𝐗𝐋𝐈

4 ottobre 2021

Non c'è pericolo in quella casa. John potrebbe scommettere la sua stessa vita: Josh McGregor è fuori dalla contea e con sé ha portato Emily. Quel bastardo non sarebbe tornato a casa nemmeno a pagarlo. E per John, introdursi nell'abitazione di qualcuno non è poi una grande sfida, soprattutto se mosso da tanta motivazione.

Oggi ha tempo. Sì, per una volta ha tutto il tempo a disposizione per controllare la casa del serial killer e solo ora molti dettagli risaltano dinanzi ai suoi occhi.

Entra dalla porta sul retro, dalla cucina, forzando la serratura in tutta calma e constatando il meticoloso ordine che fa da padrone in ogni angolo. C'è appena un filo di polvere dovuto ai giorni di mancato utilizzo, ma niente di sospetto. Sarà proseguendo l'esplorazione che John noterà i particolari: le tende davanti alle finestre sono rosse, cosa a cui non ha mai dato importanza e che ora gli sembra inquietante; affissi alla parete lungo le scale ci sono un attestato per piloti e una lettera incorniciata, destinata a Babbo Natale da una certa Angelica. Non sembra nemmeno originale, forse più una fotocopia. John immagina sia una presa in giro, ma in parte crede nell'importanza di quella lettera e dunque appunta mentalmente il nome prima di scattare una foto col telefonino. Salendo di sopra trova due camere da letto, entrambe ordinatissime come il resto della casa. Per sicurezza controlla sotto entrambi i letti, ma non nota nulla di particolare. Eccetto nella seconda stanza, in cui la linea di una delle tavole di legno più marcata delle altre.

"Sto impazzendo." Si rimprovera da solo, spostando il letto per controllare meglio. E quando lo fa, quando tocca l'asta del parquet e la sente muoversi, spalanca gli occhi per l'emozione.
La tavola si solleva completamente. John la sfila dal pavimento e fa luce in quel buco ombreggiato, rivelando un quadernino in pelle marrone, una sorta di agenda. È quanto di meglio potesse sperare di trovare... "sempre che non sia un'altra delle sue finte piste." Afferma John tra sé e sé, non cantando vittoria.

La apre velocemente, ci dà giusto un'occhiata scoprendo contenere una lista di nomi. Non perde tempo a leggerli tutti. Intascata l'agendina e il cowboy fa per andarsene. Ma c'è qualcosa in quel piano ad attirare la sua attenzione. Forse più un presentimento che qualcosa di concreto. Come attratto da una calamita, John si dirige in ufficio.

La sala si presenta scarna come quasi tutte, poco vissuta. La grossa scrivania in mogano padroneggia l'ambiente. Dietro di essa vi è una poltrona girevole color marrone scuro e un quadro, affisso alla parete e colorato come poche cose all'interno della casa. Raffigura un paesaggio astratto, niente di incriminante. Sull'angolo in basso a destra, scritto sulla cornice, c'è però un codice di quattro cifre. Non è proprio il miglior posto in cui segnarlo, pensa John. E per un attimo passa per l'anticamera del suo cervello l'idea di esser dinanzi a una trappola: perché dovrebbe mettere in bella vista un pin? Quel quadro sembra pregarlo di esser spostato e, difatti, quando John si accinge a muoverlo, trovare una cassaforte non lo stupisce più di tanto. Non aprirla. Si dice tra sé e sé, mentre la curiosità prende il sopravvento.

La mano di John raggiunge la tastiera, comincia a digitare il codice nell'esatto momento in cui un senso di nausea gli striscia in gola. Non c'è niente di giusto in ciò che sta facendo. Ma non capisce davvero il motivo della sua preoccupazione, fino a quando la cassaforte non si apre. Fortuna vuole che John non si tenga di fronte a quella scatola metallica, perché quando essa viene aperta può udire chiaramente un suono rimbombare tra le sue spesse pareti. Un solo secondo è sufficiente a colpire la mano di Woodroof, ora sospesa dinanzi all'uscio e pronta a infilarsi nella cassaforte per controllarne il contenuto. È un ago a conficcarsi nel palmo e passare da parte a parte facendo sanguinare il detective.

L'ovvia e conseguente imprecazione sfugge tra i denti di John con rabbia. Quello non è un sistema d'allarme, ma un sadico trucchetto per difendere i propri averi da presunti ladri o investigatori ficcanaso come lui. La cassaforte è vuota, non a caso. Non è quello il suo tesoro, non è lì che si nascondono gli oggetti preziosi. Quello, il detective, l'aveva già trovato. Dannata curiosità. 

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