Rottura
Lan Wangji non poteva più sopportarlo.
Aveva visto troppe volte Wei Ying da solo contro tutti, frainteso, usato, non poteva davvero continuare a guardare senza intervenire. Sapeva che sarebbe andato contro le regole della sua scuola, che avrebbe deluso suo zio, così come suo fratello, ma non poté fare a meno di agire.
Wei Ying stava arrancando verso i monti della sepoltura, dopo aver ucciso e ferito gravemente migliaia di cultori . Non aveva più alcuna forza e non sarebbe riuscito ad arrivare sano e salvo fino al monte senza aiuto. C'erano molti feriti che sicuramente si sarebbero ripresi velocemente e avrebbero provato nuovamente ad attaccarlo per riuscire ad ucciderlo in quel momento di debolezza. Lan Zhan sapeva che Wei Ying aveva perso il controllo, che ormai non era più lui e l'energia del risentimento lo stava consumando, ma sapeva anche che non era colpa sua. Ne avevano parlato, non c'era stata una seconda strada da percorrere, non c'era stata un'altra possibilità, non aveva avuto un'opportunità che gli permettesse di vivere una vita normale e tranquilla. Per non parlare del fatto che Jin GuanShan aveva deciso di uccidere sua Wei Ying che tutti i Wen sopravvissuti, nonostante avesse promesso di risparmiarli se il Generale Fantasma e Wen Qing si fossero consegnati, quindi Wei Ying era stato provocato, ingannato e portato al limite in quei momenti di scarsa lucidità.
Proprio perché sapeva che non era colpa sua, perché lo amava e perché non riusciva più a fingere indifferenza, lo seguì cercando di raggiungerlo per aiutarlo a fuggire. Anche lui aveva quasi esaurito le forze, ma aveva una spada, un soffio di energia spirituale e una motivazione tanto forte da poter sbriciolare le montagne. Lo raggiunse, lo caricò sulle sue spalle e si alzò in volo sulla spada per cercare un posto in cui nasconderlo. Sicuramente i monti di Yiling sarebbero andati bene, non pensava certo di riuscire a nascondersi a lungo. Era perfettamente consapevole del fatto che sarebbero stati trovati prima ad un certo punto e che avrebbe dovuto dare spiegazioni e poi, nel migliore dei casi, essere punito. Non gli importava del dolore, né dell'umiliazione del castigo, riusciva a pensare solo a Wei Ying sulla sua schiena, che non faceva altro che sanguinare dalle varie ferite che aveva riportato e pronunciare frasi sconclusionate che avevano qualcosa in comune l'una con l'altra: continuava a dire "sparisci". In mezzo a tutti quei discorsi insensati c'era la chiara volontà di essere lasciato solo, ma Lan Zhan non poteva accontentarlo, perché doveva salvarlo ad ogni costo, doveva nasconderlo, proteggerlo da chi non lo capiva e voleva solamente eliminarlo e sapeva bene che uccidere Wei Ying significava anche distruggere la sua unica ragione di vita. Si sentiva ridicolo a vedere le cose in quei termini, ma non poteva più negarlo. Amava Wei Ying e pur non avendolo mai dimostrato e non avendo accennato alcun segno di simpatia nei suoi confronti, lo amava più della sua stessa vita e finalmente aveva trovato il coraggio per farsi avanti alla luce del sole e aiutarlo; sicuramente non avrebbe ascoltato i suoi deliri e non lo avrebbe abbandonato in mezzo al nulla.
Le sue energie stavano venendo meno e sapendo che non avrebbe retto ancora per molto portando il peso di un'altra persona sulle sue spalle, decise di fermarsi in una grotta e nascondersi lì per recuperare le forze e aiutare Wei Ying a riprendersi, pur non sapendo quanto tempo avrebbe impiegato per recuperare la ragione e le energie. Il metodo che utilizzava Wei Ying era diverso dalla normale coltivazione e non lo conosceva in maniera approfondita, quindi non poteva calcolare né i tempi di ripresa, né sapere se si sarebbe effettivamente ripreso o meno.
