𝐗𝐗𝐗𝐈𝐈𝐈

Un colpo di tosse dichiara la miracolosa sopravvivenza di John Woodroof. Il detective era rimasto in centrale per sistemare qualche pratica, rileggere le poche deposizioni fatte dai testimoni durante gli interrogatori e per fare un salto in laboratorio per constatare con i suoi occhi che veramente non fosse sfuggito nulla, nemmeno una misera traccia lasciata dal killer. Ma anche se ci fosse stata, non avrebbe fatto in tempo a controllare per via dell'esplosione. Inaspettata, lo ha travolto nell'istante in cui ha varcato la soglia del corridoio che lo avrebbe portato a destinazione. Il cappello è volato via dalla sua testa, mentre un colpo di calore intenso e un frastuono insopportabile lo ha sbalzato in avanti facendolo impattare contro il muro opposto. Ha slittato lungo il pavimento, via via che le piccole finestre rettangolari vicine al soffitto si frantumavano in minuscoli cocci pungenti, piovendo su di lui ormai incapace di sfuggirvi.

È rimasto fermo per un po', quasi privo di sensi, alla ricerca di forze ed equilibrio per rialzarsi e andarsene da lì. Quando il fischio nelle orecchie ha dato cenno di diminuire, John non ha perso tempo ulteriore e si è sollevato sulle ginocchia, tossendo per i fumi che l'esplosione aveva provocato e udendo le sirene dei pompieri, puntuali come poche cose lo erano rimaste a Sherstone.
Guardarsi attorno è un'impresa. Il caos è l'unico sovrano. Sente dei passi, delle voci ch'è certo stiano urlando sebbene a lui sembrino sussurri. Si domanda quanto gravi siano i danni, se ci siano morti e come diamine sarebbe potuto uscire da lì. E mentre ci pensa, la mente vola sull'unico scenario che ha assoluta priorità: Emily.

Ci pensa lui e ci pensa Arthur. Il biondo si è precipitato fuori dal locale, incurante del cadavere sul pavimento e degli spettatori sconvolti, si è lanciato in strada e ha tirato fuori il telefono chiamando John per accertarsi che non sia rimasto coinvolto nell'esplosione. Ma nessuno accetta la chiamata.

È una trappola? È questo che dovrebbe pensare? Davvero Tucker è stato mandato dal Pittore per dargli il tempo di agire?

Arthur prende la volante, ci sale senza esitazione. L'obiettivo è raggiungere Emily mentre cambia numero sulla tastiera del telefono, facendo partire la chiamata verso di lei. Per fortuna qualcuno risponde. 

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