4.

Morgana e Merlino sono stesi sulle foglie secche della foresta proibita. Ogni tanto un ululato eccheggia per la foresta, ma i ragazzi sono assolutamente tranquilli. Con la comunità dei serpenti dalla loro parte e, soprattutto, l'infallibile bacchetta di Merlino, la foresta non può toccarli.
-Perché sei qui? Cosa è successo?
-Mia madre. Ha saputo che abbiamo continuato a frequentarci, non si sa come.
Il ragazzo chiude gli occhi.
-Tutto questo è assurdo. Tua sorella è più giovane di te, eppure quando sir Parsifal le ha chiesto la mano sembrava che tua madre non aspettasse altro!
Lei sospira.
-Il suo problema non è la mia età, lo sai benissimo. È la tua famiglia. Insomma, é tuo...
-... nonno sì, sì, la solita storia. Non vuole scheletri nell'armadio in famiglia.
I due restano in silenzio.
Lui batte un pugno sul terreno.
-Ma Parsifal, mio Dio... Parsifal! É stato cresciuto in un bosco! Che diamine!
La ragazza scoppia in una fragorosa risata.
-Non c'è niente da ridere, sai? Io preferei un passato burrascoso di un selvaggio cresciuto nei boschi!
-Parsifal non è un selvaggio... lo sai!
I due si guardano negli occhi, lei sorride. Lo sguardo di lui si addolcisce, quando inarca le palpebre di scatto.
-Morgana! Non hai... non hai più la spilla da prefetto!
La giovane abbassa lo sguardo.
-Lo so. È sparita nell'istante in cui ho lasciato il castello.
-Questa situazione deve finire!
Merlino si solleva a sedere.
-Ne va del tuo onore! Non puoi essere retrocessa a causa mia!
-Tu non hai colpa, sono stata troppo avventata. E comunque non è importante.
-Non è importante? Non è importante?
Il ragazzo alza le braccia verso il cielo e lei lo segue a sedere.
-Merlino, stai tranquillo. Non è nulla, davvero.
Gli prende la mano per calmarlo.
-E comunque, forse conosco un modo per far approvare la nostra unione.
-E quale sarebbe, sentiamo...
Mormora sconsolato.
-Se mia madre non la accetta, vorrà dire che sarà tuo nonno a farlo!
-Mio nonno? Ma lui prova la stessa avversione per tua madre che lei prova per lui! E di conseguenza anche per te...
-Ma io posso aiutarlo ad avere quello che vuole. E poi sarà in debito con me!
-Impossibile. Lui al momento vuole soltanto una cosa, e neanche a me ha osato chiederla.
Lei lo guarda con i suoi grandi occhi color cioccolato.
"Ma a me sì."
La biblioteca di Hogwarts è ancora l'ombra di quella che poi diverrà una delle più grandi raccolte di testi del mondo magico.
La piccola sala è quasi vuota, al suo interno ci sono soltanto due studenti, seduti uno accanto all'altro su uno stretto banco.
-Allora!
Esclama Ginevra poco entusiasta.
-Iniziamo con gli incantesimi base! Prendi la tua bacchetta!
-Bacchetta?
Chiede Artù, fissando la ragazza.
-Intendi quell'affare che vi portate sempre tutti dietro? Io non ce l'ho!
La ragazza resta immobile a guardarlo, poi si posa il palmo sulla fronte.
-Come non hai...? Oh, cielo! E adesso?
Lui alza le spalle e cerca di difendersi.
-Ehi, ascolta, io non c'entro nulla con questa storia! Hanno detto che dovrebbe venire a trovarmi un certo Olivander, per consegnarmela. Si tratta solo di aspettare qualche giorno!
Lei lo guarda in cagnesco e storce la bocca.
-E sia! Ma dovremo rimandare la parte divertente, sappilo.
Il ragazzo dagli occhi grigi sorride e fa passare una delle sue forti braccia intorno alle spalle di lei.
-Poco male, non mi annoio mai quando ci sei tu!
La giovane arrossisce, evidentissima sulla carnagione perlacea.
-Perfetto! Vorrà dire che ci dedicheremo a un po' di teoria!
Allunga la mano verso il tavolo vicino e afferra un pesante tomo dalla copertina pelosa.
Lo posa al centro del loro banco con un tonfo. Il libro è tenuto chiuso da una spessa cinghia in pelle ed emette un suono inquietante, come un ringhio.
Ginevra guarda un Artù sbalordito e gli fa l'occhiolino, accarezzando il dorso del misterioso volume. Il ringhio diminuisce, sino a sparire.
Lei slaccia la cinghia e apre il libro alla prima pagina.
-Cura delle creature magiche!
Artù capisce presto che studiare con Ginevra è sicuramente molto utile, ma anche decisamente difficile. La ragazza è bella quanto severa, e si premura di assicurarsi che il compagno abbia capito.
Passa qualche ora, e mentre parla del Lago Nero e dei suoi abitanti gli tiene la mano. Gli spiega che la sua sala comune è nei sotterranei e che un enorme finestrone si affaccia direttamente sul fondo del lago.
