𝐗𝐗𝐗𝐈
2 ottobre 2021
Ora si comincia a ragionare. Emily, con portamento fiero e sicuro di sé – almeno in apparenza – si incammina verso quella che somiglia tanto alla tana di un lupo. Dinanzi alla porta di casa del professor McGregor, per un solo istante, pel di carota può vedere il fantasma di Jane. Prende il suo posto, suonando il campanello e attendendo nella posizione in cui ha immaginato la sua ex compagna di scuola.
Zainetto in spalla, torta su entrambi i palmi, una coda per raccogliere i fili di rame sulla sua testa e un sorriso sereno che si impone di esibire dinanzi al suo sospettato.
E finalmente la porta di apre.
"Emily." Fin da subito è chiaro quel lampo di riconoscimento nello sguardo di Josh. E sebbene la Woodroof voglia credere si tratti di un dejà vu, sa che è facilmente associabile al riconoscimento del suo viso. Felice di vederla? Non si direbbe. Josh lancia un'occhiata alle spalle della ragazza, in cerca di chissà cosa, poi corruga la fronte; ma il sorriso sulle sue labbra, per quanto sottile, Emily riesce a vederlo perfettamente.
"È il mio modo per ringraziarla. Mi spiace molto disturbare, ma vede..." timida e un po' impacciata, dà il via a un teatrino volto a farla entrare in casa. "ho seguito il suo consiglio: ho detto a mio padre delle microspie e di Wesley. Devo ammettere che era una buona idea. Così ho pensato di portarle un regalo, sperando sia gradito."
Josh è visibilmente perplesso. La sta analizzando, cerca di comprendere cosa stia accadendo poiché non gli sfugge l'assurdità di quella situazione. Le labbra schiuse respirano ogni parola, quasi potessero elaborarla meglio. Infine pronunciano un placido. "Cos'è?"
"Una torta." Risponde lei intercettando il suo sguardo. Poi prosegue. "Posso entrare? Volevo approfittare per parlarle, a dire il vero."
Ma ciò che segue dalla bocca del professore è una frustrante procrastinazione della risposta. "Ti rendi conto di quanto questo sia inopportuno. Giusto?"
Ed è così, Emily ne è consapevole, lo dimostra con un cenno d'assenso del capo. Eppure, la questione sembra urgente. A giudicare dall'espressione ora quasi preoccupata di Josh, forse sta funzionando. L'attrice, ecco cosa doveva fare Emily, altroché.
"Dov'è la scorta?" si assicura il professore, rigettando quell'occhiata sulla strada deserta.
"Al bar, in fondo alla strada."
"È molto lontano il fondo della strada." Le fa notare, ricevendo il secondo cenno della testa. Infine il terzo giunge con la sua ultima domanda. "Quindi lui sa che sei qui?" e tanto è sufficiente a convincerlo e a farlo cedere del tutto. "D'accordo. Entra."
C'è da dire che pel di carota, seppur tenti d'ostentare sicurezza, una volta oltrepassata la soglia di casa acquisisce una postura incerta, le ginocchia gelatinose la tengono in piedi giusto quel poco che le serve per superare l'uomo e inoltrarsi in cucina sotto sua indicazione e le spalle, prima dritte e solide, ora si ricurvano appena. Emily spera che siano dettagli che Josh non possa notare, ma l'unica cosa a cui pensa e su cui si concentra al momento è quella di raggiungere il tavolo. E così, una volta appoggiata la torta e lasciato cadere sul pavimento lo zainetto con la radiolina, la ragazza prende posto su una delle sedie e si passa le mani sul viso. È giustificata: deve parlargli, no? Non a caso Josh appare pensieroso ed empatico dinanzi a quella scena, entrando in cucina e tenendola d'occhio.
"Quant'è grave?" domanda lui, facendo suonare in Emily l'ennesimo campanello d'allarme. Ripensa a Jane, a come dev'essersi sentita dinanzi a quelle cure. In un luogo come Sherstone, per una ragazzina ignorata, emarginata, bullizzata e persino manipolata e abusata da Thomas, Josh dev'esser sembrato un'oasi nel Sahara.
"Ho scoperto delle cose. Mi hanno un po'... non lo so nemmeno io."
E nonostante quello fosse un teatrino, non vi è frase più sentita di quella.
Josh afferra posate e piattini, staccando due tovaglioli dal rotolo. Non sente nemmeno la sua opinione, pronto a tagliare una fetta a entrambi e forse – pensa Emily – lo fa perché teme sia una trappola. Forse è paranoico tanto quanto suo padre ed è per questo che non riesce a catturarlo, è per questo che pensa di avere qualcosa in comune con lui, un qualcosa che gli dia il diritto di instaurare un rapporto con la figlia.
