2.

Morgana è seduta nel giardino interno con un manipolo di Corvonero.
Merlino cammina con Ginevra per la navata, le illustra i progetti di costruzione del castello, e le magie del terzo anno che ancora non è riuscita a imparare.
-Dicono che sei lo studente più dotato della scuola. È vero?
Il ragazzo non risponde.
-Dicono che una volta sei riuscito a tenere testa a uno dei fondatori, con la magia.
-Su di me dicono tante stupidaggini.
-Come fai a sapere tante cose sui progetti di costruzione di Hogwarts?
Lui alza le spalle.
-Conosco qualcuno, che conosce qualcuno, che ha aiutato nella progettazione del castello.
-Posso farti una domanda?
Lui si volta per rispondere che tanto di domande gliene ha già fatte tante, quando al di là della navata, nel quadrato d'erba verde, la vede con le mani che accarezzano i fili d'erba.
-No. Adesso no. C'è una cosa che devo fare.
Merlino salta dalla navata e atterra sul giardino, amortizzando con le ginocchia. Mentre attraversa il quadrato di terra, i Corvonero si disperdono, come uno stormo in vista di un predatore. Lei resta sola sull'erba.
-Morgana. Devo dirti una cosa importante.
Si siede sull'erba accanto a lei.
La ragazza non si volta a guardarlo, ma appoggia la sua mano su quella di lui.
In alto, sulla Torre di Astronomia, Helena guarda la sorella e il ragazzo seduti sul prato.
"Adesso basta. È ora che quel mago presuntuoso capisca qual è il suo posto."
Intanto una carovana si appresta ad arrivare al cancello.
Seduto nella carrozza di mezzo, un ragazzo dallo sguardo smarrito stringe un'elsa tempestata di rubini.
Guarda dal finestrino del mezzo, e vede un lago dalle acque torbide e agitate da chissà quale creatura misteriosa. Si avvicinano spediti a un misterioso castello arroccato su un basso promontorio.
La sua carrozza viaggia da sola, senza bisogno di cavalli, e quetso lo lascia senza parole.
Da quando ha estratto la spada la sua vita è totalmente cambiata.
Non è mai stato un buon partito, ma le donne lo avevano sempre adorato.
Era un gran lavoratore, e questo faceva bene al suo fisico. A dispetto della corporatura smilza di tutti i ragazzi della sua età era cresciuto sano e soprattutto forte, cosa rara per i tempi che correvano.
E poi lei, Excalibur. Era apparsa così, fuori dalla chiesa, infilata nel terreno.
Faceva gola a moltissimi di loro, soprattutto per i rubini. Vendere il più piccolo di essi a un qualsiasi gioielliere di Londra sarebbe bastato a renderere il possessore l'uomo più ricco del villaggio, probabilmente addirittura di tutta contea o forse più.
Per un qualche motivo inspiegabile, nessuno era riuscito a Estrarla dal terreno in cui era profondamente infilata. Nessuno prima di lui. Sorprendentemente,con una leggerezza disumana, aveva sfilato la lama dalla terra e la aveva alzata al cielo. Era veramente bellissima.
Il giorno dopo era arrivato lui, il Cavaliere.
"Tu sei un mago, Artù.
Io? Non è possibile. Sono solo un assistente fabbro.
Sei un mago Artù, e non è tutto. Sei il futuro re di tutta l'Inghilterra."
Aveva pensato che lo straniero stesse scherzando ovviamente, ma aveva pur sempre l'aspetto di un cavaliere e contraddire un cavaliere non era mai cosa buona, così lo aveva seguito.
Quando era arrivato alla carrozza e la aveva vista muoversi senza nulla che la trainasse, era salito senza pensarci due volte.
"È bene che tu sappia una cosa. Quella spada non ti appartiene, non ti è mai appartenuta. Tuttavia, se mai ti servirà, non esiterai a usarla. Una volta che saremo arrivati al castello la riconsegnerai a me."
Ormai il castello è alle porte.
Morgana fissa il prato, l'espressione corrucciata. I grandi occhi nocciola languidi.
-E così abbiamo il nostro nuovo re.
-Ebbene, pare di sì.
-E non viene da una stirpe di maghi.
-No, infatti.
-Immagino quanto Salazar sia contento.
-Sì infatti.
-Merlino.
-Sì?
-È questo che ti preoccupa? Hai paura della sua reazione? Delle possibili conseguenze?
-Lui è Salazar Serpeverde, Morgana. Abbiamo sempre paura della sua reazione.
In quel momento il ragazzo alza la testa di scatto. Un cavallo, scheletrico, allunga le sue ali pigramente verso il cielo, mentre entra nel piccolo giardino.
