𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

Gennaio 2020

Sembra assurdo condurre due vite, ma è possibile per Giacomo. Eppure, quei continui viaggi cominciano a confondere la sua bussola. Non sa più dove si trova, dove concentrare le sue energie e come salvarsi da quel doppio vincolo da cui non riesce a fuggire. Se da una parte il suo amico ha bisogno di lui, dall'altra c'è il suo lavoro, il suo capo, colei a cui ha promesso lealtà e presenza. Ma è forse proprio la gravidanza di quest'ultima ad averlo in qualche modo allontanato. Rebecca è l'unica a saperlo, l'unica a conoscere con certezza il conflitto sentimentale di Giacomo, pur non conoscendone l'identità. Altri, come lei in precedenza, lo hanno intuito ma mai hanno ricevuto conferma esplicita.

Sul tetto del Paradise, luogo di lavoro dell'uomo, Rebecca Romano ascolta con premura lo sfogo del suo nuovo amico. E lui parla, il che è insolito per una persona tanto riservata, ma si lascia andare ben consapevole che quell'adorabile ragazza presto non potrà rivelare a nessuno i suoi segreti.

"Glielo hai mai detto?" ha domandato lei. Giacomo ha scosso la testa, sbuffato una risata e scrollato le spalle. Con le gambe a penzoloni, entrambi osservano una New York frenetica e luminosa, in una notte coperta di nuvole grigie. "Dovresti provare. Ha bisogno di te, è evidente."
"Ha bisogno di Josh."
"È un altro tipo di rapporto, non dovresti temerlo."
Giacomo scuote nuovamente la testa, poi si volta per sorriderle ma dura poco; non riesce a guardarla in faccia. Si sente sporco. "È comunque più complicato di così. Non vuole nemmeno il padre al suo fianco, non vuole nessuno, non ha bisogno di uomini. Josh è la sua ancora di salvezza proprio perché non prova i sentimenti che provo io nei suoi confronti, perché non ha malizia, non è tormentato da lei come lo sono io. I nostri pensieri sono di tutt'altra natura e lei lo sa, anche se lo nega. Non è idiota, sa perfettamente cosa vorrei io da lei, non serve che io lo dica. E mi va bene, perché se davvero lo accettasse, ora come ora non farebbe altro che incasinarmi la vita. Ho già un bambino a cui badare."

"Già." Rebecca ride, come se ci fosse ilarità in quella minaccia. Proprio come Vasilisa, nemmeno la Romano è un'idiota: lei sa, l'ha capito, ma l'ha accettato perché crede che sia quello il suo destino. Di fianco a lui si sente viva, si sente amata, sente di aver dato un senso alla sua sofferenza. E forse è proprio questo a far legare a lei Giacomo; la reputa una tipa sveglia, la reputa migliore dello scopo al quale il suo amico la sta riservando.

"Perché non scappi?"

È una domanda che appare atona, priva di emozioni, ma che nasconde tutto il dolore accumulato negli anni. Le sceglie così bene, così... degne. In fondo ha ragione, hanno qualcosa di speciale che va valorizzato. Ma se lui vede in loro un epilogo tanto sanguinario, Giacomo ne vedrebbe uno decisamente più fruttuoso e dignitoso. Il Paradise sarebbe il rifugio perfetto per una come lei... se solo conoscesse ciò che si cela realmente dietro alla facciata di quel locale.

Rebecca ci riflette. Lo fa davvero. Dondolando i piedi a trenta metri d'altezza, elabora una risposta che Giacomo avrebbe potuto prevedere. "Credo che il mio corpo lo sappia meglio di me. Quando sono vicina a lui, quando passiamo le ore a parlare o anche solo posa lo sguardo su di me, è come se il mio sangue cambiasse temperatura e si tendesse verso di lui. In un qualche strano modo, sa di appartenergli. C'è qualcosa in Dallas... non so cosa sia, ma mi sta bene."

È una conferma bella e buona. Rebecca è più furba di quanto voglia dar a vedere. Conosce la reale identità del suo aguzzino, conosce probabilmente la reale identità di Giacomo e chissà quanti nomi gli legge scritti in faccia. Eppure, è in pace con la storia che Dallas ha scritto per lei. Non vede egoismo, non vede crudeltà, follia, né il nauseabondo killer di cui lui stesso si è stancato. Vede in Dallas la salvezza, la redenzione... tutto ciò che lui dice di vedere in sé stesso. 


25 settembre 2021

Non è passato molto da quel giorno, in fin dei conti. Eppur è chiaro che di fianco a Matthew non vi sia Rebecca. E sebbene il tetto non sia quello del Paradise, il Bull's Hat sa di New York per un momento.

"Perché non scappi?" La domanda sorge spontanea, un dejà vu accompagnato da una folata di vento che sposta le ciocche rosse della ragazzina. "Voglio dire... fossi tuo padre ti avrei già fatta scomparire da qui."
"Potrò anche sparire io, ma il problema persisterà." Risponde matura e tremendamente incosciente. Matthew spera di vederle addosso un distintivo in futuro, è certo avrebbe fatto carriera. Magari vederla in foto, in un'altra contea, lontano da lei e da Sherstone. Non sa come possa provare empatia nei confronti di una ragazzina, non dovrebbe esserne capace visto il suo passato, eppure è lì che si domanda perché diamine contribuisca a tutto ciò. 

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