarmi della presa, ma non ci riuscii. «Gideon, mi stai facendo male.»
Ma mi ignorò. «Hai lasciato che la sua cara amica morisse, sei la Principessa ma appartieni ai Rasseln, hai riacquistato tutti i ricordi eppure fai finta di nulla.» Man mano che parlava, contava sulla mano. Improvvisamente alzò un quarto dito. «Forse credi di amarlo, e poi lo tradisci con un altro uomo! Ipocrita doppiogiochista.»
Mi afferrò l'altra mano, unendomela a quella già dietro la schiena, poi si spinse verso di me.
Mi baciò.
Sbarrai gli occhi, scuotendomi e indietreggiando sempre di più nel tentativo di allentare la presa, ma invano.
Mi ritrovai a sbattere la schiena contro il tronco bruciato di un albero vicino.
«L-sc-mi-!»
Il suo corpo era incollato al mio e a stento riuscivo a trovare spazio per gonfiare i polmoni.
Sentivo le sue labbra premere contro le mie, mentre la sua lingua faceva forza per entrare.
Gli diedi un calcio.
Mugugnò, ma poi lo vidi digrignare.
Spinse ancora di più verso di me, infilandomi il ginocchio tra le gambe per immobilizzarmi maggiormente.
Con un sussulto Gideon interruppe il bacio, allontanandosi quanto gli bastava per dividere le nostre bocche.
Aveva il labbro inferiore sanguinante. Ma quel mio morso, anziché scoraggiarlo, lo aveva invogliato.
Glielo leggevo negli occhi dorati.
Provai ribrezzo.
«Sei debole ora che il contratto è spezzato, Favilla.»
Sentii il cuore fermarmisi nel petto.
«Quando? Quando dopo che hai lasciato sciogliere la catena nel fuoco, ho comunque forzato allo stremo il legame per salvarti da quel ramo infuocato.»
«C-»
«Come faccio a saperlo? Quel contratto ci legava più di quanto pensassi, Favilla. In quel momento stavo cercando di salvare Dollarus ed ero già allo stremo. Ho rischiato di morire utilizzando così tanta energia per salvare te e il principino. Ma che ti importa. Tanto ti ho tradito no?»
I suoi occhi erano carichi di odio.
Non lo riconoscevo.
Avevo paura.
«Ma non fa niente. Ho trovato il modo con cui ripagarmi, già così svestita...» Mi toccò con i polpastrelli la pelle scoperta per la parte di tessuto che avevo strappato. «Mi tenti.» Sentii tutto il suo palmo farsi strada sotto il cotone.
Lo calciai di nuovo. E ancora. E ancora.
Ma non si smosse.
«Così ottieni l'effetto opposto.» Disse rafforzando ancora di più la presa attorno ai miei polsi, bloccati dietro la schiena. «Mi pare di averti già detto che più difficile da catturare è la preda, più mi diverto.»
«Mi fai schifo.» Dissi.
Gli occhi arrossati, ma secchi.
Non avevo lacrime per lui.
Si bloccò.
Il ghigno sul suo volto si rilassò, rendendolo inespressivo, mentre il suo sguardo opaco si indurì.
Vidi le mascelle serrate gonfiarsi ai lati.
Lentamente, ma senza mai lasciare la presa dai miei polsi, allontanò la mano dal mio fianco.
Lo guardavo dritto negli occhi, impassibile.
Annaspavo.
I muscoli tesi.
I nervi a fior di pelle.
Mi afferrò per il collo della maglia, tirandolo con forza.
Il tessuto si strappò sotto quella forza disumana, rivelando il mio petto scoperto.
Sgranai gli occhi, pallida in volto per il terrore e la vergogna.
Iniziai a ribellarmi ancora di più, ma nulla sembrava allentare quella presa di ferro.
Disperata, guardai nella direzione in cui giaceva il corpo di Rubyo.
Era scomparso.
L'istante dopo, con un suono strozzato, Gideon allentò la presa, concentrando altrove la sua forza.
Rubyo si era risvegliato e, barcollante per il fumo paralizzante, si era gettato di peso su Gideon ancor prima di aver recuperato totalmente la mobilità.
Fu proprio questo l'elemento che il Kelpie sfruttò a suo vantaggio e, agevolato anche dalla forza sovraumana, scaraventò Rubyo al suolo in un'unica rapida mossa.