-Che succede? Cosa stai guardando?
Chiede la ragazza guardandosi intorno senza vederlo.
-Thestral. La carovana é giunta. Il re è qui.
Si alza e si mette a correre, lasciando l'amica seduta dov'era.
Il giovane scende dalla carrozza, titubante.
Il cavaliere, alto e fiero, gli fa strada tra gli ampi corridoi. Artù si guarda intorno con lo sguardo avido di informazioni.
Quando entra in una grandissima sala, probabilmente adibita ai pasti, due donne gli vengono incontro.
Quella più alta e magra porta in capo una corona. L'abito blu notte disegna una gonna sottile che arriva sino ai piedi.
-Benvenuto nella nostra scuola di magia. Qui affinerai le tue doti da mago, e ti faremo diventare un grande re. Questa che vedi intorno a noi è chiamata Sala Grande, e ti recherai qui per la colazione, il pranzo e la cena. Gli studenti che seguono le nostre lezioni sono divisi in quattro gruppi principali, chiamati case, che ognuno di noi seleziona accuratamente. Purtroppo quest'oggi il quarto membro del nostro consiglio ha avuto qualche, ehm, problema tecnico. Sono sicura che lo conoscerai quanto prima. Il mio nome è Cosetta Corvonero, ma tu puoi chiamarmi "signora" o "madame". I miei studenti sono dotati di fine intelletto, ingegno e creatività e hanno stima di essere i più saggi tra i maghi. Da loro riceverai consigli più preziosi.
-Molto lieto, madame.
Risponde lui con un inchino.
-Ciao, figliolo.
Inizia la donna paffuta dalla chioma rossiccia.
-Io sono Tosca Tassorosso, e Tassorosso è il nome della mia casa. I miei studenti sono onesti e leali, dal cuore grande e l'animo gentile. Confida a un Tassorosso il tuo più grande segreto, egli non ti tradirà. Tra loro troverai gli amici più fidati.
Artù ripete l'inchino, e la parola passa al misterioso cavaliere.
-Godric Grifondoro, così mi chiamo. La casa Grifondoro è la tua casa. I nostri colori sono rosso e oro, e gli studenti di questa casa sono tutti coraggiosi ed eroi. Se hai sete di grandi imprese non ho dubbi, questo è il posto giusto per te. Coraggio e forza sono le virtù che cerco, e loro saranno i tuoi compagni di avventure.
Mentre il giovane guarda l'uomo con occhi attenti, un ragazzo alto dai capelli candidi come la neve spalanca la porta dietro di loro. Indossa una tunica verde.
-Lui dov'è?
Chiede il ragazzo, senza tanti convenevoli.
Godric alza le spalle.
-Divergenze politiche.
Risponde con un tono di voce piatto e annoiato.
-Capisco.
Si avvicina silenzioso e gli mette una mano sulla spalla.
-Ti do il benvenuto ufficiale da parte della casa di Serpeverde. Noi siamo maghi nobili, ambiziosi e potenti. Per noi la famiglia e la casa sono ciò che più conta al mondo. Distruggiamo tutti gli ostacoli che si parano tra noi e quello che desideriamo, quindi stai bene attento a non metterci i bastoni tra le ruote.
Il ragazzo sposta la mano e inizia ad allontanarsi.
-Mi chiamo Merlino. E ricorda, qui non sei il re. Sei uno studente come tutti gli altri.
Mentre Merlino si allontana, la voce di Tosca lo rassicura.
-Non preoccuparti, caro. Tutto quello che ti serve é già nel baule della tua stanza.
Prima che la porta si chiuda del tutto alle spalle del Serpeverde, si spalanca nuovamente. Appare un ragazzino di massimo dodici anni, saltellante e dall'espressione gioviale.
-Lancillotto, per fortuna! Grazie di essere venuto!
Tosca accoglie il suo studente dalla tunica dorata.
-Ai vostri ordini mia signora.
Il ragazzino si inchina elegantemente e la donna gli indica Artù.
-Questo giovane ragazzo si chiama Artù. È un Grifondoro arrivato oggi ad Hogwarts e viene da una famiglia di babbani.
Ora si rivolge al giovane attento.
-Mio caro ragazzo, Lancillotto è uno dei miei alunni più fidati. È un grandissimo esempio di amore, fedeltà, bontà e purezza di cuore. Ti affiderai a lui per qualsiasi dubbio o chiarimento sul funzionamento della scuola. Tutto chiaro?
-Tutto chiaro madame.
Rispondono i due in coro.
-Lancillotto.