Decise che si sarebbe nascosto lì e avrebbe aspettato, sperando che tutti gli altri cultori avrebbero impiegato giorni per organizzarsi e intervenire; così avrebbe avuto l'occasione di curare Wei Ying e di provare a farlo fuggire. Ovviamente non si faceva troppe illusioni, probabilmente sarebbe stato catturato, ma avrebbe impedito a chiunque, anche alla sua famiglia, di prendere o uccidere Wei WuXian, sarebbe morto piuttosto che permetterlo.
Dopo aver pulito e medicato le ferite di Wei Ying con parti delle sue vesti, lo prese tra le braccia e iniziò a trasmettergli energia spirituale, pur non sapendo se avrebbe funzionato o meno nel suo caso e prese a sussurrargli nell'orecchio, sperando di risvegliarlo in qualche modo. In quel momento erano soli, non aveva più alcun tipo di freno e non gli importava di esporsi, quindi riversò nelle orecchie dell'uomo che amava, tutti i suoi sentimenti più profondi che era riuscito a nascondere tanto perfettamente fino a quel giorno. Gli disse che lo amava, che sapeva che non era colpa sua, che lo avrebbe aiutato ad uscire da quella situazione, non lo avrebbe abbandonato e lo avrebbe sostenuto in ogni modo a qualunque costo, non avrebbe permesso a qualcuno di farlo soffrire nuovamente, lo avrebbe salvato e per una volta avrebbe fatto la cosa giusta per sé stesso e non per mantenere la reputazione. Tutte quelle parole uscirono di getto, più facilmente di quanto avrebbe mai pensato, quindi continuò tranquillamente a sussurrare, complice lo stato delirante in cui si trovava Wei Ying e la sua probabile incapacità di comprendere il significato e la portata di tali parole. Mentre parlava, lo rassicurava e gli passava energia spirituale, continuava a ricevere in risposta sempre e solo "sparisci". Quella parola lo pugnalava dolorosamente al cuore e gli faceva correre un brivido lungo tutto il corpo, ma tenne duro. Sapeva già di non essere ricambiato e sapeva bene di non essersi comportato in modo corretto nei suoi confronti, quindi non aveva il diritto di confessare tutto ciò di punto in bianco, né di pretendere una risposta diversa da quella ricevuta. Faceva male, ma era più importante salvare Wei Ying senza pensare alle conseguenze e senza pensare a sé stesso.
Non sapeva quanto tempo fosse passato; forse ore, o magari giorni, non riusciva a tenere conto dello scorrere del tempo e neanche gli interessava. Voleva solo che quel momento non finisse mai. Aveva Wei Ying tra le braccia, nessuno poteva rimproverarlo e poteva sentire il suo calore, il battito del cuore, il suo respiro, voleva rimanere così per sempre, non gli importava degli altri, del mondo, di sé stesso, c'era solo Wei Ying, nei suoi occhi, nei suoi pensieri, nel suo cuore, ciò che provava era tanto potente da non lasciare spazio a null'altro, fatta eccezione per il senso di colpa e la rabbia, perché Wei Ying non meritava tutto quel dolore e perché gran parte della sua sofferenza derivava da ciò che gli altri pensavano di lui e tra quelle persone, c'era stato lo stesso Lan Zhan. Non si sarebbe mai potuto perdonare per come si era comportato e in quel momento cercava di redimersi in qualche modo, ma era un'azione troppo semplice, un favore troppo piccolo rispetto a ciò che Wei Ying aveva fatto per lui, a ciò che aveva significato per lui, non era nulla, non era sufficiente, avrebbe dovuto fare di meglio, lui si sarebbe meritato di meglio, ma non si poteva tornare indietro, non poteva fare nulla per cambiare il suo stupido atteggiamento, la sua impulsività e scarso autocontrollo che dimostrava solo quando c'era di mezzo Wei Ying.
Si sentiva patetico.
Era lì a commiserarsi e a sentirsi in colpa, mentre Wei Ying continuava a ripetere "sparisci", senza rispondere a nessuno stimolo.