Sentii il sangue pulsarmi nella testa, mentre il dolore ai polsi era accompagnato al tremore delle mani che, unite sul petto, cercavano di tenere insieme dei brandelli di stoffa.
Senza mai staccare gli occhi dalla scena, corsi verso Dollarus, ancora accasciato ad un albero.
Sentii il bisogno di urlare quando, steso supino, vidi Rubyo venire preso a pugni da Gideon.
C'era sempre stata tensione tra i due e non era la prima volta che li vedevo prendersi a pugni: era successo anche sulla nave verso il Regno Imperiale.
Ma mai prima d'ora avevano raggiunto questo livello.
Nella mia testa apparirono confusi molteplici scenari differenti, ma nessuno di questi finiva bene.
Nessuno.
Neanche quello che avevo deciso di attuare.
Con le mani ancora tremanti di adrenalina trovai la mia spada legata al fianco di Dollarus.
La estrassi, impugnandola saldamente.
Approfittai della distrazione di Gideon per attaccarlo alle spalle: gesto meschino, ma necessario.
Lo afferrai per i capelli, tirandogli indietro la testa.
Puntai la lama sul suo collo scoperto.
Solo in quel momento, con lo sguardo inevitabilmente rivolto al cielo, Gideon arrestò i colpi.
«Lascialo.» Il mio respiro era ancora affannoso.
Ma mi ignorò.
«Sempre pronto a sacrificarti per salvarla.» Disse rivolto a Rubyo, ancora bloccato sotto di lui. «Legato da questo dovere imprescindibile.» Rise, per poi deglutire, ed il pomo d'Adamo sfiorò la lama. «Ma ti sei mai chiesto se questa fiducia così cieca ci sia anche da parte sua?»
Rubyo, con gli occhi ancora annebbiati dai fumi inalati, si accigliò. «I tuoi trucchetti non funzionano con me Kelpie. Io mi fido di Lyra e non c'è bisogno di dimostrarlo.»
Mentre parlava i tagli sulle labbra crepate si distorcevano dolorosamente.
A quelle parole la mia presa sull'elsa tremò, il che mi portò ad allontanare involontariamente l'arma dal collo di Gideon.
Notandomi esitante, Rubyo mi guardò.
Diversi lo sguardo velocemente, tornando a concentrarmi su Gideon: con un colpo secco dell'elsa, lo colpii sulla nuca, facendogli perdere i sensi.
In quell'istante, il suo corpo, improvvisamente privo di energia, si incurvò su sé stesso, debole, crollando al suolo sul fianco e liberando Rubyo, troppo stordito per alzarsi.
Vidi quest'ultimo chiudere lentamente le palpebre, ruotando all'indietro gli occhi.
Un sospiro esausto lasciò le labbra sanguinanti di Rubyo.
Una smorfia dolorante gli accartocciò il volto livido quando, l'istante dopo, provò ad alzarsi.
Vedendolo in difficoltà mi piegai subito al suo fianco, aiutandolo a sedere sorreggendolo dalla nuca.
I nostri sguardi si incrociarono per un attimo, ma ora avevo troppe cose da nascondere per trovare il coraggio di fissarlo a lungo.
Con mia sorpresa, però, fu lui il primo a tirarsi indietro, abbassando il volto e chiudendo gli occhi.
«L-Lyra.» Si fermò un attimo, il tempo di schiarirsi la voce. «La maglia...»
Avvampai. Presa dal combattimento mi ero dimenticata del profondo strappo in petto che lasciava poco alla fantasia.
Sussultai, lasciando cadere la spada e chiudendomi tra le braccia.
«Se solo avessi un...» Disse Rubyo, con lo sguardo ancora basso. «Non ho visto niente.» Si affrettò ad aggiungere.
Ma il colore delle sue orecchie, paragonabile a quello dei miei capelli, diceva tutt'altro.
Per un istante mi pentii di aver recuperato i ricordi. In quel caso non avrei riconosciuto così bene quella bugia e avrei avuto il beneficio del dubbio.
«Come siamo finiti qui?» Rubyo mi strappò dai miei pensieri.
«Ci ha portati Dollarus dopo l'incendio.»
Rubyo alzò di scatto la testa.
Gli occhi sgranati.
Un attimo di realizzazione dopo, tornò in fretta a testa bassa, ora con una mano sugli occhi.
«Quale incendio?»
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