Lui la guarda incantato e vede riflesso nei suoi occhi di smeraldo lo splendido mondo subacqueo. I perfidi avvincini, le alghe velenosissime, le sirene incantatrici. Un mondo pericoloso e fantastico. Lui ripensa allo stagno torbido che ha visto arrivando al castello.
"Farebbe sembrare interessante e meraviglioso anche il bagno dei ragazzi del terzo piano"
Mormora tra sé e sé.
Merlino rientra di soppiatto nella scuola.
"Ho capito, per oggi dovrò rinunciare alle lezioni"
Gli studenti si spostano al suo passaggio e lo guardano con rispetto e timore. Ha ricevuto una chiamata dal suo capocasa, e si affretta per presentarsi al suo cospetto. La questione è sospetta.
Quando finalmente giunge alla tanto agognata Torre Nord, scopre che non è l'unico invitato.
Il vecchio mago è in piedi in fondo alla stanza. Seduto davanti alla scrivania, un ragazzo.
È seduto con le gambe divaricate. Ha come lui sedici anni, e le spalle larghe come le ante di un armadio. Una barba da adolescente nera e ispida popola il suo mento pallido.
A dispetto del suo aspetto minaccioso, è uno studente modello. Lo studente migliore di Serpeverde, se non fosse per l'eccezionalità di Merlino.
-Parsifal.
-Merlino! Ti vedo contento di vedermi.
Sorride sarcastico.
-Siediti, ragazzo.
Dice il vecchio, in tono deciso.
Il giovane si butta sulla poltrona color smeraldo.
Il mago, camminando lentamente, raggiunge il tavolino accanto al letto e prende una bottiglia di cristallo colma di liquido scuro.
Pazientemente versa il liquido in un bicchierino alto quanto un mignolo e sorseggia la bevanda.
-Possiate perdonare un povero vecchio, la cui unica gioia ormai si è ridotta al whisky incendiario. Spero di non risultarvi eccessivo. Gradite un bicchiere?
Al cenno negativo dei due ragazzi, si avvicina alla scrivania.
-Ebbene! Dunque. Merlino, abbiamo parlato proprio ieri di una mia ipotetica partenza.
Il ragazzo si irrigidisce sulla sedia.
-Ma come? Avevi detto che saresti rimasto!
Il compagno gli rivogle un'occhiata sbalordita.
"Allora è vero! Si rivolge ai fondatori dando loro del tu, da pari a pari!"
Salazar fa un gesto come per scacciare un insetto sgradito.
-Suvvia, ho detto che non me ne sarei andato in quel momento. Non mai.
Il ragazzo ha un'espressione addolorata, e il vecchio mago gliela legge negli occhi.
Posa le mani sulla scrivania e fissa i volti dei due studenti seduti davanti a lui.
-Qualcosa accadrà ad Hogwarts, stanotte. E quando accadrà, io dovrò essere già lontano da qui.
I giovani si guardano intimoriti.
-Ed è qui che entrate in gioco voi due. I miei studenti migliori e più fidati.
L'uomo tira fuori una mappa consunta dalle pieghe della tunica.
-Quando non ci sarò, mi aspetto che prendiate le redini della casa. Ripongo assoluta fiducia in voi. Merlino, in quanto prefetto tu avrai l'autorità. Ma voglio che ascolti Parsifal e ti prego di tenere la sua parola in grandissimo conto. Parsifal, rispetta le decisioni di Merlino, hanno la priorità. Ma ti prego di non astenerti mai dall'esprimere un tuo eventuale dissenso, giustificandolo sempre con chiarezza.
La mappa viene posata sul tavolo di fronte ai due giovani, che si sporgono avanti per guardare cosa li aspetta.
-.... C'è un'altra cosa che devo dirvi e per cui siete qui. La scuola sarà informata che sarete via i prossimi due giorni, per mia personalissima necessità. Non avrete alcuna ripercussione per questo.
Merlino, sei già stato informato della missione.
-Ma... si tratta di quello di cui abbiamo parlato ieri?
L'uomo annuisce.
-Pensavo che sarei andato da solo!
-Non essere sciocco! Non é compito che si può affrontare da soli! E Parsifal sarà un ottimo compagno, non è vero?
-Le prometto che porterò a termine il mio compito a qualsiasi costo! Ne va del mio onore.
Risponde il ragazzo alzandosi in piedi.
-Perfetto, allora. L'obiettivo è molto semplice... dovrete recuperare un pacco per me, e portarlo nel castello, senza che nessuno sappia cosa contiene. Una volta dentro, Parsifal, il tuo lavoro sarà finito. Merlino, tu sai cosa fare. Sino a che il pacco non sarà nel castello, ciascuno di voi si dovrà impegnare a proteggerlo a costo della vita.
-Sì signore.
Rispondono in coro.
È notte.
Artù dorme nel dormitorio di Grifondoro, in preda a un sonno agitato. Non ha trovato Lancillotto per tutto il giorno, e inizia a sentire la mancanza del suo villaggio e del suo lavoro da ferramenta.