Iniziava sinceramente a preoccuparsi.
Pur non riuscendo a calcolare il tempo trascorso, gli sembrava che fossero passati alcuni giorni, eppure Wei Ying, che era molto potente, non si era ancora ripreso. Aveva paura, ma non poteva fare nulla per farlo tornare in sé. Era nuovamente impotente, come lo era stato sul monte della Fenice, e sul monte Muxi e prima ancora quando studiavano insieme, in molteplici occasioni.
La disciplina, il controllo, l'educazione, la perfezione, a cosa servivano se non poteva essere felice, se non poteva ottenere ciò che voleva e se non poteva vivere senza rimpianti? Regole, non aveva visto nient'altro che regole nella sua vita, aveva imparato a controllarsi in ogni occasione e a dare una buona impressione, ma a cosa era servito?
Lo assalí la rabbia.
Amava la sua scuola, credeva profondamente negli insegnamenti dei Lan e nell'importanza della coltivazione, ma ora tutto il suo mondo era stravolto. Tutto ciò che conosceva non serviva a nulla, lui stesso non serviva a nulla, non era in grado di risolvere la situazione, lo sapeva bene, ma non era intenzionato a mollare di un millimetro.
Avendo tempo per riflettere, capí che non sarebbe più tornato indietro, non avrebbe più seguito con devozione assoluta le regole con cui era cresciuto e non avrebbe passato tanto tempo nella sua scuola, a contatto con tutti quei maniaci del controllo che avevano sbagliato ogni cosa, non avevano capito nulla e continuavano ostinatamente a fraintendere. Sicuramente stavano andando a prenderlo in gran fretta, pensando che il temibile patriarca di Yiling avesse in qualche modo ingannato, minacciato o contaminato l'incorruttibile HangHuan-Jun. Non avrebbero mai potuto immaginare che, non solo Lan Wangji si trovava lì di sua spontanea volontà, ma che neanche aveva intenzione di andarsene. Sarebbe stato uno scandalo, ma a Lan Zhan non interessava, la sua reputazione era proprio l'ultimo dei pensieri.
Poco dopo, non sapeva se fossero trascorsi minuti o ore, sentí qualcuno avvicinarsi alla grotta. Intuì che erano molti, almeno una trentina e che avevano trovato il nascondiglio. Siccome si aspettava che sarebbe successo, non si scomposte minimamente e non tentò nemmeno di salvare le apparenze. Rimase seduto composto dove si trovava, continuando a tenere ostinatamente tra le braccia Wei WuXian, che ancora non si era ripreso, senza mostrare la minima intenzione di spostarsi da lì.
Proprio come si aspettava, qualche minuto più tardi entrarono nella grotta trentatré cultori capeggiati da suo zio e da suo fratello. Si avvicinarono con le spade sguainate e chiaramente spaventati, ma si immobilizzarono all'unisono non appena videro quello spettacolo.
Non solo Lan Zhan era lì con il patriarca di Yiling, ma lo teneva addirittura tra le braccia mentre gli passava energia spirituale, sussurrando frasi vergognose alle orecchie dei cultori. Stava parlando di amore, di fuga e di sentimenti particolari, inconcepibili per gli ascoltatori. Lan QiRen immediatamente guardò Wei WuXian con uno sguardo di fuoco e si avvicinò subito a Lan Wangji cercando di portarlo via, di chiedere spiegazioni e di farlo tacere. Non si aspettava certo che Lan Zhan avrebbe risposto a tono dicendo che non c'era alcun errore, che lui voleva essere lì, tenere Wei WuXian tra le braccia, salvarlo, proteggerlo da tutti e aiutarlo a fuggire.
Non provò neanche a negare i sentimenti che aveva affermato di provare e non accennò minimamente a lasciar andare Wei Ying, anzi, lo strinse ancora più a sé e smise di guardare suo zio, posando gli occhi sull'unica persona che voleva in quella grotta.