Dice Godric, improvvisamente.
-Sì signore.
-Il ragazzo ha l'età di iniziato. Conto che recupererà tutto entro la fine dell'anno. È in gamba.
-Ricevuto, signore.
L'uomo tende la mano.
-La mia spada.
Artù la sguaina e gliela porge.
-Sono certa che la rivedrai presto.
Esclama Cosetta, laconica.
Lancillotto è un fiume di parole, e Artù fa fatica a seguire tutte le informazioni.
-Trattenersi al di fuori del castello dopo il tramonto è severamente proibito.
Elenca a macchinetta.
-E così anche trattenersi al di fuori dalla propria casa. L'entrata per la tua è proprio quella, guarda!nziona un utente
Indica un pesante portone all'entrata di un'alta torre.
-La mia è vicina alle cucine. Le entrate delle case hanno un incantesimo di riconoscimento cromatico. Se non hai la divisa della tua casa, non puoi entrare. Sono sicuro che a breve inventeranno un metodo più sicuro.
Passano accanto alle aule.
-Gli studenti sono divisi in sette livelli di competenza, ognuno dei quali si completa nel giro di un anno. Il primo livello è quello di novizio, che è il livello che dovresti aver raggiunto tu. I novizi hanno undici anni. L'anno dopo viene il livello di allievo, che sarei io. Il terzo anno è quello degli apprendisti. Il quarto, quello che dovrai raggiungere tu alla fine dell'anno, poiché hai quattordici anni, è quello di iniziato. Il quinto é senior. Quello del ragazzo che usciva dalla stanza quando sono entrato, Merlino, è quello di giovane mago, per i ragazzi e le ragazze di sedici anni. L'ultimo livello è mago maturo, ma ancora nessuno l'ha raggiunto. La scuola è aperta da sei anni soltanto.
Il ragazzo lo guarda confuso.
-Ehi Vostra Altezza, mi segui o no?
Chiede sorridendo.
-Ehm sì, credo di sì...
Tra i vari studenti che si accalcano per i corridoi e fissano il nuovo arrivato, si avvicina una fanciulla bellissima, vestita di un abito verde smeraldo.
Lancillotto la chiama con un cenno della mano.
Il tempo si ferma per un attimo, quando quel viso perfetto guarda Artù dritto negli occhi.
-Lei è la mia amica Ginevra
"Ginevra... é meravigliosa."
-Incantato.
Sussurra il giovane, baciandole delicatamente la mano.
Lei sente un brivido scorrere per il braccio e salire al cuore.
-Vestito verde dunque Serpeverde, è esatto?
-É esatto, bravo Artù!
Risponde Lancillotto divertito.
-E lei è un'apprendista, dunque ha?
-Dodici anni?
Chiede Artù sforzando la memoria.
-Tredici. Ne ho tredici.
Sorride lei.
"Lui è molto più bello. E gentile. E forte, si vede dalle braccia. Chissà se è un principe."
-Il tuo amico è un principe come te?
Chiede al giovane Tassorosso.
-No, madame.
Artù si inchina e gli occhi di lei lampeggiano di delusione.
"Ginevra, bella, bellissima Ginevra!"
-Non sono un principe. Sono il Re di tutta l'Inghilterra.
Lei rimane un attimo senza parole, gli occhi verdi intensi si piantano in quelli grigi dell'altro.
-Tu hai estratto la spada di Godric, Excalibur.
Dice a denti stretti.
-Sì madame, per questo sono qui.
"Le uniche persone che meritano le nostre attenzioni più dei principi sono i re."
Ginevra prende Artù sottobraccio, dimenticandosi del ragazzo che era con loro.
-Cosa aspettiamo? Dobbiamo fare un tour della scuola!
-Al suo servizio, madame.
Cosetta Corvonero torna ai suoi alloggi, esausta. Come mette piede nella stanza, nota una ragazza seduta sul suo letto.
-Helena! Cosa ci fai qui?
-Mi scusi, madre. Devo parlarle di una cosa molto importante. Riguarda Morgana...
La donna la fissa col fiato sospeso.
-...e Merlino.
"Morgana, Helena, ho una cosa da dirvi. Vostra madre ha in mente un progetto che rivoluzionerà il mondo dei maghi e delle streghe per sempre. Purtroppo per portarlo a termine dovremo trasferirci, tutte. E, cosa più importante, nessuno dovrà sapere che siete le mie figlie. Sarete ragazze come le altre. Mi sono spiegata?"
Mentre le donne discutono, non fanno caso alla farfalla dalle ali cobalto che le guarda posata sulla piccola scrivania.

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