𝐗𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

Non ha chiuso occhio. Sebbene le avesse raccomandato di riposarsi, Emily non ha potuto dormire. Non perché non si fidasse di lui, dopo che l'ha salvata e messa in macchina andando in direzione di casa, Pel di carota ha deciso di eliminare ogni dubbio su di lui. Almeno per oggi. Però non ha potuto dormire, non ha potuto far altro che guardare fuori dal finestrino e respirare ripensando a tutte le domande che ha nella testa. E quando finalmente si volta per controllare il guidatore, Emily decide di rivolgere a lui alcuni di quei quesiti in cerca di risposte.

"Come mi hai trovata? Eri andato a trovare la Ferguson?"

Il moro le lancia un'occhiata, constatando che la ragazza non abbia alcuna intenzione di dormire. Così la asseconda e risponde. "Hanno cominciato subito le tue ricerche, non appena tuo padre è stato tirato fuori dalla centrale in fiamme. L'agente Smith sta setacciando tutta la contea e stavo andando con una delle squadre, ma poi... non so, ho avuto un presentimento. Mi sono detto: dove porterei la figlia del detective? E, be', chiaramente dove lo sceriffo non ha giurisdizione, dove sa che il suo investigatore non avrebbe potuto cercare, ma non troppo lontano da destare sospetti. Così mi sono concentrato sul perimetro. E per fortuna ho sentito il tuo grido. È stato bello forte."

Emily sorride, contenta che quell'assurda avventura sia durata appena un'ora e che a trovarla sia stato proprio lui. Gli rivolge un sorriso. "Grazie, Matthew."

"Tu come ti senti?" domanda lui, preoccupato. Accetta quel ringraziamento con un timido silenzio, dando priorità a informazioni più importanti.
"Erano degli idioti. Non mi hanno fatto così male."
"Ho visto. Gliene hai fatto più tu."

Emily non saprebbe dire se Matthew sia orgoglioso di lei o spaventato da ciò che ha visto. Ripensando a quella scena, la guarda con aria strana, con una luce particolare negli occhi. È indecifrabile.

"Sono stata da McGregor prima di esser rapita. Il mio professore di biologia."
"Ok... e cosa?" chiede confuso.
"Comincio a credere di non essere in grado, sai? Di far ciò che fa mio padre, dico. Avevo una pista, ma l'ha totalmente distrutta. D'altronde è arrivato a Sherstone quando? Un anno fa? Gli omicidi riconducibili al Pittore sono cominciati troppo tempo prima. Non vedo perché prendersi così tanto impegno a cambiare stato per commetterli. È insolito, no?"

Matthew sembra rifletterci davvero. Storce un attimo le labbra in una smorfia e poi segue il ragionamento di Emily. "Insolito, ma furbo. Sherstone è una contea talmente arretrata e di scarse risorse, sembra ferma agli anni Ottanta. Inoltre, chi cercherebbe le vittime fuori da qui? A parte che..." fa per continuare, solleva gli occhi al cielo come se lì vi fosse la risposta, poi si interrompe e scuote la testa. Non sembra più così sicuro di ciò che stava per rivelare, eppure sembrava qualcosa di importante agli occhi di Emily. Ecco perché insiste.
"A parte che, cosa?"
Matthew è titubante, ma riprende a parlare scrollando le spalle. "Non posso giurarlo, visto che l'ho solo sentito dire, ma Whitney mi ha detto in diverse occasioni di averlo visto a Sherstone più di un anno fa. Girava spesso nelle zone al perimetro, in particolar modo. Lei fa benzina a un autogrill verso est, è più vicino a casa sua. Dice di averlo visto lì la prima volta."

È l'informazione più importante che sia mai giunta alle orecchie di Emily. È in brodo di giuggiole, all'improvviso di nuovo piena di energia, con la schiena dritta e le labbra schiuse per la sorpresa. Sta calcolando solo lei sa cosa. In quel caso tutto tornerebbe. La torta desta ancora qualche sospetto, ma potrebbe aver mentito, potrebbe essere stato un passo avanti anche su quello. L'unico fattore fuori dal suo controllo è proprio l'impossibilità di nascondersi agli occhi di chiunque nella contea. E se Whitney dice di averlo visto, Emily le crede.

"Fai inversione." Ordina la rossa.
"Cosa?" la confusione sul viso di Matthew è chiara, ma Emily è certa di ciò che ha detto. "Siamo quasi arrivati."
"Torniamo dopo. Ho bisogno che mi porti a scuola."
"Che devi fare a scuola a quest'ora?"
"Dev'esserci qualcosa su di lui lì, se è davvero il killer forse tra gli archivi c'è un indizio."
"Sei sicura? Tuo padre è in pensiero, ha bisogno di sapere che stai bene."
"Tu credi possa essere McGregor?"
È una domanda che Matt non si aspettava. Notando l'espressione testarda e determinata della ragazza non può far altro che rispondere come crede giusto. "Non mi piace accusare senza avere la certezza, ma non lo escluderei."
"Allora portamici." 

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