Lan QiRen, indignato, perse subito la pazienza e ordinò ai cultori di portare fuori suo nipote e uccidere il patriarca di Yiling. Non appena Lan Zhan lo sentí, sollevò di scatto lo sguardo e cambiò espressione. Sia Lan QiRen che Lan XiChen ne furono sconcertati e indietreggiarono sorpresi; Lan Wangji non aveva mai avuto un'espressione tanto ostile in volto, non sarebbe mai stato tanto scortese da mostrare apertamente disprezzo come stava facendo in quel momento, soprattutto nei confronti della sua famiglia.
Aveva lasciato tutti senza parole.
I trentatré cultori che erano lì insieme alla sua famiglia, lo conoscevano da tutta la vita e avevano sempre avuto un'altissima opinione di lui, ma in quel momento lo guardavano con occhi nuovi, confusi, sconcertati e spaventati; le loro lame presero a risplendere di luce azzurra.
Lan Zhan sapeva che avrebbe dovuto combattere ed era finalmente pronto. Sciolse l'abbraccio in cui teneva Wei Ying e cercò di adagiarlo nella grotta nella posizione più confortevole possibile, poi si voltò ed estrasse Bichen, pronto ad attaccare. I cultori ebbero una leggera esitazione, ma al comando di Lan QiRen partirono all'attacco. Erano in trentatré, ma sapevano bene, mentre si lanciavano alla carica, di non avere alcuna speranza di sconfiggere il pupillo di Lan QiRen, troppo forte e troppo perfetto anche per perdere contro tanti cultori ben addestrati. Come da previsione, nessuno di loro riuscì a mandare a segno un colpo, ma tutti e trentatre vennero feriti dai perfetti fendenti di Bichen; tutti quanti indietreggiarono, chi sulle proprie gambe, chi sostenuto dagli altri e non poterono che accettare la sconfitta. Nessuno aveva mai visto Lan Wangji in quello stato e nessuno di loro si sarebbe aspettato un combattimento tanto spietato, preciso, feroce e senza esitazione.
Quello non sembrava affatto una delle loro giade di Gusu.
Lan QiRen tremava di rabbia, mentre cercava di decidere se uccidere Wei WuXian o attaccare suo nipote per poi trascinarlo via. Vedendo suo zio in quello stato Lan XiChen si avvicinò al fratello e gli chiese spiegazioni come aveva fatto poco prima Lan QiRen. Lan Zhan rinfoderò la spada, guardò freddamente suo fratello negli occhi e spiegò nuovamente che la situazione era esattamente quella che avevano visto, che avrebbe protetto Wei Ying ad ogni costo e che non c'era nient'altro da spiegare, le cose stavano così e basta, inutile perdere altro tempo in futili conferme. Lan XiChen annuì tranquillamente e si fece da parte, aiutando i cultori feriti, mentre Lan QiRen si avvicinò nuovamente al nipote per provare a parlare un'ultima volta. Lan Zhan si mosse velocemente e si posizionò di fronte a Wei Ying per fargli da scudo, impedendo a suo zio di vederlo e di aggredirlo e mostrando chiaramente che il tempo dei dialoghi era ormai finito. Lan QiRen socchiuse gli occhi, ma rinunciò all'idea di attaccare il patriarca di Yiling, sapendo che non avrebbe avuto successo; invece si avvicinò ulteriormente a Lan Wangji e gli chiese cosa aveva intenzione di fare. Voleva capire cosa avrebbe fatto suo nipote da quel momento in poi; sarebbe tornato alla scuola? Avrebbe deciso di disertare per rimanere con quel criminale o sarebbe fuggito? Lan Zhan rispose freddamente che sarebbe tornato alla scuola una volta portato Wei WuXian al sicuro, per impedire a qualcun altro di catturarlo. Lo zio disse che sarebbe stato punito per ciò che aveva fatto e lui si limitò ad annuire prima di girarsi, prendere Wei Ying tra le sue braccia per trasportarlo più facilmente e ignorò tutti gli altri presenti. Lan QiRen non si oppose, perché sapeva che Wangji non avrebbe mai infranto la promessa. Il suo comportamento delirante era un conto, ma il suo onore un altro, non sarebbe mai venuto meno alla parola data. Aveva detto che sarebbe tornato e avrebbe accettato la punizione e così avrebbe fatto, su quello, non aveva dubbi.