"Si tratta di Thomas Williams."
La mano di Josh si ferma sopra alla carta stagnola che copre la torta. Quel nome richiama la sua attenzione, ma Emily non legge sul suo viso ciò che si aspetta; sembra esser realmente coinvolto, l'espressione che esibisce è pressoché identica a quella che ha visto su suo padre più volte. Che quella preoccupazione sia vera?
"Ok." Risponde mitigando la rabbia, lasciando che si disperda in attesa della novità. E intanto, la mano finalmente solleva la carta rivelando la torta. Gli occhi si trasformano in due lame; osservano il colore del dolce con sospetto prima che Emily risponda alla domanda inespressa.
"È alla zucca." Afferma con un mezzo sorriso, fiera della sua opera di pasticceria. Gli occhi indagatori si spostano così dalla torta al viso di Emily. Può giurare di vedere la sua mascella irrigidirsi, mentre un angolo della bocca si solleva in quello che a pel di carota percepisce come un minaccioso ghigno. È sufficiente quella come prova? No. Serve di più, lo sa anche lei. Così allunga la mano destra, fa per prendergli il coltello per aiutarlo nel distribuire le porzioni, ma nel vedere quel gesto porta la punta dell'arma sul centro esatto della torta e comincia a tagliare per conto suo. "Deliziosa." Commenta, preparando due fette e lasciando l'incustodito coltello di fianco al dolce. "Dicevamo di Thomas."
"Sì!" riprende lei, tornando a concentrarsi sull'argomento per cui, a suo dire, sarebbe andata a cercare il suo professore di domenica mattina, incapace di attendere un solo giorno in più e parlargli a scuola, in una sede più appropriata. "Ecco, mi ha parlato di Jane. Ha ammesso di averci avuto una storia."
Un mormorio tra le labbra di Josh scandisce un'imprecazione che Emily capta a malapena, al contrario della reazione del suo corpo che, decisamente visibile e interpretabile, dimostra il più sincero dispiacere dinanzi a tale notizia. Con un respiro profondo afferra la forchetta e stacca un pezzo della sua fetta dalla punta. Prende proprio la parte con più ripieno, ma non la mette subito in bocca.
"La cosa ti turba?" lo chiede a Emily, attendendo ulteriori informazioni. D'altronde non crede che quella ragazzina rimanga turbata per così poco, sebbene poco non sia.
Dunque prosegue. "Sì, ma più che altro è la motivazione. Mi ha confessato di averlo fatto per me, per non..." non aveva realmente pensato a come dirlo, a come spiegare a Josh una cosa simile. Suona ancor peggio di come suonava davanti a suo padre. Decide perciò di usare le stesse parole. "Ha detto di essersi avvicinato a lei per non avvicinarsi a me, per non farmi del male e non spaventarmi. Spera di non averne fatto a lei, ma giura che fosse consenziente e... ora è sparito. Non ha lasciato tracce, è semplicemente scomparso."
Josh scuote la testa, sembra incredulo, arrabbiato persino. Eppure mantiene la calma come suo solito, esibendo meno furia di quanta ne abbia esibita suo padre. Emily attende con grande fomento che mandi giù la zucca che tiene in bilico sulla forchetta, ma c'è un boccone più amaro che ha precedenze ed è proprio quello appena servito da lei. Thomas non è mai piaciuto a Josh, ormai è piuttosto palese. E sapere che le sue preoccupazioni su Jane e ora su Emily fossero fondate, è una ragione che preferiva non avere.
"L'hai detto a tuo padre?" se ne accerta, ritenendo quella domanda l'unica realmente valida al momento. Emily annuisce, così fa anche lui di rimando. "Ottimo. Non permetterà che ti accada qualcosa, ne sono certo. E se posso rendermi utile e farti sentire più al sicuro, sappi che basterà chiedere."
"Come?" domanda lei, con una risata scettica. Josh la comprende. Scrolla le spalle, pesca tra i pensieri la prima idea che gli viene in mente.
"Anche solo scambiare due chiacchiere, tenermi informato, chiamarmi quando hai bisogno. Non disturbi affatto. Ma d'ora in poi vorrei che tuo padre lo sapesse. Non mi piace far le cose di nascosto."
E così concluso, Josh comincia a mangiare la sua fetta di torta. Un enorme palla da demolizione colpisce le poche convinzioni che era certa di avere in suo possesso. Emily attende reazioni, ma anche dopo diversi minuti la zucca non sembra sortire alcun effetto.
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