𝐗𝐗𝐈𝐈𝐈
17 settembre 2021
Tornata a casa da suo padre, Emily ha esitato a rivelare la grande scoperta. Forse in parte per la preoccupazione di come l'avrebbe presa o per paura che possa comprendere il suo incosciente piano e fermarla, o magari ha semplicemente desistito perché McGregor le ha messo in testa della confusione con quella richiesta. Perché mai dovrebbe darle una pista, se fosse il Pittore? Perché affidarla alla polizia e non occuparsene personalmente? Che sia anche questo parte del suo piano d'acquistare la sua fiducia o davvero Emily ha preso un granchio avvicinandosi a un innocente?
"Localizzatore GPS e microfono spia. Li avevo addosso a mia insaputa. Ecco come si è accertato che fossi fuori casa quella notte."
Così ha deciso di sbattergli in faccia la novità, con il metodo più brutale e schietto che ci sia. È mancato poco che a John venisse un infarto. Uscita dalla sua camera con l'intenzione di vuotare il sacco e liberarsi di quel peso, Emily ha piazzato quei minuscoli oggetti sul tavolo della cucina dov'era seduto suo padre. Ha poi notato un lampo di riconoscimento sul volto dell'uomo e per un istante ha temuto che fosse stato lui a metterglieli addosso per poterla controllare, ma la raccapricciante idea l'ha abbandonata nell'esatto momento in cui ha esibito sconcerto. "Perché non c'ho pensato prima?" si è chiesto in un mormorio, un rimprovero alla sua stessa incoscienza.
"Dovresti far venire qualcuno a controllare la casa. E dovremmo cercare di capire chi gliel'ha vendute." John ha annuito a quelle parole, dando prova di aver pensato la medesima cosa. Eccitato dalla nuova pista s'è subito messo al lavoro, ma Emily è rimasta prevedibilmente delusa quando non l'ha inclusa nelle indagini. Eppure, v'è qualcosa di positivo nella foga che l'ha colto alla sprovvista; l'ossessione che negli ultimi giorni ha tenuto occupato il detective viene messa in secondo piano per qualche minuto, giusto quel che basta a Emily per tirarla fuori dalla sua borsa di lavoro e leggerla in tutta calma.
23 giugno 2021
"Volevo chiederle di nuovo scusa per l'altro giorno. Non era mia intenzione metterla a disagio o farle rischiare il posto." Così Jane si è presentata alla porta di casa McGregor. Ha preso l'iniziativa di testa sua e, con un contenitore tondo tra le mani, si è curata di rimediare al suo errore. "Le ho portato una torta alla zucca. A casa la faccio spesso, dicono mi riesca piuttosto bene. Insomma, spero possa farmi perdonare."
Eppure, nonostante le buone intenzioni della rossa, la bell'idea non sembra suscitare in Josh grande entusiasmo. Si pente subito, comprendendo improvvisamente quanto ridicola si stia rivelando a seguito di un bacio che avrebbe solo dovuto lasciar passare in sordina. Josh stesso l'aveva rassicurata dicendole che avrebbe dimenticato l'accaduto e niente sarebbe cambiato tra loro; invece, Jane sta peggiorando la situazione girando il dito nella piaga e non dando tempo all'uomo di mantenere la promessa. Ma non è questo il motivo per cui l'espressione del professore si è contratta in una smorfia imbarazzata. La spiegazione giunge poco dopo, lasciando Jane di sasso. "Sono allergico alla zucca." Afferma lui.
Non ci crede. La rossa schiude le labbra, lo guarda sorpresa, sentendosi ora persino più stupida. "Oh." Dice solo. Lui si precipita a rincuorarla.
"Ad ogni modo, non c'è niente di cui farsi perdonare, Jane. Può capitare. Ti sorprenderebbe scoprire di non essere la prima."
Ed è proprio quella frase a risvegliarla dal suo incubo a occhi aperti. Solleva le sopracciglia, china appena il capo di lato e tituba nella risposta, ma alla fine sputa il rospo. "In realtà no, le voci su di lei sono... be', sa... spinte."
"Sì, giusto." Si corregge subito Josh. In effetti, non ne è all'oscuro. I termini che ha sentito pronunciare da alcune delle studentesse del liceo, l'hanno sorpreso. Piccole ma precoci, ha pensato. Non che lo ritenesse un dettaglio degno di nota, difatti non è difficile immaginare perché se ne fosse dimenticato. "Entra, prego."
E così fa Jane. Si intrufola in quella modesta casa piena di libri e priva di foto o quadri; è questo un dettaglio che la Baldwin nota immediatamente e di cui prende nota. Lo scriverà nel suo diario solo nel giorno del ventisette luglio, più di un mese dopo quell'incontro. Sono appunti scritti alla rinfusa sul foglio di carta.
27 luglio 2021
Tanti libri sparsi
Non ha quadri o foto
Allergico alla zucca
Va matto per le fragole
Gli piace Alice nel paese delle meraviglie
17 settembre 2021
Emily dà quasi vita a quei solchi d'inchiostro sul foglio bianco, riesce a vederli in movimento, riesce a sentirne i sussurri e ne riconosce una voce: quella di Josh. È quasi certa che Jane stesse prendendo appunti sul Pittore, l'uomo che non nomina mai ma di cui ha chiaramente parlato in quelle pagine, nonché la ragione per cui così tanti giorni siano stati saltati sul suo diario, allontanandola da quella preziosa abitudine. La piccola Woodroof non sente la voce del suo professore per una questione d'associazione immediata a seguito di una frequentazione recente o per via di un suo sospettoso pregiudizio nei suoi confronti; no, Emily trova Josh in quelle righe perché è esattamente come se lo immagina, circondato di libri, in una casa spoglia di foto e quadri, persino amante delle fragole in seguito a un vago ricordo di un suo pasto nella mensa della scuola, al tavolo dei docenti. Ed ecco il vero indizio di cui aveva bisogno: la zucca. Un'allergia che avrebbe potuto rivelare molto su quella pagina di diario e sul pittore.
La Woodroof prosegue nella lettura. La pagina seguente rende più chiaro il rapporto tra lei e il Pittore con una miglior descrizione del suo sentimento, seppur breve anch'essa.
31 luglio 2021
Ho capito solo adesso, grazie a lui, cosa significhi essere innamorata. Tutto ciò che credevo di provare per Anthony o per chiunque altro nella mia vita, ha perso il suo effetto su di me rendendosi cristallino davanti ai miei occhi.
Mi ero accontentata. Pensavo fosse ciò che meritassi.
Quanto sono stata cieca.
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