Quindi, sospirando si avvicinò a Lan XiChen e lo aiutò a controllare le condizioni dei cultori per poi terminare di curarli prima di tornare in viaggio.
Lan Zhan si avviò per primo, volando sulla sua spada con Wei Ying in braccio e si allontanò, sparendo tra le nuvole.
Era successo esattamente ciò che si aspettava. In quel momento non provava rimorsi, né per il suo comportamento, né per aver ferito trentatré discepoli della sua scuola, la sua mente era totalmente focalizzata sul salvare Wei Ying e portarlo al sicuro, al resto avrebbe pensato tornando indietro.
Quando arrivò alla caverna dell'ecatombe del demonio, scese dalla spada e si avvicinò ai Wen che abitavano lì. Scambiò un paio di frasi di circostanza con uno di loro e portò Wei Ying dentro la caverna, per farlo riposare. Si fece promettere che lo avrebbero aiutato al massimo delle loro possibilità e poi salì nuovamente sulla spada e si avviò verso la sua casa, portando con sé solo preoccupazione, sensi di colpa e dubbi.
La sua mente viaggiava più veloce del vento mentre si rimproverava per la codardia, la cattiveria e l'insensibilità che aveva dimostrato. Stava tornando a Gusu lasciando la sua stessa vita nelle mani di altri, continuando a comportarsi da codardo, fuggendo dall'unica persona che lo faceva sentire vivo e correndo verso un luogo in cui sarebbe stato punito. Si diceva che lo stava facendo per aiutare Wei Ying, per prendersi la colpa e dargli un po' di tempo per riposarsi e tornare in sé, per farsi punire per gli errori che aveva commesso... Ma la realtà era che aveva paura, quindi stava scappando nuovamente.
Wei Ying lo aveva sentito mentre diceva quelle cose? Voleva veramente vederlo sparire? Lo odiava? Avrebbe potuto perdonarlo? Sarebbe bastato scusarsi? Avrebbe potuto rimediare? Non credeva di poter fare altro.
Ormai Wei Ying non lo ascoltava più, non lo cercava, non lo apprezzava. Ogni volta che si incontravano, la tensione che si sprigionava nell'aria era palpabile, insostenibile, straziante. Preferiva non vederlo per un po' e riflettere sulle sue azioni, piuttosto che aspettare lì nella caverna la sua risposta che sicuramente non lo avrebbe fatto sentire meglio. Si era promesso che lo avrebbe protetto e ci avrebbe provato davvero, pur non sapendo ancora come. Fortunatamente ormai la sua reputazione era andata in frantumi, quindi non doveva salvare le apparenze e non doveva rispettare tutte le regole.
Perso nei suoi pensieri, arrivò alla sua scuola e atterrò.
Cercò subito suo fratello e disse che era pronto ad accettare la sua punizione.
Suo fratello annuì e gli spiegò qualcosa che mandò in pezzi parte delle sue speranze: ciò che era successo nella grotta, non era stato divulgato.
Ciò significava che gli unici al corrente dei suoi crimini erano i trentatré qianbei, suo zio e suo fratello. La sua reputazione era intatta e nessuno avrebbe scoperto cosa aveva fatto. Nonostante tutto, continuavano a proteggerlo e a trattarlo come un importante discepolo della scuola Lan. Capí quindi che la punizione si sarebbe svolta in segreto e il recupero a seguito del castigo, sarebbe stato fatto passare per "meditazione solitaria".
Sapeva che ormai non poteva più tornare indietro e che doveva accettare le cose per come stavano, ma era preoccupato per Wei Ying e assalito dai dubbi per il futuro.
Suo zio gli comunicò che sarebbe stato colpito dalla frusta della disciplina una volta per ogni discepolo ferito e che la questione si sarebbe chiusa lì, in quel momento e nessuno ne avrebbe mai fatto parola.
