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novembre 2018



Non sono mai stata così agitata in presenza di Lewis neanche all'inizio della nostra frequentazione. Mi sento come se lui buttasse giù tutte le mie difese e mi costringesse a deporre le armi.

Sono stanca di essere arrabbiata con lui, mi costa fatica guardarlo con gli occhi pieni di rabbia quando i suoi sono pieni di pentimento;
non posso continuare ad essere furiosa con lui ma questo non significa che io possa dimenticare la ferita che mi ha inferto.

«Vuoi del succo?»

Stiamo facendo colazione nella terrazza del suo enorme attico a Montecarlo ed io non riesco a guardarlo negli occhi.

Lewis sta facendo di tutto per dimostrarsi attento e premuroso ma allo stesso tempo non invadente solo che io non riesco a non essere diffidente nei suoi confronti.

«Sì,grazie»

Mi riempie il bicchiere mentre io mi volto ad osservare il panorama.

Proseguiamo in silenzio la nostra colazione per poi rientrare in casa.

«Devo portare Roscoe e Coco a fare una passeggiata, vieni con me?»

Mi limito ad annuire e a prendere la mia giacca di pelle.

Camminiamo l'uno accanto all'altra in quelle strade dove si corre il Gran Premio una volta all'anno, Lewis tiene per il guinzaglio Coco ed io Roscoe.

«Mi erano mancate queste passeggiate mattutine» ammetto, è un piccolo passo verso di lui.

È Lewis che sta provando ad aggiustare tutto ed io voglio ricambiare tutti i suoi sforzi provando ad andare nella sua stessa direzione e non controcorrente.

«Anche a me» posso sentirlo sorridere al mio fianco e poi lui mi prende per mano.

«Ti dispiace?» chiede, riferendosi al suo gesto.

Faccio segno di no con la testa e stringo più forte la mia mano intorno alla sua.

Forse piano piano si può ricominciare da capo.

«Ti va di uscire con lo yatch nel pomeriggio?»

«Volentieri»

Da soli, immersi in questa distesa azzurra di mare, forse è giunta l'ora di parlare.

Sono immersa nella vasca idromassaggio a rilassarmi mentre Lewis prende il sole sul lettino qui accanto.

Nel frattempo la musica proveniente dal suo cellulare mi aiuta a non pensare a nulla.

«Posso unirmi a te?»

La sua richiesta mi costringe ad aprire gli occhi e a fargli cenno di sì con la testa.

«Certo»

Lewis entra causando un leggero spostamento d'acqua e poi si siede al mio fianco.

Richiudo gli occhi per mascherare il lieve disagio che mi ha colto.

«Ti ricordi il nostro primo appuntamento?»

Arrosisco al ricordo.

«Certamente, mi hai portato qui e mi sei saltato addosso» gli rispondo a tono cercando di scherzare per smorzare l'imbarazzo.

«E lo rifarei anche ora. Sei bellissima, Scarlett»

«Grazie» prendo un respiro profondo per poi continuare «lo sai che saltarmi addosso non risolverà i nostri problemi?»

Lewis sospira.

«Lo so ed è per questo che dobbiamo parlare. Aspettavo che fossi tu a farlo ma ho paura che se aspetto ancora tu non farai mai il primo passo quindi ascoltami attentamente...»

«Lew, aspetta...» lo interrompo ma è lui a interrompere me.

«No, ascolta: io ti amo e non riesco ad immaginare nessuna al mio fianco se non te e mi pento ogni singolo giorno di quello che ho detto quella sera. Per questo ti chiedo scusa Scarlett e sappi che non era vero, ero spaventato, ti ho lasciata sola nel momento in cui avevi più bisogno di me e credimi io quel bambino lo volevo, voglio dei figli con te, Scarlett. Solo con te»

Angolo autrice: Buon compleanno a Lewis che sta invecchiando.
Dal prossimo capitolo avremo una serie di flashback che spiegheranno in modo chiaro la situazione che potete intuire dalle parole di Lewis.
Un bacio

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