Si rigira nel letto e ansima nel sonno, sin quando, improvvisamente, si sveglia. Sta sudando freddo, e non capisce cosa lo abbia fatto svegliare. Avverte l'aria muoversi davanti al suo viso, e quando gli occhi si abituano all'oscurità scorge una piccola farfalla che vola davanti alla punta del suo naso.
"Ecco cosa mi ha svegliato. Stupida bestia."
Pensa, tentando di scacciarla con la mano.
L'animale anziché andar via inizia a volare in cerchio, come per attirare l'attenzione. Dopo qualche giro va a posarsi sulla maniglia della porta.
Il ragazzo si guarda intorno con sospetto. Stringe i pugni e contrae i muscoli, come per testare la sua forza. Infila gli stivali e si infila un pesante mantello.
La farfalla lo guarda con i suoi ochietti vispi, aspettando.
Preso da un istinto inspiegabile, si alza e inizia a seguirla.
Attraversa la Sala Comune, esitando un attimo davanti al camino spento.
"Non ho neanche una bacchetta. Forse non dovrei..."
Si ferma. La farfalla si posa sullo schienale di una poltrona, sembra che dica che hanno tutto il tempo del mondo, lei può aspettare.
Lui si scrolla di dosso i nefasti pensieri.
"Sarà meglio che quella spada mantenga la promessa di spuntare, se mai ne avrò bisogno"
Esce piano dalla Sala Comune e segue il piccolo insetto blu per le scale.
A un certo punto, salendo la scalinata, un passo eccheggia per il castello. Come se qualcuno avesse saltato uno scalino per errore.
Artù si guarda intorno e la farfalla si immobilizza un istante. La scalinata è vuota.
I due riprendono l'ascesa. Arrivati vicino alla voliera, nel lato disabitato del castello, la farfalla si infila in una porticina socchiusa.
Il ragazzo prende coraggio e apre la porta. La chiude dietro di sé e quando si volta verso la stanza la farfalla non c'è più. Vede la punta di una bacchetta puntata verso il petto.
-Cucù!
Un fascio di luce.
-Ah!
Poi più niente.
La figura con la bacchetta sparisce e la farfalla vola via silenziosa nell'oscurità. Nell'esatto istante in cui l'insetto sparisce all'orizzonte, si sente un leggero ma velocissimo rumore di passi, come se qualcuno corresse a perdifiato giù per le scale.
La mattina dopo, la scuola è nel caos.
Si è sparsa voce che uno studente non é stato trovato nella sua stanza. Nessuno ha idea di dove sia finito.
Uno dei fondatori ha lasciato la scuola senza una spiegazione e il prefetto di Corvonero é cambiato senza nessun motivo apparente.
In più una misteriosa circolare è apparsa a giustificare un prossimo viaggio di due studenti per conto di Salazar Serpeverde, che durerà un giorno o due. Nella sala grande c'è un gran frastuono di voci, incantesimi e colori. Nessuno ha voglia di mangiare, e gli argomenti sono così tanti che la maggior parte degli studenti non sa di cosa discutere.
I tre fondatori rimasti sono seduti al loro tavolo e non rispondono alle domande.
Tutti i Serpeverde sono raccolti intorno a Merlino e Parsifal. I volti smarriti sono di una casa che ha appena perso la sua guida, e sta per perdere le uniche persone che avrebbero potuto, almeno tenporaneamente, sostituirla.
Al manipolo di Serpeverde intorno ai due esploratori si aggiunge un piccolo gruppo di Corvonero.
Le due sorelle, Morgana ed Helena si guardano in cagnesco.
-Amore, torna presto!
La sorella minore abbraccia Parsifal e singhiozza sulla sua spalla. Lui la stringe con un braccio e le bacia i capelli mossi.
Morgana alza gli occhi al cielo, e si volta verso l'altro. Gli stringe la mano. -Torna presto, per favore.
Cosetta Corvonero li fissa dall'alto della sua tavolata.
Dalla mischia appare un ragazzo, vestito con una tunica blu notte. Ha i capelli corvini e il viso pulito. Una delle poche persone di un'altra casa che si è guadagnata la stima dei Serpeverde e che tratta Merlino con rispetto ma senza timore.
-Buon viaggio ragazzi.
Porge la mano ai due partenti. Ha indosso la spilla da prefetto che sino al giorno prima era appuntata sul petto di Morgana.
-Costantino, grazie. Faremo ritorno massimo tra due tramonti.
-Darò una mano ai vostri, se necessario, durante la vostra assenza
Merlino gli prende la mano.
-Grazie. Te ne saremmo molto grati.
Anche un giovane Tassorosso si avvicina al tavolo smeraldo, ma non per i saluti.
-Ginevra! Ginevra!
Ha l'aria molto preoccupata.
-Lancillotto! Grazie al cielo, dove ti eri cacciato? Artù é sparito.
Il ragazzo le posa una mano sulla spalla.
-A proposito di questo... devo mostrarti una cosa.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top