Disse che aveva capito che in qualche modo Lan Zhan era stato contaminato dal patriarca di Yiling e non riusciva a ragionare lucidamente, quindi non era veramente colpa sua e quella punizione avrebbe pareggiato i conti e permesso a tutti di ripartire da zero.
Lan Zhan era sconvolto.
Stavano dando nuovamente la colpa a Wei Ying senza nemmeno riflettere, dipingendolo come un demone tentatore che in realtà non era e infangando ulteriormente la sua reputazione.
La testa gli stava scoppiando, era furioso, disperato, impaurito e triste, tutte emozioni che di rado provava e non riusciva più a reagire. Era tanto sconvolto che dopo le parole di suo zio non sentí più nulla chiaramente.
Vide che lo portavano in una stanza, che lo facevano inginocchiare e che suo zio prendeva la frusta, poi iniziò il dolore.
Le frustate furono veloci e precise, la punizione si svolse in perfetto silenzio, fatta eccezione per gli sciocchi della frusta che squarciavano l'aria e la schiena di Lan Zhan e i suoi sussulti. Non avrebbe gridato, non aveva alcun diritto di mostrare sofferenza, quindi strinse i denti e contò i colpi. Uno era per la sua stupidità, uno per la codardia, uno per la sua lentezza, uno per la sua testardaggine e così via, trentatré colpi per tutti i suoi errori, tutti i suoi rimpianti, ma ognuno di essi aveva a che fare esclusivamente con sé stesso e Wei Ying, non si pentiva di aver ferito i discepoli, né di aver risposto a suo zio. Per gli altri la punizione era dovuta a quello, ma per lui quelle frustate erano il segno indelebile dei suoi errori, la fine delle sue paure, l'avvio di una nuova vita, o almeno era quello che sperava.
Probabilmente se avesse saputo in quel momento cosa sarebbe successo di lì a poco, non si sarebbe consegnato e non sarebbe caduto preda delle sue paure, ma il destino era inarrestabile, imprevedibile e crudele, non avrebbe risparmiato alcuna sofferenza.
Quando la punizione terminò, Lan Zhan venne portato nella sua stanza, uno dei luoghi più sicuri della scuola. Nessuno avrebbe mai osato metterci piede senza permesso e nessuno avrebbe fatto domande non vedendolo in giro.
Fu confinato nelle sue stanze per guarire, o almeno quella era la scusa. In realtà era stato rinchiuso lì per rimanere all'oscuro di tutto ciò che sarebbe successo, per impedirgli di agire e di sporcare nuovamente il suo nome e la sua dignità.
Lan Zhan rimase solo.
C'erano solo lui, i suoi pensieri e il suo dolore, che lo facevano sentire vivo, umano, libero per una volta.
C'era una gran confusione però. Non sapeva cosa fare, si chiedeva se avesse o meno sbagliato nuovamente, se sarebbe andato tutto bene, se sarebbe guarito velocemente, se avrebbe potuto rivedere presto Wei Ying e se lui lo avrebbe potuto perdonare.
Poco dopo, la confusione nella sua mente si calmò e rimase solo un pensiero, il più forte che soppresse tutto il resto: "La prossima volta che vedrò Wei Ying, non lo lascerò mai più"
~~~~~~~~~~~~
Ciao!
Che dire?
Questa parte della novel, mi è venuta in mente all'improvviso e non sono più riuscita a dormire. Avevo in mente solo Lan Zhan, i suoi pensieri e ciò che lo aspettava di lì a poco.
Ho provato nuovamente ad approfondire una scena esistente. Credo sia parecchio confusionaria e non molto chiara, spero sia perché Lan Zhan era confuso e che si capisca tutto.
----------------------
Pubblicità: se siete fan degli anime e avete amato Given come me, passate a dare un'occhiata alla lettera di Yuki a Mafuyu "storia di un inverno" che ha scritto Bichenqing pubblicando per la prima volta su wattpad
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top