𝐗𝐈𝐕
9 settembre 2021
Ore 10 del mattino
Il diario rosa sbatte contro i fogli della scrivania con forza tale da farne svolazzare qualcuno. Nell'ufficio di Smith non c'è nulla al suo posto, a partire dal proprietario stesso. E anche oggi, pensa John guardando l'amico spanciato sulla sedia girevole, somiglia più al sacco dell'umido che ad un essere umano. Il detective si riprende il cappello con un abile gesto della mano, infilandoselo in testa e svegliando definitivamente Arthur.
"Non toccare i miei cappelli." lo rimprovera, mentre in sottofondo parte una colonna sonora di catarro. Arthur si rimette composto, o almeno ci prova, aggiustando camicia, cravatta e i ciuffi biondi rimasti in testa. "Leggi la data del due agosto. Ho aperto nel mezzo, in modo casuale e ho trovato quello. C'è il nostro amico."
Indicato il quadernino rosa e spiegate le istruzioni, John prende posto sulla poltroncina davanti alla scrivania, dando tempo a Smith di cercare, trovare, leggere ed elaborare il tutto.
2 agosto 2021
Caro diario
sono stata da Anthony. L'ultima cosa che volevo fare era entrare in casa dei Williams e rivedere entrambi, ma ce l'ho fatta, dovevo sistemare questa cosa prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Gli ho detto che era finita, che non avrei più concesso a nessuno di farmi del male, men che meno a un moccioso come lui. E, per quanto mi costi scriverlo, in questo suo zio aveva ragione: è troppo immaturo per me, ho bisogno di qualcuno in grado di proteggermi e farmi sentire al sicuro.
Gli ho dato uno schiaffo e sono scappata da lì. Neanche a dirlo, ho beccato Thomas in giardino. Non ha detto nulla, ha solo rivolto il tubo dell'acqua verso di me. Avrei voluto prendere a schiaffi anche lui, ma sono ancora troppo debole per affrontarlo di mia sponte. Se lo meriterebbe dopo ciò che mi ha fatto a Capodanno.
Sarà per la prossima volta.
Arthur legge tutto con la stessa espressione e, sempre con essa, gira le pagine del diario come se avesse perso il segno. "Cosa cerchi?" domanda, dunque, John.
"La pagina del Capodanno."
"Non è lì. Ho chiesto a Clara di andare a casa dei Baldwin per prendere i diari precedenti." lo precede il detective. Sa ciò che fa, questo è certo, eppure è la piega che prende la conversazione a far sospirare Arthur per esaurimento. "Ma questa... — prosegue indicando il diario — questa è la prova che potremmo avere a che fare con il pittore. Dovremmo seguirlo."
L'agente Smith ha previsto quel momento, però non sembra affatto pronto quando esso arriva. Solleva il mento, porta entrambe le mani sulla faccia e cerca le parole giuste per far placare l'istinto poliziesco dell'amico. E nonostante l'impegno, sa perfettamente che fallirà. "Hai idea di quanto cazzo costi un'operazione del genere? E se non fosse lui?"
"È lui. Io lo so. Lo sento."
"Che senti? Le farfalle nello stomaco? Ti sta venendo duro?" volgare com'è sempre stato, Arthur prende in giro il detective. Non è che non creda in lui, ma lo conosce e sa cosa sta cercando di fare. "Sai cosa sento io? Lo sciacquone del cesso che scarica via i pochi soldi che abbiamo."
Ma John non accetta quel no come risposta. Statuario, con espressione dura, prende d'esempio la vittima più recente di cui lui è già sicuro ci sia il corpo dissanguato, da qualche parte nella contea. "Lizzie è scomparsa."
"È in vacanza." replica prontamente Arthur, al limite della pazienza.
"Davvero ci credi?"
"Abbiamo i filmati di sorveglianza delle videocamere attorno a casa sua: si vede Lizzie stessa, viva e vegeta, caricare delle valigie nel bagagliaio. Abbiamo testimoni a lavoro, dirigente compreso, che assicurano sia in ferie. Amici e parenti hanno la stessa versione. Sta bene... o vuoi andarla a trovare in Canada per assicurartene personalmente?"
John scuote la testa, non in risposta alla sua domanda ma per la delusione. Vuole bene ad Arthur e sa che è un bravo poliziotto, ma come tutti a Sherstone ormai sta smarrendo la via della giustizia. Woodroof si sente abbandonato. L'unica collega degna - assurdo a dirsi - sembra esser diventata proprio sua figlia. "Quella donna è morta, lo sai anche tu." conclude alzandosi in piedi e riprendendosi il diario di Jane. "Spenderemo quei soldi, mettilo a verbale. Qualunque cosa sia scritta sulla pagina di Capodanno, gli staremo col fiato sul collo. Che tu lo voglia o no."
Arthur scrolla le grosse spalle guardandolo con arrendevolezza. "Finirà come con il mammone di Brewster. — tenta il suo ultimo colpo — Sta dentro per due pugnette, mentre il vero killer è a piede libero e rischia di farti impazzire."
"Non sono due pugnette, Arthur."
"Andiamo, quanti pervertiti abbiamo avuto nella contea?! Si nascondono qui, non è niente di nuovo per Sherstone."
"Certo, tu ci sguazzi in questa merda, vero? Perché cambiarla?"
"Ehi! Anche tu hai i tuoi peccati, grande uomo. Ma io non ti giudico, perché ti voglio bene per quello che sei. È questo che fanno gli amici, figlio di puttana." il detective muove i suoi passi verso l'uscita, ma Arthur ha ancora qualcosa da dire con quel suo maledetto tono ironico. "E dai, non mettermi il muso adesso, sai che non riesco a resisterti se fai così. Vieni qui, facciamo del sesso riparatore."
È allora che John si ferma, si volta verso il biondo e solleva il dito medio, guadagnandosi lo stesso trattamento prima di sparire oltre la soglia.
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